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Italia e Spagna nella recessione economica mondiale 2008 - 2009

Si tratta di uno studio delle cause e degli effetti della crisi economica scoppiata tra il 2007 ed il 2008 e le ripercussioni sull'Unione Europea ed in particolare su Italia e Spagna.
L’obiettivo generale di questo progetto è stato quello di analizzare le cause che hanno originato la recessione economica internazionale, ed i meccanismi di propagazione che hanno fatto sì che il fenomeno investisse l’economia mondiale, in quanto appare abbastanza riduttivo imputarne la diffusione solamente all’elevato grado di integrazione ormai raggiunto dai sistemi economici dei vari Paesi. L’analisi ha riguardato il rapporto che contraddistingue Stati Uniti ed Europa, con particolare attenzione all’Area Euro. Nel contesto della crisi è stato approfondito il cammino di Italia e Spagna, dalla nascita dell’Unione Monetaria Europea fino alla recessione: due Paesi membri dell’Area Euro spesso considerati come due anelli deboli della nuova realtà Europea e caratterizzati da aspetti economici contrapposti. Nel panorama mondiale sono noti gli storici problemi dell’Italia in merito all’elevato livello del suo debito pubblico ed i pregi della Spagna per il suo tasso di crescita economica sostenuto registrato negli ultimi anni. E' risultato interessante analizzare gli effetti che la recessione ha avuto su queste due realtà e gli interventi portati avanti fino a questo momento per contrastarla, oltre alle previsioni per l’immediato futuro.

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INTRODUZIONE Il sistema economico mondiale ha raggiunto nel corso del tempo un livello di integrazione particolarmente elevato, tanto da rendere inevitabile il diffondersi di shocks economici negativi in assenza di un elevato livello di coordinamento tra le istituzioni internazionali. Il fenomeno della globalizzazione dei mercati ha investito la struttura dell’apparato economico nel suo insieme, producendo un aumento del grado di mobilità del capitale finanziario e rendendo più semplici gli investimenti finanziari di individui e società. Congiuntamente, la crescita economica registrata durante il quadriennio 2003 – 2006 ha indotto un’assuefazione sostanziale all’assunzione di rischi elevati, spingendo gli individui ad indebitarsi in misura sempre maggiore, soprattutto negli Stati Uniti, per poter perseguire personali progetti d’investimento, sia sui mercati finanziari, sia sul mercato immobiliare: è in questi anni infatti che si è registrato un rapido e sostenuto aumento della domanda di immobili negli USA, in connessione ad una crescita delle dimensioni del mercato del credito. La crescente domanda di prestiti è stata finanziata dagli istituti di credito con la creazione di nuovi titoli finanziari derivati contraddistinti da un grado di complessità elevato che gli investitori hanno faticato ad interpretare correttamente, ma caratterizzati da alti rendimenti che hanno invogliato gli agenti all’acquisto, alimentando le disponibilità finanziarie di questi istituti. Tuttavia, era impensabile che questo fenomeno potesse proseguire all’infinito: attorno alle metà del 2007, l’offerta di questi nuovi titoli si è arenata di fronte all’insolvenza degli investitori Americani appartenenti al segmento a più elevato rischio. Questo ha causato l’impossibilità di poter concedere prestiti con la facilità e l’assiduità che avevano caratterizzato gli anni anteriori. Tra la fine del 2007 e gli inizi del 2009 si è avuta una sequenza di eventi negativi: la crisi dei mercati finanziari si è diffusa all’interno di tutti i Paesi avanzati e soprattutto in Europa; gli istituti di credito, e le banche in primis, non sono più riuscite a fornire credito a coloro che ne facevano richiesta, generando rilevanti difficoltà economiche sia per le famiglie alle prese con i pagamenti delle rate dei propri mutui sia per le imprese bisognose di finanziamenti per portare a termine i propri progetti o per risanare i propri bilanci. Di conseguenza le minori risorse a disposizione delle imprese hanno causato un aumento dei licenziamenti o del ricorso alla cassa integrazione, con una conseguente riduzione del reddito disponibile degli individui ed una diminuzione di consumi ed investimenti, con effetti di feedback dal lato della spesa privata verso la produzione di beni e servizi. A fronte di una situazione talmente problematica è stato necessario ricorrere a drastiche misure di politica monetaria e fiscale a

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Informazioni tesi

  Autore: Antonino Bumbaca
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Antonio Ribba
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 107

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