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L'industria della birra

Fin dai tempi più remoti la birra è stata un elemento di primaria importanza nelle abitudini alimentari di quasi tutti i popoli. Frutto di un processo produttivo naturale che si tramanda sempre uguale da 6.000 anni, la birra è frutto della fermentazione di malto d’orzo e, in parte minore, di altri cereali miscelati con acqua e con l’aggiunta di lievito e di luppolo che le conferisce il tipico gusto amaro. Il processo di produzione di una grande birra è un’operazione complessa che richiede grande maestria.
L’universo birrario è ricco e variegato: una birra si differenzia da un’altra per il colore, il grado alcolico, la fermentazione, provenienza, il sapore, il tipo di malto, i lieviti e gli aromi. Alcune birre sono dissetanti, altre energetiche, ve ne sono chiare rosse e scure. Le garanzie di qualità sono rappresentate dalla giusta temperatura, la protezione dalla luce ed il consumo immediato. Oggi la birra si può considerare un prodotto integralmente nazionale grazie all’agricoltura locale che offre all’industria birraria orzo e cereali di qualità superiore a quelle offerte dal mercato internazionale, la birra nazionale non ha nulla da invidiare a quella estera.
La birra è stata analizzata nei suoi molteplici aspetti: l’origine, la storia e la cultura; le materie prime semplici e naturali; il processo produttivo; i criteri di classificazione assai complessi e dinamici; i vari stili (fermentazione alta, bassa e spontanea); l’assaggio: metodo per delineare attraverso gli organi di senso, il profilo organolettico della birra. Lo sviluppo industriale moderno, così come ha favorito la produzione di massa sta ora allargando la distribuzione di massa, anche attraverso la proliferazione di locali birrari, sorti con la consulenza di aziende birrarie che offrono la loro esperienza per realizzare ambientazioni ispirate alle atmosfere più diverse; tali locali sono ai primi posti per la diffusione della birra, pub, brewpub e microbirrerie. È stata anche analizzata la realtà sarda con riferimento all’impianto Heineken Italia di Macchiareddu.
Il comparto della birra nel nostro Paese è caratterizzato da un ridotto numero di imprese operanti nel settore, da un elevato grado di internazionalizzazione delle stesse e da una notevole concentrazione della produzione. Oggi la struttura dell’offerta è stabile. La birra non è radicata nella cultura nazionale quanto il vino, gli acquisti seguono una dinamica stagionale, la fedeltà alla marca è scarsa, il consumatore si colloca in fondo alla graduatoria europea con i suoi 25,4 litri a testa. Mancando una vera e propria cultura birraria è facile comprendere perché il mercato non decolla. Paradossalmente, l’attratività del mercato italiano sta proprio nelle potenzialità teoriche di un sostanziale sviluppo, visto il basso profilo dei consumi, in una situazione internazionale caratterizzata dall’avanzata maturità dei mercati tradizionali, come quelli nord europei.
Le esigenze di un marketing sempre più aggressivo e la ricerca di novità da proporre a un mercato ben disposto ad accettare le specialità birrarie hanno portato alla creazione di altre birre aromatizzate alla frutta, come la pesca, il ribes nero, la banana e la fragola; birre analcoliche e light. Questi prodotti rappresentano attualmente un elemento chiave per lo sviluppo presente e futuro del mercato della birra.

