6 
 
ABSTRACT 
 
I recenti progressi tecnologici e lo sviluppo di nuove modalità di comunicazione hanno 
condotto a importanti mutamenti sociologici. Dal punto di vista della salute, sono stati 
implementati sistemi di valutazione e trattamento via web, rafforzati ulteriormente 
dall’attuale emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, che ha di fatto 
costretto al distanziamento sociale anche in campo medico. Si è così sviluppata la 
telehealth, ovvero la medicina a distanza, al fine di garantire interventi quanto più precoci 
e efficaci possibili anche senza una relazione in presenza con il paziente. In ambito 
neurologico, le procedure di assessment, spinte dall’emergenza, si sono orientate verso 
un maggior utilizzo dei sistemi in remoto, accelerando la diffusione della 
teleneuropsicologia, che sembra cogliere il meglio di quelle potenzialità insite nella 
tecnologia contemporanea. 
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato individuare punti di forza e di debolezza di 
questo nuovo metodo rispetto al classico approccio face-to-face, analizzando le attuali 
ricerche sul tema necessarie per confermare tale metodo scientifico, sia in seno 
all'affidabilità che alla fattibilità. 
È stata svolta una ricerca bibliografica approfondita tramite parole chiave mirate, 
utilizzando i principali database scientifici, e selezionando articoli recentemente 
pubblicati su riviste internazionali. 
Dall’analisi di tali articoli è emerso che i risultati dei test somministrati tramite 
teleneuropsicologia sortivano gli stessi risultati di quelli face-to-face, con il grande 
vantaggio di sopperire ai problemi di mobilità e distanziamento creatisi a seguito della 
pandemia o relativa al raggiungimento di zone con minori servizi. I test si sono dimostrati 
di facile utilizzo e i costi sono stati ridotti anche per gli esaminati, in quanto hanno 
risparmiato sulle spese di trasporto. Oltre a questo l’utilizzo della teleneuropsicologia si 
è dimostrato essere di grande aiuto soprattutto nelle condizioni attuali legate alla 
pandemia, sia perché ha dato una grande tranquillità e eliminato il timore del possibile 
contagio, sia perché si è riscontrato che una gran parte degli esaminati ha preferito tale 
tecnica dichiarando di aver avuto una migliore concentrazione in assenza 
dell’esaminatore all’interno della stanza. Limiti riscontrati sono rappresentati dagli 
strumenti tecnologici, non ben utilizzati in certi casi se non in presenza di un assistente,
7 
 
nonché, e soprattutto, problemi di connessione internet in alcune zone. Oltre a questo non 
è sempre stato possibile far sì che si potesse operare senza rumori ambientali che 
provocavano distrazione con conseguente interruzione e invalidamento del test stesso. 
Altro limite è che il clinico può perdere alcune preziose osservazioni comportamentali. 
Ciò che si può auspicare per il futuro è un incremento delle ricerche empiriche in 
questo settore, oltre a un supporto alla preparazione di valutatori e clinici all’utilizzo 
di diversi strumenti informatici a distanza, aumentando la consapevolezza relativa a 
punti di forza e criticità. Sarebbe inoltre necessario un potenziamento della rete internet 
e della disponibilità di strumenti tecnologici. Infine, soprattutto nella popolazione 
anziana, per ovviare alle difficoltà di uso e comprensione di strumenti e istruzioni, sarebbe 
utile poter garantire la presenza di una persona che coadiuvi il paziente e strutturi al 
meglio il setting, eliminando eventuali interferenze che potrebbero inficiare la validità 
dello strumento in uso.
8 
 
