V
Allo stesso modo tali considerazioni erano confermate 
dall’importanza che la distribuzione aveva acquisito all’interno del 
canale; l’avvento della grande distribuzione aveva alterato i rapporti 
tra i due soggetti, toccando tutte le aree di attività e tra esse anche la 
logistica (Pellegrini, 1990).  
In un primo momento, in realtà, il mutamento avvenuto nella 
area della logistica è stato considerato come meno rilevante, rispetto 
alla rivoluzione in corso, ma, dopo queste avventate considerazioni e 
con l’attuale dimensione che i rapporti industria-distribuzione hanno 
raggiunto, è parso chiaro il ruolo di fondamentale importanza che la 
funzione logistica ricopre.  
Nei nostri giorni è stato compiuto un vero e proprio salto 
tautologico nell’approccio alle attività logistiche; non si ricerca più 
l’ottimizzazione delle attività logistiche a livello di singolo soggetto o 
di progetto condiviso, ma il raggiungimento della piena efficienza 
deve essere un obiettivo a livello di supply chain dove ogni singolo 
attore è mosso da un fine comune: la soddisfazione del cliente. Mutata 
è la visione che gli attori hanno del canale distributivo; dallo sviluppo 
di mere transazioni economiche si è passati all’implementazione di 
relazioni durature nel tempo tra gli attori stessi nell’ ottica del mutuo 
vantaggio (sistema verticale di distribuzione).  
La logistica, quindi, in un primo tempo considerata come 
attività marginale e accessoria dalle imprese della distribuzione, ora 
viene riconsiderata come attività ad alto valore aggiunto, 
fondamentale per l’acquisizione e il mantenimento del vantaggio 
competitivo.  
     
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 VII
Il presente lavoro si propone di porre enfasi sull’importanza 
della logistica nella distribuzione moderna, alla luce dei mutati 
rapporti di forza nel canale (o meglio sistema) distributivo e della 
acquisita capacità delle imprese commerciali di porre in essere 
politiche di marketing autonome (marketing e logistica sono un 
binomio inscindibile
1
); occorre infatti abbandonare la visione per cui 
le imprese commerciali hanno un mero ruolo logistico; esse si 
propongono oggi come valide antagoniste al rapporto industria- 
cliente, implementando politiche di marketing autonome a quello 
industriale. L’intento sarà, quindi, quello di studiare il processo di co-
evoluzione che ha interessato la logistica e i rapporti industria-
distribuzione.  
Nella disquisizione il punto di vista sarà prettamente quello 
delle imprese commerciali del comparto grocery; si analizzeranno i 
flussi logistici  a monte e a valle delle imprese distributive (cliente-
pdv , pdv-cedi o pdv-fornitore a seconda della scelta  adottata dalla 
impresa), nonché la movimentazione all’interno del punto vendita e 
l’attività di rifornimento a scaffale (da questa elencazione già si nota 
la variètà e la consistenza delle attività logistiche che interessano le 
fasi finali della distribuzione). Tutte le singole attività saranno 
osservate da un punto di vista critico, con la tendenza a evadere da una 
mera descrizione, ma cercando di studiare, invece, il loro ruolo 
passato e le tendenze future, analizzandole per le loro implicazioni 
strategiche nel servizio al cliente. 
                                                 
1
 La rilevanza della logistica nell’economia aziendale è stata enfatizzata proprio dagli studi di 
marketing; anche se il suo ruolo è stato sempre confinato ad attività di gestione di magazzini o 
scorte, nel tempo i suoi elementi costituenti sono evoluti fino ad assumere connotati di forte 
strategicità.   
 VIII
Prendendo atto del ruolo promo-comunicazionale che il punto 
vendita assume nella distribuzione moderna, si proseguirà analizzando  
le conseguenze per la store image di una mancata efficienza del 
sistema logistico; prevenire l’out of stock risulta essere di primaria 
importanza, dato che la mancanza di un prodotto a scaffale, non si 
trasformerà solo in un probabile cambiamento forzato delle abitudini 
di consumo da parte del consumatore, ma avrà ben più profonde 
implicazioni per la store image (se ripetuto) a causa del possibile 
ruolo assegnato a quella referenza da parte del retailer
2
. Tali 
inefficienze avranno ulteriori conseguenze anche in ottica di 
merchandising, dato il peso che gli acquisti d’impulso hanno nel 
basket di spesa. L’approccio adottato nella presente trattazione, 
cercando anche di colmare un vuoto che si rileva sulla letteratura sugli 
out of stock, è quello di considerare il retailer come direttamente 
interessato dalle conseguenze di mancanze di merce a scaffale, e si 
cercherà perciò di implementare un modello (capitolo 3) che tenga 
conto della insoddisfazione derivante dalla riduzione della varietà 
offerta e l’incidenza che un livello di servizio  inferiore ha sulla 
soddisfazione nella singola transazione e sulla relazione di lungo 
periodo (store loyalty).        
Infine in un momento storico in cui la capacità di adattamento 
continuo delle soluzioni adottate all’evoluzione ambientale (ricerca di 
flessibilità) rappresenta la costituente del vantaggio competitivo, la 
tecnologia fornisce gli strumenti per implementare progetti coordinati 
e integrati.  
                                                 
