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1.3 Il Disturbo Post-Traumatico Da Stress Nei Bambini E Negli Adolescenti
Se la sofferenza blocca invece di far crescere
si è interrotto un meccanismo psicologico sano
che va riattivato.
Dott. Luca C. M. Trugenberger
È da sempre ovvio, che i bambini possono essere profondamente turbati, se coinvolti
in esperienze spaventose. Fino a qualche anno fa era ampiamente accettato, che i
bambini rispondessero a questo tipo di eventi soltanto con un disagio temporaneo,
sebbene fosse riconosciuto, che in alcune circostanze potessero sviluppare reazioni
fobiche e seriamente disgreganti per la vita. Garmezy e Rutter sostenevano che “non
tutti i bambini esposti ad un evento potenzialmente traumatico hanno reazioni da
stress invalidanti”; focalizzando l’attenzione sulla capacità di recupero piuttosto che
sulla patologia, hanno posto enfasi sulla possibilità di apprendere molto dallo studio
dei bambini, che hanno reazioni particolarmente negative allo stress. Per molto tempo
sono stati sottostimati i sintomi ansiosi nei bambini; oggi questo concetto è stato
dimostrato facendo riferimento ai sintomi dello stress post-traumatico.
Subito dopo un’esperienza particolarmente spaventosa, i bambini vanno spesso
incontro a forte disagio, paura, pianto e shock. Hanno bisogno di protezione e
sicurezza; devono essere riuniti alla famiglia, quando possibile. Quasi
immediatamente, la maggior parte dei bambini è colta da pensieri intrusivi,
riguardanti l’evento traumatico, che possono verificarsi in qualsiasi momento, ma in
particolare nei periodi di calma, come quando dormono. Altre volte, i ricordi vividi e i
pensieri sono scatenati da stimoli ambientali che richiamano alla memoria il trauma. I
flashback vividi e dissociativi non sono molto comuni, ma in questi momenti il
bambino riferisce di rivivere l’evento come se stesse accadendo nuovamente.
I disturbi del sonno sono molto diffusi, particolarmente nelle prime settimane.
Paura del buio, sogni angosciosi, incubi e risvegli notturni sono molto comuni e
spesso evidenti anche al di fuori dell’età evolutiva, in cui avvengono normalmente.
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L’ansia da separazione è frequente, per i primi giorni i bambini non vogliono perdere
di vista i genitori, molti di essi si mostrano irritabili e arrabbiati sia con i genitori che
con i coetanei. Sebbene i bambini provino il desiderio di parlare dell’esperienza
vissuta, paradossalmente trovano difficile comunicare con i genitori. Spesso non
vogliono turbare gli adulti, e così, i genitori non si rendono conto del grado effettivo e
della sofferenza dei figli. I bambini descrivono diverse alterazioni cognitive; molti
hanno difficoltà nella concentrazione, specialmente nello svolgimento dei compiti
scolastici; altri lamentano problemi di memoria, sia nella fissazione di nuovi concetti,
sia nella rievocazione dell’abilità. Entrano in uno stato di allerta nel loro ambiente,
risultando negativamente colpiti dalle cronache di altri disastri. I bambini che hanno
vissuto un evento traumatizzante hanno capito che la vita è molto fragile; questo può
portare a una perdita di fiducia nell’avvenire o a una sensazione di futuro senza
prospettiva.
Molti di loro sviluppano paure legate ad aspetti specifici delle loro esperienze; evitano
situazioni che associano a quell’evento o provano sensi di colpa riguardante: cosa ha
fatto per difendersi dall’evento traumatico o l’impotenza che aveva al fine di
proteggere qualcuno in pericolo.
Molti adolescenti che hanno vissuto un evento traumatico riportano alti livelli di
depressione; alcuni diventano clinicamente depressi, con ideazioni suicidarie; un
numero molto frequente di essi diviene fortemente ansioso.
I segli e i sontomi del PTSD nei bambini e negli adolescenti sono riportati nelle
Tabelle 2,3,4 qui di seguito (tratto Van der Kolk 2005):
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Segni e sintomi del PTSD nei bambini piccoli
L’aver subito un trauma determina:
o Gioco ripetitivo o inibizione del gioco;
o Disturbi del sonno; sogni angosciosi, incubi e risvegli notturni;
o Intorpidimento emozionale (ritiro sociale, restrizione della sfera affettiva, perdita delle capacità dello
sviluppo precedentemente acquisite);
o Paura degli estranei e del buio, manifestazioni generali di paura;
o Ansia da separazione/attaccamento eccessivo a un adulto significativo;
o Difficoltà di controllo degli sfinteri;
o Difficoltà a concentrarsi, iperattività/agitazione, ipervigilanza;
o Ossessività
o Rabbia /irritabilità
o Ritardo nello sviluppo motorio e del linguaggio.