CAPITOLO I. NEUROPSICOLOGIA E RAPPORTO CON IL WEB 
 
Il computer o lo smartphone oggi diventano, a tutti gli effetti, il nostro specchio; 
essi riflettono le nostre idee, le nostre opinioni e credenze, la nostra persona. Le 
informazioni, quindi, inserite ormai nel pieno delle realtà virtuali, sono anch'esse 
assolutamente personalizzate e ciò conduce l'uomo alla perdita della neutralità a 
favore di un'estrema soggettivazione (Pariser, 2012). 
Anche il web è cambiato dalla sua prima comparsa; esso è divenuto sempre più 
personalizzato, sempre più esclusivo, sempre più individualistico, a dispetto di 
quello che sembra mostrare il fenomeno dei social (Palano, 2017). 
Con l'avvento del web 2.0, che enfatizza i contenuti generati dagli utenti, la 
facilità d'uso, la cultura partecipativa e l'interoperabilità, la società ha continuato a 
cambiare volto, fenomeno sin troppo presente nel nostro tempo, che sembra quanto 
mai dinamico, in continua evoluzione, in continuo mutamento, che lo rende oggetto 
di studio complesso, proprio per il suo carattere imprevedibile e repentino. 
Nei prossimi paragrafi verranno analizzati sia i punti critici del web che quelli 
positivi, che mettono in rilievo come la tecnologia cambi fisionomia sulla base del 
suo utilizzo, e per questo diviene oggetto di studio interessante sia da parte dei 
sociologi che degli psicologi, che in essa possono trovare diversi spunti di riflessione 
su come l’uomo utilizza gli oggetti da lui stesso creati per migliorarsi o, altrimenti, 
per esprimere il proprio disagio personale e sociale. In particolare, verranno 
analizzate le potenzialità e le criticità della telehealth, ovvero inerente la nascita e 
la diffusione di servizi e informazioni relativi alla salute in remoto, tramite 
tecnologie informatiche e di telecomunicazione, declinata nell’ambito della 
neuropsicologia, come assessment in modalità remota del funzionamento cognitivo 
(teleneuropsicologia) rispetto alla classica somministrazione di test face-to-face. 
 
 
I.1 L'avvento del web 2.0 
 
La nascita del web 2.0 combacia con l'articolo ufficiale operato da Google il 4 
dicembre 2009; un piccolo paragrafo all'interno del suo blog in cui spiegava i più
9 
 
importanti aggiornamenti apportati al motore di ricerca più utilizzato al mondo; si 
potrebbe dire che da questi cambiamenti si sviluppano, poi, numerose trasformazioni 
sociali e che iniziano proprio quando Google inserisce il sistema del filter bubble 
(letteralmente, “bolla di filtraggio”), ovvero, della personalizzazione delle ricerche.  
Il comune pensare è ancora nel pieno della convinzione che il cercare una parola 
su Google da più persone contemporaneamente generi gli stessi identici risultati, ma 
dal 2009 le cose sono cambiate in modo radicale; la ricerca non avviene più in base 
alla rilevanza in relazione ai termini richiesti, ma in base alla persona, nella sua 
singolarità. Google non è più uguale per tutti, anzi, esso rappresenta 
l'estremizzazione della personalizzazione. Due persone, dunque, scrivendo la 
medesima parola su Google giungeranno ad articoli e informazioni totalmente 
differenti, e ciò funziona in base alle loro preferenze, alle loro amicizie sui social, 
ai loro punti di vista sulle cose del mondo. 
Durante una campagna elettorale, allora, potrebbe succedere che chiunque voti 
per un partito, non riceva alcun tipo di informazione sull'altro e viceversa; in qualche 
modo, Google sta eliminando l'idea concorrenziale e dibattimentale nei social e in 
tutta questa nuova realtà sociale, sia virtuale che non, visto, come vedremo in 
seguito, che un certo tipo di dinamica va sempre a influenzare anche diversi aspetti 
della vita degli individui. 
La filter bubble, apice del web 2.0, in altri termini, funziona nel modo seguente: 
quando Facebook o Google e altre pagine ci mostrano qualcosa inerente alle notizie 
del mondo, non ci mostrano davvero cosa accade, ma solo ciò che il filtro pensa   
possa interessarci. Un'opinione di filtraggio che si sviluppa su un determinato 
algoritmo che ricalca, matematicamente, il nostro universo mentale. Il nostro 
cervello, del resto, è già un sistema di filtraggio; quando un individuo ha un 
pregiudizio verso qualcuno o verso qualcosa, ricorderà tutti gli eventi che possono 
confermare tale tesi di partenza e ignorerà tutti gli altri; si tratta del pregiudizio di 
conferma che è ciò che crea la rete filtrata e personalizzata. 
Da quel momento in poi, sino ad oggi, sono diventati ben 57 gli indicatori 
utilizzati dalla piattaforma, che ha l'obiettivo di capire, innanzitutto, chi sono i 
fruitori della rete (singolarmente), in secondo luogo quali siti favoriscono, quali 
sono i loro interessi e le loro amicizie con più punti in comune e quali luoghi tendono
10 
 
