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Profili attuali in materia di lavoro femminile

Ritenendolo un argomento estremamente interessante che oggi impegna tutti e che interessa anche gli uomini, l’ ho trattato gradualmente seguendo l’excursus serio e rigoroso della questione femminile dagli albori della rivoluzione industriale, quando la donna viene considerata soggetto debole quindi parificata ai minori e tutelata da una serie di norme in campo lavorativo, fino a giungere alla Legge n.903 del ’77 con la quale si rende giustizia alla parità di trattamento tra uomini e donne, che in verità era già stata replicata dalla Carta Costituzionale però subordinandola a quella funzione di moglie e di madre sicuramente essenziale ma che andava a discapito della presenza femminile nel mondo del lavoro.
L’emanazione della suddetta legge, infatti, segna un’importante cambiamento di tendenza nella legislazione sul lavoro della donna, determinando il passaggio dalla protezione, rivelatasi dannosa per l’occupazione femminile, alla parità di trattamento;
Si ottenne così la “parità formale” ma il traguardo “parità sostanziale” era ancora molto lontano e lo dimostra il fatto che, subito dopo la legge 903/1977 non sono per nulla scomparse, nel mondo del lavoro, le disparità di trattamento fondate sul sesso. Occorrerà attendere al 1991, dopo un lungo e faticoso iter, la legge n.125 del 10 aprile “Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro”: intendendo con tale espressione quelle misure concrete tendenti alla rimozione di discriminazioni e segregazioni pregresse, nonché al rafforzamento della presenza della forza lavoro femminile in posizioni professionali in precedenza caratterizzate per sesso; si realizza così quel necessario passaggio dalla cultura della parità a quella delle pari opportunità.
Per una società migliore che realizzi il principio costituzionale ed europeo dell’uguaglianza, non ci si può fermare alla differenza uomo-donna, il concetto di pari opportunità deve diventare un punto di riferimento importante e significativo per mettere in pratica progetti e innovazioni che consentano il pieno sviluppo della persona umana, assicurando che le differenze di sesso, razza, origine, lingua, religione, politica, età, condizione personale e sociale, non sian vissute come qualcosa in meno ma in più.

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Introduzione Dovunque si guardi, lei è là, presente, infinitamente presente: sulla scena domestica, economica, intellettuale, pubblica, conflittuale… La donna è là presente. Solitamente indispensabile per le sue attività quotidiane, necessaria per la sua funzione essenziale di madre. 1 Ma la sua creatività, la capacità di vivere contemporaneamente più ruoli sono solo alcune delle molte caratteristiche femminili che inducono a ritenere tale componente non solo una risorsa dell’attuale e futura società ma addirittura una delle sue probabili protagoniste. Dall’art.1della Costituzione italiana, in cui si afferma che l’Italia è una repubblica “fondata sul lavoro,” si evince che il cittadino, nell’archetipo della società fondata dalla Costituzione, è valutato esclusivamente in base all’apprezzamento della sua posizione professionale. Il lavoro dunque costituisce l’esclusivo parametro di valutazione del contributo sociale e diviene espressione centrale ed 1 Per una trattazione della presenza femminile da un punto di vista sociologico V. Storia delle donne dal Rinascimento all’età moderna. a cura di DUBBLY GEORGES e MICHELL PERROT Roma. 5

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Informazioni tesi

  Autore: Luana Oriana Fiorentino
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Alessandro Anastasi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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