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Informatica giuridica e diritto costituzionale

Le origini dell’informatica giuridica trovano il loro punto di partenza nello sviluppo dell’elaboratore elettronico. Esso risulta essere uno strumento polifunzionale: difatti è la prima macchina cibernetica finalizzata a coadiuvare l’uomo nello svolgimento di attività intellettuali, grazie ad un’ampiezza di memoria, una velocità di elaborazione ed una capacità di comunicazione per alcuni aspetti di gran lunga superiori a quelle della mente umana.
Strettamente connesso all’elaboratore elettronico è il tema legato all’intelligenza artificiale (artificial intelligence); è usualmente definita come la scienza intesa a sviluppare modelli computazionali del comportamento intelligente, e quindi a far si che gli elaboratori possano eseguire compiti che richiederebbero intelligenza da parte dell'uomo. La complessità della mente umana rappresenta però la conseguenza di una lunghissima evoluzione e difficilmente potrà essere imitata da un computer, che invece coadiuverà l'uomo in un sempre crescente numero di attività. Del resto, le teorie cibernetiche volte alla creazione di sistemi che si comportino come l'uomo, mostrano la loro fragilità nel preconcetto che tutta l’attività dell'uomo, ed in particolare il pensiero, sia algoritmizzabile.
L'applicazione automatica delle leggi ha, in ogni caso, destato 1'interesse degli studiosi del diritto ed ha costituito uno dei tre punti principali di una disciplina che si è sviluppata a partire dal 1949, quando sulle pagine del Minnesota Law Review viene pubblicato un saggio di Lee Loevinger intitolato Jurimetrics. The Next Step Forward, nel quale per la prima volta si parla di giurimetria. L'autore evidenzia, primariamente, un grave paradosso dell'epoca moderna: la legge, che dovrebbe costituire il modello di condotta dei consociati, è divenuta un così recondito mistero da risultare normalmente incomprensibile. La crescente complessità della legge confonde, dunque, i cittadini e la società diventa meno coesa.
Oggi l’informatica giuridica ha per oggetto l’applicazione della tecnologia dell’informazione al diritto. È una disciplina bifronte nella quale si intrecciano una metodologia tecnologica con il suo oggetto giuridico, che a sua volta condiziona le stesse possibilità o modalità di applicazione. L’espressione informatica giuridica ha prevalso sulle altre perché nel suo ambito rientrano tutti gli aspetti (molteplici e distinti) del rapporto fra computer e diritto, secondo una terminologia diversa da quella utilizzata negli Stati Uniti, ove è per lo più indicata con l’espressione di computer and law .
La definizione che si fornisce attualmente dell’informatica giuridica, quanto meno in Italia, è comunque più pratica. Innanzitutto si distingue tra:
• i.g. in senso lato e
• i.g. in senso stretto.
L’informatica giuridica (in senso lato) va intesa come quella materia che si occupa della trattazione delle attività informatiche tecnico-pratiche applicate al diritto.
Più precisamente dette attività applicative possono essere così riassunte:
1) Informatica giuridica documentale (o documentaria), chiamata anche informatica giuridica in senso stretto;
2) Informatica giuridica metadocumentale (o decisionale o modellistica giuridica o metadocumentaria o intelligenza artificiale nel diritto);
3) Informatica giudiziaria (o giuridico-gestionale) ha per oggetto l’automazione dei pubblici uffici.
Naturalmente questo tipo di ripartizione della materia, non essendo codificato in alcuna disposizione di legge, non è accettato da tutti. A mio avviso, però le particolarità proprie dell’informatica metadocumentale e dell’informatica giudiziaria sono tali da collocare queste discipline in una posizione piuttosto distante dall’informatica giuridica documentale, che comunque dell’informatica giuridica in senso lato rappresenta la parte più importante, oltre che maggiormente sviluppata ed applicata. Ed è proprio questo il campo che approfondirò maggiormente nel corso di questa tesi.

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Capitolo 1 L’informatica giuridica: aspetti generali 1. Le origini: elaboratore elettronico, cibernetica e giurimetria Le origini dell’informatica giuridica trovano il loro punto di partenza nello sviluppo dell’elaboratore elettronico. Esso risulta essere uno strumento polifunzionale, che si presta agli usi più diversi: difatti è la prima macchina cibernetica finalizzata a coadiuvare l’uomo non nello svolgimento di attività fisiche, bensì intellettuali, grazie ad un’ampiezza di memoria, una velocità di elaborazione ed una capacità di comunicazione per alcuni aspetti di gran lunga superiori a quelle della mente umana ed, anzi, talvolta neppure immaginabili da parte di questa 1 . Uno schema di funzionamento di un moderno computer è stato predisposto già negli anni quaranta da Norbert Wiener, il creatore della cibernetica 2 . Nella sua opera fondamentale, intitolata Cybernetics, or control and communication in the animal and the 1 GIANNANTONIO, E., Introduzione all’informatica giuridica, Milano, 1984, p. 4. 2 “Il termine cibernetica è oggi passato ad indicare l’impiego dei metodi dell’analisi scientifica nella soluzione dei problemi di controllo, in relazione soprattutto al vertiginoso sviluppo contemporaneo della tecnologia” BIN, R., NAUCCHI, N., Informatica per le scienze giuridiche, Padova, 2003, p. 9. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Elia
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Aldo Loiodice
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 207

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Parole chiave

banche dati
diritto costituzionale
diritto dell'informatica
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