V
articoli e delle tematiche maggiormente affrontate dal Corriere e dall'altro 
baluardo della stampa nazionale, La Repubblica. Lo scandalo vissuto da 
dentro e da fuori, dunque. 
 Ci siamo soffermati sulle ingerenze al Corriere, facendo nomi e 
cognomi e riportando fatti acclarati. Inoltre è stata analizzata la 
concentrazione delle testate messa in atto dalla Rizzoli-P2, rimarcando che 
l’oligopolio della stampa è un limite alla libertà (III Capitolo). 
La P2 era un vero e proprio centro di potere, ramificato in tutti i 
settori, e poteva contare su un numero vastissimo di alti ufficiali, burocrati 
di primo piano, politici, giornalisti, imprenditori, finanzieri, banchieri. 
E ancora più interessante è stato conoscere e capire l'opinione in 
merito alla vicenda P2 di una nazione "politically correct" come la Gran 
Bretagna: un parallelo fra punti di vista e ideologie diverse sul concetto di 
fare giornalismo attraverso un episodio che viene tuttora etichettato come 
uno dei tanti "misteri d'Italia". 
L'analisi della stampa britannica nel biennio in questione è stata 
effettuata, lo ricordiamo, anche perché il corpo del finanziere milanese 
Roberto Calvi venne ritrovato a Londra, e fu proprio la giustizia inglese che 
archiviò inizialmente il caso come suicidio. Anche l'Inghilterra, insieme al 
mito della stampa indipendente, viene coinvolta dunque in questo evento: il 
lavoro sugli articoli inglesi è stato più complesso, in quanto frutto di un 
processo di lettura, interpretazione e traduzione. Inoltre è stata analizzata la 
visione, a volte stereotipata, che gli inglesi hanno di noi (IV Capitolo). 
Infine, abbiamo confrontato la stampa britannica e italiana, ampliando 
il discorso anche ad un livello culturale. 
Ovviamente abbiamo altresì parlato delle ripercussioni dello scandalo 
P2: la legge dell'editoria e le conclusioni della Commissione d'Inchiesta 
Parlamentare Anselmi (V Capitolo). 
Una vicenda significativa nel panorama editoriale. L'abbiamo 
raccontata per evitare che si ripeta qualcosa di analogo, anche se esiste una 
inveterata consuetudine in questo strano paese che è il nostro. Un'abitudine 
spesso alimentata dalla fretta. Riguarda la memoria degli accadimenti, dei 
 VI 
fatti, del precipitare improvviso di certe situazioni, dell'esplodere di altre. La 
tendenza costante a dimenticare, a rimuovere, a passare oltre. A non 
collegare un avvenimento con un altro. Al fondo di tutto c'è un sottile 
meccanismo: quando una cosa non la si vuole capire, la si scorda. Facile no? 
 
                            
 
                                                                Elisa La Rocca 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 1 
I 
 
 
LA GENESI DELLA RAGNATELA 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 2
1.1) CHE COS'È LA P2? 
 
La data di fondazione della loggia massonica Propaganda 2 si perde nel 
tempo, come spesso accade per simili consorterie. È noto, comunque, che era 
un'antica società che accoglieva gli elementi più importanti e prestigiosi, fin da 
quando, nel secolo scorso, la Massoneria aveva avuto un ruolo centrale nelle 
vicende italiane 
1
. 
Dopo la seconda guerra mondiale anche la loggia P2 viene riorganizzata con 
l'aiuto della Massoneria americana.  
Nel 1965 il Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli presenta l'apprendista 
Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il quale lo eleva immediatamente di grado 
nella gerarchia massonica e lo inserisce nella loggia P2. Quando Gelli entra in 
Massoneria la P2 vanta oltre un secolo di vita. L'esigenza di "copertura" per quei 
fratelli che ricoprono importanti cariche pubbliche era stata già avvertita nel 
secolo scorso. Sorgeva dalla necessità di salvaguardare questi "fratelloni" dalle 
curiosità dei tanti ed in particolare da quelli che erano stati definiti "fratelli 
arrampicatori". In tal modo i "fratelloni" venivano esonerati dal frequentare i 
normali lavori di loggia 
2
. I loro nominativi non apparivano in nessun elenco 
ufficiale, ma erano "fratelli all'orecchio", noti cioè solo al Gran Maestro, il quale, 
al termine del suo mandato li comunicava oralmente "all'orecchio" del suo 
successore. I fratelli così affiliati erano sempre più numerosi e, non potendo essere 
ricordati tutti a mente, nella seconda metà del secolo scorso, l'allora Gran 
Maestro, senatore Giuseppe Mazzone (1871-1880), aveva stilato un elenco 
denominato Propaganda. Successivamente, il Gran Maestro Ugo Lenzi (1949-
1953) considerò questo elenco una vera e propria loggia "all'orecchio del Gran 
Maestro", e poiché a Torino esisteva già da tempo un'altra loggia denominata 
Propaganda, per evitare confusione battezzò quella nuova Propaganda 2. La 
caratteristica di questa loggia, però, continuava ad essere quella di assicurare 
adeguata copertura ai "fratelloni" più importanti 
3
. 
                                                          
