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Lo sport in rete: un futuro senza diritti tv? Scenari e possibili prospettive per una nuova fruizione dello sport

Lo sport, Re indiscusso della programmazione televisiva mondiale, potrebbe decidere di cambiare media di riferimento: dalla Tv allo schermo del Pc, dal tubo catodico alla connessione a banda larga.
È questo il quadro che sta prendendo forma dall'altra parte dell'oceano. Negli Usa, infatti, le leghe professionistiche stanno iniziando a mettersi “in proprio” nella divulgazione dei loro eventi sportivi. Sono proprio le leghe degli sport americani che oggi stanno facendo la voce grossa nel mercato: non si vendono più i contenuti, le singole partite o l'intero campionato ai Network Tv ma, tramite router, gli utenti possono connettersi al sito della lega del proprio sport preferito e grazie ad uno streaming media server e tanta banda, possono ricevere le immagini dei loro eroi sportivi..
Tutto questo può essere fatto da chiunque ne abbia i diritti. In Italia potrebbero essere, ad esempio, le Leghe Calcio o Basket a trasmettere direttamente sul web i propri incontri. Ovviamente le Leghe per poter negare le lucrose licenze ai network TV, dovrebbero prevedere un alto ritorno pubblicitario, obiettivo molto difficile da raggiungere per gli eventi top almeno nel breve periodo.
Diverso invece potrebbe essere il discorso per l’infinita congerie di contenuti sportivi “minori” per bacino d'utenza, a partire dalle singole partite di ogni singolo campionato. Infatti i protagonisti degli sport cosiddetti “minori”, che siano federazioni, squadre o singoli atleti, incontrano molte difficoltà nel vendere il loro “prodotto” ai normali Network.
Per questo deve essere valutato e osservato il nuovo mercato emergente: quello della promozione e divulgazione sportiva “fai da te”! Potrebbe aprirsi uno scenario diverso in cui le federazioni, le società e gli atleti non dovranno più chiedere più il “permesso” di far parte di un palinsesto, non più vendersi al miglior offerente, ma potranno essere protagonisti a 360° del proprio sport.
Questo permetterebbe di vendere il proprio prodotto sportivo direttamente tramite internet, consentendo a federazioni, squadre e atleti guadagni diretti dalla messa online delle proprie performance.
Ovviamente ci sono alcuni vincoli che possono provenire dal mercato, da disposizioni internazionali e soprattutto dagli enormi interessi economici in ballo. Certamente la possibilità di affermazione di questo nuovo modo di trasmettere i contenuti sportivi è legata alla diffusione di device avanzati, in grado di teleportare la NewTV su schermi da salotto e la disponibilità di connessioni a banda larga. Ma una volta soddisfatte queste premesse, bisognerà individuare quali innovazioni nella fruizione del contenuto saranno forti a sufficienza per convincere il tifoso a migrare dagli abbonamenti alle piattaforme satellitari, da Sky o DirectTV, agli abbonamenti alle net-piattaforme.
La mia analisi vuole, quindi, arrivare ad individuare quali potranno essere i soggetti in grado di gestire queste piattaforme in Italia (le singole società o le leghe), sempre se i tradizionali gruppi media non riusciranno a farsi perpetuare le licenze anche sui terminali Ip.
Il lavoro vuole partire con una analisi del rapporto che c'è tra media e sport in Italia, ovvero tra chi ha il “potere” di far vedere uno spettacolo sportivo e chi guadagna da questa trasmissione.
L’obiettivo successivo è fare il punto sullo stato attuale dei diritti sportivi dell'Unione Europea e sulle direttive che ciascuno Stato è tenuto a rispettare per la trasmissione in chiaro di alcuni eventi sportivi, come ad esempio, per l'Italia le Olimpiadi, il calcio (soprattutto della Nazionale), il Giro d’Italia e il Gran Premio di Monza.
L’analisi vuole proseguire con una approfondita panoramica di realtà diverse e variegate come quelle statunitensi alle quali (forse) potremmo ispirarci, per poi prendere in esame le Net Tv nostrane e i casi che già si stanno affacciando sul mercato italiano: da Milan Channel a Dalhia Tv ad Altethicom con le relative differenze e peculiarità.
Infine, dopo aver intervistato alcuni degli attori che muovono le fila dell'intrattenimento in Italia, l’obiettivo è quello di dare uno sguardo “al di la della staccionata”, ovvero di ipotizzare un possibile scenario futuro e analizzare le possibilità di business.

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5 INTRODUZIONE: sport e media ’idea di osservare il fenomeno sportivo nella sua traduzione mediale poggia le proprie basi sul fatto che esiste uno stretto rapporto tra il mondo dello sport in generale e i mezzi di comunicazione, soprattutto se si parla di “New Media”. L’incontro dello sport con i media ha dato vita ad uno strettissimo sodalizio che da un lato ha permesso agli eventi sportivi di poter arrivare ad una diffusione di massa, ma dall'altro ha spesso contribuito a mutare la natura stessa della performance sportiva, riuscendo a ridefinire in alcuni casi anche le regole e i percorsi. Quello dell’affermazione dello sport in Tv è stato un excursus brillante e veloce se si pensa che i primi inserti sportivi nascono solo agli inizi del 900 e il 1936 è l'anno in cui lo sport incontra il video, grazie alle Olimpiadi di Berlino, riprese per la prima volta dalla regista Leni Riefenstahl. In Italia il vero punto di svolta arriva nei primi anni '50, con la L

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Frizzi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Comunicazione d'impresa sportiva
  Relatore: Giuseppe Ingrati
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 178

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Parole chiave

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diritti sportivi
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