1 
 
Introduzione 
 
 
“L’ininterrotto drenaggio di risorse naturali operato dall’uomo non è un’attività 
storicamente irrilevante. Al contrario, è il più importante fattore di lungo periodo nel 
determinare la sorte dell’umanità”
1
. 
Nicholas Georgescu-Roegen 
 
 
L’uomo, fin dalla notte dei tempi, ha sempre utilizzato le risorse naturali per soddisfare 
le sue necessità senza curarsi troppo delle conseguenze (sia in termini di inquinamento 
ambientale che di impoverimento di risorse) che questo comportamento avrebbe 
potuto arrecare all’ambiente in cui viveva. Quando il degrado prodotto rendeva le 
risorse insufficienti per la sua sopravvivenza, emigrava verso zone inesplorate. 
Nonostante il cammino di evoluzione intrapreso dall’umanità nel corso dei secoli, e 
nonostante la maggiore complessità propria delle sovrastrutture delle società 
moderne, questo fenomeno si è ripetuto molte volte, basti pensare ai popoli delle 
steppe asiatiche del primo millennio emigrati verso il continente europeo oppure alle 
spedizioni dall’Europa verso il Nuovo Mondo. 
Solo più recentemente, nel secolo scorso, l’uomo ha iniziato a preoccuparsi dei danni 
ambientali derivanti dalle sue azioni (forse anche perché aveva esaurito le zone 
inesplorate in cui insediarsi) ed ha compreso che per poter mantenere lo stesso 
standard di vita erano necessari interventi radicali. Tutto questo è stato ben 
sintetizzato da Miriam Aiello nel libro Una gabbia andò a cercare un uccello: “Il 
crescente interesse per l’analisi e la gestione dei rapporti tra economia e società è 
indice della diffusa consapevolezza che lo scenario globale sta cambiando. Dalla 
percezione di tale instabilità nasce l’esigenza di un cambiamento d’impostazione; il 
                                                      
1
 Da Georgescu-Roegen N., 1998. Energia e miti economici. Bollati Boringhieri. Pag. 31
2 
 
passaggio da una società basata sulla crescita economica perpetua, dimostratasi non 
attuabile, a una società sostenibile, si colloca come una possibile e valida alternativa”
2
. 
Inoltre, con specifico riferimento alla situazione energetica attuale, Miriam Aiello 
traccia un quadro altrettanto esplicativo e suggerisce una rotta da seguire per il futuro: 
“La maggior parte delle persone non si è mai preoccupata di cosa accadrà quando il 
petrolio si esaurirà e, nonostante ora il peak oil non sia più semplicemente una 
minaccia ma un’evidenza a breve termine
3
, questo atteggiamento continua a guidare il 
nostro modo di agire. È arrivato il momento di abbandonare la visione miope e 
pessimista e diventare parti attive nella comunità; guidare le modifiche e adattare il 
nostro stile di vita al nuovo contesto economico-sociale in costante divenire”. 
Questa stessa visione è alla base del mio progetto di tesi: la consapevolezza e l’analisi 
del problema energetico (l’esaurimento delle fonti fossili, i cambiamenti climatici 
dovuti all’effetto serra e il conseguente riscaldamento globale) e la ricerca di una 
soluzione sostenibile di lungo periodo (sfruttamento delle fonti rinnovabili, prescrizioni 
del Protocollo di Kyoto e del Programma 20-20-20 dell’Unione Europea). 
Sono partito dal concetto di energia, esaminandone le forme e le fonti, per mettere in 
evidenza quale tipo sia necessario utilizzare; infatti come sostenuto da Nicholas 
Georgescu-Roegen: “L’energia libera cui l’uomo può accedere proviene da due fonti 
distinte. La prima fonte è uno stock, lo stock di energia libera dei giacimenti minerari 
nelle viscere della Terra. La seconda fonte è un flusso, quello delle radiazioni solari 
intercettato dalla Terra. Tra queste due fonti esistono parecchie differenze, che 
occorre sottolineare con forza. L’uomo ha un controllo quasi completo sulla «dote» 
terrestre; e non è impossibile immaginare che la utilizzi interamente nel giro di un solo 
anno. Non ha invece, a tutti i fini pratici, alcun controllo del flusso delle radiazioni 
solari. Né può usare ora il flusso del futuro. Un’altra asimmetria tra le due fonti è 
legata ai loro specifici ruoli. Soltanto la fonte terrestre ci fornisce i materiali a bassa 
entropia con cui fabbrichiamo le nostre attrezzature più importanti. D’altro canto, le 
radiazioni solari sono la fonte prima di tutta la vita sulla Terra, che comincia con la 
fotosintesi clorofilliana. Infine, lo stock terrestre è una fonte ben misera a paragone 
con quella solare. Con ogni probabilità, la vita attiva del Sole – ossia il periodo durante 
                                                      