1
 Gervaso R., I fratelli maledetti. Storia della Massoneria. Bompiani, Milano 1996, pp. 312-314 
2
 Arrigo D. P., Fratelli d'Italia. ed. Rubbettino, 1998, pp. 8-10 
3
 Ibidem, pag. 10 
 3 
Nel 1971 Gelli diviene segretario organizzativo e ha il totale controllo della 
loggia. Nel frattempo molti personaggi eccellenti, soprattutto militari e finanzieri 
si sono iscritti, tra questi il generale Allavena che porterà in dote le copie dei 
fascicoli delle schedature del SIFAR. Nel 1969 capi massonici diranno che grazie 
a Gelli 400 alti ufficiali dell'esercito sono stati iniziati alla Massoneria al fine di 
predisporre un "governo di colonnelli", sempre preferibile ad un governo 
comunista 
4
. 
Nel 1972 il nuovo segretario organizzativo cambia nome alla loggia in 
Raggruppamento Gelli-P2 accentuandone le caratteristiche di segretezza evitando 
qualsiasi tipo di controllo.  
Nel 1973 la loggia segreta Giustizia e Libertà si fonde con la P2. 
Alla Gran Loggia di Napoli nel dicembre 1974, qualcosa di simile a un 
conclave massonico, alcuni tentarono di sciogliere la P2 e di abrogarne i 
regolamenti particolari, ma senza successo: Gelli aveva acquisito troppo potere 
nel frattempo. Lino Salvini, Maestro del Grande Oriente d'Italia, quindi, 
nonostante non vedesse di buon occhio tanto potere concentrato in quella loggia, 
il 12 Maggio 1975 decretò ufficialmente la ricostituzione della loggia P2 elevando 
Gelli al grado di maestro venerabile 
5
. La loggia P2 valicherà presto i confini 
nazionali e conterà affiliati in diversi paesi dove non si limiterà a fare 
proselitismo. In Argentina, per esempio favorirà il golpe militare, per poi perorare 
la causa del ritorno di Peron.  
La loggia P2 risulterà attiva in Uruguay, Brasile, Venezuela, negli Stati 
Uniti, in diversi paesi europei e anche in Romania, dove Gelli avrà importanti 
rapporti con il regime "socialista" di Ceausescu, nonostante l'anticomunismo 
dichiarato di tutti gli aderenti alla P2. Evidentemente  Ceausescu non era poi così  
comunista e Gelli l'aveva intuito. 
 Analizzare gli intrighi, la partecipazione a tentativi di colpo di stato, a 
stragi, omicidi, operazioni finanziarie sporche è praticamente impossibile. Basti 
pensare che dopo il ritrovamento di una parte dei documenti relativi alle attività 
della loggia ad Arezzo il 17 Marzo 1981 e di altri a Montevideo in Uruguay è 
                                                          
4
 Flamigni S., Trame atlantiche. Storia della loggia massonica P2. Kaos edizioni, Milano 1996, 
pp. 55-57 
5
 Ibidem, pp. 58-60 
 4
stata costituita una commissione parlamentare di inchiesta presieduta da Tina 
Anselmi, i cui atti sono raccolti in 76 volumi di dimensioni consistenti 
6
. 
 L'elenco degli iscritti fornito è parziale, purtroppo però è l'unico 
conosciuto, si calcola comunque che gli iscritti alla loggia fossero 2500/3000 e 
non 963 come risulta dalle liste sequestrate ad Arezzo 
7
. 
 
