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Le nuove prospettive sul legame tra psicopatia, imputabilità e trattamento

Le caratteristiche del disturbo antisociale di personalità, quando sono pervasive ed eziologicamente multi determinate possono delinearsi nella psicopatia caratterizzata principalmente da mancanza di empatia, falsità e manipolazione, deficit del controllo comportamentale, egocentrismo patologico, impulsività, la cui combinazione fa aumentare il rischio che l'individuo compia atti criminosi.
Tali disfunzionalità sembrano essere spiegate sia dagli studi di neuroimaging, sia da ipotesi psicodinamiche, tra cui la Teoria basata sulla Mentalizzazione, che ne esaltano gli aspetti deficitari a livello psiconeuroevolutivo.
Dati tali premesse,ci si chiede perché in campo forense, tale tipo di disturbo, molto spesso , non assume "valore di malattia", da cui ne consegue un giudizio di imputabilità e quindi di capacità di intendere e volere. Saranno trattate tali questioni alla luce della Sentenza 9163/05 per cui i Disturbi gravi di Personalità sembrano iniziar ad avere una valenza psicopatologica anche in campo giurisprudenziale, dando una svolta significativa ai criteri delle valutazioni peritali sull'infermità nel giudizio di imputabilità.
Il riconoscimento di tale disturbo come criterio idoneo a una valutazione di non imputabilità porta però tali soggetti, considerati per le loro caratteristiche overt molto spesso pericolosi socialmente, alla reclusione in OPG (oggi REMS), strutture nate per delineare un incontro tra la necessità di applicare la misura di sicurezza e la necessità di un trattamento del reo infermo di mente ma che nella pratica non assolvono funzioni trattamentali.
Si prenderanno in considerazioni tali criticità in riferimento alle caratteristiche degli individui psicopatici, andando a delineare, infine, il Trattamento basato sulla Mentalizzazione di Fonagy e Bateman, applicato in uno studio pilota su individui antisociali, considerati fino a poco tempo fa non idonei a un trattamento psicoterapeutico.

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3 “Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ‘sfida’ come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e può essere radicale”. La banalità del male- Hanna Arendt INTRODUZIONE Da sempre la psicologia, occupandosi di caratteristiche e tratti di personalità, ha cercato di collegare e prevedere a quali modalità esistenziali corrispondono determinati tipi di comportamento, soprattutto quando questi deviano dalla norma e hanno effetti negativi sia per l’individuo stesso, sia per la società. Il disturbo antisociale di personalità, e nella sua forma estrema, la psicopatia, desta interessa sia per le caratteristiche socialmente devianti e incredibilmente amorali, considerate molto spesso al margine della “follia”, sia perché questi individui sono più a rischio di altri di mettere in atto comportamenti criminali. Lo scopo di tale lavoro è mostrare dapprima le caratteristiche peculiari, i criteri diagnostici e i metodi di valutazione principali di tale tipologia di personalità, anche se, data la sua complessità, non trova uniformità concettuale nel mondo scientifico. L’obiettivo in parte sarà mostrare come talune caratteristiche siano in qualche modo determinate da processi neurobiologici, evolutivi, genetici, esperienziali, culturali, come in qualsiasi disturbo psichico, cercando in tal modo di schiarire l’ombra dell’incomprensibilità sulla natura di tale disturbo di personalità. In particolare,nel campo della psicodinamica, sarà delineata l’ipotesi basata sulla Mentalizzazione di Fonagy e Target per la spiegazione dell’evoluzione di tale disturbo. Nella seconda parte sarà preso in considerazione l’istituto giurisprudenziale dell’imputabilità, con i suoi riferimenti a concetti come vizio di mente e infermità, perno d’incontro tra Diritto e Psichiatria Forense. Lo scopo sarà quello di vedere il disturbo di personalità antisociale dal punto di vista forense, alla luce della nuova Sentenza della Corte di Cassazione n°9163/05 che prevede l’inclusione dei gravi

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Di Stefano
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Psicologia
  Corso: PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
  Relatore: Maria Cristina  Verrocchio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 100

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Parole chiave

psicopatia
imputabilità
trattamento
personalità
sentenza
mentalizzazione
opg
disturbo antisociale
antisocialità
psicologia forense

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