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La diretta del mito. Atene 2004: come la tv racconta l'Olimpiade

I Giochi della XXVIII Olimpiade che si sono svolti ad Atene nel 2004 sono stati un grande evento per la storia dei Giochi Olimpici: dopo 108 anni di attesa, il braciere olimpico è tornato ad ardere lì dove i Giochi sono nati. L’Olimpiade greca è stata lo spunto per studiare l’evoluzione dell’industria olimpica, quale rappresentante massima dello sport di alto livello.
La tesi in questione studia come si è evoluto il rapporto tra i mezzi di comunicazione di massa, con la televisione in primo piano, e l’evento olimpico. Attraverso l’analisi dei risultati delle diverse edizioni dei Giochi, si evidenzia come le Olimpiadi possano essere inserite a tutti gli effetti tra quelle che Dayan e Katz chiamano “le grandi cerimonie dei media”. La continua crescita del numero di broadcaster che acquisiscono i diritti di trasmissione dell’evento, il costo sempre maggiore degli stessi diritti, l’aumento costante del numero di ore dedicate all’evento nei diversi palinsesti, l’incremento dell’ascolto mondiale che si registra in ogni edizione, dimostrano come i Giochi olimpici siano diventati, forse, il media event più importante.
Verificata l’evoluzione sempre più mediatica dell’evento olimpico, vengono studiati gli effetti che questa ha avuto sui Giochi.
La spettacolarizzazione dell’avvenimento sportivo legata alle esigenze televisive è la conseguenza più evidente, ma la sempre maggiore influenza dei media sull’evento a cinque cerchi ha portato molti altri effetti, alcuni positivi, tanti altri negativi.
Doping, sponsorizzazioni sempre più invadenti, afflussi economici sempre più ingenti, atleti resi divi e altro ancora, hanno contribuito a modificare i caratteri originali che il barone De Coubertin aveva assegnato alla sua “creatura”. Atene 2004 non ha costituito un’eccezione a questo trend.
La prima parte della tesi in questione è prettamente storica, dove si ripercorreranno le edizioni dei Giochi dal dopoguerra ai giorni nostri, con un breve accenno anche alle prime Olimpiadi, quelle dell’era antica.
La seconda parte è dedicata unicamente al binomio comunicazione e Olimpiadi, dove si analizzeranno le varie teorie comunicative legate ai grandi eventi mediali.
Nell’ultima parte invece, troveremo un’analisi di un caso specifico: la cerimonia d’apertura dei Giochi di Atene 2004. Rivivremo quei momenti, grazie anche alle preziose testimonianze dei due telecronisti Rai Claudio Icardi e Franco Bragagna.
Quello proposto è un viaggio approfondito nell’universo olimpico, nel tentativo di capire quale direzione prenderà in futuro: un futuro, almeno sembra, sempre più costoso e sempre più mediatico.

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7 Introduzione “Il ruolo dello sport è altrettanto importante e durevole nel mondo moderno come lo fu nel mondo antico. Esso riappare però con caratteri nuovi: è internazionale e democratico. Ma oggi come un tempo la sua azione sarà utile o dannosa secondo il partito che se ne saprà trarre e secondo la direzione verso cui lo si indirizzerà. Lo sport può mettere in gioco le passioni più nobili come le più vili; può sviluppare il disinteresse e il sentimento dell’onore come l’amore del guadagno; può essere cavalleresco, corrotto, virile o bestiale; infine, lo si può usare per consolidare la pace, così come per preparare la guerra” Pierre De Coubertin I Giochi della XXVIII Olimpiade, che si sono svolti nel 2004 ad Atene, sono stati lo spunto per studiare l’evoluzione della comunicazione nel mondo olimpico, in particolare la narrazione dell’evento da parte della televisione. Come diranno due protagonisti come Franco Bragagna e Claudio Icardi, autori delle telecronache di apertura e chiusura di molte

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Informazioni tesi

  Autore: Giulio Gambuti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Silvia Leonzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 148

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