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La disciplina dello sguardo e il modello del flâneur nei Quaderni di Malte Laurids Brigge

Questo studio, incentrato sul poeta tedesco Rainer Maria Rilke, intende affrontare una fase ben circoscritta del suo percorso artistico e letterario. Ripercorrendo la genesi del cosiddetto 'dire oggettivo' rilkiano si cercherà di tracciare una sintesi delle varie tappe che hanno portato Rilke alla creazione di alcune tra le sue opere più importanti: i Neue Gedichte (Nuove Poesie) e il romanzo modernista del primo novecento Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge (I quaderni di Malte Laurids Brigge). Per questo motivo, non verranno prese in esame invece le opere successive al 1910, data di pubblicazione dei Quaderni. Illustrando quelli che sono i punti di contatto tra le due opere sopra citate, accomunate da un medesimo sentire artistico (il 'dire oggettivo' per l'appunto) verranno analizzate le fonti di ispirazione del poeta tedesco durante la scrittura delle Nuove Poesie e dei Quaderni. Molto importante per comprendere la filosofia del nuovo sguardo rilkiano risulta essere infatti il rapporto costante che il poeta tedesco intrattenne con le arti plastiche e la letteratura del passato: lo scultore Rodin, il pittore Cézanne e la poetica del brutto di Baudelaire saranno per Rilke esperienze fondamentali che cambieranno radicalmente il suo modo di vedere il mondo delle cose. La nuova poetica delle cose nascerà da questo inedito sguardo. Il cuore di questo lavoro è costituito dal modello artistico che emerge fuori dalla lettura dei Quaderni: il flâneur dalle reminiscenze baudelairiane, passeggiatore ozioso e poeta vagabondo, figura studiata anche dal filosofo Walter Benjamin in relazione al contesto metropolitano e alla modernità capitalistica. Il romanzo sarà quindi esaminato attraverso un confronto con le considerazioni del filosofo tedesco, con il già citato poeta francese, emblema della modernità, Charles Baudelaire e il racconto L’uomo della folla di Edgar Allan Poe. Questi aspetti metropolitani della scrittura dei Quaderni, davvero insoliti e inaspettati per un poeta come Rilke, sono stati in parte oscurati o molto poco studiati dalla letteratura critica che si è invece soffermata sopratutto sullo stile successivo di opere quali le Duineser Elegien (Elegie Duinesi) e i Sonetten an Orpheus (Sonetti ad Orfeo). La tesi si propone quindi di restituire una immagine più definita dei Quaderni, tralasciando il rapporto di continuità con le opere successive, rapporto che purtroppo ha fatto vivere fin'ora l'unico romanzo di Rilke di luce riflessa.

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4 Introduzione Questo studio su Rainer Maria Rilke verterà su una fase fondamentale della sua poetica, quello che è stato chiamato dai critici e dallo stesso Rilke come il „dire oggettivo‟, un periodo artistico di grande intensità che permetterà al poeta la realizzazione di opere ormai riconosciute tra i capolavori della letteratura tedesca e della letteratura tutta del novecento europeo, i Neue Gedichte (Nuove Poesie) e il romanzo (antiromanzo) Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge (I quaderni di Malte Laurids Brigge). La fase artistica presa in esame copre un arco di tempo che, collocandosi indietro rispetto al traguardo e alla pubblicazione dei due risultati più concreti sopra indicati, va dal 1902 al 1912. Non verrà menzionata pertanto alcuna riflessione o confronto testuale che riguardi le opere successive, le Duineser Elegien (Elegie Duinesi) e i Sonetten an Orpheus (Sonetti ad Orfeo). Scelta discutibile ma che ha il merito di circoscrivere l‟argomento cardine di questa tesi e cioè la flânerie del poeta a Parigi e il suo apprendistato artistico ed esistenziale a vedere. Molto poco studiata, soprattutto in Italia risulta essere infatti la componente nomade ed errabonda del poeta per le strade di Parigi. E anche per quel che riguarda la consapevolezza estetica del nuovo sguardo di Rilke con il suo „dire oggettivo‟, non sempre nella riflessione critica giuntaci fino ad oggi, si è tenuto conto del contesto storico in cui il poeta scrisse il Malte e le Nuove Poesie; si è cercato anzi di leggere queste opere come una sorta di preludio alla comprensione della poetica delle Elegie Duinesi e dei Sonetti ad Orfeo, in parte oscurandone l‟importanza per la grandezza sublime dello stile successivo, e facendo vivere soprattutto il Malte di luce riflessa. Nell‟affrontare questo periodo della poetica rilkiana che avrà come monito guida il

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Informazioni tesi

  Autore: Pietro Pisano
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Letteratura. Studi italiani ed europei.
  Relatore: Antonella Gargano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 198

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Parole chiave

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dire oggettivo
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