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Dalla neuropsicologia face-to-face alla teleneuropsicologia potenzialità e limiti delle due opzioni di intervento clinico

Il covid-19 e la teleneuropsicologia: un fenomeno in espansione

La pandemia Covid-19, causata da un agente patogeno responsabile della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2), esplosa a partire dall'inizio del 2020, ha comportato numerose modifiche nell'assetto economico, sociale e politico di tutto il mondo; ad essa si sono, infatti, susseguite manovre di distanziamento sociale per scongiurare il continuo espandermi del virus e il rischio ad esso conseguente circa il crollo dei diversi sistemi sanitari presenti negli stati europei ed extra-europei (World Health Organization, 2020).

Le scuole sono state chiuse per lunghi periodi e, ad oggi, si alternano momenti di didattica in presenza a momenti di didattica a distanza; numerosi professionisti della salute fisica e mentale si sono, allora, adattati alle raccomandazioni dell'OMS e, laddove possibile, hanno anch'essi adottato sistemi di diagnosi e prognosi a distanza, compresa, tra l'altro, la salute pubblica.

Si potrebbe, dunque, sostenere che il Covid-19 ha favorito l'espandersi dell'uso della rete a larga scala e ha permesso ai medici, agli operatori della salute mentali, a numerosi professionisti, compresi insegnanti, maestri, coach, di continuare a svolgere il loro lavoro tramite il web che è diventato fondamentale innanzitutto perché ha permesso alle persone, durante i diversi lockdown, di tenersi in contatto, di vedersi tramite la webcam, di raggirare la solitudine che ha accompagnato il diffondersi del virus; in un secondo momento, invece, ha permesso a numerose attività di perseguire, nonostante tutto, il loro lavoro in quello che oggi viene definito smartworking.

La teleneuropsicologia e, in genere, le telehealth, dunque, si sono allargate sempre di più, proprio per l'impossibilità di molti di uscire di casa (quarantene, positività al virus, malattie pregresse che rendono gli individui ad alto rischio di contagio e di manifestazione grave dei sintomi), ma che comunque necessitano di terapie riabilitative, incontri clinici, percorsi diagnostici ecc.

Si pensi, a tal proposito, quanto possa essere importante per alcune tipologie di pazienti accedere, proprio in questo momento, alla telehealth, come ad esempio per i pazienti oncologici, che sono ad altissimo rischio di contrarre la malattia e di viverla con un assetto sintomatologico grave; tuttavia, però, essi hanno comunque bisogno di seguire i loro percorsi di cura e di valutazione. La teleneuropsicologia, infatti, ha un suo ruolo importante nella valutazione neuro-oncologica, ma solitamente viene effettuata in presenza, ovvero, in un ambiente altamente controllato.

Con l'avvento del Covid, dunque, si è sentita l'esigenza di applicarla on- line e studi svolti su tal settore hanno confermato che la teleneuropsicologia non solo ha diminuito il rischio di infezione del virus da parte dei pazienti, ma ha dimostrato che la maggior parte dei pazienti che ha avuto accesso a questa forma di aiuto si è mostrato soddisfatto, ovvero, il 95% dei soggetti, i quali si sentivano molto più sicuri a casa, lontano dal rischio del contagio e, quindi, erano portati a vivere con più serenità questi incontri. Tra i problemi che invece sono stati segnalati, soprattutto da parte dei medici, si ricordano, in particolar modo, quelli inerenti la scarsa connessione e problemi ambientali che interferivano con gli incontri (Gardner et al., 2020).

Durante questo periodo incerto, anche i bambini con disturbi del neurosviluppo hanno subito dei cambiamenti soprattutto di tipo pratico nella gestione della loro vita quotidiana e nel modo di fare terapia. Proprio per supportare in modo continuativo i bambini, anche durante i periodi a maggior rischio di contagio, si è implementata la teleneuropsicologia e si è creato un modello nuovo di assistenza che si sviluppa su tre livelli. Il primo si concentra sull'aspetto valutativo e diagnostico, dunque, si inizia con il colloquio e si svolge un esame di tipo comportamentale o in video-conferenza o tramite il telefono. Le famiglie o i caregiver principali del bambino vengono contattati affinché possano essere rese edotte circa le nuove modalità di colloquio. Il secondo livello è di raccolta di informazioni, ed è importante per il clinico affinché possa stabilire quali test utilizzare e se è necessario proporre altre valutazioni (in presenza o no) e si riferisce, infatti, proprio al decision making del clinico che, alla fine, arriverà ad un terzo livello che è quello, appunto, diagnostico (Peterson & Ludwig, 2020).

Peterson e Ludwig, che hanno, appunto, promosso questo tipo di percorso a vari livelli, non hanno fornito dati riguardanti la validità del trattamento tramite gli strumenti elettronici, ma hanno contribuito a fornire delle linee guida generali che possono essere utili agli altri clinici che si trovano a dover affrontare percorsi decisionali difficili, non solo legati alle modalità di somministrazione di dati, questionari e interviste, ma anche all'impossibilità, causata dal Covid-19, di scegliere con maggior libertà le modalità di incontro. Per questo motivo, laddove non sembra possibile giungere a delle serie considerazioni diagnostiche e si sente l'urgenza di vedere il bambino di persona, è stato consigliato di non continuare il percorso tele-neuropsicologia, ma di fornire appuntamenti di presenza, sempre, chiaramente, in base al caso.

Uno studio dell'Associazione Europea per la Prevenzione, poi, ha permesso di chiarire quanto possano essere sicure le operazioni della teleneuropsicologia in tempi pandemici (Taddei & Bulgheroni, 2020). Lo studio è nato successivamente alla crisi provocata dal Covid-19 che non ha permesso di utilizzare le tecniche standard e gli strumenti della neuropsicologia in pazienti adulti con crisi epilettiche.

Si è, allora, reso necessario un trattamento a distanza in cui sono stati somministrati ai pazienti diversi test e proposti numerosi esercizi per la valutazione come quelli relativi allo stimolo visivo, o l'uso di prove orale a differenza delle precedenti prove scritte e, chiaramente sono stati interrotti quegli esercizi non compatibili con i programmi on-line. Dalla ricerca è emerso che un punto di forza della teleneuropsicologia contemporanea è quello di assicurare la continuità dei servizi e ciò fornisce, appunto, una risposta inclusiva anche in quei periodi di quarantena in cui la popolazione è impossibilitata a uscire di casa per l'alto numero dei contagi.

Questa esperienza di lavoro è molto importante perché testimonia che, attraverso la telehealth, si può dare una risposta concreta ai bisogni dei cittadini, nonostante la pandemia e si può, altresì, assicurare l'assistenza delle persone con disabilità, soprattutto con bambini con patologie neurologiche (Taddei & Bulgheroni, 2020).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Dalla neuropsicologia face-to-face alla teleneuropsicologia potenzialità e limiti delle due opzioni di intervento clinico

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Informazioni tesi

  Autore: Delia Desi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Marco Cavallo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 77

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teleneuropsicologia
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