 
1.2) IL BURATTINAIO 
 
Sin da poco più che adolescente Licio Gelli milita fra le fila fasciste: a soli 
17 anni si arruola volontario in Spagna nel 735° battaglione "Camicie nere" al 
seguito del generale golpista Francisco Franco insieme al fratello maggiore 
Raffaele, il quale nell'aprile 1938  muore sul campo. Nel 1939, rimpatriato con 
tutti gli onori, Gelli lavora presso il Partito fascista di Pistoia, ma  il 18 settembre 
1944, quando gli alleati entrano a Pistoia, rischia la fucilazione. Tuttavia un 
documento del 4 ottobre, firmato dal Presidente comunista del Comitato di 
liberazione nazionale del luogo, Italo Carobbi, afferma che Gelli si è reso utile alla 
causa dei compatrioti come informatore segreto 
8
. Sarebbe infatti da mesi 
informatore della V armata statunitense appartenente al Counter Intelligence 
Corps (il servizio di controspionaggio militare americano) e avrebbe aiutato i 
partigiani a liberare quaranta detenuti dal carcere politico di Villa Sbertoli. 
Un rapporto dei servizi segreti, correlato da informazioni avute dagli 
americani, definisce Gelli un elemento passato alle dipendenze del Partito 
comunista per salvarsi la vita 
9
.  
Operativo come agente segreto sin dal 1944, Gelli palesa, secondo il 
rapporto, una disponibilità di soldi superiore alla sue possibilità prima di aspirante 
industriale, poi di rappresentante di macchine da scrivere, quindi di libraio con un 
negozio nel centro di Pistoia, in ultimo di dipendente presso la Permaflex, la 
fabbrica di materassi a molle. Nel 1965, dirigente del nuovo stabilimento di 
                                                          
6
 Cecchi A., Storia della P2. Editori Riuniti, Roma 1985, pp. 5-8 
7
 Ibidem., pp. 9-10 
8
 Flamigni S., op. cit., pp. 70-75 
9
 Gervaso R., op. cit., pp. 318-320 
 5 
Frosinone, viene insignito del titolo di commendatore. Nel 1967 lascia la 
Permaflex. Acquista il 25% della fabbrica di materassi Dormire, in società con la 
Lebole. 
Poi intermedia l'acquisto della Lebole da parte dell'Eni. In una nuova società 
coi Lebole controlla il 5% del pacchetto azionario e amministra una finanziaria 
che opera in scambi commerciali con la Romania. Acquista dai suoi soci la più 
grande villa di Arezzo sul colle di Santa Maria alle Grazie. L'ottocentesca villa 
viene intestata alla moglie, la livornese Vanda Vannacci. I coniugi hanno già 
quattro figli 
10
. 
 
 
 
1.3) UNA NUOVA VITA: L'INGRESSO IN MASSONERIA 
 
Il 6 novembre del 1963 Licio Gelli firma la domanda per entrare in 
Massoneria. Viene dunque "iniziato" nella loggia Gian Domenico Romagnosi 
dove il Gran Maestro Giordano Gamberini  lo eleva di autorità al grado di 
maestro: è il 28 novembre 1966 quando Gelli comincia una nuova vita 
11
. 
 Sottratto infatti al rigore ed all'immobilità della sua loggia di appartenenza, 
inizia a frequentare Roberto Ascarelli ed il suo studio in Piazza di Spagna, sempre 
a Roma. Ascarelli, infatti, era solito riunire presso il suo studio tutti i "fratelli 
coperti all'orecchio del Gran Maestro". Le riunioni si svolgono senza le ritualità 
tipiche della Massoneria ufficiale ed alle stesse prendono spesso parte anche non 
iscritti alla Massoneria.  
A questo gruppo misto Ascarelli assegna, d'intesa con Gamberini, dignità di 
loggia: il nome è Hod. In questo gruppo si inserisce anche Gelli che possiede una 
grande capacità organizzativa ed inizia a muoversi con una certa disinvoltura tra i 
componenti della loggia Hod e con lo stesso Ascarelli. Chiede di poter avvicinare 
nuovi elementi per ingrossare le schiere del gruppo ed ottiene da Giordano 
                                                          
