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Il colore dei suoni. Un incantesimo percettivo.

Questa tesi si vuole collocare in quella che il filosofo Gadamer chiamava Wirkungsgeschichte , "storia degli effetti", che non è solo la storia di un testo o nel nostro caso, di un fenomeno, nel corso del tempo, ma la catena delle interpretazioni passate, le quali condizionano e mediano la pre-comprensione che l'interprete può avere nei confronti dell'oggetto di studio. Il comprendere e il fare storia sono dunque processi mai conclusi e definitivi, che presuppongono una visione ed una relazione sempre circolare tra il nostro oggetto di studio, la sinestesia, e le condizioni sociali, culturali e tecnologiche che ne hanno di volta in volta permesso (o impedito) la manifestazione. Prendendo quindi le distanze da ogni sorta di determinismo possiamo utilizzare l’analisi storica così come descritta, una storia delle rappresentazioni degli effetti che il fenomeno della sinestesia ha avuto sull’uomo e sulla società, come pretesto per un viaggio affascinante attraverso la multisensorialità della percezione, spaziando dalla letteratura all’arte, dalle scienze al cinema, alla musica. Il quadro che si intende presentare è un quadro storico-teorico, che, partendo dagli studi comportamentisti, toccando il culturalismo di Bruner e le recenti scoperte delle neuroscienze sulla percezione, approda infine al modello protomentale di Imbasciati, allo scopo di ottenere una sintesi efficace, come dice lo stesso autore, tra psicoanalisi e cognitivismo. Accanto agli autori quindi vengono considerate quelle che sono le linee di tendenza dominanti, non solo da un punto di vista storico ed estetico, ma anche concettuale e filosofico, come il comportamentismo, il costruttivismo, gli approcci teorici dell’ultimo decennio e il versante multimediale con i media elettronici. La nostra ricognizione può facilmente iniziare già in tempi molto antichi: Aristotele nel De Anima intuisce già una corrispondenza tra “ciò che è acuto o grave all’udito e ciò che è aguzzo e ottuso al tatto”. Nel corso dei secoli non solo gli umanisti, ma anche scienziati come Newton e Castel, ipotizzano una relazione tra i colori e i suoni della scala musicale. Dalle “corrispondenze” di Baudelaire all’enorme influenza dell’ “arte totale” di Wagner, si continua lungo la linea di ricerca di sintesi delle arti perseguita nei più svariati modi nell’alveo delle avanguardie del Novecento, che vedrà nascere studi maggiormente approfonditi anche nell’arte, come quelli di Kandinskij, in cui si avvia il primo tentativo concreto di mettere in relazione il “visibile” dell’ arte pittorica con l’ “invisibile” del suono.
Si propone dunque una breve analisi della nascita della musica tonale in Europa e di come essa si rapporti, rispetto alle altre musiche transatlantiche, nei confronti della dimensione sinestetica; si analizzano alcuni degli autori e delle composizioni più significative, come Liszt o Skrjabin; quest'ultimo fu un pioniere nello sperimentare un nuovo modo di fare arte che coinvolgesse tutti i sensi, attraverso l’uso di luci colorate, musica, profumi e persino il gusto. L’enorme contributo sarà poi dato da Walt Disney; nel 1929 dalla collaborazione con il compositore Carl Stalling, nascerà "The Skeleton Dance", ispirato al pezzo di Camille Saint-Saëns, che darà il via alla serie di cortometraggi animati musicali, le "Silly Simphonies". Sarà tuttavia “Fantasia” del 1940 (in Italia 1946) la prima opera di carattere dichiaratamente sperimentale, fortemente voluta dallo stesso Disney. La Philadelphia Orchestra diretta da Daniel Colasanti, con la supervisione di Ben Sharpstein e la partecipazione di Leopold Stokowski, riesce, nelle stesse parole di Walt Disney, “a utilizzare nel cartone animato la grande musica di tutti i tempi e l'ondata di nuove idee che essa suscita”. "Fantasia" rappresenta un’opera controversa, ma senza dubbio un capolavoro assoluto che costituisce una fonte inesauribile per uno studio sui “suoni colorati”; in quanto tale, costituirà il nucleo centrale della tesi. In chiusura si analizzeranno le tipologie sinestetiche più recenti, dai moderni software grafici per player musicali, fino alle possibili applicazioni della sinestesia nella formazione, e in particolare il [PGS], Parola Gesto Suono, che rielabora la metedologia di Carl Orff, teorizzata dell’Orff-Schulwerk, utilizzando le nuove tecnologie ed un approccio per l’appunto multimediale e sinestetico alla musica e, in generale, all’apprendimento.

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4 Introduzione Perché una tesi sulla sinestesia L’idea di scegliere il fenomeno della sinestesia come oggetto di studio e di analisi per una tesi di laurea in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale nasce da due esigenze, entrambe collegate al mio percorso di formazione: la prima si inserisce nel quadro del processo di costruzione dell’identità personale – ovvero di formazione intesa, in senso lato, come assunzione della propria specifica forma –, caratterizzato dalla passione, antica, per il binomio musica/ immagini, binomio che a volte mi è apparso delinearsi sotto la forma di un percorso sdoppiato o meglio di due percorsi separati, uno di tipo pianistico, ed un altro di tipo cinematografico; il secondo aspetto si inserisce nell’ambito del mio percorso di studi, universitario e non solo, e si traduce nella scelta di un argomento che mi permettesse di sintetizzare e di rielaborare, in un discorso unitario, quanto appreso in questi anni. Mi è sembrato, dunque, che la trattazione del fenomeno della sinestesia potesse offrirmi la possibilità di ri-conoscere una coerenza nel percorso intrapreso e di approfondire, attraverso suggestioni teoriche afferenti a vari campi disciplinari, il legame tra diverse sensibilità e diversi linguaggi. Non è certo facile definire che cosa sia la sinestesia: è, infatti, un fenomeno che si manifesta in diversi modi e forme e lo scopo di questo scritto non è certamente quello di poter arrivare a definirne in maniera esaustiva ogni aspetto, bensì

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Informazioni tesi

  Autore: Alessia Benincasa
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale
  Relatore: Ornella De Sanctis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

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