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Dalle 150 ore all'educazione permanente

Fino a pochi decenni or sono, l' istruzione ricevuta a scuola costituiva un investimento sufficiente per tutto il tempo della vita, e l'età dell'apprendimento appariva nettamente separata da quelle delle attività successive, in cui si andavano ad utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite nel periodo scolare. Ora invece si sa bene che non basta nè un titolo di studio né l' acquisizione di un mestiere o di una cultura preconfezionati, se l' individuo non è capace di orientarsi nella complessità della vita odierna, di assumere una certa flessibilità professionale e di rinnovare continuamente le proprie conoscenze.
Il problema educativo quindi si trasforma: se un tempo si concentrava sui ragazzi ora deve essere al servizio del rinnovamento culturale e della formazione permanente degli adulti.
Oggi si parla non solo di terza, ma anche di quarta età. Per questo motivo non si può pensare a questa età della vita solo in una logica assistenzialista, si deve al contrario pensare ed agire in un’ottica diversa, dove la formazione permanente diventa strategica per consentire a questa fetta di popolazione la stessa partecipazione democratica, ed evitarne così l’emarginazione.
Con il presente elaborato, nel primo capitolo tratterò in generale degli aspetti teorici dell' EDA (educazione degli adulti), iniziando dalla definizione per poi giungere a giustificare,oggi l'urgenza di attuare una strategia sull'educazione degli adulti, evidenziando il diritto alla formazione per tutta la vita, come condizione fondamentale per lo sviluppo civile ed economico. Delineerò poi il profilo storico dell'EDA, andando ad individuare le sue origini in Europa.
Nel secondo capitolo invece, affronterò il tema dell'educazione degli adulti nel nostro Paese. In Italia, sebbene non si parlasse ancora di un vero e proprio sistema, i primi interventi EDA risalgono al 1947, quando furono istituite le ‘scuole popolari’ con lo scopo di insegnare agli adulti a ‘leggere, scrivere e far di conto’. Ma questo capitolo sarà interamente dedicato alla conquista sindacale delle 150 ore. Una novità importante, perchè per la prima volta, si affermava il principio del “diritto permanente allo studio”, non finalizzato all’acquisizione di competenze professionali legate ai processi produttivi delle aziende ma piuttosto all’innalzamento dei livelli di istruzione e cultura personali di tutti i lavoratori.
Infine nel terzo capitolo parlerò dell'evoluzione del concetto di educazione degli adulti e quindi il passaggio all'educazione permanente. Inoltre chiarirò il motivo per cui oggi non si può confondere l'educazione degli adulti con l'educazione permanente, perchè mentre la prima è l'insieme delle attività educative specifiche per gli adulti; l'educazione permanente è quel processo globale che è orientato sia a rendere permanente la possibilità di partecipare alla vita culturale e sociale, sia a incrementare le opportunità educative che ogni individuo deve saper cogliere durante l' intero arco della propria esistenza.
In un periodo come quello attuale, di rapide trasformazioni tecnologiche ed economiche e di crisi del mercato del lavoro, nell'era della globalizzazione è necessario un totale ripensamento dell'educazione nelle sue due dimensioni: l'educazione come formazione dello spirito e l'educazione come formazione per il lavoro.
Il capitolo si concluderà con alcune proposte che a mio avviso porterebbero concretamente all'attuazione dell'educazione permanente, normalmente destinata a rimanere un'utopia. Le iniziative che possono essere prese riguardano quattro aspetti: l'intervento legislativo; i processi di alfabetizzazione; l'istruzione ricorrente e gli educatori. Ma la necessità più grande che si avverte oggi, è creare un coordinamento ed una programmazione delle attività formative che la società, nel suo complesso,è in grado di esprimere. E’ dunque necessaria una strategia congiunta da parte dell’Amministrazione scolastica e degli enti locali territoriali, capace di mettere in campo un sistema integrato di interventi, evitando eventuali sovrapposizioni e valorizzando le risorse professionali dei CTP (centri territoriali permanenti) e dei settori formativi di Regione, Comune e Provincia.

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3 INTRODUZIONE La ragione che mi ha portata a scegliere come argomento della tesi l'educazione degli adulti, riguarda una riflessione sulla nostra società, che è costituita da una popolazione formata quasi esclusivamente da adulti e da anziani. Fino a pochi decenni or sono, l' istruzione ricevuta a scuola costituiva un investimento sufficiente per tutto il tempo della vita, e l'età dell'apprendimento appariva nettamente separata da quelle delle attività successive, in cui si andavano ad utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite nel periodo scolare. Ora invece si sa bene che non basta nè un titolo di studio né l' acquisizione di un mestiere o di una cultura preconfezionati, se l' individuo non è capace di orientarsi nella complessità della vita odierna, di assumere una certa flessibilità professionale e di rinnovare continuamente le proprie conoscenze. Il problema educativo quindi si trasforma: se un tempo si concentrava sui ragazzi ora deve essere al servizio del rinnovamento culturale e della formazione permanente degli adulti. Oggi si parla non solo di terza, ma anche di quarta età. Per questo motivo non si può pensare a questa età della vita solo in una logica assistenzialista, si deve al contrario pensare ed agire in un‟ottica diversa, dove la formazione permanente diventa strategica per consentire a questa fetta di popolazione la stessa partecipazione democratica, ed evitarne così l‟emarginazione.

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Informazioni tesi

  Autore: Magda Salzano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze delle professioni educative
  Relatore: Saverio Santamaita
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 53

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eda
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