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Le iniziative di responsabilità sociale nella comunicazione aziendale: il caso Fiat Auto

Nella prima parte di questa trattazione, si partirà da uno sguardo sulle basi teoriche su cui si fonda il concetto di responsabilità sociale d’impresa, e sull’evoluzione che esso ha avuto nel corso dei decenni, cercando di spiegare i motivi per i quali le imprese sono chiamate ad impegnarsi in questo campo.
Nella seconda parte si passerà ad analizzare nel dettaglio le varie politiche ed iniziative sociali della Fiat, in particolare per ciò che riguarda Fiat Auto. L’auto è infatti il settore predominante del Gruppo, pur avendo questo esteso il proprio raggio d’azione a molti altri prodotti e servizi specie negli ultimi anni. Nel settore auto è impiegata la maggior parte delle risorse del Gruppo, anche dal punto di vista delle risorse umane. È pertanto inevitabile che gran parte delle politiche di responsabilità sociale del Gruppo Fiat sia di competenza di tale settore, e che al mondo dell’auto esse siano legate. Il primo ambito a venire preso in esame è quello delle politiche ambientali; la loro realizzazione ed il modo in cui questa viene comunicata all’esterno saranno oggetto del capitolo 5, nel quale viene studiato ed illustrato il Rendiconto Ambientale, il documento annuale con il quale il Gruppo Fiat rende noti i propri sforzi in tale campo. Nello stesso capitolo verranno descritte nel dettaglio due di queste iniziative: il sistema F.A.RE., con il quale Fiat si impegna a promuovere il riciclaggio dei materiali provenienti dai veicoli da essa prodotti alla fine del loro ciclo di vita; e l’insieme delle iniziative con cui Fiat contribuisce a migliorare la mobilità su strada, impegnandosi nella ricerca per la realizzazione di veicoli a basso impatto ambientale e contribuendo al dibattito sulle possibili soluzioni dei problemi legati al traffico urbano.
Nel capitolo 6 si parla del Programma Fiat Autonomy, un complesso sistema di iniziative che, partendo ancora una volta dal settore auto, coinvolge tutti i settori in cui opera il Gruppo Fiat. Tale programma si propone di estendere a tutti il diritto alla mobilità individuale, fornendo delle soluzioni che la rendano agevole anche alle persone disabili.
Nei capitoli 7, 8 e 9 vengono descritte le politiche con cui Fiat Auto si propone di diffondere valori e conoscenze legate all’auto nell’ambito della scuola, dell’Università e della formazione professionale. Tutto ciò può essere interpretato come facente parte di un intento culturale, laddove la parola “cultura” ricopre ciascuna delle sue diverse aree semantiche. Cultura dunque come divulgazione di contenuti e valori legati alla propria immagine ed al settore economico di appartenenza: iniziative per le scuole su temi, ancora una volta, ambientali e legati alla mobilità (cfr. cap. 7); cultura come promozione dello studio sui vari aspetti del mondo dell’automobile, a livello universitario, con il proprio contributo per il Corso di Laurea in Ingegneria dell’Autoveicolo del Politecnico di Torino (cfr. cap. 8); cultura come messa a disposizione di strutture aziendali per offrire una possibilità di arricchimento del bagaglio nozionistico personale dei dipendenti, come avviene al Learning Center di Melfi (cfr. cap. 9).
E ancora nella terza parte troviamo iniziative riconducibili ad altre accezioni della parola “cultura”. Quest’ultima sezione analizza le politiche sociali del Gruppo Fiat che non coinvolgono direttamente il settore auto, ma che rientrano in una più ampia ottica di gestione dell’immagine del Gruppo stesso nel suo insieme, rientrando pienamente nell’ambito della comunicazione istituzionale. Si parla qui di cultura in senso stretto, con i contributi del Gruppo Fiat alla valorizzazione di parti importanti del patrimonio artistico italiano, ed alla realizzazione di iniziative culturali anche in ambito internazionale (cfr. cap 10); e di cultura infine come condivisione di valori e senso di appartenenza ad una realtà che coinvolge migliaia di persone nello stesso ambito professionale, con le iniziative che Fiat riserva ai propri dipendenti (cfr. cap. 11).

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7 INTRODUZIONE Lo scenario economico degli ultimi decenni è stato caratterizzato da profondi cambiamenti, sia nei modi che nei contenuti nei quali e con i quali esso si è evoluto. La globalizzazione, favorita dall’incalzante progresso tecnologico nel campo della comunicazione, ha creato nuovi mercati ed inediti scenari competitivi. Proprio nel campo della comunicazione, dunque, la imprese hanno aumentato i loro investimenti, comprendendone l’importanza strategica per il successo del proprio business. La conoscenza approfondita dei mercati di riferimento e dei contesti competitivi ha in particolare sottolineato la necessità di affiancare alla tradizionale comunicazione promozionale, volta a far conoscere il proprio prodotto o servizio all’esterno e di conseguenza ad indurne l’acquisto, un tipo di comunicazione che promuovesse invece l’immagine dell’impresa in sé. Questo tipo di comunicazione, detta comunicazione istituzionale, ha lo scopo di diffondere all’esterno l’idea che l’impresa non è solo una fredda organizzazione esclusivamente votata al profitto fine a se stesso, bensì un sistema aperto che, basandosi su valori solidi e condivisi, scambia con un’ampia gamma di interlocutori input ed output materiali ed immateriali, allo scopo di contribuire allo sviluppo del contesto economico e sociale in cui si trova ad operare.

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Grasso
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della Comunicazione
  Relatore: Cesare Annibaldi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 240

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