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1. Introduzione. 
 
L’interesse che mi ha spinta a trattare del personaggio di Benjamin Murmelstein è 
scaturito dal fatto che, nonostante, il tema della Shoah
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 sia stato trattato più volte e in 
molteplici forme, molti aspetti non sono ancora oggi conosciuti o sono stati messi in 
secondo piano dalla storiografia nel corso degli anni. 
Una sorta di cercare il “nuovo nel vecchio”, dunque, e riuscire così a raccontare la 
storia di quest’ultimo decano sopravvissuto, che da sempre è stato visto dalla 
storiografia e dagli studiosi in maniera negativa mettendo in luce principalmente solo 
una versione dei fatti 
Nonostante, con il tempo, la storiografia e, con essa, l’opinione su Murmelstein siano 
leggermente cambiate, ancora oggi il suo nome è motivo di discussione e di pareri 
discordanti, dunque l’obiettivo di questa tesi è quello di studiare e riportare anche la 
versione dei fatti che per anni è stata messa da parte e ribaltare il pensiero della 
storiografia nei confronti dell’ultimo decano di Theresienstadt creatasi nel secondo 
dopoguerra, così da poter avere un quadro completo in modo che ognuno posso 
valutare gli elementi in questione e avere un’opinione personale dei fatti. 
Il mio secondo obiettivo è quello di far sì che si conosca la sua storia, il suo operato e i 
motivi che si celano dietro ogni sua scelta soprattutto attraverso gli occhi di suo figlio 
Wolf Murmelstein, bambino di Theresienstadt, grazie ad un’intervista che fornisce 
informazioni dirette delle esperienze vissute dalla famiglia Murmelstein. 
Infine il mio fine ultimo è, oltre a voler raccontare la sua storia, quello di portare 
avanti la memoria, il ricordo. 
Infatti il “Ricordo”, in ebraico “Zakhor” è il caposaldo dell’ebraismo, non è solo il 
verbo cardine della religione e della cultura ebraica ma è anche il verbo principale del 
IV comandamento, è il principio fondamentale per l’ebraismo fin dalla prima Diaspora 
e soprattutto dopo la Shoah ed è ciò che ci rimarrà quando anche l’ultimo 
                                              
1
 Termine ebraico («tempesta devastante», dalla Bibbia, per es. Isaia 47, 11) col quale si suole indicare lo 
sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale; è vocabolo preferito a olocausto in quanto 
non richiama, come quest’ultimo, l’idea di un sacrificio rituale. 
“Shoah” in Enciclopedia Treccani  URL http://www.treccani.it/enciclopedia/shoah/ [consultato in data 11/07/18]
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sopravvissuto della Shoah sarà scomparso. 
Per quanto concerne le fonti utilizzate, ho cercato di attuare una scrematura tra i 
molteplici libri e documenti letti e studiati durante il mio percorso, in modo da 
scegliere, per ogni capitolo e tema trattato, quelli che rendessero più chiaro e lineare il 
mio elaborato; la fonte che ho utilizzato come principale, oltre ad essere la base delle 
mie ricerche, è: Storia della Shoah, composto da cinque volumi e curato da diversi 
studiosi quali Marina Cattaruzza, Marcello Flores, Simon Levis Sullam ed Enzo 
Traverso. 
Inoltre sono andata ad attingere tra fonti di tipologia diversa scegliendone alcune tra le 
autobiografie, come “Terezin. Il ghetto modello di Eichmann” di Benjamin 
Murmelstein; biografie di terzi come “L’ultimo degli ingiusti” di Claude Lanzmann; 
enciclopedie, soprattutto per termini e specificazioni di fatti storici; siti storici e libri 
che trattano di un determinato argomento nello specifico. 
Di vitale importanza sono state le fonti fornitemi dal Dr. Wolf Murmelstein sulla vita 
di suo padre Benjamin, sulla storia degli Judenräte e su Hannah Arendt e Claude 
Lanzmann. 
Questa Tesi di Laurea Triennale ha, dunque, l’obiettivo di: 
 
➢ Esaminare e illustrare il contesto storico in oggetto e la storiografia creatasi 
dopo il secondo conflitto mondiale. 
➢ Ribaltare l’idea della storiografia che si formò nei confronti di Benjamin 
Murmelstein. 
➢ Presentare e raccontare la storia, la vita e l’operato di quest’ultimo decano che 
operò a Theresienstadt. 
➢ Riportare l’intervista con Wolf Murmelstein in modo da avere una visione più 
chiara e un punto di vista più particolare su Benjamin Murmelstein. 
➢ Trasmettere l’importanza della Memoria in modo da portar avanti il ricordo di 
questo Genocidio ed evitare che oggi si ripetano simili azioni nei confronti 
dell’umanità. 
➢ Analizzare diverse fonti e scegliere quelle più appropriate per il suddetto lavoro 
di tesi triennale.
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2. Premessa Storica. 
 
