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L'attività fisica come prevenzione primaria dell'ipertensione arteriosa essenziale

L'ipertensione essenziale è la patologia più diffusa su tutta la Terra!
Dagli anni '70 a oggi il numero degli ipertesi a livello globale è raddoppiato, arrivando a superare il miliardo di persone nel mondo. In Italia ci sono più di quindici milioni d’ipertesi.
L'ipertensione, presente in proporzioni epidemiche negli adulti delle società industrializzate e non, è associata con un marcato aumento del rischio cardio-metabolico, fattore determinante nelle prime due cause di morte al mondo: cardiopatie ischemiche e malattie cerebrovascolari.
L'adozione di uno stile di vita sano che prevenga o contrasti gli effetti negativi dell'ipertensione arteriosa essenziale non sembra ormai una scelta, ma una necessità per tutti quelli che in età adulta vogliono conservare il benessere, la salute e l'efficienza fisica. Se è vero che tale condizione è caratteristica soprattutto dell'età adulta e dell'età avanzata, è altrettanto vero che l'educazione al movimento, avviata già in età evolutiva, può concorrere a ridurre l'incidenza di tale patologia. Una regolare attività fisica rappresenta un momento fondamentale di prevenzione oltre che di cura, per allontanare e procrastinare patologie fisiche spesso disabilitanti come malattie cardiovascolari, obesità, diabete e ipertensione. Considerato inoltre l'impatto sociale ed economico che le stesse procurano, è fondamentale porre l'accento sul concetto che il movimento può essere considerato a tutti gli effetti, una terapia.
Gli obiettivi principali di questo testo sono: 1) sottolineare l'importanza e la prevalenza della patologia a livello globale; 2) esortare il lettore a uno stile di vita corretto con attività fisica regolare, come prevenzione primaria per i soggetti a rischio e prevenzione secondaria per gli ipertesi; 3) grazie all'analisi delle dinamiche dei valori pressori delle varie discipline sportive, risultanti dalle ricerche scientifiche riconosciute in campo internazionale, essere di supporto allo sportivo o agli operatori di settore delle scienze motorie riguardo alla scelta della tipologia di allenamento da suggerire.
La tesi si divide in tre grandi parti. La prima parte (capitoli 1 e 2) introduce, a livello anatomico e fisiologico, il tema della pressione arteriosa, fino alla trattazione delle caratteristiche principali del “killer silenzioso” nei suoi aspetti eziologici e fisiopatologici, indicatori clinici, rischi specifici e dati statistici. La seconda parte (capitoli 3 e 4) approfondisce il vasto tema della prevenzione primaria alla patologia attraverso un corretto stile di vita e attività fisica regolare soffermandosi in particolare all'analisi delle implicazioni a livello pressorio delle principali discipline sportive praticate. La terza parte (capitolo 5) illustra le linee guida dettate dalla Comunità Scientifica Internazionale in tema di prevenzione secondaria per gli ipertesi con particolare riguardo alla sport-terapia.
Tutte le tipologie di attività non possono essere sicuramente praticate o suggerite per tutti e comunque la riflessione circa l'opportunità di verificare la congruenza di ogni disciplina alle reali esigenze di coloro che da tale pratica ricercano benessere e miglioramento fisico, deve essere il presupposto ineludibile della prima operazione del professionista del movimento.
L'auspicio è che, in caso di rischio conclamato o presenza d’ipertensione, attraverso questo testo, lo sportivo o l'istruttore del fitness possano cogliere i presupposti teorici che supportano e legittimano le ipotesi di allenamento, riuscendo a inserire la forma di movimento più vicina alle motivazioni e reali esigenze.

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21 Capitolo 2 LA PATOLOGIA: L’IPERTENSIONE ARTERIOSA ESSENZIALE, IL “KILLER SILENZIOSO” 2.1 Definizione, eziologia e classificazione Per ipertensione arteriosa si definisce una condizione frequente di valori di pressione arteriosa, in soggetti adulti a riposo, sopra valori considerati normali. Il range di normalità (PA ottimale) prevede valori della pressione sistolica fino a 119 mmHg e della pressione diastolica fino a 79 mmHg (Tab 1.1). Si definisce “pre- ipertensione” o “pressione normale-alta” una condizione pressoria con valori fino a 139 mmHg e 89 mmHg. Nei casi di presenza di valori superiori a 139/89 mmHg si ha ipertensione arteriosa di varia gravità (Par. 2.5). Gli organi scientifici che stabiliscono i valori di riferimento sono la WHO “World Health Organization”, l'ISH “International Society of Hypertension”, l’ESH “European Society of Hypertension” e l’ESC “European Society of Cardiology”. In Italia la SIIA Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa è l'Organizzazione principale che ha “...l'obiettivo di diventare un punto di riferimento in campo nazionale ed internazionale in tema d'ipertensione arteriosa” ( www.siia.it/societa/storia/ ). Per una trattazione approfondita si rimanda al Capitolo 5. In base all'eziologia, cioè alle cause della patologia, si distinguono due tipi d’ipertensione arteriosa:  primaria (o essenziale), con frequenza del 90-95%, non dovuta a un’anomalia organica evidente, ma a cause genetiche e ambientali (vita sedentaria, tabagismo, dieta);  secondaria, con frequenza 5-10%, causata da varie patologie (renali, endocrine, neurogene, iatrogene, neoplastiche, etc.) 1 . 1 https://it.wikiversity.org/wiki/Ipertensione_arteriosa

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Rocca
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università Telematica San Raffaele Roma
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze Motorie
  Relatore: Elvira Padua
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 175

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Parole chiave

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malattie cardiovascolari
ipertensione
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pressione arteriosa
sindrome metabolica
stile di vita
prevenire ipertensione
terapia impertensione
pressione alta

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