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Vittorio Bodini e l'antologia dei ''Poeti surrealisti spagnoli''

Traduttore, critico, autore di poesie e di racconti, Vittorio Bodini fu uno dei più grandi protagonisti dell'ispanismo italiano a partire dagli anni Trenta. Visse quattro anni a Madrid, dove si recò nel 1946, dopo aver ottenuto una borsa di studio da parte del Ministero degli Esteri spagnolo, e vi rimase fino al 1949.
Durante il soggiorno madrileno scoprì i diversi aspetti della cultura, dell'arte e del folklore iberico, mostrando nella sua poesia i segni evidenti dell'influenza spagnola e lorchiana in particolare. Il legame con la Spagna, manifestato a più riprese nella sua poetica, contribuì alla formazione di un asse ideale che univa il Salento al Sud spagnolo e più in generale europeo. Attraverso l'esperienza spagnola Bodini fu in grado di riscoprire la sua terra: come ha fatto notare Walter Pedullà, «gli spagnoli lo aiutarono a capire la natura e la “sua” natura. Attraverso loro Bodini intuì il “suo” Sud, dove il dato concreto è già immagine, dove il paesaggio e la vita assumono, senza intermediari culturali, connotati surrealistici».
Si è quindi proceduto, in prima battuta, a prendere in considerazione questa rilevante compenetrazione tra Spagna e Meridione, cifra stessa della poetica bodiniana. Tanto che Oreste Macrì, riferendosi alla raccolta poetica Luna dei Borboni , afferma che essa «nasce per un atto di vitalizzazione storico-geografica aliena (spagnola) del sostrato apulo (e anche fiorentino); come a dire che coincidono l'ispanizzazione del Salento e la Spagna salentinizzata».
Bodini, infatti, assorbì nella sua poesia la lezione della generazione del '27, a cui si deve il merito di aver scoperto il barocco di Góngora, che venne a sua volta accolto nei versi bodiniani e rivitalizzato dalle memorie salentine e ispaniche più recenti.
L'entusiasmo culturale dello scrittore salentino non si esaurisce qui; la propensione allo studio e alla realizzazione letteraria lo portò a fertili e intensi dialoghi con i più grandi letterati del nostro tempo, di cui i carteggi sono la più grande testimonianza; in particolare è di nostro interesse il denso sodalizio che legò Bodini a Sciascia e a Macrì.
La ricognizione, necessariamente cursoria, riguarderà quegli aspetti pertinenti all'universo ispanico che andiamo qui trattando, ricordando che l'argomento, di per sé più vasto, necessita di uno spazio definito entro cui svilupparsi.
Solo dopo aver messo a fuoco e approfondito ognuno di questi temi, senza i quali non si potrebbe ben comprendere la portata delle traduzioni di Bodini, sarà possibile dedicarsi all'antologia I Poeti del surrealismo spagnolo. L'opera è un riassunto compiuto del lavoro di Bodini sui poeti surrealisti, vale a dire sugli esponenti di spicco della generazione del '27. Edita per la prima volta nel 1963 presso Einaudi, conta la presenza di nove poeti e di un eccellente saggio introduttivo, all'interno del quale Bodini ci fornisce una sorta di carta di identità del surrealismo, necessaria per comprendere il valore e il carattere dei testi riportati.
Cuore pulsante di questa dissertazione letteraria, l'antologia è sia testimonianza della validità dell'esperienza poetica spagnola che dimostrazione delle competenze traduttive di Bodini, che ha qui raggiunto esiti esemplari.
Nella seconda parte della tesi, infine, si è deciso di concentrare l'attenzione su tre dei poeti antologizzati, dei quali selezioneremo a campione delle liriche e forniremo una breve analisi poetica e traduttologica.
I poeti spagnoli, in ordine di comparsa, saranno Juan Larrea, Federico García Lorca, che compare nell'antologia con Poeta en Nueva York, e Rafael Alberti, di cui Bodini inserì la traduzione dell'intera raccolta Sobre los ángeles. Concluderemo il discorso soffermandoci sul ruolo del poeta traduttore, compiendo un confronto tra una traduzione di Bodini con altre traduzioni italiane.
Questa scelta ci è sembrata particolarmente utile per illuminare lo stato dei rapporti esistenti tra poesia spagnola e traduzione in italiano. Infatti, quando una traduzione non tradisce le intenzioni e le armonie del testo originale, ma vi aderisce, non meccanicamente, imprimendovi aspetti del proprio substrato culturale, si colloca in un campo di studi entro cui è possibile cogliere ciò che distingue una traduzione meramente di “servizio” da una di natura poetica.

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III Introduzione Traduttore, critico, autore di poesie e di racconti, Vittorio Bodini fu uno dei più grandi protagonisti dell’ispanismo italiano a partire dagli anni Trenta 1 . Visse quattro anni a Madrid, dove si recò nel 1946, dopo aver ottenuto una borsa di studio da parte del Ministero degli Esteri spagnolo, e vi rimase fino al 1949. Durante il soggiorno madrileno scoprì i diversi aspetti della cultura, dell’arte e del folklore iberico, mostrando nella sua poesia i segni evidenti dell’influenza spagnola e lorchiana in particolare. Il legame con la Spagna, manifestato a più riprese nella sua poetica, contribuì alla formazione di un asse ideale che univa il Salento al Sud spagnolo e più in generale europeo. Attraverso l’esperienza spagnola Bodini fu in grado di riscoprire la sua terra: come ha fatto notare Walter Pedullà, «gli spagnoli lo aiutarono a capire la natura e la “sua” natura. Attraverso loro Bodini intuì il “suo” Sud, dove il dato concreto è già immagine, dove il paesaggio e la vita assumono, senza intermediari culturali, connotati surrealistici» 2 . Si è quindi proceduto, in prima battuta, a prendere in considerazione questa rilevante compenetrazione tra Spagna e Meridione, cifra stessa della poetica bodiniana. Tanto che Oreste Macrì, riferendosi alla raccolta poetica Luna dei Borboni 3 , afferma che essa «nasce per un atto di vitalizzazione storico-geografica aliena (spagnola) del 1 Vittorio Bodini nasce a Bari il 6 gennaio del 1914 da una famiglia di origine e tradizione leccesi. 2 W. PEDULLÀ, «Avanti!», 2 ottobre 1996, poi in Omaggio a Bodini, p. 244. L’Omaggio a Bodini, opera miscellanea pubblicata a ridosso della morte dell’autore, avvenuta nel 1970, è un interessante punto di partenza per la conoscenza del poeta salentino, perché riunisce numerosi interventi critici, studi e recensioni composti in concomitanza con l’apparire delle sue opere. Si tratta quindi di una sostanziosa antologia della critica bodiniana. 3 V. BODINI, La luna dei Borboni, Meridiana, Milano 1952.

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Informazioni tesi

  Autore: Marialice Pasquini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Giuseppe Langella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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