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Art. 117, comma 1, Cost. e CEDU

Il presente lavoro, dal titolo Art. 117, primo comma, Cost. e CEDU, è realizzato con lo scopo di fare il punto sull’evoluzione dell’apertura del nostro ordinamento alle norme provenienti dall’ordinamento CEDU, da quelli internazionale e comunitario, alla luce della riforma costituzionale del titolo V della Costituzione realizzata nel 2001; quest’ultimo, pur riguardando essenzialmente la ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni, ha in parte inciso anche sull’incidenza che le norme di diversi ordinamenti hanno nel nostro, alimentando ulteriormente le diatribe dottrinali sul tema, già esistenti prima del 2001, e modificando anche gli orientamenti giurisprudenziali finora affermatisi.
L’obiettivo della tesi, pertanto, è quello di verificare quanto la riforma del 2001 ha inciso sul tema dei vincoli alla funzione legislativa interna, prendendo come riferimento principale il nuovo art. 117, comma 1, Cost. e non mancando però di analizzare anche quella che era la situazione antecedente riguardante l’incidenza nel nostro ordinamento delle norme comunitarie, delle consuetudini e dei trattati internazionali. Fatto questo, si passerà ad un’analisi più specifica incentrata sull’incidenza nel nostro ordinamento delle norme di un importantissimo trattato internazionale, ossia la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU): anche in questo caso attraverso un excursus, si analizzerà il ruolo speciale attribuito alla CEDU nell’ordinamento italiano fino al 2007, anno in cui la Corte Costituzionale, con le sentenze nn. 348 e 349, ha invertito il precedente orientamento, assimilando la CEDU nell’ambito dell’art. 117, comma 1, Cost. al pari di ogni altro trattato internazionale, non curante del suo particolare contenuto. L’analisi sulla CEDU non si limiterà, tuttavia, al solo mutamento d’opinione operato dalle sentenze “gemelle” del 2007, ma si incentrerà anche sulla verifica del seguito che sia la giurisprudenza costituzionale sia quella ordinaria e amministrativa hanno dato ad esse, ponendo l’accento sulle diverse opinioni dei vari organi di giurisdizione. Inoltre si cercherà di dare una risposta alla probabile assimilazione della CEDU alle norme comunitarie in seguito all’adesione dell’UE alla CEDU prevista dal Trattato di Lisbona, provando a vedere se e fino a che punto questa “comunitarizzazione” apporterà dei cambiamenti al modo in cui la CEDU viene recepita attualmente nel nostro ordinamento.

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5 INTRODUZIONE Il presente lavoro, dal titolo Art. 117, primo comma, Cost. e CEDU, è realizzato con lo scopo di fare il punto sull’evoluzione dell’apertura del nostro ordinamento alle norme provenienti dall’ordinamento CEDU, da quelli internazionale e comunitario, alla luce della riforma costituzionale del titolo V della Costituzione realizzata nel 2001; quest’ultimo, pur riguardando essenzialmente la ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni, ha in parte inciso anche sull’incidenza che le norme di diversi ordinamenti hanno nel nostro, alimentando ulteriormente le diatribe dottrinali sul tema, già esistenti prima del 2001, e modificando anche gli orientamenti giurisprudenziali finora affermatisi. L’obiettivo della tesi, pertanto, è quello di verificare quanto la riforma del 2001 ha inciso sul tema dei vincoli alla funzione legislativa interna, prendendo come riferimento principale il nuovo art. 117, comma 1, Cost. e non mancando però di analizzare anche quella che era la situazione antecedente riguardante l’incidenza nel nostro ordinamento delle norme comunitarie, delle consuetudini e dei trattati internazionali. Fatto questo, si passerà ad un’analisi più specifica incentrata sull’incidenza nel nostro ordinamento delle norme di un importantissimo trattato internazionale, ossia la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU): anche in questo caso attraverso un excursus, si analizzerà il ruolo speciale attribuito alla CEDU nell’ordinamento italiano fino al 2007, anno in cui la Corte Costituzionale, con le sentenze nn. 348 e 349, ha invertito il precedente orientamento, assimilando la CEDU nell’ambito dell’art. 117, comma 1, Cost. al pari di ogni altro trattato internazionale, non curante del suo particolare contenuto. L’analisi sulla CEDU non si limiterà, tuttavia, al solo mutamento d’opinione operato dalle sentenze “gemelle” del 2007, ma si incentrerà anche sulla verifica del seguito che sia la giurisprudenza costituzionale sia quella ordinaria e amministrativa hanno dato ad esse, ponendo l’accento sulle diverse opinioni dei vari organi di giurisdizione. Inoltre si cercherà di dare una risposta alla probabile assimilazione della CEDU alle norme comunitarie in seguito all’adesione dell’UE alla CEDU prevista dal Trattato di Lisbona, provando a vedere se e fino a che punto questa “comunitarizzazione” apporterà dei cambiamenti al modo in cui la CEDU viene recepita attualmente nel nostro ordinamento. L’organizzazione consta di quattro capitoli in cui vengono trattati i singoli argomenti, qui accennati.

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Informazioni tesi

  Autore: Mario Grasso
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Paolo Carnevale
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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Parole chiave

cedu
art. 117 cost.
trattato lisbona
sentenze gemelle
subcostituzionale
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