Il popolo ebraico è stato, fin dalla Diaspora
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, un popolo errante; infatti, sino alla 
creazione dello Stato di Israele, proclamato dal leader David Ben Gurion il 14 maggio 
1948
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, ha sempre convissuto con altre etnie e religioni in diversi Stati e a contatto con 
realtà diverse. 
Nel corso della storia ci son state molteplici forme di persecuzioni nei confronti degli 
ebrei, dall’Impero Romano ai Regni cattolici spagnoli e spesso gli ebrei hanno dovuto 
portare segni distintivi per evitare una “mescolanza” o rapporti sessuali tra cristiani e 
membri di una religione considerata “inferiore”. 
Tuttavia, nonostante l’esistenza degli ebrei non sia mai stata particolarmente facile, 
non si era mai giunti a uno sterminio sistematico della popolazione ebraica: per questo 
si dovrà aspettare l’ascesa di Hitler e ciò che noi conosciamo con il termine “Soluzione 
finale della questione ebraica”. 
 
2.1.  La Shoah. 
Nel corso del XIX e del XX secolo ci furono due realtà distinte in Europa per quanto 
concerne la posizione e il ruolo degli ebrei all’interno delle varie nazioni. 
Mentre in Occidente, a seguito dei moti liberali e dalla circolazione dei rivoluzionari 
concetti di uguaglianza e libertà, gli ebrei si stavano progressivamente integrando con 
la popolazione dello stato in cui vivevano; in Oriente vi era un clima di terrore a causa 
dei Pogrom sempre più presenti nella realtà del tempo.
4
 
Possiamo notare, dunque, che l’antisemitismo era in continua crescita e già ben 
presente prima dell’ascesa al potere di Hitler, questo poté facilitare i piani del dittatore 
austriaco. 
                                              
2
 S'intende generalmente con questo nome la "disseminazione" (gr. διασπορά) o dispersione degli Ebrei nel 
mondo antico, dall'esilio babilonese in poi. 
“Diaspora” in Enciclopedia Treccani URL http://www.treccani.it/enciclopedia/diaspora_%28Enciclopedia-
Italiana%29/ [consultato in data 25/07/18] 
3
 LIBERTI Matteo, “La nascita dello stato d’Israele” in “Storia”  s.d, URL 
http://www.instoria.it/home/Israele.htm [consultato in data 25/07/18] 
4
 FOA Anna, “ Diaspora: storia degli ebrei nel novecento”, Bari, Laterza, 2009, pp. 14-17
6 
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, il 28 luglio 1914, gli ebrei si illusero di 
poter migliorare la loro posizione partecipando attivamente alla guerra e dando la vita 
per la propria patria. 
Ciò nonostante con il termine della prima guerra mondiale le loro speranze si 
rivelarono effimere, alimentate anche dal fatto che si passò dagli Imperi alla nascita di 
Stati Nazionali, ma soprattutto, a seguito della crisi che colpì l’Europa per le spese 
indotte nella Grande Guerra e la ricerca ossessiva di un capro espiatorio a cui 
addossare la colpa del malcontento creatosi tra la popolazione.
5
 
Nella Germania del primo dopoguerra, infatti, si fece strada un nuovo partito di 
stampo conservativo: il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP), 
che trovò il suo leader nella figura carismatica di Adolf Hitler. 
Hitler nacque a Braunau am Inn (Austria) il 20 aprile 1889 e partecipò alla prima 
guerra mondiale dove fu ferito alla gamba sinistra da una scheggia di granata e dove 
acquisì un grande senso di patriottismo tedesco nonostante non facesse parte 
dell’Impero tedesco. 
Partecipò al putsch di Monaco l’8 novembre 1923 dove fu arrestato e condannato a 5 
anni di carcere; durante la sua prigionia scrisse il suo libro che diventò poi il caposaldo 
del partito nazionalsocialista: Mein Kampf (La mia battaglia).
6
 