2
 Tali considerazioni risultano ancor più valide se considerate nell’ottica  delle innovative modalità 
di aggregazione dei prodotti nel pdv, che hanno portato alla creazione di progetti di category 
management. 
 IX
La logistica è un campo di applicazione particolarmente florido 
per le nuove tecnologie di informazione e comunicazione, soprattutto 
se si considera che l’adattamento cui si è fatto cenno non può limitarsi 
alla singola impresa, ma deve coinvolgere reti di partner all’interno di 
quali essa è inserita (Scarsi, 2003). Per la stesura del lavoro si è perciò 
pensato di posare l’attenzione su una nuova tecnologia che al 
momento risulta frenata nell’applicazione da motivi di ordine 
economico e normativo, ma la cui applicazione futura potrà portare a 
livelli di efficienza e coordinamento delle operazioni logistiche al 
momento impensabili; la tecnologia RFID (Radio frequency 
identification). 
 X
 
Ringraziamenti 
 
Tante sono le persone che ho incontrato nel corso dei miei 
studi; la mia profonda voglia di crescere mi ha fatto apprendere da 
loro tutto quello che di buono potevano lasciarmi. Per questo il mio 
primo pensiero va al Prof. Marcello Sansone, uomo di grande cultura, 
per le esperienze di vita che ha saputo trasmettermi durante i suoi 
insegnamenti: materiale di inestimabile valore per le sfide che la vita 
ci riserba. 
Per la stesura del presente lavoro, un ringraziamento dovuto va 
all’ Ing. Pietro Salvioli (direttore Data Collection- Editrice Temi) per 
l’ospitalità e al Dott. Salvatore Melluso (SCS AzionInnova 
Consulting) per la profonda disponibilità accordatami. 
Infine, ma non da ultimi, è con grande affetto che ringrazio i 
miei fedeli compagni di studio Luca, Alessandra, Silvia, Daniela, 
Antonio, Antonietta, Nicoletta, la mia fidanzata Alessia, i miei genitori 
e tutti coloro che in qualche modo hanno partecipato alla mia 
riuscita.               
 
 
 1
CAPITOLO 1 
 
TENDENZE EVOLUTIVE DEL MANAGEMENT DELLA 
LOGISTICA NEL COMPARTO DEI BENI DI LARGO CONSUMO 
 
Nel presente capitolo si cercherà di affrontare tutti gli argomenti 
che più o meno marcatamente hanno influenzato il ruolo della 
logistica nel comparto dei beni di largo consumo. Per questo, dopo 
una breve trattazione sull’importanza del servizio offerto dalle 
imprese commerciali, anche alla luce delle mutate condizioni di 
fruizione dei servizi e di consumo, si passeranno in rassegna le 
variazioni che  hanno interessato il canale distributivo con le 
implicazioni susseguenti.      
 
