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“Smart Working”: una possibile soluzione ai malesseri economici e psicologici dell'organizzazione aziendale

È in ottica futura che vorrei provare ad immaginare nuovi scenari possibili nel caso in cui lo smart working venisse portato a regime.
Potrebbe il lavoro agile aiutare l’azienda all’abbassamento dei costi fissi? Potrebbe contribuire al ripopolamento delle zone periferiche del nostro paese? Potrebbe essere complice di una maggior conciliazione dei tempi vita-lavoro? Potrebbe limitare lo stress da lavoro correlato o gli eventi di mobbing interni alle aziende? È su queste riflessioni che ho voluto improntare la mia tesi. Innanzitutto, però, è necessario capire esattamente in che cosa consiste lo smart working e in che cosa si differenzia dal telelavoro.

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4 INTRODUZIONE Il 2020 verrà ricordato come l’anno della pandemia da covid-19. Un virus che in brevissimo tempo ha stravolto totalmente la vita delle persone di tutto il mondo. Le abitudini sia nella sfera privata che nella sfera lavorativa sono necessariamente cambiate. E si sa, ogni cambiamento destabilizza l’equilibrio, già precario, di ogni persona. L’essere costretti a non avvicinarsi ad amici, parenti, affetti. L’indossare la mascherina, che protegge noi e gli altri. Il sanificare, e non il semplice pulire, ogni superficie ed oggetto utilizzato durante le nostre giornate lavorative. Ed è proprio nella sfera lavorativa che questa pandemia ha variato, più che in ogni altro settore, l’iter di ogni singola azione. Già attraverso i primi provvedimenti da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri si è aperta la possibilità, per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio, o comunque a distanza, di utilizzare la modalità agile per lo svolgimento delle proprie mansioni. Nel DPCM del 1° marzo 2020 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° marzo 2020 al n. 52) 1 , all’art. 4, comma 1, lett. a), e nel DPCM del 4 marzo 2020 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 marzo 2020 al n. 55) 2 , all’art.1, comma 1, lett. n) viene stabilito che la modalità di lavoro agile può essere applicata anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti. In condizioni normali il passaggio da lavoro tradizionale a modalità agile si effettua praticando un percorso di formazione per guidare gli atteggiamenti sia dei dirigenti che dei lavoratori. Percorsi di progettazione, sperimentazione, comunicazione, sensibilizzazione, formazione e monitoraggio di questo modello organizzativo. Come è facile immaginare non tutte le attività sono adatte a questo modello di lavoro. Per lo più si parla di mansioni che vengono svolte attraverso strumentazione informatica e per cui non è indispensabile la presenza in sede, rendendosi quindi non vincolati ad uno specifico luogo lavorativo. In tempi pre-covid si stima che i lavoratori occupati in smart working, ricoprissero circa l’1,2% della totalità dei lavoratori impiegati nei settori che più si adattano alla modalità agile per lo svolgimento delle proprie mansioni. Si tratta di una percentuale estremamente bassa, agli ultimi posti a livello europeo. Come mai questo ritardo rispetto, ad esempio, a paesi come Regno Unito (20,2%) e Francia (16,6%)? Probabilmente oltre alla struttura della maggior parte delle imprese, classificabili di piccole e piccolissime dimensioni, vi è anche una scarsa innovazione organizzativa per limiti strutturali per il lavoro da remoto e una bassa digitalizzazione. Per cui le aziende che 1 Cfr. Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 01 marzo 2020, in https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/01/20A01381/sg, ult. cons. 10/07/2021 2 Cfr. Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 04 marzo 2020, in https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/04/20A01475/sg, ult. cons. 10/07/2021

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Informazioni tesi

  Autore: Jennyfer Truffelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze per l'investigazione e la sicurezza
  Corso: Sociologia
  Relatore: Rosita Garzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

FAQ

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Parole chiave

telelavoro
lavoro a distanza
cultura organizzativa
clima organizzativo
rischi
benessere lavorativo
organizzazioni aziendali
stress lavoro correlato
lavoro agile
smart working

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