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Analisi di bilancio come strumento di prevenzione della crisi economica. Caso di studio: Hermès Intl. e il settore moda

Il presente lavoro nasce dalla volontà di analizzare una tematica di grande interesse economico, quale la capacità delle imprese commerciali di far fronte agli effetti di una possibile crisi economico- finanziaria attraverso la misurazione della performance mediante l’analisi approfondita degli indici di bilancio. Lo scopo principale di questo lavoro è quello di dimostrare quanto possa essere efficace l’analisi dello stato di salute di un’impresa commerciale attraverso lo studio degli indici di bilancio ai fini di prevenire o, al più, ridimensionare gli effetti di una crisi economica.
Il primo capitolo ha la funzione di offrire un quadro generale sugli strumenti necessari alla misurazione della performance di un’impresa commerciale, tentando innanzitutto di fornire una visione generale esaustiva. Tale tecnica, avvalendosi di schemi di Stato Patrimoniale e di Conto Economico opportunamente riclassificati, costituisce un valido strumento per la rilevazione “quantitativa” di risultati intermedi volti ad evidenziare situazioni di criticità e di debolezza all’interno della struttura reddituale, finanziaria e patrimoniale, causa di possibili crisi interne o, nel nostro caso, esterne. Per la riclassificazione del conto economico ci si è avvalsi dello schema a valore della produzione e valore aggiunto, che consente di evidenziare risultati intermedi che danno conto dell‟efficienza delle singole aree gestionali; verificando il contributo che ciascuna di esse dà alla formazione del risultato netto e consentendo di individuare le aree sulle quali eventualmente intervenire. Per quanto riguarda le tecniche di analisi sono state approfondite le tre principali ovvero quella per indici, quella per margini e quella per flussi finanziari. Gli indici rappresentano la più conosciuta tecnica di analisi dei bilanci aziendali, basata su quozienti ottenuti dal rapporto di alcune voci di bilancio, essi sono comunemente accolti per la semplicità (relativa) del calcolo, la comprensibilità del risultato, la comparabilità delle tendenze purché vi sia omogeneità dei dati originari e la valenza segnaletica degli andamenti economici e finanziari.
Il lavoro continua con un’analisi approfondita del settore di mercato da me voluto analizzare: il mercato del lusso nel mondo e i suoi relativi poli; passa poi ad affrontare il mercato del lusso in Italia e gli effetti della recente crisi economica sulle piccole e medie imprese del settore moda. Viene inoltre sottolineata l’importanza, sempre più crescente, di questo settore nell’economia italiana, analizzando l’evoluzione delle esportazioni e delle importazioni, che mostrano come il mercato della moda italiana venga ormai considerato un passaporto per il mondo. Il capitolo si conclude con l’analisi dei gruppi integrati italiani e, in particolar modo, con il recentissimo fallimento del gruppo Mariella Burani dovuto ad una troppo ampia diversificazione del suo business.
Il terzo e ultimo capitolo affronta il caso di studio. Esso cerca infatti di dimostrare come una grande società, come Hermès nel nostro caso, può riuscire a prevenire, evitare o ridimensionare gli effetti di una disastrosa crisi economica attraverso lo studio e l’analisi di determinati indici di bilancio. La forza di Hermès sta proprio nell’essere riuscita, attraverso la semplice analisi per indici, a prevenire la crisi in arrivo attraverso un aumento del capitale proprio e del passivo consolidato. Soprattutto quest’ultimo aspetto è stato possibile grazie alla crescente fiducia dei numerosi finanziatori nel gruppo. Viene inoltre svolta un’analisi della storia delle azioni del gruppo negli ultimi 10 anni in cui possiamo vedere che, durante il periodo di crisi iniziale (2007-2008), il valore delle azioni scende pochissimo e si risolleva immediatamente. Nel 2009, invece, il calo del valore delle azioni si è manifestato a causa di una decisione di investimento da parte del gruppo che, quindi, se ne è assunta ogni responsabilità.
La crisi diviene pertanto un problema da gestire ex-ante o, al massimo, non appena se ne iniziano a sentire i primi sintomi. Gli antidoti principali sono rappresentati dall’apprendimento organizzativo, da una continua rivitalizzazione e risintonizzazione dell’impresa rispetto alla dinamicità ambientale, da un sistema informativo in grado di accrescere non solo la quantità, ma anche e soprattutto la diretta utilità delle informazioni ottenute a supporto del processo decisionale ed, infine, un sistema di governo aziendale rapido, efficace e soprattutto etico.

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Capitolo I: La misurazione della performance come strumento di gestione aziendale. 1. Analisi di bilancio: finalità, metodologie e limiti Da sempre il bilancio d‟esercizio rappresenta il principale strumento di informazione esterna d‟impresa. Sui risultati di bilancio si basano, infatti, la gran parte dei giudizi degli operatori economici sulla performance delle imprese, sulla loro affidabilità nel medio- lungo 1 termine e sulla loro solvibilità. Nonostante molti considerino i dati contabili inadeguati ad esprimere compiutamente la situazione economico- finanziaria delle imprese, ultimamente l‟influenza dei risultati dei bilanci di esercizio sulle variabili economiche, macro e micro, è andata addirittura aumentando. La qualità delle informazioni fornite dai bilanci e la capacità tecnica di coloro che sono chiamati ad interpretarne i risultati sono elementi chiave per il buon funzionamento dei mercati finanziari e dell‟intero sistema capitalistico. Il bilancio d‟esercizio rappresenta, da un lato, un indispensabile ed insostituibile strumento di informazione esterna per le imprese, dall‟altro, il bilancio dovrebbe sempre più essere affiancato da altre informazioni utili per gli stakeholders. Innanzitutto, per comprendere se e in quale misura il bilancio sia o meno un valido strumento di informazione esterna, bisogna chiedersi preliminarmente quali siano le finalità informative che esso è destinato a soddisfare. La finalità principale delle imprese aventi scopo di lucro è la creazione di nuovo valore economico. A questo punto è necessario comprendere quali siano le principali variabili che determinano il valore dell‟impresa e dunque anche la creazione di nuovo valore. Un‟impresa crea valore nel momento in cui il rendimento effettivo del capitale investito nell‟attività risulta superiore al costo medio ponderato del capitale acquisito, sia di rischio sia di credito, per il finanziamento della stessa attività. La creazione di valore dipende da alcuni principali fattori, come la redditività del capitale investito, il costo del capitale di credito, il rischio d‟impresa e il rapporto tra il capitale di credito e il capitale di rischio. Dal bilancio sono desumibili solo alcuni di questi fattori, come il rapporto tra capitale di credito e capitale di rischio o la redditività del capitale investito (R.O.I.), anche se alcuni 1 Da “Indici di bilancio” di C.Caramiello, F.Di Lazzaro, G.Fiori, 2° edizione, 2003, Giuffrè Editore 7

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Compagnone
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Lucio Potito
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 84

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