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Introduzione 
 
“La ricerca è il cardine della strategia dell’UE per favorire la crescita e creare 
l’occupazione al suo interno. I paesi dell'UE dovranno investire, da qui al 2020, il 3% 
del PIL in R&S (1% di finanziamenti pubblici, 2% di investimenti privati) con l'obiettivo 
di creare 3,7 milioni di posti di lavoro e realizzare un aumento annuo del PIL di circa 
800 miliardi di euro, tra gli strumenti che assicurano sviluppo, vi è sicuramente la 
ricerca” (Commissione Europea, Ottobre 2016)
1
. 
Horizon 2020 (o “Orizzonte 2020”) costituisce la strategia settennale dell’Unione 
Europea per la Ricerca e l’Innovazione attualmente in vigore. In questa programmazione 
comunitaria i temi della crescita e gli investimenti rappresentano le pietre miliari. La 
programmazione finanziaria dell'Unione Europea per la crescita economica e la coesione 
dei paesi membri è stabilita in periodi della durata di 7 anni (2014-2020). L’obiettivo 
dell’elaborato è quello di far conoscere, analizzare ed esplicare le modalità d’uso degli 
strumenti messi a disposizioni dall’Unione Europea per accedere ai molteplici 
finanziamenti e utilizzare a pieno le risorse disponibili.  
Il macro processo, iniziato a Lisbona nel 2000, ha dato l’impronta e le linee guida 
dell’ultimo decennio per quanto riguarda le strategie dell’UE. Infatti, Ricerca e 
Innovazione sono ancora oggi due temi fondamentali all’interno di Orizzonte 2020, 
strategia proposta dalla Commissione Europea e approvata dal Consiglio Europeo nel 
2010 e attualmente in vigore. Per poter riuscire ad eliminare o a scavalcare i problemi 
posti dall’economia nella nostra società l’Unione doveva, secondo la Strategia di Lisbona, 
diventare “L’economia basata sulla conoscenza competitiva e dinamica del mondo, in 
grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di 
lavoro e una maggiore coesione sociale”
2
. 
L’Europa, dopo anni di Leadership condivisa con gli USA, sta ora vivendo un periodo 
nella quale trova delle difficoltà a tenere il passo degli altri continenti nel campo della 
ricerca e dell’innovazione. Uno dei tanti problemi riguardante l’Unione Europea è la 
                                                           