10
 Gervaso R., op. cit., pp. 321-322 
11
 Flamigni S., op. cit., pag. 80 
 6
Gamberini il conferimento di "incarichi speciali" di carattere organizzativo e di 
"ambasciatore di pace" tra le diverse logge 
12
. 
Poco tempo dopo, infatti, nello studio di Piazza di Spagna cominciano ad 
apparire nuovi personaggi, anche di rilievo, che Gelli recluta direttamente. 
Non tutti i nuovi affiliati, però, militano nella loggia Hod. Gelli, infatti, 
autorizzato da Ascarelli, affianca alla loggia Hod un nuovo gruppo che lui 
definisce Raggrupparnento Gelli-P2, nel quale aderiscono nel giro di pochi mesi 
il generale Giovanni Allavena (ex capo del servizio segreto militare, che porterà in 
dote a Gelli le copie dei 157.000 fascicoli delle schedature del SIFAR) e il 
generale Vito Miceli, capo del Sios-esercito 
13
. 
Nello studio di piazza di Spagna, perciò, si riuniscono gli affiliati alla loggia 
Hod ed i componenti del Raggruppamento. Gli incontri si svolgono in giornate 
diverse e i rapporti tra Ascarelli e Gelli sono ottimi: il primo stima le qualità 
organizzative del suo allievo e questo ricambia la fiducia riposta rendendo sempre 
più numeroso ed efficiente il proprio Raggruppamento cui lo stesso Ascarelli 
aveva accesso. Anche Gamberini è soddisfatto del nuovo affiliato. Il Gran 
Maestro, infatti, viene informato dei nuovi ingressi nel Raggruppamento di Gelli 
ed ogni tanto, quando individua tra questi personaggi di rilievo, provvede ad 
iniziarli direttamente "sulla spada". Tutti, comunque, continuano ad incontrarsi 
nello studio privato di Ascarelli in Piazza  di Spagna 
14
. 
Perciò, negli stessi locali si riuniscono i fratelli coperti della loggia Propaganda 2, 
i quali rispondono direttamente al Gran Maestro Gamberini che di fatto aveva 
affidato la gestione ad Ascarelli, gli affiliati alla loggia Hod, il gruppo misto 
voluto ed organizzato dallo stesso Ascarelli, ed infine il Raggruppamento di Gelli. 
Tutti questi nominativi, poi, cioè gli elenchi dei fratelli coperti, insieme a 
quelli di tutte le altre logge ufficiali venivano regolarmente trasmessi dal Gran 
Maestro uscente al nuovo eletto. Così in questo caso Giordano Gamberini, giunto 
ormai al termine del suo terzo mandato triennale, e perciò non più eleggibile, 
avrebbe dovuto consegnare al fiorentino Lino Salvini oltre all'elenco generale 
                                                          
12
 Flamigni S., op. cit., pp. 85-86 
13
 Gervaso R., op. cit., pp. 319-320 
14
 Flamigni S., op. cit., pp. 85-90 
 7 
degli affiliati anche la documentazione "coperta" conservata da Ascarelli nel suo 
studio 
15
. 
 Ma Gamberini, come ricompensa per l'aiuto fornito a Salvini per la sua 
elezione, oltre ad ottenere il controllo di tutte le pubblicazioni del Grande Oriente 
(compresa la rivista e la gestione dei rapporti con le massonerie estere), chiede al 
nuovo Gran Maestro che la loggia Propaganda 2 continuasse ad essere 
organizzata da Licio Gelli. Gamberini, inoltre, faceva sempre affidamento su 
Roberto Ascarelli, effettivo detentore degli elenchi dei fratelli coperti e 
coordinatore  di tutte le attività relative. 
Nel frattempo l'opera di reclutamento continua e il suo Raggruppamento si 
accresce di nuovi ed importanti nomi. Ma nel 1971 Ascarelli muore. Così il 
controllo esercitato da Ascarelli su tutta la documentazione relativa alla loggia 
Propaganda 2 ed al gruppo Hod collegato passa nelle mani di Licio Gelli che 
provvede anche a prelevarla dallo studio di Piazza di Spagna ed a depositarla 
presso una cassetta di sicurezza in banca, precisando che copia delle chiavi 
sarebbe stata consegnata anche al Gran Maestro, circostanza  che non si è mai 
verificata 
16
. 
Gelli adesso appare più determinato, reso più forte anche dal possesso degli 
elenchi. Inizia a strutturare in maniera organizzata la stessa loggia ove fa confluire 
tutti i nominativi dei vari elenchi dei fratelli coperti. Riesce anche a far esentare la 
loggia P2 dal "diritto di visita", cioè la possibilità di ogni fratello di partecipare ai 
"lavori", cioè alle riunioni, delle altre logge, anche perché la P2 non svolge alcun 
tipo di incontro. Ogni contatto da parte degli iscritti avviene direttamente con 
Gelli e le nuove affiliazioni vengono decise esclusivamente da questi senza alcuna 
votazione da parte degli  altri componenti, così come invece è previsto per le altre 
logge 
17
. 
 