a frequentare assiduamente. 
Più di cento anni fa, William James scrisse: «la mia esperienza è l'espressione di 
ciò su cui ho deciso di dirigere la mia attenzione» (Von Limont, 2018, p.34); ed è 
un po' come quello che viene comunemente chiamato confirmation bias, ovvero, 
pregiudizio di conferma. In altre parole: «quando si tratta dei nostri sistemi psichici, 
i pregiudizi operano con particolare forza» (Von Limont, 2018, p.35). Su questa 
base si muove anche la teoria e la pratica del filtraggio, infatti, i filtri supportano le 
nostre opinioni e i nostri pregiudizi, ma anche i nostri gusti e il nostro modo di fare 
acquisti; forse è per questo che, in un certo senso, sembrano darci una mano e noi 
siamo ben disposti ad accoglierli nella nostra vita. 
Netflix ci consiglia i film che più potrebbero piacerci, Amazon le merci che più 
ci interessano, Facebook le foto che amiamo guardare, e così via, ci si trova in un 
pianeta virtuale fatto a misura d'uomo interessato alle sue particolarità. Diventa, 
allora, confortevole e rassicurante navigare sul web, perché esso non solo rispecchia 
i nostri interessi, ma elimina tutto ciò che non ci piace, che ci fa stare male, che ci 
abbruttisce le giornate e questo vale anche per le opinioni politiche e la conoscenza 
dei fatti del mondo.  Anche la salute e il mondo della medicina possono fare tesoro 
di questa invenzione che, in qualche modo, ha influenzato tutti i campi delle scienze 
umane, quali ad esempio quelle politiche ed economiche, come anche quelle 
psicologiche e neurologiche.  
Questo sistema ci porta, almeno in termini virtuali, in un contesto pre-illuminista 
in cui l'uomo era praticamente al centro di tutte le cose, e anche il sole dipendeva 
dalla sua vita e dalla sua volontà. Ma questa finzione ha un prezzo: il rischio è quello 
di perdere certi aspetti del mondo e di noi stessi, per rimanere dotti a metà, forse più 
felici perché senza opposizione e senza contraddizione, ma di certo più ignoranti.  
Secondo Eli Pariser (2012), dopo l'intervista a McPhie, un uomo attivo nella 
personalizzazione delle notizie e delle ricerche per Google, diventa impossibile 
prevedere come gli algoritmi potranno influenzare la vita dei singoli individui 
perché i fattori sono troppi e neanche Google è capace di capire che cosa può 
succedere alle persone singolarmente e alla società, soprattutto nel momento in cui 
aumenta il rischio che la gente potrebbe, ad un certo punto, preferire una vita nelle 
bolle, all'insegna del virtuale, a discapito della realtà.
11 
 
Tuttavia, è bene evidenziare che con l'evoluzione del mondo del web, anche la 
medicina sta cambiando sia in termini tecnici, con l'arrivo di strumenti rivoluzionari, 
sia in termini relazionali, perché diventa sempre più virtuale, favorendo una buona 
interconnessione tra le persone, i diretti fruitori dei servizi della salute, e una buona 
comunicazione tra enti di ricerca e clinici.  
Questo percorso di trasformazione virtuale che ha delle ricadute sulla realtà 
concreta, può essere letto alla luce delle grandi trasformazioni sociali che hanno 
portato l'uomo ad un cambiamento radicale circa usi, costumi e relazioni 
interpersonali e che affonda le sue radici con l'avvento delle grandi rivoluzioni 
industriali che hanno cambiato fortemente l'intero assetto del nostro sistema sociale 
e, quindi, del nostro modo di stare al mondo. 
Il passaggio dalla campagna alla città ha sancito, in effetti, la fine della società 
agricola e dei rapporti di potere che si erano instaurati durante l'Ancien Régime e ha 
costruito una società di massa basata sulla merce, sul consumo e, chiaramente, sul 
capitale che non è stato affrontato solo dal punto di vista economico, ma anche 
psicoanalitico come mostra bene Jacques Lacan, con il suo celebre ritorno in Francia 
freudiano e che si vedrà, seppur brevemente, nel paragrafo che segue.  
Prima di chiudere il discorso, però, ai fini della tesi che si vuole presentare, è 
bene precisare che con l'avvento della rivoluzione industriale, si è assistito anche 
all'accentramento dell'uomo nelle città, che sono divenute le principali fonti di 
fruizione dei servizi, anche quelli inerenti la salute, lasciando, molto spesso, indietro 
le zone rurali, abitate da poche persone e che, ad oggi, non presentano tutti i servizi 
medici di cui questa piccola fetta di popolazione potrebbe aver bisogno.  
 
I.1.1 Modificazioni sociali 
L'epoca che abitiamo non è più l'epoca dell'Edipo, con il quale si è sempre inteso 
il padre totemico, amante del culto, spesso sfrenato, degli ideali di massa, che ha 
mosso l'uomo del XX secolo, aggrappato alla folla. L'epoca contemporanea sembra, 
in effetti, l'epoca che alleggerisce l'uomo dal peso ingombrante di questi ideali ma, 
d'altro canto, sembra rappresentare anche l'epoca dei legami alla deriva, della vita 
caotica e spaesata che Gilles Lipovetsky (2004) definisce utilizzando il termine 
“ipermoderno”. L'autore, adottando questo termine, vuole segnalare non tanto la fine