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Comunità virtuali e politica: il caso Barack Obama

La riflessione parte dal concetto di comunità dei padri fondatori della sociologia e successivamente si sposta sulle variazioni che ha subito nel corso del tempo con l’ascesa del “villaggio globale”.
L’avvento della società in rete con il conseguente abbattimento dei confini territoriali e comunicativi, è stato senza dubbio l’evento più rivoluzionario nell’ambito delle comunità. La rapidità con cui viaggiano messaggi e informazioni, la pervasività della comunicazione many-to-many e la totale libertà espressiva sono soltanto alcuni aspetti della rigenerazione globale che segue a un periodo buio della dimensione societaria e democratica.
La funzione aggregatrice ed unificante dei grandi contenitori sociali del passato è andata incontro alla crisi con il modello della società di massa, incarnato in ambito comunicativo dall’apparecchio televisivo, emblema della nuova fruizione informativa e della nuova partecipazione alla vita sociale e politica.
I partiti hanno così adattato dinamiche e schemi comunicativi alla dimensione di massa, riducendo gli spazi di azione del popolo/spettatore a un rapido e pericoloso zapping, complice silenzioso del bombardamento audiovisivo dei media broadcast.
Il pubblico così concepito è distante, isolato e preda di un individualismo ormai dominante in tutti gli aspetti della vita sociale, dove le occasioni di interazione sono sempre più sporadiche e irrilevanti. Il dato sintomatico di tale disaffezione dalle questioni di pubblico interesse è il continuo calo di affluenza alle urne; in uno dei momenti che più interessa la sfera pubblica dei cittadini si registra paradossalmente più distanza e sfiducia.
La rete può ricostruire soggetti collettivi nella forma di “comunità virtuali”, favorire la libera formazione della personalità e fornire quei nuovi spazi, la cui assenza da tempo aveva ostacolato il formarsi del sentire comune, del senso di appartenenza e unità, lasciando posto al concetto ambiguo di “opinione pubblica”.
Internet è uno straordinario incubatore di forme di partecipazione dal basso, non poteva quindi durare a lungo la resistenza opposta dal sistema politico agli strumenti innovativi del web, superate le reticenze e le prime paure si sono andate consolidando strategie volte a stimolare la partecipazione politica e il dialogo tra utenti su argomenti di interesse comune.
Insieme alla allettante prospettiva di maggiore democrazia e la promessa di un continuo ed efficace flusso comunicativo tra cittadini ed istituzioni, la rete apre la possibilità di nuove modalità di campagna elettorale, in un’era in cui questa diventa permanente.
Gli Stati Uniti sono da sempre il laboratorio di comunicazione politica per eccellenza ed è qui che troviamo le esperienze più radicali. Il percorso storico di questa evoluzione ha visto pionieristici candidati avventurarsi nella fitta trama della “ragnatela” virtuale. Howard Dean nel 2004, grazie al sito MeetUp, è riuscito a costruire una comunità virtuale attiva e impegnata nel sostenere la sua candidatura. Pur avendo perso le elezioni, Dean ha impartito una grande lezione ai successori; le potenzialità aggregative della rete devono essere integrate allo spazio “offline”, dove trovano campo per investire le energie che nel virtuale rimarrebbero inattive.
I riflettori sono ancora oggi puntati sulla star americana che più di tutti ha saputo destreggiarsi tra le insidie dell’establishment politico e attraverso abili espedienti comunicativi e strategie avanguardistiche, è riuscita a conquistare il podio dello studio ovale: Barack Obama. La politica biografica, la retorica sullo stile di Roosevelt e un profondo, sincero interesse verso le problematiche della comunità sono stati gli elementi vincenti, uniti a una strategia comunicativa senza precedenti. La sua campagna ha lasciato emergere a poco a poco un gigantesco mosaico di storie di vita, esperienze e drammi in grado di rigenerare profondamente il senso di empatia e di comunità, in piena sintonia con il sogno americano. Il suo sito web, al pari di un faro luminoso, ha attirato a sé chiunque volesse prendere parte al “progetto”, integrando le modalità di azione online, alle tradizionali forme di partecipazione e attivismo, con il duplice intento di raccogliere fondi e di far percepire la campagna web come qualcosa di vicino e reale, non confinata soltanto nell’angusto (cyber)spazio del PC ma in grado di dare nuova vitalità a quei momenti collettivi che risultano ancora indispensabili per la sopravvivenza della comunità.

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4 INTRODUZIONE La comunità, così come era intesa nella tradizione dei padri fondatori della sociologia e nelle società premoderne, ha subito notevoli variazioni nel corso del tempo. Quella che era intesa come una forma di convivenza confidenziale, durevole e genuina, è entrata in crisi, nel corso degli ultimi due secoli, con la successione di fenomeni come l’industrializzazione, l’urbanizzazione e l’ascesa del cosiddetto “villaggio globale”, che hanno continuamente messo alla prova le varie forme di aggregazione, costringendo di volta in volta a riesaminare le reazioni e gli sforzi volti a dare nuova energia e impulso all’agire comunitario. L’avvento della società in rete con il conseguente abbattimento dei confini territoriali e comunicativi, è stato senza dubbio l’evento più rivoluzionario nell’ambito delle comunità. La rapidità con cui viaggiano messaggi e informazioni, la pervasività della comunicazione many-to-many e la totale libertà espressiva sono soltanto alcuni aspetti della rigenerazione globale che segue a un periodo buio della dimensione societaria e democratica.

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Informazioni tesi

  Autore: Ilario Ruffini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Claudia Gina Hassan
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 161

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