Tabella 2
Segni e sintomi di PTSD in età scolare
L’aver subito un trauma determina:
o Rievocazione dell’esperienza del trauma attraverso il gioco, i disegni e l’espressione verbale;
o Rievocazione dell’esperienza traumatica sotto forma di ricordo, come se stesse accadendo di nuovo senza
consapevolezza della realtà;
o Difficoltà di addormentamento, sogni angosciosi, incubi e risvegli notturni;
o Intorpidimento emozionale (inibizione del gioco, ritiro sociale, restrizione della sfera affettiva, perdita di
capacità dello sviluppo precedentemente acquisite);
o Perdita d’interesse in attività significative;
o Paure del buio;
o Rabbia/irritabilità;
o Comportamento oppositivo provocatorio;
o Incapacità di mantenere l’attenzione/concentrazione, iperattività/agitazione;
o Difficoltà di memoria;
o Comportamenti regressivi (mancanza di controllo dei bisogni, suzione del pollice...);
o Rifiuto di frequentare la scuola;
o Dolori addominali o altri sintomi fisici senza apparenti cause organiche;
o Depressione;
o Ansia da separazione.
Tabella 3
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Segni e sintomi del PTSD in adolescenza
L’aver subito un trauma determina:
o Ricordi spiacevoli, ricorrenti dell’evento traumatico;
o Rievocazione dell’esperienza traumatica sotto forma di ricordo, come se stesse accadendo di nuovo senza
consapevolezza della realtà (flashback);
o Difficoltà di addormentamento, sogni angosciosi, incubi e risvegli notturni;
o Intorpidimento emozionale(ritiro sociale, restrizione della sfera affettiva);
o Perdita d’interesse in attività significative;
o Calo del rendimento scolastico, ritiro da scuola;
o Evitamento di alcuni ricordi associati al trauma;
o Irritabilità/rabbia;
o Incapacità di mantenere l’attenzione/concentrazione;
o Problemi di memoria;
o Comportamento antisociale;
o Difficoltà di socializzazione con i coetanei;
o Uso di sostanze, stato confusionale;
o Disturbi dell’alimentazione;
o Dolori addominali o altri sintomi senza apparenti cause organiche;
o Disturbi ipocondriaci;
o Ansia;
o Depressioni, pensieri suicidari
Tabella 4
Come si può osservare sia nei bambini che negli adolescenti emergono delle
caratteristiche comuni: la perdita di fiducia negli adulti, il timore che l’evento possa
ripresentarsi, comportamenti evitanti attraverso l’utilizzo di meccanismi di difesa
quali: negazione, isolamento affettivo e dissociazione.
In conclusione, per una corretta comprensione delle risposte agli eventi traumatici in
età evolutiva, è necessario fare riferimento sia al tipo di evento traumatico, sia a
specifici criteri diagnostici in cui, per ogni stadio di sviluppo, vengono individuati
cluster di sintomi differenti.
La valutazione clinica delle reazioni da stress traumatico nell’infanzia dipendono, di
norma, da un appropriato colloquio con i genitori e con i bambini. Per quanto riguarda
i genitori, l’intervista dovrebbe includere la storia familiare, l’andamento evolutivo
del bambino prima del trauma e le sensazioni dei genitori sui cambiamento avvenuti
nel figlio dopo il trauma. Per quanto è possibile è necessaria una descrizione
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dettagliata di quanto è avvenuto, questo va chiesto anche il bambino senza limitarsi
agli aspetti oggettivi dell’evento, bensì esplorando le sensazioni nei vari momenti del
trauma. Ultimamente sono state create molte interviste semistrutturate per
diagnosticare il PTSD seppur alcune di esse sono destinate a fallire, favorendo
tecniche più semplici come i disegni che ritraggono il momento dell’evento trumatico.
I trattamenti individuali sono principalmente di tipo cognitivo-comportamentale e
hanno l’obiettivo di aiutare il sopravvissuto a rendersi conto di ciò che è accaduto e a
gestire le sensazioni di ansia e di impotenza. Le terapie farmacologiche, come del
resto dei disturbi mentali dei bambini, rivestono un ruolo limutato. Come
precedentemente accennato chiedere al bambino di disegnare cosa è accaduto può
essere molto utile a richiamare l’episodio e le emozioni esperite con esso, ma il
semplice disegno non può di per se rappresentare una forma di terapia sufficiente.
Vi sono ad esempio grande interesse e scetticismo allos tesso tempo, sulla tecnica di
desensibilizzazione attraverso il movimento delgli occhi e rielaborazione (EMDR)
(shapiro, 1991). Non esistono a riguardo trattamenti con i bambini seppur questa
tecnica sia acclamata per la sua efficacia nel cicuito delle conferenze.