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Fondi pensione a prestazione definita

La difficile sostenibilità finanziaria della previdenza pubblica, ha reso sempre più stringente la necessità di introdurre e regolamentare lo strumento previdenziale privato nelle società moderne.
Nel nostro Paese i fondi pensione sono ancora in fase di lancio, ed il legislatore italiano con il D.lgs. 174/93 ha fortemente favorito il regime della Contribuzione Definita. I nuovi fondi stanno pertanto seguendo tale tipologia o per disposizione di legge o per libera scelta. In questo lavoro, al contrario, si è preferito studiare i fondi a prestazione definita, assai diffusi altrove e molto più complessi da un punto di vista attuariale. Nei fondi pensione a prestazione definita, la definizione della formula per il calcolo dei benefici ricopre un ruolo centrale.
In USA è generalmente usata la formula pay-related ed il beneficio pensionistico risultante è pari a:
B = p ∙ W ∙ y
B = beneficio futuro annuo
p = percentuale da applicare alla retribuzione annua
W = retribuzione di riferimento annua
y = anni lavorati
Nel fissare gli elementi di tale formula, il datore stabilisce un "saggio di sostituzione obiettivo". Un metodo di funding, o Actuarial Cost Method, è uno strumento attuariale finalizzato all'accumulazione di mezzi finanziari nel corso della vita attiva di ciascun iscritto ad un fondo pensione, affinché all'epoca del pensionamento gli importi accantonati siano sufficienti a garantire le prestazioni pattuite.
Abbiamo trattato nel dettaglio solo:
§ Current Unit Method
§ Projected unit method
§ Individual entry age method
Per una migliore comprensione dei "metodi di funding individuali" analizzati, è stata eseguita una loro applicazione a dati concreti, al fine di studiare e confrontare l'andamento delle principali grandezze coinvolte. Dalle conclusioni ottenute si può affermare che dati i tre metodi trattati, il P.U.M. e l'I.E.A.M godono di una certa preferibilità rispetto al C.U.M sotto vari punti di vista.

Ad intervalli regolari l'attuario deve stimare il valore attuale medio delle prestazioni future, tenendo conto del valore attuale medio dei contributi attesi. Se le attività del fondo risultano insufficienti a fronte delle passività, deve essere modificata l'aliquota contributiva, che rimarrà invariata fino alla successiva valutazione. Per determinare la misura di tale modifica, detta Adjustment, sono disponibili una pluralità di soluzioni fra le quali le più adottate sono lo "Spread Method" e l'"Amortization of Losses Method". Nel presente lavoro è stato impiegato lo Spread Method. E' possibile studiare la struttura finanziaria di un piano di pensionamento attraverso un modello matematico, analizzando le relazioni fra la quota contributiva dell'anno t, C(t) ed il livello del fondo F(t) relativo allo stesso anno.
Per individuare delle limitazioni nella scelta dello Spread Period M che minimizzi la variabilità delle contribuzioni C(t) e del livello del fondo F(t), sono stati determinati i valori medi e le varianze di quest'ultime grandezze, considerando anche l'eventualità di ritardi (q) nella raccolta dei dati necessari alle valutazioni. Attraverso applicazioni numeriche abbiamo dimostrato che in presenza di tali ritardi aumenta la variabilità dei contributi e del livello del fondo, e si dilata il range dei possibili valori di M.
Attraverso delle applicazioni numeriche abbiamo dimostrato che in caso di valutazioni triennali si perviene ad un più ampio intervallo di possibili valori per lo Spread Period, a causa della perdita di informazioni e della maggiore instabilità.
In generale i risultati ottenuti nelle diverse circostanze sono stati confrontati mediante applicazioni numeriche accompagnate da grafici illustrativi, e a partire da questo materiale sono state tratte delle conclusioni in merito ai valori che lo Spread Period è bene assuma a seconda dei casi.

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INTRODUZIONE La difficile sostenibilità finanziaria della previdenza pubblica, ha reso sempre più stringente la necessità di introdurre e regolamentare lo strumento previdenziale privato. Nel nostro Paese i fondi pensione sono ancora in fase di lancio, e nonostante sia stata accordata una netta preferenza a quelli a contribuzione definita, in questo lavoro si è preferito studiare i fondi a prestazione definita, assai diffusi altrove, e molto più complessi da un punto di vista attuariale. Il presente studio è concettualmente suddiviso in due parti, e queste occupano rispettivamente i primi tre ed i secondi due capitoli. Nella prima parte si effettua un'analisi approfondita dei fondi pensione da vari punti di vista, nonché un confronto fra fondi "Defined Benefit" e "Defined Contribution", al fine di evidenziarne analogie e differenze, pregi e difetti. Ogni affermazione è supportata da dati statistici ed in particolare, per il caso italiano, si offre un quadro quantitativo completo della situazione. La seconda parte invece è prettamente tecnica, e si riferisce ai soli fondi pensione a prestazione definita. Viene presentata un'analisi dei possibili metodi di "funding" individuali adottabili, e si esegue un confronto fra di essi sulla base di opportune applicazioni numeriche corredate da grafici illustrativi. Successivamente viene introdotto un modello attuariale che pone l'accento sulla difficoltà di definizione dei flussi contributivi nei fondi pensione a prestazione definita.

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Informazioni tesi

  Autore: Milena Nocente
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Statistiche
  Corso: Scienze Statistiche ed Attuariali
  Relatore: Riccardo Ottaviani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 193

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Parole chiave

fondi pensione
d. lgs. 174-1993
fondi a prestazione definita
fondi a contribuzione definita

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