Imparzialità del giudice penale tra poteri ex officio in materia di prova e completezza del quadro probatorio
Informazioni tesi
Autore: | Raffaele Pilloni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze giuridiche |
Relatore: | Leonardo Filippi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 80 |
Ne procedat iudex ex officio. Da sempre con questo brocardo si indica la necessità di limitare le prerogative del giudice sul piano della prova e non solo, così da garantire quella qualità imprescindibile che deve caratterizzare chi giudica, l’imparzialità. Da sempre si è sostenuto che se maggiore fosse stata la distanza del giudice dalle vicende processuali anche probatorie latamente indicabili come “di parte”, maggiore sarebbe stata la sua equidistanza dai contendenti e rafforzata la sua terzietà.
Forse queste osservazioni sono vere per chi ha cercato di colmare il vuoto in termini di garanzia creato dal crollo del mito del giudice bocca della legge, ma possono considerarsi ancora oggi delle verità inconfutabili? Può ritenersi terzo ed imparziale un giudice privato di prerogative tali da consentirgli ora la tutela dell’obbligatorietà dell’azione penale, ora della libertà personale o più in generale dei beni sottesi all’accertamento penale?
La complessità delle società moderne ha creato sistemi processuali in cui il rischio di emarginare sul piano processuale il giudice, facendo della sua passività un valore indefettibile, esiste. Ancora più pericoloso è ritenere che nel contraddittorio tra le parti possa racchiudersi la verità processuale tout court, la presunzione che non vi possa essere nulla in grado di sfuggire alla dialettica frenetica dei contraddittori, che solo chi è propriamente terzo è in grado di cogliere. Ad onor del vero altrettanto forti sono state quelle tendenze, alcune recenti, subdolamente indirizzate alla riviviscenza del giudice inquisitore in cui non trova tutela né l’imparzialità di chi giudica ma neanche la sua naturale collocazione super partes.
Occorre un rafforzamento della consapevolezza del valore dell’imparzialità del giudice penale, quel connotato essenziale della funzione giurisdizionale che assicura alle parti e al giudice stesso una decisione fondata su un quadro probatorio completo: per usare le parole della Consulta “quel presupposto che mette in condizioni il giudice di rendere una decisione”. Una decisione giusta.
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