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I problemi del regime definitivo Iva nell'Unione Europea

L’IVA è un’imposta comune a tutti i paesi dell’Unione Europea dal 1973. La base imponibile dell’IVA nell’UE sono i consumi finali.
L’IVA nell’UE è stata fin dall’inizio basata sull’applicazione del principio di destinazione nei commerci internazionali. Ciò significa che le esportazioni sono escluse dall’applicazione dell’IVA mentre le importazioni sono tassate al loro ingresso nel territorio dello stato con l’aliquota nazionale. Questo principio permette di colpire i consumi anche in un’economia aperta e di mantenere l’autonomia impositiva degli stati. Tuttavia per il suo corretto funzionamento sono necessarie le frontiere.
Esiste in teoria il principio di origine che consentirebbe di rendere superflue le frontiere liberando le importazioni dall’imposizione compensativa e tassando le esportazioni come normali operazioni nazionali. Tuttavia non è stato mai concretamente adottato perché il suo funzionamento non avrebbe garantito una chiara tassazione dei consumi. Inoltre per evitare distorsioni alla concorrenza sarebbe stata necessaria una stretta armonizzazione delle aliquote IVA. La Comunità comunque ha sempre guardato con interesse al principio di origine (ristretto ai soli partner comunitari) allo scopo di creare un mercato senza frontiere tra i Paesi membri.
Nel 1987 la Commissione Europea propose il passaggio ad un regime di tassazione all’origine abbinato ad un sistema di ridistribuzione dell’IVA. Quest’ultimo si rendeva necessario per neutralizzare l’effetto sul gettito dell’imposizione delle esportazioni e della deduzione dell’imposta sulle importazioni, già tassate nel paese di origine. Parallelamente propose la riduzione a due del numero di aliquote applicabili: “normale” (fascia 4-9%) e “ridotta” (fascia 14-20%).
Nel 1993 entra in vigore il regime “transitorio” in atte-sa del regime definitivo basato sul principio di origine. Il regime transitorio si rende necessario perchè sono abolite dal 1/1/93 le frontiere tra i Paesi membri.
Limitatamente ai traffici intracomunitari il regime transitorio sposta la linea di confine dalla dogana alla prima impresa che acquisisce il bene nel territorio dello stato. Nel complesso non c’è molta differenza con il sistema precedente, perché le esportazioni rimangono assoggettate ad aliquota zero, tuttavia si presentano un aumento delle frodi ed una maggiore complessità negli adempimenti burocratici imposti alle imprese.
Il regime definitivo tarda tuttora ad essere adottato perché la tassazione all’origine mette le amministrazioni dei Paesi membri di fronte a problemi di collaborazione mai affrontati prima ed il funzionamento del sistema di compensazione è molto complesso.
Le prime proposte del 1987 prevedevano la stima dei flussi IVA legati all’interscambio tra i Paesi membri sulla base delle dichiarazioni dei soggetti passivi. Questa proposta è stata abbandonata principalmente perché si è ritenuto che fosse esposta alle imprecisioni e frodi commesse dalle imprese nelle loro dichiarazioni e perciò nel 1996 la Commissione propose di ripartire il gettito IVA in base ai consumi finali misurati dalle unità statisti-che nazionali. La principale critica a tale meccanismo di ridistribuzione è che le stime avverrebbero al lordo dell’evasione.
Sono state proposte delle alternative per la stanza di compensazione:
1. La contrattazione periodica che consiste nello stabile periodicamente (in anticipo) quanto preteso o dovuto verso la stanza di compensazione;
2. Il metodo del frazionamento che consiste nella misurazione delle vendite effettuate dalle imprese verso i consumatori finali. È una misura dei consumi finali su cui commisurare il gettito IVA di competenza che presenta il vantaggio di essere al netto dell’evasione.
Sono state anche proposte da alcuni studiosi soluzioni diverse dall’IVA per tassare i consumi nell’Unione Europea.
L’imposta monofase è quella che riveste maggior interesse perché si adatta alla situazione di uno stato quasi – federale come l’Unione Europea. Tuttavia la monofase presenta dei problemi nell’esenzione degli input produttivi che le elevate aliquote dell’UE potrebbero aggravare.
L’applicazione del principio di origine senza nessuna stanza di compensazione secondo alcuni potrebbe nel lungo periodo risolvere la questione del regime definitivo IVA. Tuttavia i meccanismi teorici che dimostrano l’uguaglianza tra destinazione e origine sono molto delicati e sottoposti a condizioni molto stringenti. La percezione è quella di un’imposta “sperimentale” diversa dall’IVA finora conosciuta
Nonostante tutti i problemi sollevati una qualche riforma dell’IVA comunitaria è necessaria. Il regime transitorio sta mostrando i suoi limiti e non è pensabile di mantenerlo come surrogato del regime definitivo. La tassazione all’origine è quasi una direzione obbligata visto che le soluzioni alternative all’IVA non sono soddisfacenti.

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7 Introduzione L’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è un’imposta comune a tutti i paesi dell’Unione Europea dal 1° gennaio 1973. Tuttora rappresenta l’unico esempio concreto di coordinamento fiscale tra i Paesi membri dato che, per quanto riguarda la fiscalità diretta ed altri aspetti della fi- scalità indiretta, i partner europei sono ben lontani dal raggiungere ac- cordi. Nata come imposta non distorsiva del commercio internazionale, in sostituzione delle precedenti imposte indirette presenti nella CEE, l’IVA ha sostanzialmente assolto alla sua funzione. Forte di questo successo la Commissione, nel Libro Bianco del 1985 sul completa- mento del mercato interno, propone una riforma dell’IVA che ne fac- cia il nucleo di una fiscalità maggiormente coordinata all’interno della Comunità. La riforma dell’IVA si inserisce in un processo di ulteriore integrazione dei mercati europei che ha alla base il progetto di elimi- nazione dei posti di frontiera sia per le persone che per le merci tra i Paesi membri. Nella sua formulazione originaria l’IVA aveva bisogno della frontiera come elemento essenziale del suo funzionamento, perciò si rese ne- cessaria una proposta concreta di riforma per adeguare il sistema alle esigenze del completamento del mercato interno. Le prime proposte di riforma sono datate 1987 ma non hanno mai trovato applicazione pra- tica. Le difficoltà tecniche e politiche hanno consigliato di rimandare

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Informazioni tesi

  Autore: Angelo Raccosta
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Economia Bancaria, Finanziaria ed Assicurativa
  Relatore: Giuseppe Vitaletti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 187

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Parole chiave

esportazioni
importazioni
iva
scienza delle finanze
iva comunitaria
dogane
imposta sul valore aggiunto
aliquote iva
unione europea
iva intracomunitaria

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