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Progetti didattico-educativi al suono in alcune scuole elementari dell'Emilia Romagna

"Se percorrendo le sale dei Musei Vaticani ci soffermassimo ad osservare, come attratti dal suo canto, la scultura della Musa Euterpe, donna graziosamente seduta con il flauto tra le mani come se custodisse e proteggesse i segreti dei suoni, può accadere di essere presi dalla suggestione di trovarsi di fronte a colei che con il potere del suono e del silenzio, può toccare le corde segrete dell’animo umano e condurre nel mondo dell’immaginario e del sogno"*.
Così l’eco del suo canto mi ha accompagnato in tutte le fasi del mio percorso nel quale il suono, presente in tutta la vita dell’uomo sin da quella intrauterina, è stato il protagonista così come il potere della musica capace di suscitare forti sensazioni emotive sia in chi la produce che in chi l’ascolta.
Determinante è il ruolo che il gioco musicale può assumere oggi nella realtà scolastica partendo dalla differenza tra animazione musicale intesa come progetto ludico e attivo del fare, in cui la musica ha il compito di aiutare il conseguimento di obiettivi prefissati attraverso la realizzazione di un’esperienza esteticamente gratificante, e la musicoterapia come intervento clinico che incidendo sul complesso rapporto biologico e psicologico tra il suono e l’essere umano, elabora strategie terapeutiche atte a migliorare, mantenere, ristabilire la salute mentale e fisica di soggetti con handicap emotivi, fisici, mentali o psicologici.
La musicoterapia non ha un’univoca interpretazione in quanto è vista come interazione e integrazione di diverse discipline, regolate a loro volta da due aree principali la musica e la terapia e propone diversi metodi di trattamento e basarsi sull’ascolto, sul dialogo sonoro o sull’improvvisazione; essere individuali o di gruppo, integrarsi con tecniche di massaggio, movimento, danza, disegno, teatro, psicodramma ecc. Per questo per la grande varietà di applicazioni, teorie e concezioni ho preferito selezionare quattro principali sostenitori di questa disciplina, che si ispirano a due modelli differenti: quello psicoanalitico (R.Benenzon, E.Lecourt) e quello della psicologia umanistica ( J. Alvin, P. Nordoff & C. Robbins).
“Non è il bambino disabile che va integrato alla classe, ma è la classe che non integra, non completa, se quel bambino manca” sono partita da questa accezione nel delineare gli elementi necessari per un valido percorso di integrazione scolastica, sottolineando come questo concetto venga definito e tradotto in modi diversi dalle istituzioni pubbliche di alcuni Paesi Dell’Unione Europea.
Tra i mediatori dell’azione didattica la scuola italiana sta da qualche tempo scoprendo l’importanza della musicoterapia; soprattutto dopo la riforma scolastica del 1977, che prevedeva l’abolizione delle scuole speciali e delle classi differenziate, si è avviato un lento processo di integrazione che purtroppo ancora oggi non possiamo dire abbia raggiunto una maturazione completa.
Sono molte perciò le proposte della musicoterapia e dell’animazione musicale che, integrate nei POF, possono così trovare legittima pianificazione nelle attività d’arricchimento del curricolo, inserite magari in appositi laboratori nel normale orario settimanale degli alunni.
La parte esperenziale è scaturita in seguito alle mie conoscenze teorico-metodologiche maturate durante il percorso di studi e perfezionate in seguito ad un tirocinio, a cui ho avuto modo di partecipare personalmente, svolto all’interno di due scuole elementari dell’Emilia Romagna.
Infatti gli ultimi due capitoli sono così interamente dedicati all’analisi e descrizione di due progetti educativo-didattici, ai quali ho partecipato attivamente e che mi hanno consentito di raccogliere e descrivere tutto il percorso musicale presente nel materiale cartaceo.
Quanto non c’è si trova invece nel CD interattivo e ipertestuale, risultato delle mie conoscenze multimediali, con il quale presenterò il lavoro in sede di dissertazione: anche i suoni e le voci dei bambini che sento ancora nel mio cuore, insieme agli sguardi d’affetto con cui mi hanno sempre accolto lungo tutto il percorso.

*Dorothea Oberegelsbacher, Giovanna Rezzadore MUSICOTERAPIAIl potere di Euterpe Milano, FrancoAngeli, 2003

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IV Prefazione In questo mio lavoro la parte esperenziale occupa un ruolo significativo rappresentato dal progetto-tirocinio al quale ho personalmente partecipato per diversi mesi; questo mi ha consentito di entrare nel mondo scolastico attraverso un percorso musico- terapeutico finalizzato all’integrazione sia di bambini portatori di handicap che con semplici difficoltà. Il risultato è tutto qui dentro: osservazioni e descrizioni di obiettivi, strumenti metodologici, spazi, materiali funzionali, fasi di lavoro; e in questo Cd multimediale dove ho selezionato i filmati da me effettuati, dei giochi musicali più significati e creativi di tutto il percorso. Ma ciò che forse non traspare è l’affetto e l’entusiasmo con cui i bambini mi hanno sempre accolto consentendomi così di entrare in sintonia con il loro mondo affettivo e sonoro. A tutti sono profondamente grata così come anche alla musicoterapeuta Nicoletta Bettini che con la sua professionalità e disponibilità mi ha fatto da guida. Inoltre in modo particolare ringrazio: Prof. Franchino Falsetti che ha reso possibile la parte esperenziale, e per essermi stato pazientemente vicino durante la stesura. Prof. Roberto Caterina per essersi assunto l’impegno di questa ricerca.

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Chiara Achilli
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Roberto Caterina
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 174

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