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L'industria della motocicletta: il caso Honda Italia

Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare, da un lato, l’industria e il mercato delle due ruote in Europa, per ricostruirne la storia e le tappe evolutive, e soprattutto per comprendere il cambiamento che il settore dei trasporti, e la società con esso, sta attraversando per far fronte ai problemi della moderna mobilità urbana; dall’altro quello di osservare da vicino la più grande tra le industrie delle due ruote al fine di raccontarne la storia, descriverne le caratteristiche, le scelte e la filosofia che l’hanno resa leader sui mercati di tutto il mondo, ponendo una attenzione particolare allo stabilimento italiano di Atessa, in Abruzzo, e al distretto industriale che la Honda Italia ha potuto faticosamente creare attorno a sè.
Nel primo capitolo verrà quindi raccontata la storia dell’industria europea della motocicletta e del mercato europeo delle due ruote, per offrire un quadro di riferimento in cui è inserita la trattazione delle tematiche relative alla mobilità urbana e all’impatto ambientale dei mezzi di trasporto, confrontando criticamente pregi e difetti di automobili e motociclette.
Nel secondo capitolo, dopo aver raccontato la genesi del modello fordista, si cercherà invece di ricostruire le tappe che hanno portato alla nascita del sistema di produzione flessibile ideato dalla Toyota che ha così profondamente mutato l’industria dei trasporti, divenendo in breve tempo la caratteristica distintiva delle industrie giapponesi che più di ogni altra ha permesso loro di imporsi sui mercati di tutto il mondo, con una attenzione particolare alle industrie motociclistiche, capaci di conquistare un primato assoluto nel mercato europeo delle due ruote.
Successivamente, nel capitolo terzo, l’attenzione si sposterà sulla Honda Motor Company, la più grande industria delle due ruote al mondo, per raccontare la storia e i successi della società e del suo fondatore Soichiro Honda, ma soprattutto per descriverne in dettaglio la filosofia produttiva, il “metodo Honda”, strettamente derivato dal modello Toyota e basato sulle più diffuse tecniche di produzione flessibile, ma permeato delle rivoluzionarie idee del suo geniale fondatore. L’analisi dell’insediamento italiano della Honda ad Atessa permetterà di osservare da vicino l’applicazione di tali tecniche e di comprendere le differenze di approccio alla produzione tra i produttori occidentali e l’industria nipponica.
Nel capitolo quarto, dopo aver spiegato la genesi e il funzionamento del distretto industriale nell’economia postbellica, in particolare in quella italiana, verrà quindi descritto dettagliatamente il distretto nato attorno allo stabilimento Honda, le caratteristiche che lo differenziano dal tipico distretto marshalliano e il funzionamento della sua rete di subfornitura.

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3 INTRODUZIONE Il divertimento alla guida di un veicolo è inversamente proporzionale alla sua sicurezza. La sicurezza di un veicolo è, comunque, inversamente proporzionale alla percezione che abbiamo di essa. Quando all’indomani del secondo conflitto mondiale Soichiro Honda fondò la Honda Motor Company, con sede ad Hamamatsu, nel cuore del Paese che più di ogni altro aveva subito la violenza della guerra appena conclusa, certamente non immaginava, sebbene fosse un uomo dalla vivida fantasia, che la sua impresa sarebbe diventata la più grande industria delle due ruote al mondo. E non poteva immaginare la rapidità e la facilità con la quale i suoi prodotti, e ancora prima le sue idee, si sarebbero imposti nell’affollato mondo industriale occidentale. Certamente non lo immaginavano gli stessi industriali occidentali, impegnati come erano nello sforzo di raggiungere quelle economie di scala che avrebbero permesso alle loro imprese, organizzate sul modello fordista, di ricavare utili da un mercato in continua crescita ma sul quale iniziava ad allungarsi l’ombra della saturazione e della crisi. Quando, a partire dalla fine degli anni cinquanta, il modello di produzione fordista iniziò a mostrare tutti i suoi limiti, un nuovo modello, estremamente più avanzato e flessibile, e che aveva già mostrato ampiamente la sua validità in Giappone, iniziò a diffondersi nei mercati occidentali grazie all’intraprendenza di alcuni industriali nipponici.

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Informazioni tesi

  Autore: Guido Scanagatta
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Teresa Isenburg
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 170

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post-fordismo
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