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I sindaci della Lega Nord

Un lavoro di ricerca frutto di analisi sia quantitativa che qualitativa.
La prima parte è dedicata 1) alla collocazione e alla diffusione geografica dei sindaci leghisti attraverso l’ausilio di mappe 2) alle caratteristiche socio-demografiche della popolazione oggetto di studio 3) all’analisi dell’offerta politica leghista alle elezioni amministrative dal 2006 al 2009.
La seconda parte del lavoro si fonda su un’approfondita analisi di tipo qualitativo. Ho condotto, perciò, 11 interviste discorsive semistrutturate a sindaci e assessori che, per la loro collocazione geografica e socio-politica rappresentassero dei testimoni privilegiati della fenomenologia leghista. Attraverso un procedimento di tipo ermeneutico ho indagato 1) la loro biografia professionale e politica, percorsi di carriera e di adesione al partito 2) la loro azione amministrativa e quella della giunta da assi guidata 3) i rapporti fra la giunta ed il partito 4) le città che gli intervistati amministrano, punti di forza e di debolezza 5) l’attività delle giunte, ponendo particolare attenzione alle politiche per l’immigrazione e l’integrazione e quelle sulla sicurezza urbana.

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1 INTRODUZIONE 1. Avvicinarsi alla Lega Nord La Lega Nord è il partito più longevo fra quelli presenti attualmente in parlamento1. Tale affermazione la ritroviamo in forma analoga sulle prime pagine delle numerose pubblicazioni sul partito di Bossi, uscite negli ultimi due anni a firma di autorevoli cronisti di importanti testate nazionali e regionali [Parenzo, Romano 2008; Signore, Trocino 2008; Passalacqua 2009, Jori 2009]. Questo proliferare di libri sull’argomento ha coinciso con il rinnovato slancio con cui la Lega ha affrontato le scadenze elettorali e le vicende politiche degli ultimi quattro anni. Gli ottimi risultati, conseguiti dal Carroccio, hanno fatto maturare l’esigenza, nel vasto pubblico italiano e non solo fra gli addetti ai lavori, di disporre di una chiave di lettura nuova; una bussola per orientarsi nel periglioso mare della politica italiana. Questi testi, non a caso, hanno il merito di arrivare nel momento stesso in cui la Lega Nord compie il venticinquesimo anno di età2. Un punto questo, in cui è possibile tracciare, se non un bilancio, almeno un ritratto abbastanza realistico del fenomeno Lega. Il problema che salta subito all’occhio, che può coincidere con il limite di alcune di queste opere, è proprio il tentativo di spiegare questa fenomenologia in maniera omnicomprensiva, con l’ambizione mal celata di non trascurare nulla; o almeno niente di rilevante. Ma l’impresa svela subito la sua inattuabilità. E’ irrealistico, nei fatti, tentare di render conto di un fenomeno tanto complesso in una sola manovra, o di farlo attribuendo uguale importanza a tutti i suoi aspetti. Di contro, la scelta di temi, vicende e processi considerati maggiormente rilevanti, mette lo studioso di fronte al difficile esercizio della selezione. Compito, quest’ultimo, tutt’altro che asettico. Cos’è stato poco rilevante per loro non lo sarà per me in questo lavoro. Infatti, la tendenza prevalente è stata quella, forse più agevole, di adottare un approccio cronologico delle vicissitudini della Lega e dei suoi membri più autorevoli: un racconto, persino un romanzo [Parenzo, Romano 2008], delle vicende accadute, negli ultimi trent’anni, in quella lingua di terra compresa fra il Po e le Alpi. Una serie di episodi, quelli narrati, che ci permettono di 1 Se si escludono i Radicali che, infatti, non trovano posto in un gruppo parlamentare proprio ma in quello del Partito Democratico. 2 Trenta se si considera, come molti fanno, l’inizio della Lega Nord con la nascita della Liga Veneta. Per Bossi, invece, la Lega Nord nasce nel 1984 con la fondazione della Lega Autonomista Lombarda.

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Informazioni tesi

  Autore: Mattia Fadda
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia della Multiculturalità
  Relatore: Ilvo Diamanti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 142

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