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L'intervento delle Nazioni Unite nelle zone di conflitto: il caso della Somalia

La tesi si propone di analizzare con quali strumenti e quali risultati le Nazioni Unite hanno svolto il compito principale per cui sono state istituite nel 1945: mantenere la pace e la sicurezza internazionale. A tal proposito è stato scelta come caso emblematico quello della Somalia. La vicenda somala, infatti, non è solo un esempio di come le Nazioni Unite possono intervenire nelle zone di conflitto interno, ma presenta anche aspetti interessanti sotto il profilo della legittimità dell'uso della forza da parte di singoli Stati.

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INTRODUZIONE    Il compito fondamentale delle Nazioni Unite, così come enunciato  nel primo paragrafo dell’art. 1 della Carta di San Francisco, consiste nel  mantenere  la  pace  e  la  sicurezza  internazionale,  ovvero  impedire  il  generarsi di nuovi potenziali conflitti e, allo stesso tempo, agire affinché i  conflitti  già  in  corso  giungano  ad  una  soluzione  per  quanto  possibile  pacifica. 1    Durante  il  periodo  della  guerra  fredda  le  Nazioni  Unite  non  riuscirono a  svolgere un  ruolo determinante all’interno della  comunità  internazionale. Scriveva allora il Segretario Generale Pérez de Cuellar:     “la guerra  fredda ha preso  in ostaggio  la sicurezza collettiva […]. Le  conseguenze per l’ONU sono state evocate più di una volta: il minimo che si  possa  dire  è  che  l’Organizzazione  ha  visto  ridurre  notevolmente  le  sue  aspettative e le sue capacità […]. Da due anni a questa parte i due blocchi  stanno cercando di stabilire una pace durevole.  I membri permanenti del  Consiglio di Sicurezza si adoperano per lavorare insieme, fatto che facilita  il compito di mettere in pratica una diplomazia volta a regolare i contrasti  più impervi.” 2      In pratica, il Consiglio di Sicurezza non poté dare concretamente  attuazione al sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta a causa  delle profonde divergenze politiche che si manifestarono al suo interno. 3        esto  motivo,  vennero  sviluppati  dei  “meccanismi Proprio  per  qu                                                          1  UN Charter  (art.1  par.1):  “[…] mantenere  la pace e  la  sicurezza  internazionale, ed a  questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla  pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire  con mezzi pacifici, ed in conformità ai principi della giustizia e del diritto internazionale,  l   delle  controversie  o  delle  situazioni  internazionali  che  pace […]”  a  composizione  o  la  soluzione potrebbero portare ad una violazione della  2   vi   Cfr. PÉREZ DE CUELLAR, Report  of  the  Secretary  General  on  the  Work  of  the  Organization, 1988‐1989, A/Dec/43/404.  3  Frequentemente le potenze dei due blocchi contrapposti facevano ricorso al diritto di  veto previsto dall’art. 27 della Carta dell’ONU per paralizzare l’attività del Consiglio di  Sicurezza. Sugli effetti della competizione strategica  tra Stati Uniti e Unione Sovietica  all’interno della politica del Consiglio di Sicurezza, cfr. HUSAIN, The United States and  the failure of UN collective security, in American Journal of International law, 2007‐1 

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Ricciardi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Antonietta Di Blase
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 182

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Parole chiave

etiopia
nazioni unite
peacekeeping operations
somalia
uso della forza

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