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Il Capitale relazionale nei sistemi produttivi della DOCG Brunello di Montalcino e della DOC Alcamo

Le trasformazioni che attualmente stanno caratterizzando le imprese agro-alimentari sono rilevanti (Gregori e Cardinali, 2006) e questi processi di cambiamento hanno coinvolto anche le imprese vinicole italiane, interessando le dinamiche competitive (Mattiacci et al, 2005), i rapporti di filiera (Vagnani e Volpe, 2009), le modalità di rapporto con il territorio (Fait e Iazzi, 2008), il comportamento di acquisto e di consumo (Orth et al, 2005).
Differenti autori hanno evidenziato come gli elementi immateriali della gestione d'impresa abbiano un ruolo particolarmente rilevante nel business del vino; ciò sembra valere sia per le imprese di grande dimensione, sia per le piccole. Le risorse di conoscenza, di fiducia e di cooperazione svolgono un ruolo rilevante in questo settore e gli elementi che compongono il capitale intellettuale (Capitale Umano, Strutturale e Relazionale) possono interpretare questa nuova prospettiva (Cardinali, 2010).
Con specifico riferimento al capitale relazionale va comunque osservato che per molti dei nostri produttori di vino l'orientamento al prodotto sia ancora molto presente, dedicando, al contrario, poche risorse allo sviluppo di questo asset intangibile.
A fronte di un necessario potenziamento dell'orientamento commerciale, andrebbero approfondite le modalità di sviluppo delle competenze necessarie per generare valore in termini di capitale relazionale. In tal senso, si rileva la necessità di diffondere una nuova cultura di gestione che consideri lo sviluppo della relazione tra impresa e sistema degli stakeholder una condizione vantaggiosa per entrambe le parti (Cardinali, 2010).
In questa prospettiva, nel presente lavoro, si sono voluti rilevare gli aspetti relazionali (capitale e capacità relazionale) del sistema produttivo del vino Alcamo DOC, considerando sia le relazioni esistenti fra le imprese della DOC, sia le relazioni che intercorrono tra le stesse imprese, i consumatori finali, gli altri attori dell’economia locale e l’ambiente istituzionale, al fine di valutare la capacità di questo sistema produttivo di contribuire, insieme agli altri attori locali, alla contestuale qualificazione del territorio di appartenenza e del prodotto vino, quale espressione del territorio stesso.
Si è, inoltre, confrontato tale sistema di relazioni con quello realizzato da un sistema più organizzato come quello rappresentato dalla DOCG Brunello di Montalcino toscano, al fine di presentare alcune indicazioni per innescare processi di cambiamento ed innovazione che rendano possibile un aumento della competitività del territorio dell’Alcamo DOC.

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5 I. La Qualità nel sistema Agroalimentare Premessa L‘imponente offerta internazionale di risorse alimentari a basso prezzo, unitamente all‘evolversi della domanda di qualità e sicurezza alimentare da parte del consumatore, pone il settore agroalimentare nazionale di fronte a delle importanti scelte strategiche. E‘ ormai ampiamente riconosciuto che la valorizzazione della qualità delle produzioni agroalimentari, non solo rappresenta un fattore di forte competitività sui mercati internazionali, ma è anche diventata una filosofia che ispira specifici comportamenti di consumo. Accanto ad un‘omologazione degli stili alimentari - tendenza legata prevalentemente al consumo di alimenti di massa - si rafforza una domanda di prodotti sempre meno collegata al giusto rapporto tra ―sapore/prezzo‖ e sempre più riconducibile ad una dimensione di benessere correlabile alla salute umana, al rispetto dell‘ambiente e dei lavoratori, ma anche alla ricercatezza gastronomica a forte identità culturale e territoriale. La ―qualità‖ dei prodotti agroalimentari, infatti, è un termine che comprende diversi elementi legati alla sicurezza sanitaria, al valore nutritivo, alle caratteristiche organolettiche, al processo produttivo, al contenuto in servizi, a fattori culturali e di appartenenza territoriale ed etico-sociali. Le esigenze che la qualità è chiamata a soddisfare possono essere dunque di carattere primario, connesse cioè con la tutela di bisogni essenziali, quali la sicurezza, la salute e i diritti fondamentali delle persone in genere, o di natura accessoria, relative al soddisfacimento di esigenze materiali e spirituali che trascendono i bisogni essenziali, quali le prestazioni, l‘affidabilità, la durata, la bellezza, il comfort e le caratteristiche qualitative in genere dei beni e servizi su cui si basa la vita economica e civile della società moderna. La qualità può avere, inoltre, una valenza essenzialmente ―economica‖ (soddisfacimento di esigenze tecnico-economiche nel quadro di uno specifico rapporto contrattuale) o una più ampia valenza ―sociale‖, non necessariamente regolata da rapporti contrattuali diretti (es. qualità ambientale, rispetto dei lavoratori e altre forme di gestione socialmente responsabile dei processi produttivi e di servizio). In tutti i casi, la qualità deve essere ―misurabile‖ ed i costi associati alla sua realizzazione e assicurazione (conferimento ai prodotti e servizi della capacità di soddisfare i bisogni correlati e relativa dimostrazione di conformità) – siano essi a carico di singoli soggetti o della collettività – devono essere commisurati ai benefici realmente arrecati, così come percepiti, spesso soggettivamente, dagli utenti della medesima.

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Informazioni tesi

  Autore: Lorella Di Giovanni
  Tipo: Tesi di Dottorato
Dottorato in Dottorato di Ricerca in Economia e Politica Agraria
Anno: 2011
Docente/Relatore: Pietro Columba
Istituito da: Università degli Studi di Palermo
Dipartimento: DEMETRA
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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