 
 
                                                          
15
 Molinari F., La Massoneria. Cattedrale laica della fraternità. Editrice Querniana, Brescia 1981, 
pp. 42-53 
16
 Gervaso R., op. cit., pp. 321-323 
17
 Teodori M., P2: la controstoria. Sugarco, Milano 1986, pp. 18-25 
 8
Solo nei numerosi volumi della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla 
loggia P2 vi è traccia di una delle rare riunioni del gruppo. Il verbale è quello 
dell'incontro del 5 marzo 1971 dove risultano quaranta invitati. All'ordine del 
giorno sono posti argomenti di carattere esclusivamente politico: 
 
a) situazione politica ed economica dell'Italia; 
b) minaccia del PCI, in accordo con il clericalismo, volta alla conquista del          
potere; 
c) carenza di potere delle forze dell'ordine; 
d) mancanza di una classe dirigente e assoluta incapacità del governo nel 
procedere alle riforme necessarie per lo sviluppo civile e sociale del Paese; 
e) dilagare del malcostume, della sregolatezza e di tutti i più deteriori aspetti 
della moralità e del civismo; 
f) nostra posizione in caso di ascesa al potere dei clerico-comunisti; 
g) rapporti con lo Stato italiano 
18
. 
 
Ciò che colpisce immediatamente leggendo questo ordine del giorno è il 
carattere estremamente conservatore e quasi bigotto di alcune affermazioni, come 
per esempio nel punto e). Inoltre La P2 presenta alcune caratteristiche di eversione 
rispetto alla legge massonica e cioè il fatto che in Massoneria si parli di tutto, 
tranne che di politica come movimento (i massoni non possono appoggiare un 
partito, almeno secondo la Massoneria inglese 
19
) e religione. 
 Altri elementi di scontro con la Massoneria ufficiale sono il fatto che Gelli 
non sia stato eletto da nessuno e che i fratelli non si incontrino mai 
20
. Scorrendo 
si nota anche una sfiducia nello Stato italiano che viene quasi descritto come ente 
estraneo, nel quale i piduisti non si riconoscono: si legge una sorta di resistenza 
allo statalismo che giustifica l'esistenza della P2 come subapparato, uno stato 
segreto nello Stato di diritto. 
 
                                                          
18
 Cecchi A., op. cit., pp. 15-20 
19
 Bisogni, Bonvicini, Castellacci, Esposito, Gentile, Mola, Moramarco, Pisoni, Schwarzenberg , 
La Libera muratoria. Massoneria per problemi. Sugarco edizioni, Milano 1978, pp. 151-159 
20
 Ibidem, pp. 151-159 
 9 
Nel frattempo, però, il malumore per l'operato di Gelli si diffonde sempre 
più tra tutti i fratelli. Non è gradito che gli sia consentito di  far proselitismo tra 
tanti personaggi illustri che vengono così sottratti alle realtà delle singole logge, 
così come non si accetta più l'idea della gestione dei fratelli "coperti" sottratta al 
controllo diretto del Gran Maestro. Le insoddisfazioni e le inquietudini giungono 
ai vertici del Grande Oriente ed il nuovo Gran Maestro, Lino Salvini, pressato da 
più parti, decide di demolire la loggia P2, e, convinto che quest'opera di 
scioglimento debba avvenire per gradi, crea una "commissione" 
21
. 
 