1.1  Il servizio commerciale: la componente logistica 
 
L’attività dell’impresa commerciale è incentrata sul 
trasferimento di beni e servizi dal produttore all’utilizzatore, sia esso  
cliente finale o cliente industriale, che utilizzi cioè i beni come input 
per un processo produttivo. L’impresa commerciale, quindi, 
rappresenta l’anello di congiunzione tra produzione e consumo; essa 
aggiunge valore ai beni, non tramite un attività di produzione bensì 
tramite una movimentazione nel tempo e nello spazio degli stessi che li 
porta ad entrare nella disponibilità del cliente in un determinato istante 
temporale svincolato dai tempi di produzione; corollario alla mera 
proposizione di una varietà di prodotti (assortimento) sono, oggi nel 
settore distributivo, una categoria eterogenea di servizi elementari la 
cui particolare combinazione è volta a dare identità specifica alla 
 2
propria formula distributiva. Oggi il consumatore domanda non solo 
beni, ma richiede che essi siano forniti insieme a dei servizi da essi 
stessi derivati. 
Da queste prime righe si percepisce l’importanza della logistica 
per le imprese commerciali, dato che essa coincide quasi 
totalitariamente con l’attività principale delle imprese commerciali; 
con l’evoluzione dell’approccio al mercato, nei nostri tempi invece la 
impresa commerciale si pone non solo come mero intermediario 
logistico, ma come erogatore di un  mix di servizi che siano coerenti 
con le richieste di un target di riferimento.  
La posizione presa dal commercio, in realtà, è stata diretta 
conseguenza delle politiche di produzione e consumo; infatti sul fronte 
della industria si rileva una estrema tendenza alla specializzazione 
nella produzione, mentre dal lato della domanda si è andata allargando 
la varietà richiesta dal consumatore, di conseguenza l’industria si è 
trovata impossibilitata a poter rispondere alle complesse richieste della 
domanda, o almeno lo ha potuto fare solo nel suo ristretto ambito di 
operatività.  
Le imprese della distribuzione si pongono come mediatore tra le 
distanze assunte dalle parti operando una selezione di prodotti, 
rendendoli disponibili nei tempi, luoghi e quantità, arricchiti con una 
serie di servizi accessori (pre, post-vendita e durante la vendita). Le 
attività ascrivibili alla categoria di servizi logistici sono essenzialmente 
il servizio di prossimità e di stoccaggio. Il primo è connesso all’utilità 
di luogo prodotta dalle attività distributive e si manifesta nella minore 
o maggiore facilità di raggiungimento dei punti vendita, valutata dal 
consumatore in termini di onerosità di tempo e di trasporto.  
 3
Il servizio di stoccaggio è individuabile in tre servizi specifici: 
• frazionamento delle unità di vendita; ossia dando la 
possibilità al consumatore di acquistare la quantità di bene 
che si confà al suo reale bisogno, diminuendo in questo 
modo i costi finanziari di stoccaggio nell’abitazione; 
• estensione degli orari di apertura; il servizio sarà fruibile 
agli orari definiti dal venditore e nei momenti in cui il costo 
opportunità del tempo per il consumatore è contenuto (tempo 
libero);  
• dimensione qualitativa dell’assortimento; l’ampiezza 
dell’assortimento (numero di categorie  merceologiche) 
aumenta la probabilità di fornire beni ricercati dai 
consumatori; la concentrazione degli acquisti abbasserà i 
costi di ricerca connessi, ma la gestione di un elevato numero 
di referenze si tradurrà per il produttore in un aumento di 
complessità nella gestione dei rapporti con gli interlocutori e 
in costi di produzione connessi a un più basso tasso di 
rotazione dello stock più consistenti; 
• velocità del servizio; i beni devono essere presenti nei tempi 
dovuti. Un abbassamento dei tempi di attesa va ad influire 
sui costi di approvvigionamento.          
 
La componente fondamentale del servizio commerciale è 
rappresentata, ancor oggi nel dettaglio moderno, dall’aggregazione di 
un insieme eterogeneo di prodotti qualitativamente e quantitativamente 
 4
adeguato alla soddisfazione dei bisogni dei consumatori
3
; quindi la 
componente logistica conserva, anzi accresce, il suo ruolo di 
improcrastinabile importanza all’interno del ciclo produzione-
distribuzione-consumo.   
 
                                                 
3
 Si nota la spiccata componente di marketing che caratterizza il servizio commerciale. Altra 
caratteristica del servizio commerciale che pone le imprese della distribuzione in una posizione di 
vantaggio è il contatto con il cliente; esse possono valutare in real time le risposte dei consumatori 
agli stimoli di marketing e produrre  un flusso di informazioni diretto a monte del canale, input dei 
processi di marketing industriale.    
 5
1.2  La dimensione sociale dello scambio 
 
