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L'e-banking in Italia e in alcune esperienze europee

La virtualità si può poi manifestare con diversi gradi di intensità. Possiamo quindi distinguere tra:
· banche virtuali perfette o click only;
· banche virtuale parziali o click and brick.
Nel primo caso la virtualità si presenta alla massima potenza e quindi per banca virtuale s’intende un tipo di banca completamente dematerializzata nella quale sono eliminati tutti gli aspetti fisici che la compongono. Si tratta di una banca senza strutture (filiali e agenzie), infrastrutture, e personale (in particolare quello di front office) ed elementi reali nei processi operativi (supporti cartacei e denaro). Si tratta di una banca che attraverso un forte impiego dell’ICT (information communication tecnology) è in grado di scindere la funzione bancaria dalla struttura bancaria e di riprodurne solo la prima .
La forma click only finora non è stata molto utilizzata e principalmente viene adottata da società finanziarie, Sim, società di gestione di carte di credito, ma soprattutto da quei nuovi concorrenti che provengono da settori diversi da quello finanziario ma che hanno grandi competenze tecnologiche.
Nel caso invece di banche click and brick siamo in presenza di un mix tra tradizione e tecnologia, tra materiale e immateriale. I canali distributivi tradizionali come gli sportelli vengono affiancati da quelli innovativi, che quindi sono usati come modalità distributive aggiuntive e non sostitutive. Non possiamo quindi parlare di una banca senza strutture, infrastrutture e personale e non vi è una scissione tra funzione e struttura bancaria. Deve essere invece vista come la naturale evoluzione delle banche tradizionali .
Queste, infatti, non possono diventare di colpo completamente virtuali, cioè click only. La profondità di questo cambiamento è tale che la trasformazione deve essere graduale. Esse devono passare per fasi intermedie per diversi motivi:
· non possiedono nè le competenze tecnologiche nè le risorse per la trasformazione e, se anche le possedessero, il mercato potrebbe non essere pronto a recepire il cambiamento;
· la rigidità delle leggi riguardanti il lavoro dipendente, rende difficile la riorganizzazione delle risorse umane.
Inoltre per questo tipo di banche non è necessario diventare completamente virtuali. Esse hanno un patrimonio sotto forma di sportelli e agenzie che devono essere in grado di valorizzare, ad esempio attraverso la loro trasformazione in negozi finanziari. Bisogna infatti sottolineare, che per gli attori click only, oltre ad essere in numero ridotto, vi è la tendenza all’apertura di questi negozi in zone strategiche al fine di: porre da un lato rimedio alla loro scarsa visibilità e presenza sul territorio, e dall’altro consentire l’erogazione di servizi che attualmente o non possono essere offerti tramite canali virtuali, per limiti tecnologici o legislativi, oppure possono essere offerti solo appoggiandosi a una banca tradizionale.
Per questi motivi, è parere di chi scrive, è sbagliato non considerare virtuali le banche click and brick solo per il fatto di avere delle componenti strutturali (brick) tali da non potere essere completamente dematerializzate. Di conseguenza non le retrocederei, come molti fanno, alla classe inferiore di banca elettronica.
Possiamo quindi affermare che la banca virtuale non ha una definizione e una forma precisa. Essa può essere realizzata in diverse soluzioni, che hanno in comune alcune caratteristiche chiave come l’elevato grado di utilizzo della tecnologia e la scissione tra funzione e struttura bancaria.
Indipendentemente poi da questa distinzione, la banca virtuale ha un quadruplice obiettivo, e cioè consentire al cliente di realizzare le sue aspettative, raggruppabili sotto la sigla delle 4E:
· Everything: potere accedere a una vasta gamma di prodotti;
· Everytime: potervi accedere 365 giorni l’anno, 24 ore su 24;
· Everywhere: potere accedere alla banca da ogni luogo;
· Everyway: potere accedere ai servizi attraverso lo strumento più idoneo (PC, telefono, cellulare, tv interattiva).




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INTRODUZIONE Le nuove tecnologie stanno cambiando il modo di funzionare della società e suoi vari componenti: dal singolo individuo alle multinazionali. Si è di fronte a un vero e proprio cambio di paradigma non di tipo verticale, cioè riguardante un singolo settore, ma di tipo trasversale. E se nel primo caso è fondamentale saltare sul treno della nuova tecnologia, pena la scomparsa dal mercato, questo è ancora più evidente e inevitabile (una politica di pura resistenza sarebbe molto rischiosa) nel caso di un nuovo paradigma trasversale; ed è quello che sta succedendo in questi anni. Inizialmente sembrava che la tecnologia dei computer fosse solo un supporto al modo di vivere e lavorare delle società industriali, invece che un fattore di cambiamento. Infatti nelle fabbriche i computer venivano usati solo per velocizzare l’automazione e, negli uffici, per eliminare le grandi quantità di documenti cartacei. Per molti anni, quindi, si è pensato che la tecnologia fosse solo un utile strumento a supporto del lavoro tradizionale, non capendo invece che rappresentava una grande opportunità di espansione. Naturalmente in questa rivoluzione sono coinvolti anche gli istituti di credito i quali, avendo vissuto (soprattutto quelli italiani) un lungo periodo di forte stabilità, fatto di elevati profitti e scarsa concorrenza grazie alla presenza di barriere all’entrata che hanno creato una sorta di oligopolio, si trovano di fronte a un nuovo mondo: altamente concorrenziale, dinamico, flessibile, customer oriented. Non ci si deve quindi stupire che in tale situazione le banche si possano trovare spiazzate, ma il tempo per recuperare è poco ed è proprio in questi anni se non addirittura mesi che bisogna pianificare le strategie che ne decideranno il futuro.

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Informazioni tesi

  Autore: Mauro Casati
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Sergio De Angeli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 330

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