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Inquinamento da gas anestetici nelle sale operatorie

Problematiche inerenti all’inquinamento ambientale da gas anestetici e alle possibili conseguenze associabili all’esposizione personale dei lavoratori in sala operatoria, sono di grande attualità. La sostituzione dei vecchi metodi per anestesia, che utilizzavano prevalentemente etere etilico e cloroformio, con l’impiego del protossido d’azoto e di idrocarburi o eteri alogenati, ha portato notevoli vantaggi tecnici. Negli ultimi anni, tuttavia, la comunità scientifica internazionale ha iniziato a prestare attenzione al possibile inquinamento derivante dall’uso di tali sostanze. Infatti, oltre ad una lieve sintomatologia denunciata dal personale esposto, consistente in sonnolenza, inappetenza, nausea e cefalea, molti autori hanno verificato sperimentalmente l’insorgenza di patologie a lungo termine. Il presente studio si propone di sviluppare una metodologia analitica impiegabile per il monitoraggio dei livelli degli anestetici nell’aria all’interno delle sale operatorie. Tale monitoraggio sarà affiancato da una valutazione della tossicità delle sostanze impiegate e dall’analisi dell’espirato del personale medico e paramedico presente in sala operatoria al fine di studiare come l’esposizione a gas anestetici altera il metabolismo degli stessi.

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3 CAPITOLO 1 GLI ANESTETICI INALATORI 1.1 L’ANESTESIA L’anestesia è definita come “modificazione farmaco-indotta del comportamento o della percezione”. Lo scopo dell’anestesia è quello di rendere il paziente insensibile agli stimoli dolorosi dell’intervento chirurgico (Bernini A.I., 2012). Si distinguono comunemente due tipi di anestesia:  generale o narcosi, che agisce sulle strutture del sistema nervoso centrale;  periferica o locale, ottenuta con la somministrazione di sostanze agenti a livello del sistema nervoso periferico. Mentre nella narcosi si abolisce sia la sensibilità che la coscienza, nell’anestesia periferica la coscienza è conservata (Bernini A.I., 2012). I farmaci per l’anestesia generale, si possono differenziare in base alla via di somministrazione che può essere endovenosa o inalatoria (Acosta W. R., 2009). L'azione degli anestetici generali produce uno stato di incoscienza generando un’anestesia corporea totale. Con la somministrazione di un anestetico generale, alla perdita di coscienza segue una fase di depressione del sistema nervoso centrale (SNC) caratterizzata da quattro differenti stadi, nell’arco dei quali si osserva una crescente inibizione muscolare, respiratoria e delle azioni riflesse (Hewer C.L.,1937):  Stadio I (analgesia senza amnesia): il diametro pupillare, la secrezione ghiandolare e il tono muscolare sono normali; la respirazione è regolare; il paziente è cosciente. Sfruttabile per piccoli interventi.  Stadio II (eccitazione o delirio): alterazioni della respirazione (tachipnea), midriasi 1 , movimenti involontari ed incoordinati.  Stadio III (anestesia chirurgica): la capacità respiratoria è compromessa per riduzione dell'attività dei muscoli intercostali, fino alla completa paralisi quando la respirazione diventa solo diaframmatica. Lo stadio è suddiviso in 4 piani: o Piano 1: perdita del riflesso palpebrale e della deglutizione; 1 La midriasi è la condizione fisiologica di dilatazione della pupilla in assenza di luce.

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Informazioni tesi

  Autore: Dario Garofano
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze Chimiche
  Relatore: Gianluigi de Gennaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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Parole chiave

inquinamento
monitoraggio
gascromatografia
rischio sanitario
sevoflurano
sale operatorie
anestetici
personale di sala operatoria
sviluppo metodo
espirato

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