La  produzione per  via   indiretta,  ossia  basata  sullo  scambio, 
contribuì alla nascita dell’attuale società economica. Lo scambio è 
quell’atto che mette in relazione singole entità economiche generando 
il luogo fisico dove venditori e compratori si incontrano: il mercato. 
Allo stesso modo lo scambio, oltre a stabilire rapporti di 
complementarietà tra imprese, lavora per poter effettuare un 
allineamento tra la produzione e i bisogni finali. Infatti, abbandonando 
una visone che vede il perfetto dominio del consumo sulle attività di 
produzione, si può affermare che la domanda può influenzare in modo 
diretto o meno, le condizioni di operatività delle imprese che sono 
costrette ad adattare le proprie forme produttive alle mutate esigenze  
del mercato. In realtà definire un equilibrio tra le parti è difficile dato 
che produzione e consumo sono processi imprescindibilmente 
complementari; la componente sociale dello scambio, ossia l’utilità 
fruibile dall’uso e consumo di un prodotto, dovrebbe essere comparata 
con lo sforzo effettuato per il suo ottenimento, o valore sociale della 
produzione. La moderna impresa deve pensare ed agire in termini di 
marketing sociale, determinando cioè bisogni, desideri e interessi dei 
mercati obiettivo e procedere al loro soddisfacimento più 
efficacemente ed efficientemente dei concorrenti, secondo modalità 
che preservino o rafforzino il benessere del consumatore e della 
società (Kotler, 1993). Quindi attività che diano un connotato di  
ecologicità alle attività del produrre, del distribuire e del consumare. 
L’impresa, secondo una visione sistemica, è una entità 
contestualizzata, dal cui contesto, tramite la soddisfazione di attese e 
pressioni dei sovra-sistemi rilevanti, preleva linfa vitale per la sua 
 6
sopravvivenza. Soddisfare i bisogni del sistema rilevante domanda, 
anzi, rendersi proattivi nei loro confronti, è  fonte di vantaggio 
competitivo difendibile; la gestione dei lead time è attualmente 
fondamentale in un contesto caratterizzato da vasta diffusione delle 
informazioni. 
 
 
fonte Soddisfatti o rimborsati F.Buo, 1997 
Figura 1- Influenza della logistica nel processo di acquisto. 
 
La logistica e le scelte ad essa correlate devono essere  quindi 
pensate per rispondere ai desiderata del cliente finale e in particolari 
momenti di esitazione nelle scelte devono essere giudicati in termini di 
ricadute  nella sfera del consumatore.  
L’ottimizzazione dei costi (tra cui vanno ricomprese anche le 
esternalità negative) e del livello di servizio ha diretta influenza sulla 
strategia di marketing. 
 7
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Anni ’80 (consumismo); 
 
1. forte orientamento ai 
volumi 
2. consumo come fonte di 
status sociale 
3. scarsa attenzione al 
rapporto qualità/prezzo 
4. ricerca di valori di tipo 
edonistico piuttosto che 
funzionale 
5. sensibilità al brand 
Anni 90 ; 
1. riduzione dei consumi di 
status e ricerca di 
essenzialità, semplicità, 
funzionalità dei prodotti 
2. demassificazione del 
mercato e ricerca di 
prodotti customizzati 
3.   importanza del servizio 
4. sensibilità ai problemi 
ambientali  
5. forte attenzione al rapporto 
qualità/prezzo; 
       importanza delle store 
       promotion 
6. riduzione della sensibilità 
alla marca: 
  brand loyalty- store loyalty 
Politiche aziendali 
- Attenzione alle politiche 
della     marca 
- Puntare alla 
differenziazione 
 -Valorizzazione della funzione   
marketing 
- Maggiore decentramento 
decisionale 
- Migliore integrazione tra le 
funzioni aziendali 
- Importanza del SIM 
- Innovazione di prodotto 
- Importanza del trade 
Figura 2-Evoluzione dei modelli di consumo e implicazioni per le politiche 
aziendali (ns elaborazione da fonti varie) 
 8
Si è visto nell’ ultimo ventennio una variazione dei modelli di 
consumo e acquisto; il marketing dei nostri giorni non può non 
considerare un analisi congiunta della domanda sotto la duplice veste 
di consumatori e acquirenti. 
Il consumatore degli ultimi anni da’ molta rilevanza al rapporto 
qualità/prezzo (dato il tramonto del consumismo) e al livello di 
servizio offerto, è molto sensibile alle problematiche ambientali e le 
valuta anche nella scelta del prodotto, è sensibile al customizzazione 
dello stesso.  
Questo implica una importanza rilevante della funzione 
marketing e la sua integrazione con le altre funzioni aziendali; il trade 
assume un ruolo di rilievo. 
C’è da dire che i comportamenti d’acquisto/consumo dei 
grocery cambiano più lentamente rispetto ai comportamenti di 
consumo in generale. Di conseguenza all’impresa commerciale non è 
richiesto un tasso di innovazione di prodotto continuo e radicale, ma 
può cambiare per gradi assumendo comportamenti innovativo/adattivi.  
La logistica trae dal marketing tutta la sua valenza strategica e 
per enfatizzare questo ruolo procederemo ad enucleare tutte le 
determinanti che hanno portato la logistica e soprattutto quella delle 
imprese commerciali ad assumere tali vesti.