In questo scritto emergevano due punti fondamentali: il primo era il concetto di 
“Lebensraum”, ovvero spazio vitale, con il quale si indicava l’espansione necessaria 
della Germania verso est a discapito di quei territori da lui considerati inferiori quali la 
Cecoslovacchia e la Polonia. 
Il secondo punto principale era la superiorità della razza ariana e soprattutto 
l’inferiorità degli ebrei, dei socialdemocratici e dei marxisti, categorie da eliminare per 
il bene e la stabilità interna della Germania. 
                                              
5
 BARTOV Omer “La memoria della Shoah: “la questione del nemico e della vittima” in CATTARUZZA 
Marina; FLORES Marcello; LEVIS Sullam Simon; TRA VERSO Enzo (a cura di), “ Storia della Shoah. La crisi 
dell'Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX secolo”, UTET, 2005, pp. 16-30 
6
 CULTURA, Redazione Grandi Opere, “L'età dei totalitarismi e la II guerra mondiale”, in “Storia”, UTET, 
2007, pp. 234-238
7 
L’NSDAP vinse le elezioni nel 1933 con il 43.9% dei voti 
7
 e Hitler diventò 
cancelliere di una Repubblica di Weimar ormai in fin di vita, fino a diventare l’anno 
successivo, a seguito della morte del “Reichpräsident” Paul V on Hindenburg, Führer
8
 
del neonato Terzo Reich: il tempo della repubblica di Weimar era ufficialmente 
terminato. 
Fin da subito per i gruppi considerati inferiori dal partito nazionalsocialista non fu 
facile, gli ebrei si videro privare di molteplici diritti fino ad arrivare alle leggi di 
Norimberga, emanate il 15 settembre 1935; da questo momento in poi gli ebrei 
dovettero seguire regole molto rigide e sopportare molteplici violenze 
quotidianamente. 
Il culmine di questi soprusi arrivò nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, meglio 
conosciuta come “notte dei cristalli” 
9
 dove, oltre ai numerosi negozi ebrei, 267 
sinagoghe in Austria, Germania e nella regione dei Sudeti, bruciarono e trentamila 
uomini vennero rastrellati e deportati nei campi di concentramento.
10
 
Se, inizialmente, la Germania nazista premeva per l’emigrazione forzata degli ebrei 
presenti nel territorio del Terzo Reich, con lo scoppio della seconda guerra mondiale e 
l’invasione della Polonia da parte della Germania si decise di adottare un nuovo 
sistema giungendo così alla formulazione di un piano per lo sterminio di tutti gli ebrei 
                                              
7
 CULTURA, Redazione Grandi Opere, “L'età dei totalitarismi e la II guerra mondiale”, cit., pp. 242-244. 
8
 Titolo dato dai nazisti ad A. Hitler. Il termine deriva dal verbo tedesco führen ("guidare") e allude al ruolo di 
"guida" e "condottiero" attribuito al fondatore del Partito nazionalsocialista, con connotazione analoga a quella 
del titolo di "duce" attribuito a B. Mussolini in Italia. 
“Fuhrer” in Enciclopedia Treccani s.d., URL http://www.treccani.it/enciclopedia/fuhrer/ [consultato in data 
15/08/18] 
9
 Kristallnacht è un termine tedesco che significa letteralmente “Notte dei cristalli”. Il nome si riferisce 
all’ondata di violenti pogrom antisemiti che ebbe luogo nella notte tra il 9 e il 10 novembre del 1938. Questa 
ondata di violenza si propagò in tutta la Germania, nell’annessa Austria e nella regione dei Sudeti della 
Cecoslovacchia, da poco occupata dalle truppe tedesche. 
Kristallnacht deve il suo nome alle schegge dei vetri frantumati che tappezzavano le strade tedesche all’indomani 
del pogrom e che provenivano delle finestre delle sinagoghe, delle case e delle vetrine dei negozi di proprietà di 
ebrei e che erano stati saccheggiati e distrutti durante i disordini. 
“Kristallnacht” in Holocaust Encyclopedia, s.d., https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/article/kristallnacht 
[consultato in data 15/08/18] 
10
 Ibidem [consultato in data 15/08/18]