2
 Da Canova L., 2011. Una gabbia andò a cercare un uccello. Libri Scheiwiller. Pagg. 155-157 
3
 Confermata anche da World Energy Outlook 2010, International Energy Agency
3 
 
il quale la Terra riceverà un flusso di energia solare di intensità significativa – durerà 
altri cinque miliardi di anni
4
. Ma, per quanto appaia difficile crederlo, l’intero stock 
terrestre non potrebbe produrre più che pochi giorni di luce solare
5
“
6
. 
Ciò significa che dobbiamo concentrare i nostri consumi sulle fonti di energia derivanti 
dal flusso delle radiazioni solari, cioè le fonti rinnovabili, in quanto è dalla radiazione 
solare che hanno origine direttamente o indirettamente: l’energia delle biomasse 
prodotta attraverso la fotosintesi, l’energia idroelettrica alimentata dal ciclo 
dell’acqua, l’energia eolica derivante da quella cinetica del vento che a sua volta dà 
origine anche all’energia delle onde. Questo non vuol dire non utilizzare le fonti non 
rinnovabili, ma come sostengono Mario Giampietro e Kozo Mayumi: “Dovremmo 
imparare a usare in maniera intelligente le scorte rimanenti di energia fossile. È 
fondamentale cercare alternative possibili e auspicabili all’energia fossile, ma anche 
esplorare modelli alternativi di sviluppo, rendendo possibile l’espressione di modelli 
metabolici basati su un livello inferiore di consumo di energia”
7
. 
Nel secondo capitolo, ho proseguito con una breve panoramica dei vari usi che l’uomo 
ha fatto dell’energia durante la sua storia e dei cambiamenti climatici che ne sono 
derivati. Ho poi riportato informazioni sulle numerose conferenze internazionali che si 
sono susseguite dagli anni settanta fino ad oggi per cercare soluzioni a questi problemi 
globali, purtroppo senza raggiungere risultati significativi. 
Infine, nel terzo capitolo, mi sono concentrato su un caso studio ispirandomi 
all’esperienza dell’EcoMunicipalità dell’isola di Gotland (Svezia), che, nel 1996, ha 
scelto di trasformarsi in una “zero-emission zone” e, in seguito, ha deciso di arrivare a 
soddisfare totalmente il suo fabbisogno energetico con energia rinnovabile prodotta a 
livello locale entro il 2025. In circa quindici anni l’EcoMunicipalità è riuscita a ridurre 
del 50% le emissioni di anidride carbonica prodotte dalle proprie attività, a coprire con 
la produzione di energia eolica il 40% dei consumi elettrici annuali dell’isola e a 
                                                      
4
 Da Gamow G., 1958. Matter, earth, and sky. Englewood Cliff. Pag. 493 
5
 Quattro giorni, secondo E. Ayres, Power from the sun, in «Scientific American», CLXXXIII n°2, agosto 
1950, pag. 16. Ma, anche ammettendo la possibilità che i calcoli siano sbagliati di un migliaio di volte, la 
situazione non cambia. 
6
 Da Georgescu-Roegen N., 1998. Energia e miti economici. Bollati Boringhieri. Pagg. 34-35 
7
 Da Giampietro M., Mayumi K., 2009. The biofuel delusion: the fallacy of large scale agro-biofuels 
production. Earthscan. Nostra traduzione.
4 
 
soddisfare la quasi totalità del riscaldamento domestico con biocombustibili da 
silvicoltura. 
Ho pensato di verificare la possibilità di esportare questo modello nel territorio 
italiano, ho scelto come area di riferimento quella dell’Isola d’Elba, in quanto terza 
isola più grande d’Italia e prossima geograficamente, ed ho deciso di analizzare le 
conseguenze della sostituzione di una quota dell’energia elettrica prodotta da fonti 
fossili con energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. 
La bontà di questa scelta è stata successivamente confermata dalla scoperta, durante 
la ricerca di informazioni sull’area oggetto di studio, di un progetto della Provincia di 
Livorno, avviato nel marzo 2012, chiamato “Elba verso un’isola a zero emissioni” che si 
pone l’obiettivo di “fare dell’Isola d’Elba la prima isola del Mediterraneo 
tendenzialmente oil free”
8
. 
Lo studio oggetto di questa tesi, si pone un obiettivo simile a quello del progetto della 
Provincia e considera due scenari distinti. Il primo consiste nel rispetto delle 
disposizioni previste dal “Programma 20-20-20” dell’Unione Europea, cioè nel 
raggiungimento della copertura del 20% dei consumi energetici lordi annuali con fonti 
rinnovabili locali. Il secondo, più teorico, è un’analisi delle potenzialità delle risorse 
locali presenti sull’Isola d’Elba per misurare il livello massimo di consumi energetici 
lordi annuali raggiungibile con fonti rinnovabili. 
Per entrambi gli scenari ho analizzato le conseguenze ambientali ed economiche delle 
suddette modificazioni nell’approvvigionamento energetico, prendendo in 
considerazione un unico indicatore (tra i vari possibili) per ognuno dei due aspetti 
previsti: le emissioni di CO
2
 come proxy delle problematiche ambientali complessive e 
il costo di realizzazione e gestione degli impianti come criterio economico oggettivo. 
La base di partenza dell’analisi è consistita nella stima dei consumi energetici lordi 
annuali relativi al territorio dell’Isola d’Elba in quanto non è stato possibile aver 
accesso ai dati a livello comunale
 9
. In seguito ho proceduto ad un’analisi delle risorse 
rinnovabili presenti sul territorio volta a quantificare il loro potenziale energetico ed ho 
                                                      
8
 http://www.provincia.livorno.it/new/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=751 
9
 Al momento attuale (luglio 2013) neanche l’Agenzia Energetica della Provincia di Livorno (EALP) – che 
fornisce il supporto tecnico alla Provincia nell’ambito del progetto “Elba verso un’isola a zero emissioni” 
– è in possesso dei dati sui consumi energetici a livello comunale, essendo ancora in attesa di riceverli da 
Enel.
5 
 
scelto le quattro tipologie più concretizzabili: solare fotovoltaico, biomasse, onde, 
eolico
10
 ed ho stimato il loro contributo, individuale e complessivo, al raggiungimento 
degli obiettivi che mi ero posto valutandone sia i quantitativi di anidride carbonica 
emessa in atmosfera, sia i costi necessari alla realizzazione dell’impianto e alla sua 
gestione nel lungo periodo. 
  
                                                      
10
 Al momento attuale (luglio 2013) sul territorio dell’Isola d’Elba non è prevista la realizzazione di 
impianti eolici in quanto sottoposto a vincolo paesaggistico e facente parte del Parco dell’Arcipelago 
Toscano, ma è stato deciso di studiarne comunque la producibilità teorica dato che è in corso un 
dibattito sull’opportunità di valutare il suo utilizzo caso per caso.
7 
 
Capitolo 1 
Cos’è l’energia? 
Il concetto di energia non è di facile esplicazione. Può essere definito come “la capacità 
di un corpo, o di un sistema, di compiere un lavoro”
11
 perciò, innanzitutto, è necessario 
spiegare cosa si intende per lavoro. In termini concreti si può descrivere il lavoro come 
l’utilizzo di una forza per spostare un oggetto, o qualsiasi processo che produce un 
cambiamento, di temperatura, di composizione chimica, di velocità, ecc. all’interno di 
un sistema. La quantità del lavoro è data dall’entità di forza utilizzata e dalla 
dimensione dello spostamento. L’energia, quindi, è il parametro che quantifica la 
capacità di un sistema di compiere un lavoro. 
Misurando l’energia si può prevedere la quantità di lavoro che un sistema è in grado di 
compiere, perché la quantità di energia presente all’interno del sistema definisce la 
quantità massima di lavoro che questo può svolgere. È necessario però considerare 
che non tutta l’energia contenuta nel sistema è utilizzabile, perché una quota di questa 
si disperde sotto forma di calore; quindi, la quantità di energia disponibile in un 
sistema, è sempre inferiore a quella totale del sistema. 
Secondo il Sistema Internazionale (SI)
12
 l’energia, così come il lavoro, si misurano in 
joule, in onore del fisico inglese James Prescott Joule e dei suoi esperimenti 
sull’equivalente meccanico del calore. Un joule rappresenta l’energia necessaria, ossia 
il lavoro effettuato, per esercitare la forza di un newton (N) per la distanza di un metro. 
Essendo il joule un’unità molto piccola vengono generalmente utilizzati i suoi multipli 
come il Kilojoule (1.000 joule) e il Megajoule (1.000.000 di joule). 
Oltre all’energia e al lavoro deve essere presa in considerazione anche la potenza che 
descrive il rapporto tra l’energia utilizzata e l’unità di tempo ovvero la rapidità di 
impiego dell’energia, o più semplicemente la velocità alla quale viene compiuto un 
lavoro. L’unità di misura della potenza è il watt (W) che è dato dal rapporto tra joule e 
secondi. 
 
                                                      
11
 http://www.treccani.it/enciclopedia/energia/ 
12
 Sistema Internazionale di unità di misura
8 
 
Altre unità di misura comunemente usate per l’energia sono: 
• Kilowattora (kWh), si utilizza per l’energia elettrica ed equivale a 3.600.000 
joule; rappresenta la quantità di energia necessaria per fornire una potenza di 
un kilowatt per un’ora. 
• Kilocaloria (kcal), si utilizza per l’energia termica ed equivale a 4.196 joule; 
rappresenta la quantità di energia necessaria per elevare da 14,5 a 15,5°C la 
temperatura di un kilogrammo di acqua distillata situata a livello del mare. 
• Tonnellata equivalente di petrolio (tep), si utilizza per i bilanci energetici ed 
equivale a circa 42 miliardi di joule (42 GJ); si tratta di un valore fissato 
convenzionalmente, dato che diverse varietà di petrolio posseggono diversi 
poteri calorifici. Il tep rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla 
combustione di una tonnellata di petrolio grezzo.  
Forme di energia. In natura esistono sette forme di energia diverse
13
: 
1. Energia termica 
2. Energia chimica 
3. Energia elettrica 
4. Energia elettromagnetica o luminosa 
5. Energia cinetica 
6. Energia gravitazionale 
7. Energia nucleare 
Ogni forma di energia può essere trasformata in un’altra forma, in alcuni casi possono 
convertirsi direttamente l’una nell’altra, per esempio l’energia luminosa del Sole può 
essere trasformata in energia elettrica utilizzando un pannello fotovoltaico. In altri 
invece, la trasformazione può avvenire soltanto mediante il passaggio ad un’altra 
forma intermedia, per esempio non si può trasformare l’energia nucleare in energia 
elettrica senza passare da quella termica. 
Il punto di partenza di ogni catena di trasformazione è un’energia primaria, che viene 
trasformata in energia secondaria, la quale può essere nuovamente trasformata in 
altre energie secondarie fino a quando è disponibile come energia utilizzata. 
                                                      
13
 Da Armaroli N. e Balzani V., 2011. Energia per l’astronave Terra. Zanichelli
9 
 
Fonti di energia. Si tratta delle risorse e delle materie da cui è possibile ricavare una o 
più forme di energia che possono essere utilizzate per eseguire un lavoro, produrre 
calore e comunque ottenere una utilità. Si può distinguere tra: 
1. Fonti energetiche primarie: disponibili direttamente in natura, prima di avere 
subito una qualunque trasformazione. Possono essere sfruttate come tali 
oppure trasformate in fonti energetiche secondarie. Sono fonti primarie 
esauribili petrolio grezzo, gas naturale, carbone e materiali fissili. Sono fonti 
primarie rinnovabili energia solare, eolica, idrica, da biomasse, geotermica e da 
risparmio energetico. Teoricamente qualsiasi corpo dotato di energia 
potenziale può essere una fonte primaria di energia, ma per essere 
effettivamente utilizzabile è necessario che abbia alcune caratteristiche: 
Concentrabilità: possibilità di condensare la sorgente di energia entro un’area 
limitata per consentirne la gestione, come ad esempio una centrale elettrica, 
un serbatoio di benzina di un’automobile, ecc. Indirizzabilità: possibilità di 
convogliare la sorgente di energia nel luogo di utilizzo, ad esempio benzina, 
acqua o raggi solari in un bruciatore, una turbina, una lente o uno specchio. 
Frazionabilità: possibilità di frazionare la fonte in modo da poter utilizzare 
soltanto la parte necessaria al momento. Continuità: possibilità di utilizzare la 
sorgente di energia per un periodo determinato senza interruzioni e senza che 
si esaurisca in pochi secondi. Regolabilità: possibilità di approvvigionarsi dalla 
sorgente in modo graduale a seconda delle necessità. Quanto più sono 
rispettate queste cinque caratteristiche tanto più è pregiata la fonte di energia 
che le possiede.  
2. Fonti energetiche secondarie: non sono direttamente disponibili in natura ma 
derivano da una trasformazione di una fonte di energia primaria e sono rese 
utilizzabili sotto altre forme più adatte al trasporto e ai vari impieghi. Ad 
esempio sono fonti secondarie la benzina, che si ottiene dal trattamento del 
petrolio greggio, il metano, che viene estratto dai gas naturali, l’energia 
elettrica, che deriva dalla trasformazione di energia meccanica o chimica o 
fisica, l’idrogeno che può essere estratto dall’acqua o da combustibili fossili.