 
 
1.4) FRA MALUMORI E CRITICHE LA P2 DIVENTA DI DOMINIO 
PUBBLICO 
 
Questo comitato, presieduto da Salvini, avrebbe dovuto provvedere a 
trovare una soluzione per i tanti fratelli coperti per giungere allo scioglimento 
della P2, ma per il momento assicurava solo la gestione  della stessa loggia e di 
tutti i suoi affiliati. 
Inoltre per proteggere i tanti fratelli coperti si giunge addirittura a 
nascondere questi sotto la sigla di un fantomatico "Centro Studi Storia 
Contemporanea" con sede in via Condotti a Roma. L'attività prosegue. Gelli ne 
diventa ben presto il "segretario organizzativo", una carica che non trova alcun 
riscontro nei regolamenti del Grande Oriente d'Italia. Gelli adesso appare il capo 
incontrastato della P2 che definisce Raggruppamento Gelli-P2. È lui che prende 
contatti diretti con gli ormai numerosi adepti, è sempre lui che esige le 
"capitazioni" (quote annuali) per poi consegnarle al generale Rossetti nella qualità 
di tesoriere. Lui organizza le riunioni, ancora lui provvede a regolarizzare i nuovi 
iscritti ai quali distribuisce anche i brevetti di regolarità che riceve da Salvini e 
sotto il controllo dell'ex Gran Maestro, Giordano Gamberini. In tal modo sfugge 
sempre più al controllo del "comitato" e dello stesso Gran Maestro 
22
. 
                                                          
21
 Flamigni S., op. cit., pp. 100-115 
22
 Ibidem, pp. 115-120 
 10
Ma gli echi dell'attività di Gelli superano le barriere della riservatezza 
massonica e si pongono all'attenzione dell'esterno. Il primo a scrivere di P2 è 
Carmine Pecorelli con la sua agenzia OP (Osservatorio politico) pubblica: 
 
 
"Siamo in grado di rivelare che dietro il formidabile apparato di 
palazzo Giustiniani esiste una snella ed efficientissima organizzazione, 
ottimale, mimetizzata, alla conduzione della quale è preposto un 
personaggio del quale non possiamo rivelare l'identità, essendo egli 
pressoché ignoto alla quasi totalità degli iscritti militanti. Questo 
personaggio è l'elemento determinante nelle più delicate e complesse 
vicende della vita politica italiana" 
23
. 
 
 
Ma anche se Gelli riesce a far tacere la voce di Pecorelli facendolo diventare 
suo alleato e iscrivendolo nelle sue liste, l'esistenza della P2 e del suo misterioso 
segretario diventa di dominio pubblico. 
Purtroppo per il nostro burattinaio l'anno successivo alcuni scandali si 
abbattono sul Paese trascinando con sé nomi eccellenti presenti nell'elenco dei 
fratelli coperti. Il banchiere Michele Sindona ed il procuratore romano Carmelo 
Spagnuolo salgono alla ribalta delle cronache. Il nome della P2 riprende a 
circolare in maniera allarmante. 
Eugenio Scalfari descrive a posteriori l'attività della Loggia P2 in questo 
modo: 
 
"I campi di attività erano essenzialmente quattro: tangenti prelevate su 
affari conclusi da enti e industrie pubbliche, controllo del credito bancario, 
illecite esportazioni di valuta, collocamento degli adepti al vertice delle 
rispettive carriere... I prelievi avvengono di fatto alla luce del sole, sulla 
base di percentuali prestabilite. E gli esattori li motivano con la finalità di 
finanziare partiti e correnti di partiti" 
24
. 
 
