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Lo Stadio di Tor di Valle: una questione controversa

La tesi si occupa dell'intervento urbanistico legato alla realizzazione del futuro stadio di proprietà dell'A.S. Roma a Tor di Valle. L'obiettivo è quello di restituire la complessità della questione attraverso l'analisi delle varie fasi del progetto, anche tenendo conto delle diverse voci in campo al fine di produrre una riflessione su quanto una contrattazione tra pubblico e privato sia effettivamente funzionale nel garantire dei beni ad uso della collettività, oppure quanto sia asservita da logiche di mera speculazione. La tesi è stata costruita anche a partire da interviste approfondite a due urbanisti che hanno svolto un ruolo significativo nelle vesti di assessori di due giunte differenti e che hanno espresso posizioni decisamente contrastanti rispetto al progetto, che sono: Giovanni Caudo, assessore alla trasformazione urbana della Giunta Marino, promotore della prima versione dell'intervento alla quale si è opposto Paolo Berdini, ex assessore all'urbanistica della Giunta Raggi, dimissionario in merito a questioni legate alla vicenda in esame.
L'elaborato parte inquadrando l'area di intervento a partire dal processo che ha portato alla sua definizione, evidenziando come il Comune di Roma abbia avuto un ruolo marginale in questa fase rispetto ai soggetti privati che, al contrario, hanno guidato l'intera procedura che ha portato a scegliere l'area di Tor di Valle. Dopodiché si è proseguito a ragionare sull'area attraverso il confronto tra le interpretazioni che i due urbanisti, citati in precedenza, danno di Tor di Valle, in quanto rappresenta il punto focale rispetto al quale divergono le rispettive opinioni in merito all'intervento e alle sue finalità.
A partire da un'analisi delle diverse critiche puntuali indirizzate ad ogni singolo pilastro su cui reggerebbe il pubblico interesse, è stato evidenziato un problema di fondo inerente alla realizzazione di un intervento così complesso in un'area in cui sono presenti una serie di criticità che necessitano della realizzazione di un volume enorme di infrastrutture. Vizi che, oltretutto, emergerebbero dal momento in cui si va a realizzare un complesso immobiliare così articolato e difficile da mettere a sistema con il contesto urbano che l'area offre attualmente. È chiaro come la vera occasione per il privato sia sempre stato il Business Park e non lo stadio che rappresenta solo una ridotta percentuale dell'operazione; non è altrettanto chiaro, invece, quali siano i vantaggi che la città potrebbe trarre da questo intervento; motivo che porta a chiedersi se sia stato l'interesse collettivo il motore dell'intero processo, oppure quello privato, che sull'area ha interessi molto forti. Infatti da più fonti è stato avanzato il sospetto che ci sia stato un accordo preventivo tra i soggetti privati durante il processo di scouting, relativo a un possibile conflitto di interessi tra la società sportiva e quella costruttrice che presentano un legame molto forte rappresentato da Unicredit Spa. L'istituto di credito oltre ad essere uno dei maggior azionisti di A.S. Roma vanta dei crediti nei confronti del gruppo Parsitalia che, qualora fosse attuato l'intervento, vedrebbe crescere di 5 volte il valore dei propri terreni. Il rischio è di trovarci di fronte all'ennesima operazione immobiliare di matrice speculativa ai danni della città.

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1 1. PREMESSA Il primo stadio di proprietà in Italia arriva nel 1994 a Reggio Emilia dove, data l’inadeguatezza del vecchio stadio comunale Mirabello, viene concesso a dei soggetti privati di realizzarne uno nuovo 1 ai margini della periferia nord della città. Si registra un incremento di questo fenomeno a partire dal 2011 a Torino con lo Juventus Stadium dell’omonima società calcistica, proseguendo per Udine, che nel 2013 vende lo Stadio Friuli al principale club della città, fino ad arrivare nel 2017 a Bergamo e Frosinone. Notiamo come nelle città italiane si tratti di un fenomeno recente, rispetto ad altri Paesi europei, tant’è che le prime disposizioni giuridiche in materia entrano in vigore il 1° gennaio 2014 tramite la Legge 147/2013 2 . Nel frattempo, anche nella Capitale diventa ufficiale la notizia dell’arrivo di uno stadio privato, quando nel 2012 la società A.S. Roma S.p.a. annuncia di voler realizzare il proprio impianto di proprietà a Tor di Valle, nel quadrante sud – ovest della città (v. Figura 1). Questo ha fatto sì che in una città come Roma, in cui l’iniziativa privata di matrice speculativa ha dominato il panorama urbano degli ultimi decenni, si sia acceso un forte dibattito di fronte all’avvento di una grande opera privata come quella in oggetto, vedendo contrapporsi chi la vede come l’ennesima occasione dei privati di speculare ai danni della collettività e chi, invece, la percepisce come un’opportunità per la Capitale di potersi confrontare con le più importanti metropoli europee che spesso si distinguono per la loro abilità di veicolare grossi investimenti di capitali privati verso il conseguimento, in tempi record, di obiettivi pubblici. Interventi come quello in esame hanno ricadute considerevoli sull’intera città e di conseguenza sulla qualità della vita dei suoi abitanti, dunque è più che legittimo, in questi casi, preoccuparsi che venga perseguito l’interesse pubblico nonostante si tratti di un’operazione privata. Si prenda come esempio la viabilità: questa tipologia di impianti implica una particolare attenzione all’assetto del sistema infrastrutturale viario e ferroviario 3 al fine di garantire l’accessibilità a un enorme massa di persone, andando spesso a modificare la rete di viabilità nel quadrante di intervento con ripercussioni sull’intero sistema urbano. Ricordiamo, entrando nel merito del caso in studio, che in prossimità di Tor di Valle c’è l’Eur, un quartiere in cui lavorano circa 600.000 persone e per cui se non si fa particolare attenzione a come si va a operare si corre il rischio di mandare in crisi l’intero sistema socio-economico di quel settore. 1 Stadio Giglio attuale Mapei Stadium – Città del Tricolore. 2 La normativa che regola la costruzione di stadi da parte di soggetti privati è contenuta nei co. 303, 304 e 205, art.1, L.147/2013 ad oggi ripresa, con alcune modifiche, nel art. 62 del D.L. 50/2017. 3 Ad esempio la realizzazione di una stazione metropolitana, uno svincolo autostradale, ecc.

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Bolgaroni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Giovanni Attili
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 73

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