Skip to content

«Il diritto di chi sa meglio civilizzare». Riflessi della colonizzazione italiana in Libia sulle pagine de “Il Corriere della Sera”.

Sono passati ormai cento anni da quel lontano 3 ottobre 1911 in cui i soldati del generale Carlo Caneva sbarcarono sulle coste della tanto celebrata “Quarta sponda”: la Libia. Da quel giorno, fino all’estate 1943, tante forze ed altrettante risorse furono impiegate per il mantenimento di una colonia che ha prodotto più perdite che guadagni, sia in termini economici sia in termini di vite umane.
Dalle prime schermaglie con l’Impero Ottomano alla guerriglia coi libici che accompagnò lo sbarco; dalla lotta alla resistenza senussa alla durissima repressione di Sciara Sciat; dalla rivolta guidata da Omar al-Mukhtar alla progettazione e realizzazione dei campi di concentramento in Cirenaica. La colonizzazione italiana della Libia non ha avuto un attimo di tregua e gli scontri con i colonizzati erano quasi all’ordine del giorno. Ma com’è possibile che nessuno si fosse accorto che la campagna coloniale libica sarebbe stata molto complicata e forse inutile? Il governo Giolitti e quelli che gli si sono avvicendati, davvero credevano in un successo politico, militare ed economico dell’avventura in Libia? E soprattutto, l’opinione pubblica come vedeva questa scelta dei governi italiani?
Un ruolo fondamentale in questo scenario lo ebbero i quotidiani, ovvero i mezzi di comunicazione di massa più diffusi insieme alla radio. La stampa, in effetti, potendo raggiungere un numero molto alto di lettori, fu il principale veicolo di informazioni ma anche di ideologie, come quella secondo cui è consigliabile anzi, necessario permettere la colonizzazione europea dei paesi sottosviluppati in nome di un “diritto di chi sa meglio civilizzare”. Ed è proprio dall’analisi di un quotidiano che prende piede questa trattazione: Il Corriere della Sera, il quotidiano con più ampia diffusione nel 1911.
Di seguito saranno infatti presentati diversi articoli tratti dal quotidiano milanese tra la primavera e l’autunno del 1911, il periodo, cioè, che precedette la decisione di conquistare la Libia. Sarà possibile vedere come e quanto i colonnisti sostennero l’intervento italiano nello scenario geopolitico internazionale; si potrà cogliere un crescendo di intensità nei toni, spesso retorici, che accompagnarono la propaganda colonialista; e soprattutto sarà possibile capire quanto la pressione dei mass media, ieri come oggi, sia in grado di influenzare l’operato dei governi. Una perfetta macchina da propaganda che contribuì in modo determinante alla decisione di scendere nell’arena delle grandi potenze colonizzatrici.

La tesi sarà quindi strutturata come segue: il primo capitolo fornirà le coordinate contestuali entro cui ha avuto inizio la colonizzazione della Libia, con uno sguardo ai precedenti in Eritrea, Somalia ed Etiopia; inoltre verrà presentato approfonditamente il processo coloniale libico, dai primi interventi nel 1911 alla perdita di tutte le colonie nel 1943. Nel secondo capitolo, invece, l’attenzione verrà focalizzata sui discorsi colonialisti e sulla propaganda che accompagnò l’avventura italiana sul suolo libico; da qui potrà così svilupparsi un’attenta analisi degli articoli con i quali il Corriere della Sera incitò all’intervento e sostenne la causa del colonialismo in Italia. Infine, nel terzo capitolo, si cercherà di valutare le conseguenze che la propaganda e i discorsi colonialisti sortirono nell’opinione pubblica e nelle scelte di governo, sfatando anche il mito degli “italiani brava gente” che per tanti anni impedì uno sguardo critico nei confronti del colonialismo italiano.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Mostra/Nascondi contenuto.
4 Prefazione Sono passati ormai cento anni da quel lontano 3 ottobre 1911 in cui i soldati del generale Carlo Caneva sbarcarono sulle coste della tanto celebrata “Quarta sponda”: la Libia. Da quel giorno, fino all’estate 1943, tante forze ed altrettante risorse furono impiegate per il mantenimento di una colonia che ha prodotto più perdite che guadagni, sia in termini economici sia in termini di vite umane. Dalle prime schermaglie con l’Impero Ottomano alla guerriglia coi libici che accompagnò lo sbarco; dalla lotta alla resistenza senussa alla durissima repressione di Sciara Sciat; dalla rivolta guidata da Omar al-Mukhtar alla progettazione e realizzazione dei campi di concentramento in Cirenaica. La colonizzazione italiana della Libia non ha avuto un attimo di tregua e gli scontri con i colonizzati erano quasi all’ordine del giorno. Ma com’è possibile che nessuno si fosse accorto che la campagna coloniale libica sarebbe stata molto complicata e forse inutile? Il governo Giolitti e quelli che gli si sono avvicendati, davvero credevano in un successo politico, militare ed economico dell’avventura in Libia? E soprattutto, l’opinione pubblica come vedeva questa scelta dei governi italiani? Un ruolo fondamentale in questo scenario lo ebbero i quotidiani, ovvero i mezzi di comunicazione di massa più diffusi insieme alla radio. La stampa, in effetti, potendo raggiungere un numero molto alto di lettori, fu il principale veicolo di informazioni ma anche di ideologie, come quella secondo cui è consigliabile anzi, necessario permettere la colonizzazione europea dei paesi sottosviluppati in nome di un “diritto di chi sa meglio civilizzare”. Ed è proprio dall’analisi di un quotidiano che prende piede questa trattazione: Il Corriere della Sera, il quotidiano con più ampia diffusione nel 1911.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Il miglior software antiplagio

L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.

Informazioni tesi

  Autore: Fabio Gelmini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Scienze della comunicazione e dell'economia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Andrea Rapini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.

Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi