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Accettazione di una nuova tecnologia nel contesto aziendale

L’introduzione dell’innovazione tecnologica all’interno di un’organizzazione aziendale se, da una parte, ha il vantaggio di ridurre le tempistiche, i costi o migliorare le performances, dall’altra, porta con sé difficoltà iniziali nella sua adozione e resistenze da parte del personale. Poiché le imprese si trovano in un contesto dinamico in cui è necessario mantenersi costantemente aggiornati per non perdere il proprio vantaggio competitivo, si richiede che il personale capisca il vantaggio datogli dalla tecnologia in modo da essere portato ad utilizzarla proficuamente.
In questo lavoro vengono innanzitutto analizzati il Technology Acceptance Model, le sue evoluzioni e i modelli contrapposti al fine di spiegare come le persone arrivino ad accettare e utilizzare l’innovazione propostagli. In seguito si considerano poi le diverse motivazioni di opposizione alla tecnologia e si confrontano, mediante analisi statistiche, le differenze di accettazione e utilizzo delle varie tecnologie nei diversi gruppi sociali.
In conclusione vengono proposti alcuni esempi di esperienze in vari settori economici al fine di capire quando effettivamente conviene introdurre una tecnologia e di proporre soluzioni perché essa venga accolta in modo più rapido e proficuo.

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4 INTRODUZIONE CRESCITA DELLA TECNOLOGIA ALL’INTERNO DELLE AZIENDE Il continuo processo di innovazione tecnologica, il rapido progresso scientifico e il clima di incertezza economica sono solo alcuni dei fattori che giacciono sotto all’importanza di un costante investimento nell’ambito dell’ICT; esso consente alle aziende, infatti, di avere la capacità di adattarsi proattivamente all’ambiente creando vantaggio competitivo. Poiché le imprese, dunque, impiegano risorse nell’ICT è necessaria l’accettazione delle tecnologie proposte da parte delle risorse umane. A testimonianza di questo ingente investimento, è stato stimato che nel mondo la spesa per software per le imprese sia passata da 226 miliardi di dollari USA, nel 2009, a 352 miliardi, nel 2017; inoltre, è stato calcolato che nel 2015 le aziende abbiano destinato mediamente l’11,2% dei loro investimenti annui in ICT nei Paesi appartenenti all’OECD, il 15,5% negli Stati Uniti, l’11,85% in Italia e queste percentuali sono in crescita costante. Questa cospicua spesa volta all’aggiornamento e miglioramento delle proprie aziende richiede che poi si traduca in risultati economici concreti; se questi sono materialmente misurabili per tutte quelle tecnologie che non sono influenzabili dall’uomo e principalmente influenzano la produzione, non si può dire altrettanto per quanto riguarda quelle legate alle risorse umane. Infatti, nel secondo caso, si riscontrano maggiori problematiche che riguardano principalmente tre ambiti: la conoscenza delle tecnologie, l’opposizione ad esse e la loro accettazione. Lo scarso uso dei sistemi installati da parte delle risorse umane si ritiene essere il maggiore fatto causante il “paradosso della produttività” che circonda gli insoddisfacenti risultati ottenuti dagli investimenti organizzativi in tecnologia dell’informazione (Sichel, 1997). MANCANZA DI FORMAZIONE INFORMATICA E TECNOLOGICA Spesso gli strumenti ICT e le nuove tecnologie introdotte in azienda non vengono utilizzate al massimo della loro produttività perché i dirigenti non ritengono necessario provvedere a programmi formativi per i propri dipendenti. In Italia, nel 2016, solo il 12,92% delle imprese erogava corsi ICT e questo mostra che la problematica non è ancora presa in considerazione con il giusto peso. Innanzitutto, bisogna dire che ormai, la maggior parte delle aziende richiede una conoscenza pregressa di informatica alle persone che deve assumere e che, dunque, ottengono le

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Informazioni tesi

  Autore: Sofia Bianchini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia e della gestione aziendale
  Relatore: Luigi Proserpio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 31

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