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1 Prefazione Fin dai tempi più remoti la birra è stata un elemento di primaria importanza nelle abitudini alimentari di quasi tutti i popoli. Frutto di un processo produttivo naturale che si tramanda sempre uguale da 6.000 anni, la birra è frutto della fermentazione di malto d’orzo e, in parte minore, di altri cereali miscelati con acqua e con l’aggiunta di lievito e di luppolo che le conferisce il tipico gusto amaro. Il processo di produzione di una grande birra è un’operazione complessa che richiede grande maestria. L’universo birrario è ricco e variegato: una birra si differenzia da un’altra per il colore, il grado alcolico, la fermentazione, provenienza, il sapore, il tipo di malto, i lieviti e gli aromi. Alcune birre sono dissetanti, altre energetiche, ve ne sono chiare rosse e scure. Le garanzie di qualità sono rappresentate dalla giusta temperatura, la protezione dalla luce ed il consumo immediato. Oggi la birra si può considerare un prodotto integralmente nazionale grazie all’agricoltura locale che offre all’industria birraria orzo e cereali di qualità superiore a quelle offerte dal mercato internazionale, la birra nazionale non ha nulla da invidiare a quella estera. La birra è stata analizzata nei suoi molteplici aspetti: l’origine, la storia e la cultura; le materie prime semplici e naturali; il processo produttivo; i criteri di classificazione assai complessi e dinamici; i vari stili (fermentazione alta, bassa e spontanea); l’assaggio: metodo per delineare attraverso gli organi di senso, il profilo organolettico della birra. Lo sviluppo industriale moderno, così come ha favorito la produzione di massa sta ora allargando la distribuzione di massa, anche attraverso la proliferazione di locali birrari, sorti con la consulenza di aziende birrarie che offrono la loro esperienza per realizzare ambientazioni ispirate alle atmosfere più diverse; tali locali sono ai primi posti per la diffusione della birra, pub, brewpub e microbirrerie. È stata anche analizzata la realtà sarda con riferimento all’impianto HeinekenItalia di Macchiareddu. Il mercato mondiale della birra è stato stimato in oltre un miliardo di ettolitri. Durante gli ultimi anni nei Paesi a tradizione birraria gli acquisti non sono cresciuti. Le uniche nazioni che hanno fatto registrare incrementi sono quelle con un produzione vinicola, oppure le zone del Terzo Mondo. L’Estremo Oriente si sta dotando di grandi strutture produttive, interessante è anche l’area del Sud Est asiatico (Singapore, Malesia, Vietnam e Indonesia); il mercato mondiale in maggiore espansione è quello cinese. Attualmente tra i maggiori produttori si discute sia di consolidamento sia di ritiro. Ciò che rende vitale l’attuale fase di attività a livello internazionale è il fatto che il mercato globale della birra sia ancora relativamente frammentato. Le maggiori imprese hanno tutto da giocarsi. Ci si concentra nel campo della gestione delle strategie aziendali incentrate sui marchi, in mercati emergenti come quello cinese, sudamericano e centro-europeo. I maggiori produttori stanno cercando di espandere la loro presenza nei mercati stranieri, registrando incrementi nelle percentuali di vendite. Ciò si è verificato anche perché molti dei principali mercati nazionali del settore sono ormai ampi e saturi. L’espansione internazionale da parte dei produttori ha già dato vita ad una rete complessa di accordi societari tra i grandi concorrenti, si tratta di un fenomeno difficilmente riscontrabile in altre aziende. Il comparto europeo della birra è da tempo animato da una forte spinta concentrativa eseguita dai principali gruppi multinazionali. Concentrazione è la parola d’ordine delle imprese birrarie. Il fenomeno del merger & acquisition in Europa, ma anche in Asia e Africa e America Latina e nelle nuove realtà dell’Europa dell’Est dove i mercati non hanno raggiunto la maturità, è il presupposto per ottenere redditività. Il mercato occidentale delle birra nel complesso ha rilevato un tasso di crescita lento rispetto al resto del mondo. Le dimensioni del mercato continentale diminuiranno presto, superate dal mercato dell’area asiatica e del Pacifico. L’Europa orientale in seguito all’abolizione delle barriere commerciali ha prosperato nel mercato della birra soprattutto nella Repubblica Ceca. I grandi produttori cercano di acquisire una fetta di questo mercato, grazie

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Informazioni tesi

  Autore: Giannina Arangino
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1998-99
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Spanedda Enrico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 88

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Parole chiave

birra
birrificio
heineken
luppolo
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