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Il gruppo: setting d'elezione per il trattamento del paziente borderline. L'esperienza del gruppo IPT nella Comunità Terapeutica Casa S. Paolo di Vedano al Lambro

Il Disturbo Borderline di Personalità non è un disordine raro. Interessa circa il 2% della popolazione. Nelle cliniche psichiatriche, ovviamente, il tasso di prevalenza è molto più alto! Circa 15 – 20% dei ricoverati psichiatrici e circa 10% dei pazienti esterni degli ambulatori hanno un Disturbo Borderline di Personalità. Questo disturbo è molto comune sia fra gli adulti che fra gli adolescenti e i giovani, con i più alti tassi di incidenza nella fascia di età compresa fra 18 e 35 anni. Nelle donne il disturbo appare essere più rappresentato, essendo diagnosticato con una frequenza che è circa 2/4 delle volte quella riscontrata negli uomini. Questo è forse anche dovuto al fatto che gli uomini con problemi simili (o con questo tipo di stili interattivi e comportamentali) sono classificati più spesso come affetti da Disturbo Antisociale di Personalità o da Disturbo Narcisistico di Personalità [Winkler, 2004].
Il Disturbo Borderline di personalità è una delle più complesse e controverse entità diagnostiche.
Le Istituzioni Sanitarie si troveranno, in un recente futuro, alle prese con pazienti affetti da un disturbo ancora non del tutto conosciuto dettagliatamente; è la nostra Società che, con le sue caratteristiche, la sua velocità, la sua caoticità, incrementa notevolmente, accanto a problematiche delle fasi precoci dello sviluppo e a difficoltà nei processi di separazione-individuazione, lo sviluppo di questa patologia. La rapidità dei cambiamenti genera confusione rispetto ai valori di riferimento, accentuata ed incrementata a volte, da scarsi dispositivi sociali riparatori e/o compensatori di carenze familiari. Tutto ciò determina l’impossibilità di relazioni ben integrate e funzionali con l’altro, così che le relazioni oggettuali delle persone affette da disturbi di personalità sono dominate dalla scissione, dal momento che i processi di differenziazione non hanno potuto seguire un naturale sviluppo evolutivo.
Il Disturbo di Personalità Borderline ha mandato in crisi vecchi modelli adottati per la cura della patologia psicotica, risultati infatti poco efficaci per questo tipo di pazienti.

In questo lavoro l’attenzione viene rivolta all’importanza del setting gruppale che si pone come contesto d’elezione per la cura del paziente Borderline; questo infatti ha notevoli difficoltà sul piano emotivo-relazionale ed il gruppo si propone allora come “microcosmo” per far esperienza con interazioni interpersonali correttive e più funzionali.

Nel primo capitolo si descrive il concetto di “Personalità” e si delinea la sua evoluzione durante il processo di sviluppo del bambino.
Nel secondo capitolo l’attenzione viene focalizzata invece verso l’analisi dei Disturbi di Personalità considerati e descritti dal DSM-IV.
Il focus sul Disturbo Borderline di Personalità è esplicitato nel capitolo terzo, nel quale, dopo alcune considerazione teoriche relative al concetto “Borderline”, si lascia ampio spazio alla valutazione descrittiva e psicodinamica, all’eziologia e ai contributi teorici e d’intervento terapeutico più recenti.
Il quarto capitolo è interamente dedicato al Gruppo, come setting terapeutico d’elezione per la cura del paziente Borderline. Vengono accennati i riferimenti storici più significativi concernenti l’evoluzione dell’intervento gruppale per il trattamento della malattia psichica e si indagano poi le dinamiche che il gruppo tende ad alimentare come portatrici di cambiamento, all’interno della continua dialettica individuazione-fusione nella spirale del tempo.
Nel capitolo quinto viene presentato il modello terapeutico d’intervento adottato nella Comunità Terapeutica Casa S. Paolo di Vedano al Lambro. L’IPT (Terapia Psicologica Integrata), viene impiegato per la cura di un gruppo di sei pazienti della Comunità che, dal Gennaio 2007 fino ad oggi si incontrano regolarmente due volte alla settimana. L’IPT si articola in un Training Cognitivo ed in un Training Sociale.
Il capitolo sesto approfondisce il processo di sviluppo e cambiamento di O., il paziente con Disturbo di Personalità Borderline, nel percorso terapeutico dell’IPT. Da un’attenta valutazione qualitativa circa le dinamiche gruppali e del singolo individuo, emerge l’efficacia del gruppo e del modello per il trattamento di tale patologia.
Infine nel settimo capitolo si introduce un breve ragionamento in riferimento alla rilevanza di una terapia integrata per la cura della patologia Borderline. Si confrontano poi i modelli di intervento che attualmente vengono più utilizzati nel contesto clinico, individuandone fattori comuni. Il metodo IPT, anche se progettato inizialmente per la cura della Schizofrenia, sembra condividere con essi molti di questi aspetti indispensabili all’interno di un percorso di cura della Patologia Borderline di Personalità.

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6 R IASSUNTO Il lavoro viene articolato in due parti. La prima sezione è di stampo descrittivo. Vengono presentati da un punto di vista categoriale e psicodinamico i Disturbi di Personalità; particolare attenzione è data al Disturbo Borderline di Personalità sempre più diffuso nella odierna società occidentale Partendo dal concetto di Personalità e soffermandoci sul suo sviluppo durante la crescita del bambino, si descrivono poi nel dettaglio le varie psicopatologie che caratterizzano una Personalità disfunzionale. La seconda sezione è invece di carattere osservativo/sperimentale. Dopo aver delineato l’importanza del setting gruppale, per il trattamento di pazienti con Disturbo Borderline di Personalità, viene illustrata l’esperienza nella Comunità Terapeutica per pazienti psicotici e con disturbi di Personalità, Casa S. Paolo di Vedano al Lambro. La partecipazione al trattamento di gruppo, secondo il modello IPT (Terapia Psicologica Integrata), di un paziente con diagnosi di Personalità Borderline, viene quindi esplicitata definendo le dinamiche gruppali emerse e i cambiamenti avvenuti nel gruppo e nel singolo partecipante. Infine si introduce un ragionamento generale circa i diversi interventi terapeutici attuali più frequentemente adottati nel contesto clinico, per la cura di tale patologia, evidenziando alcuni fattori comuni tra questi e il modello IPT, nato originariamente per il trattamento della Schizofrenia.

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Cesana
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia clinica e neuropsicologia
  Relatore: Silvia Dina Corbella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 166

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