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L'impatto della sicurezza nelle comunicazioni vocali su rete IP: misure prestazionali e comparazioni

Fino a trent’anni fa Internet non esisteva e le comunicazioni interattive erano basate sul telefono, secondo una struttura conosciuta come PSTN (Public Switched Telephone Network), con tariffe dipendenti dal tempo di utilizzo e dalla distanza e la possibilità di parlare con una sola persona alla volta. L’avvento di Internet, insieme alla diffusione dei computer su larga scala e delle nuove tecnologie per comunicare, ha portato in primo piano il web come strumento di integrazione di vari servizi, tra cui la telefonia. Il desiderio di utilizzare le reti IP per i servizi real-time nasce di pari passo con lo sviluppo delle potenzialità tecniche dovute al rapido miglioramento delle prestazioni dei processori, delle periferiche di rete dei PC e ancora alla progressiva affermazione delle reti, sia pubbliche che private, basate su protocollo IP. Aziende che già avevano a disposizione una propria rete privata hanno subito assorbito la novità riscontrando in essa la possibilità di diminuire i costi delle comunicazioni interne e di integrare in questa servizi supplementari come la videoconferenza.
Ci sono però alcune problematiche di carattere tecnico nell’interazione tra l’architettura VoIP (Voice over IP) e Internet. Infatti la comunicazione vocale richiede la caratteristica del real-time per essere accettabile (non è pensabile parlare sapendo che la propria voce e quella del nostro interlocutore arriva in ritardo, causando l’odiato inconveniente di parlarsi uno sopra l’altro), ma allo stesso tempo la rete pubblica che separa gli interlocutori può essere formata da molti router, rendendo il tempo di consegna dei pacchetti IP molto elevato.
Nel febbraio 2004 è stato pubblicato RFC 3689, un documento che ha definito una lista di requisiti generali a supporto dell’Emergency Telecommunications Service (ETS); nello stesso mese è stato pubblicato RFC 3690 che estende le considerazioni del precedente in un contesto di IP Telephony. L’ETS studia efficaci sistemi di telecomunicazione che possono facilitare immediate operazioni di intervento in caso di eventi disastrosi come uragani, inondazioni, terremoti e attacchi terroristici. Poiché tali disastri possono avvenire ovunque, in qualsiasi momento e inaspettatamente, una rapida risposta ed un'attenta organizzazione degli interventi di aiuto richiede accesso immediato ai terminali di telecomunicazione tra cui: telefoni convenzionali, cellulari, accesso ad Internet attraverso terminali online, telefoni IP e palmari wireless. L'infrastruttura delle telecomunicazioni si sta rapidamente evolvendo verso una tecnologia basata su Internet e gli RFC appena citati definiscono i requisiti delle infrastrutture delle telecomunicazioni IP per supportare al meglio la gestione delle operazioni di emergenza. Fra questi è opportuno sottolinearne due: i requisiti per una buona funzionalità della rete e quelli per garantire la sicurezza dei dati che viaggiano su di essa.
Per quanto riguarda la funzionalità della rete l'attenzione è posta sul compromesso fra qualità dei servizi offerti e garanzie di sicurezza, dove la qualità si realizza in termini di riduzione dei pacchetti persi, jitter minimo (varianza nei ritardi della rete) e ritardo minimo tra i due endpoint; per quanto riguarda la sicurezza, devono essere garantiti sistemi di autorizzazione (meccanismo per consentire ad un certo utente di usare un determinato servizio), integrità (assicura che dalla sorgente alla destinazione i dati non abbiano subito modifiche), autenticazione (assicura che l’utente che invia i dati sia veramente chi dice di essere) e confidenzialità (cifratura dei dati per evitare che persone non autorizzate possano intercettare le comunicazioni). Si tratta quindi di esigenze contrastanti poiché la sicurezza impatta sulle prestazioni e quindi di riflesso sulla qualità del servizio. Inoltre, al fine di poter interagire in un sistema di telecomunicazioni ibrido, fatto cioè non solo di reti IP, è necessario definire l’interoperabilità con le altre reti esistenti, come per esempio la rete PSTN.
Nei prossimi capitoli esporrò lo stato dell’arte della tecnologia VoIP e l’analisi di alcuni protocolli di sicurezza che possono essere applicati a tale servizio.

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Capitolo 1: Introduzione 1 1. Introduzione Fino a trent’anni fa Internet non esisteva e le comunicazioni interattive erano basate sul telefono, secondo una struttura conosciuta come PSTN (Public Switched Telephone Network), con tariffe dipendenti dal tempo di utilizzo e dalla distanza e la possibilità di parlare con una sola persona alla volta. L’avvento di Internet, insieme alla diffusione dei computer su larga scala e delle nuove tecnologie per comunicare, ha portato in primo piano il web come strumento di integrazione di vari servizi: con Internet è infatti possibile comprare, giocare, scambiarsi informazioni, avere accesso a servizi bancari e ad informazioni di cultura generale, utilizzare la posta elettronica e molto altro. Questo fenomeno è ancora più accentuato dal fatto che non è esclusivo dominio degli addetti ai lavori: Internet infatti, indirizzandosi ad utenze di ogni genere, subisce quella spinta propulsiva tipica dei fenomeni di massa. Il desiderio di utilizzare le reti IP per i servizi real-time nasce quindi di pari passo con lo sviluppo delle potenzialità tecniche dovute al rapido miglioramento delle prestazioni dei processori, delle periferiche di rete dei PC e ancora alla progressiva affermazione delle reti, sia pubbliche che private, basate su protocollo IP. Aziende che già avevano a disposizione una propria rete privata hanno subito assorbito la novità riscontrando in essa la possibilità di diminuire i costi delle comunicazioni interne e di integrare in questa servizi supplementari come la videoconferenza. Ci sono però alcune problematiche di carattere tecnico nell’interazione tra l’architettura VoIP (Voice over IP) e Internet. Infatti la comunicazione vocale richiede la caratteristica del real-time per essere accettabile (non è pensabile parlare sapendo che la propria voce e quella del nostro interlocutore arriva in ritardo, causando l’odiato inconveniente di parlarsi uno sopra l’altro), ma allo stesso tempo la rete pubblica che separa gli interlocutori può essere formata da molti router, rendendo il tempo di consegna dei pacchetti IP molto elevato. Fortunatamente di giorno in giorno il miglioramento delle prestazioni hardware unito ad accorgimenti software per fornire priorità a particolari dati che richiedono una QoS (Quality of Service, qualità del servizio) elevata rendono sempre più possibile una migrazione verso il VoIP. Nel febbraio 2004 è stato pubblicato RFC 3689, un documento che ha definito una lista di requisiti generali a supporto dell’Emergency Telecommunications Service (ETS); nello stesso mese è stato pubblicato RFC 3690 che estende le considerazioni

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Informazioni tesi

  Autore: Massimo Boccali
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Tecnologie Informatiche
  Relatore: Emanuele Panizzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 114

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