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Disagio giovanile. Contributo ad una presa di coscienza personale

Il difficile rapporto dell'adolescente con la realtà di oggi che offre pochi punti di riferimento (sociali, politici, pedagogici, ecc…), mette in luce da un lato un disagio esistenziale che può assumere connotazioni estreme e devianti, dall'altro uno sviluppo delle proprie potenzialità che può sfociare nella irregolarità o nella creatività. L’impatto con la realtà degli adulti investita principalmente di valori consumistici e pragmatici può, in molti casi, procurare una reazione involutiva di paura, di angoscia, di solitudine nell’adolescente che lungo il suo percorso di emancipazione può nutrire una profonda sfiducia verso il mondo degli adulti.
Quando l’identità non è stimabile, quando il sentimento di sè non è legato ad un’appartenenza spontanea nè libera, è possibile che il ragazzo rafforzi un costante livello di narcisismo che è funzionale alla ricerca di conferme negli altri e negli oggetti i quali rappresentano un’artificiale estensione di sè. L’affermazione di sè, della propria individualità assume una connotazione quasi frenetica perchè perseguita con accanimento, con senso di rivalità, con spirito di competizione accentuato. Il campo di confronto sul quale si misura l’agire umano non è certamente sostenuto dalla solidarietà e dalla ricerca del ‘bene’ ma, oltre ad essere molto condizionato dalla legge del guadagno, è intessuto di efficientismo, di arrivismo, di potere promossi in nome del materialismo razionale. La centralità della persona umana, la giustizia, il bene comune, l’altruismo, la condivisione sono istanze quasi utopiche perché l’espansione economica, il nuovo benessere, il clima di corsa allo status individuale, il predominio di valori funzionali e utilitaristici producono una certa banalizzazione della vita quotidiana. Per esempio, la stessa violenza esibita e manifestata in ogni sua forma, soprattutto dai mezzi di informazione, corre il pericolo di diventare un fenomeno tra i tanti senza che venga neutralizzato il suo effetto nocivo. Anzi, la tendenza all’anestetizzazione di ogni sensazione, di ogni emozione produce uno stato di assuefazione, di abitudine ad accettare tutto così com’è, proprio perchè prevalentemente privo di senso.
In pratica, le proposte pedagogiche attuabili al fine di tentare un’eventuale liberazione dal disagio giovanile possono comprendere varie strategie fra le quali lo sviluppo e la valorizzazione personale delle risorse di ogni ragazzo; il raggiungimento di un certo livello di consapevolezza dei propri limiti; la strutturazione della microprogettualità. Da parte degli adulti, è indispensabile stimolare il bambino ed il ragazzo a credere nelle proprie possibilità, nelle proprie attitudini, nella propria volontà di agire in modo costruttivo. Al fine di attuare un processo di crescita evolutivo che porti ad un tentativo di autorealizzazione personale, è necessario per l’adolescente poter discriminare con lucidità e chiarezza l’eventuale distanza tra il proprio Io reale e quello potenziale.
La valorizzazione delle proprie risorse e competenze unita ad una graduale acquisizione di spirito critico, porta positivamente l’adolescente a vivere e viversi in modo non automatico, a non percepirsi in modo totalmente istintivo ma a rendersi conto di ‘esserci’, a vivere con chiarezza d’intenti e d’orientamento. Inoltre, gli offre la possibilità di conquistare un certo grado di responsabilità, una maggiore forza volitiva nell’affrontare il difficile percorso del cambiamento e, mediante l’analisi delle proprie potenzialità, di aspirare ad impegnarsi in attività, cose che è in grado di realizzare e di portare a termine con soddisfazione personale.
Un atteggiamento vigile da parte dei genitori e degli adulti in genere, dovrebbe coincidere con un sostegno attento e puntuale al possibile senso di scoraggiamento che il giovane può provare di fronte all’esame critico di situazioni, fatti, sentimenti, emozioni (anche scollate) che vive sia direttamente sia indirettamente.

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3 PREMESSA Forse mai, come in questi ultimi anni, é ricorsa nella nostra società l’espressione ‘disagio giovanile’. Un termine che nella sua genericità esprime una pluralità di situazioni non proprio positive: dalle oscillazioni e dalle inquietudini adolescenziali, alle concrete difficoltà d’impatto con la realtà adulta sino alle forme di malessere più estreme (emarginazione, suicidio, follia omicida) Il dilagare dei problemi dei giovani connotati da fratture, incomprensioni con le generazioni precedenti e da non lievi difficoltà di ordine pratico (ad esempio, l’inserimento nel mondo del lavoro; l’ingerenza nociva della legge dell’utile sulla vita quotidiana) é attualmente appesantito da fenomeni altamente disgreganti. Non é certo intento ingenuo di questo lavoro un’analisi scientificamente approfondita delle situazioni riguardanti i minori e gli adolescenti. L’obiettivo é principalmente quello di evidenziare alcuni elementi di conoscenza che consentano l’elaborazione di un quadro generale, nel quale i problemi oggettivi dei giovani d’oggi (di ordine psicologico, familiare, sociale, economico, ecc...) associate alle disfunzionalità delle istituzioni pubbliche possono dare vita a gravi crisi di vivibilità. E’ necessario premettere che il presente lavoro non tiene conto a priori delle deviazioni di tipo psichiatrico come le psicosi, la pedofilia,

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Informazioni tesi

  Autore: Mirca Montanari
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1997-98
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Psicologia
  Relatore: Paola Donadi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 238

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Parole chiave

adolescenza
psicologia dello sviluppo
pubertà
società complessa
disagio adolescenziale
adolescenti
disagio giovanile

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