 
 
 
 
 
                                                          
23
 Op, 18 gennaio 1976 
24
 Dieci anni 1981, supplemento n° 59 de La Repubblica, 11 marzo 1986 
 11
1.5) IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE 
 
Anche all'interno della struttura massonica il malcontento aumenta sempre 
più contro Gelli ed il suo gruppo. Lo stesso generale Gino Rossetti, tesoriere della 
P2, si rivolge allarmato al Gran Maestro Salvini per la ormai non più nascosta 
tendenza di Gelli a non considerarsi uno dei membri della comunione, ma una 
autorità posta ad esercitarvi una sorta di potere personale 
25
. 
Preso atto della situazione venutasi a determinare, su segnalazione dello 
stesso generale Rossetti e degli ormai numerosissimi fratelli che richiedono 
maggiore chiarezza sull'operato del "segretario organizzativo" Gelli e la dovuta 
regolamentazione dei tanti fratelli coperti, Lino Salvini decide lo scioglimento 
definitivo della loggia Propaganda 2. 
Pochi giorni dopo lo stesso Salvini, nella qualità di Gran Maestro, scrive 
una lettera anche a tutti i fratelli coperti preannunciando la cessazione delle 
attività della loggia P2 e offrendo a questi la possibilità di entrare in una loggia 
regolare o di affidarsi direttamente "all'orecchio" del Gran Maestro. L'alternativa è 
di "mettersi in sonno", cioè dimettersi 
26
. 
Intanto, alla richiesta di Salvini di restituire gli elenchi dei fratelli coperti, 
Gelli oppone un netto rifiuto seguito da un silenzio prolungato. Inoltre, servendosi 
di Mino Pecorelli, iniziano ad apparire sull'agenzia OP alcune note allusive a 
coinvolgimenti del Gran Maestro Salvini in vicende illecite. 
Già l'anno precedente Pecorelli aveva pubblicato un articolo contro Salvini: 
 
"Della Società per Azioni Firenze Libera. Il Gran Maestro del Grande 
Oriente d'Italia, il prof. Linus Salvini si dichiara iscritto al PSI e fa affari a 
Firenze per la famiglia (sua)" 
27
. 
 
Si tratta di traffico d'armi.  Poi gli attacchi di Pecorelli diventano più 
pressanti: 
 
                                                          
25
 Arrigo D. P., op. cit., pp. 52-55 
26
 Ibidem, pp. 55-57 
27
 Op, 5 novembre 1975 
 12
"Come non si sa la massoneria è una cosa che fa morire dal ridere. Ma 
è anche una bottega per coloro che la sanno sfruttare ... fanno tombola tutti i 
giorni" 
28
. 
 
 
E ancora: 
 
 
"I personaggi che guidano oggi la massoneria la stanno conducendo 
inesorabilmente verso il declino e la catastrofe finale. Il prof. dott. Lino 
Salvini, detto Linus... oggi i grossi contributi concessi dai vari enti vengono 
incamerati dal Gran Maestro che li considera come emolumenti ad 
personam, disconoscendo il fatto che le contribuzioni sono indirizzate alla 
carica e non alla persona fisica di Salvini" 
29
. 
 
 
Sono articoli con allusioni pesanti e gravi, che non lasciano spazio a dubbi e 
che poco spazio lasciano anche alla diplomazia. 
Ma Gelli non si ferma ai minacciosi avvertimenti lanciati attraverso 
Pecorelli e la sua agenzia. Tutt'altro. Sotto la gran maestranza di Lino Salvini era 
stata operata la riunificazione con il gruppo di Piazza del Gesù gestito sino al 
momento della "fusione" con il Grande Oriente. Erano così confluiti nel Grande 
Oriente d'Italia oltre tremila fratelli, di cui molti "coperti", appartenenti alla loggia  
Giustizia e libertà; tra i quali c'era Michele Sindona. Era prevedibile che 
sorgessero dissapori tra i vertici delle due organizzazioni massoniche. In 
particolare quelli del gruppo di Piazza del Gesù si sentivano adesso impoveriti dei 
propri poteri, dovendosi accontentare di cariche di minor rilievo 
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. 
Licio Gelli, venuto a conoscenza dei malumori sorti in seno all'ex 
comunione di Piazza del Gesù, contatta autorevoli fratelli del Grande Oriente 
d'Italia in disaccordo con l'operato del Gran Maestro Salvini. 
L'obiettivo è quello di cambiare i vertici del Grande Oriente d'Italia, cioè il 
Gran Maestro. 
                                                          
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 Op, 15 gennaio 1975 
29
 Op, 13 marzo 1975 
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 Molinari F., op. cit., pp. 162-165