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''Aprire'' le famiglie per ''chiudere'' gli istituti. La prossima chiusura degli istituti: quali scenari per la tutela del minore. L'esperienza dell'Associazione Fraternità.

Il presente lavoro nasce dall’interesse per la tematica dell’affidamento familiare alla luce dell’esperienza di tirocinio svolta presso l’“Associazione Fraternità”di Crema, ente no-profit che si propone di rispondere, attraverso l’accoglienza e l’affido, ai problemi dell’abbandono e del disagio psico-sociale dei minori.
Nella prima parte del mio percorso ho cercato di tracciare un quadro storico-giuridico circa l’evoluzione delle forme di assistenza all’infanzia abbandonata, dal Settecento fino ai giorni nostri. Successivamente ho analizzato l’affidamento familiare dal punto di vista giuridico, in modo particolare facendo riferimento alla legge n. 184 del 1983 e alla successiva legge di modifica del 2001, la n. 149.
La ricostruzione storica e giuridica dell’affidamento familiare mi ha permesso di individuare alcune tappe significative che hanno rivelato col tempo l’affermarsi di una concezione sempre più rispettosa dei diritti dei minori, in modo particolare del diritto del minore a crescere in un ambiente familiare idoneo a rispondere alle sue esigenze di crescita e di formazione.
L’affidamento familiare, strumento sociale di accoglienza, che consiste nella provvisoria collocazione di un minore in un nucleo familiare diverso da quello originario, rappresenta uno degli interventi di tutela più significativi nell’ interesse dei minori che vivono in condizioni di disagio.
L’affidamento familiare, strettamente connesso con la più generale storia dell’assistenza e dell’accoglienza privata di minori in condizioni di mancata assistenza morale e materiale, è stato praticato in passato con forme e modalità diverse a seconda dei momenti storici e dell’organizzazione sociale e istituzionale del periodo.
Il moderno istituto dell’affidamento, regolamentato giuridicamente, per la prima volta in maniera organica e sistematica dalla legge n. 184 del 4 maggio 1983, è dunque la conseguenza diretta del collocamento eterofamiliare che è andato evolvendosi e consolidandosi nei secoli.

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INTRODUZIONE L’esperienza di tirocinio, svolta presso alcune famiglie affidatarie dell’Associazione Fraternità, ha spinto il mio interesse verso la tematica dell’affidamento familiare, quale ambito molto delicato ma sicuramente interessante. L’affidamento familiare conduce con sé una sfida progettuale e umana al tempo stesso, nell’impegno di tenere insieme la dimensione della famiglia naturale e affidataria e quella del bambino, nella prospettiva di recupero delle potenzialità genitoriali e di sostegno alla relazione familiare. A partire dall’analisi storica dell’infanzia abbandonata, e dagli aspetti sociali, culturali ed economici ad essa connessi, è possibile individuare alcune tappe, che a partire dal Settecento, rivelano col tempo l’affermarsi di una concezione sempre più rispettosa dei diritti dei minori. La ricostruzione storica e giuridica dell’affidamento familiare, connessa con la più generale storia dell’assistenza, dell’ospitalismo e dell’accoglienza privata dei minori abbandonati, ha permesso di approfondire l’evoluzione degli interventi di tutela nei confronti dei minori. Il percorso di questo lavoro consiste nell’analizzare l’istituto dell’affidamento familiare, quale modalità di intervento assistenziale ed educativo nei confronti di quei minori la cui famiglia naturale non sia in grado, temporaneamente, di assolvere alle proprie funzioni genitoriali.

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Informazioni tesi

  Autore: Veronica Pedone
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'Educazione
  Relatore: Claudia Mazzucato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 237

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