1
 “Le politiche dell’Unione Europea: Ricerca e Innovazione”. Commissione Europea – Direzione 
generale della Comunicazione, 2016. 
2
 Cfr. COM(2005) 24 definitivo, del 2 febbraio 2005.
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frammentazione nella ricerca. Difatti, a differenza di paesi come USA e Giappone dove 
la politica della ricerca e per lo sviluppo tecnologico è coordinata a livello centrale da un 
unico centro, in Europa il coordinamento è affidato anche a livello nazionale ai 28 Stati 
membri appartenenti all’Unione. È facile intuire a quali difficoltà possa portare questa 
decentralizzazione. Inoltre gli schemi burocratici complicati e tortuosi portano a 
indebolire e paralizzare il sistema, la conoscenza delle molteplici possibilità presenti 
nell’Unione non sono infatti sempre conosciute e questo porta spesso ad avere sfiducia 
nei confronti delle istituzioni dell’Unione Europea. Saranno proposti dei dati raccolti 
attraverso l’Eurobarometro e anche una indagine di “Demos” presentata nell’ultima 
edizione dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza che dedicano una parte all’Ue. 
La sfiducia e la scarsa informazione delle possibilità di accesso ai finanziamenti presenti 
sono state le principali ragioni che mi hanno spinto a scegliere di portare avanti un lavoro 
indirizzato a far conoscere i programmi di ricerca e innovazione, il significato della 
ricerca all’interno dei tanti finanziamenti disponibili, l’utilizzo dei finanziamenti europei 
all’interno dell’UE ed illustrare la nascita di un progetto europeo per il ricevimento di 
fondi. 
L’elaborato è diviso infatti in due parti principali. 
Il primo capitolo si occuperà di spiegare nei dettagli il Programma Quadro per la ricerca 
e l’innovazione. Di capire i meccanismi che permettono di mettere in atto un fondo da cui 
attingere per promuovere e migliorare la ricerca e l’innovazione. Con un investimento di 
circa 80 miliardi di euro, spalmati su un programma settennale (2014-2020), Horizon 
2020 si presenta come il più grande programma mai adottato all’interno dell’Unione 
Europea senza contare la somma di investimenti nazionali, privati e pubblici che un 
programma di questa portata e queste somme possano attirare. Il programma gode poi del 
sostegno dei maggiori leader appartenenti all’Unione Europea e del Parlamento Europeo, 
i quali concordano che l’innovazione e la ricerca costituiscano la strada fondamentale e 
prioritaria che l’Unione Europea debba intraprendere.  
Horizon 2020 è all’insegna di una semplificazione strutturale. All’interno del capitolo 
verranno illustrati specificatamente le principali novità del nuovo Programma Quadro. 
Saranno quindi osservate le differenze principali tra il precedente programma per la 
ricerca e l’innovazione, il VII Programma Quadro, e l’attuale. Sarà inoltre presentato
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come vengono suddivise le varie somme d’investimento messe a disposizione nei vari 
settori. Il funzionamento del Programma Quadro e le modalità di candidatura. Prende poi 
grande importanza l’Open Access all’interno di Horizon 2020, definito nello specifico da 
un documento della Commissione Europea nel quale vengono analizzati i benefici di tale 
procedura nell’informazione scientifica e le vie possibili di utilizzo di quest’ultimo.  
Nel secondo capitolo verrà analizzata la politica europea nell’ambito della ricerca. 
Cippitani definisce la ricerca come la principale produttrice di conoscenza che consiste 
nel “lavoro creativo svolto su base sistematica per aumentare il bagaglio di conoscenze, 
compresa la conoscenza dell’uomo, della cultura e della società, e l’utilizzazione di tale 
bagaglio di conoscenze per concepire nuove applicazioni” (Cippitani, 2012).  
Verrà presentato il concetto di “Spazio Europeo della Ricerca” (European Research Area 
– ERA), sistema di programmi della ricerca scientifica che integrano le risorse 
scientifiche dell’Unione, istituto creato all’inizio del 2000. L’obiettivo preposto non è 
quello di “europeizzare” il campo della ricerca nell’UE ma di aumentare la coerenza tra 
gli strumenti utilizzati, individuare delle priorità comuni e far confluire le iniziative 
avviate a livello comunitario con maggiore cooperazione. Sarà presentata poi un’analisi 
statistica della ricerca in Europa che illustra la situazione della ricerca nell’Unione e il 
gap presente tra i vari stati membri.  
Il SER (Spazio Europeo della Ricerca) è stato istituito con l’obiettivo di creare uno spazio 
per ricercatori, tecnologie e conoscenze senza limiti di circolazione e che quindi siano 
eliminate tutte le barriere che si presentano alla libera condivisione di esse.  
Questo è disciplinato nell’articolo 179, parte 2 del TFUE (Trattato sul Funzionamento 
dell’Unione Europea). Per questo l’Unione preme tanto sull’incentivare gli investimenti 
in Ricerca & Innovazione come strumento per lo sviluppo economico e sociale: 
“Abbiamo bisogno di un’economia dinamica per nutrire le nostre pi. vaste ambizioni in 
campo sociale e ambientale, ed è per questo che la strategia di Lisbona rinnovata è 
incentrata sulla crescita e l’occupazione” (Commissione Europea, 2005)
3
. 
                                                           
3
  Cfr. Commissione CE, Comunicazione al Consiglio europeo di primavera Lavorare insieme per la 
crescita e l’occupazione. Il rilancio della strategia di Lisbona, 2 febbraio 2005, COM(2005) 24 def.
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Il terzo capitolo presenterà quale sia il budget dell’Unione europea, da quali risorse viene 
costituito e con che strumenti viene speso. Quali sono le voci che lo compongono e in che 
modo l’Unione destina parte del bilancio verso i Paesi membri. Sarà descritto il Quadro 
Finanziario Pluriennale (QFP), strumento che fissa quali siano i limiti del bilancio per 
due seguenti tipologie di spesa dell’Unione: stanziamenti d’impegno e stanziamenti di 
pagamento. I QFP ha degli obblighi giuridicamente vincolanti per almeno cinque anni e 
di solito sono programmati su sette anni. 
Saranno illustrate le due modalità di gestione dei fondi comunitari: i fondi a gestione 
indiretta e quelli a gestione diretta. All’interno dei primi sono compresi i “Fondi 
strutturali e d’investimento” (Fondi SIE) e il “Fondo di coesione” che permettono 
l’attuazione delle politiche di coesione, chiamate anche politiche regionali. Questa 
tipologia di fondi vengono distribuiti in differenti settori con obiettivo quello di ridurre le 
ineguaglianze economiche, sociali, e territoriali tra i Paesi membri. I fondi a gestione 
diretta invece riguardano le politiche settoriali. Questi fondi sono gestiti direttamente 
dalla Commissione europea e sono concretizzati tramite i programmi comunitari (Ogni 
programma riguarda un settore specifico (ricerca e innovazione, formazione, ambiente, 
cultura, politiche sociali ecc..). Per accedere a questi fondi è obbligatorio presentare una 
proposta progettuale che sia presentata da un partenariato transnazionale (questo 
particolarità verrà analizzata nel capitolo 4, all’interno della seconda parte della tesi). 
Verrà illustrato l’Accordo di Partenariato, documento che ha il compito di far rispettare 
ai Paesi membri le direttive e gli obiettivi imposti dall’Unione, attraverso una forte 
collaborazione e creando un percorso comune sulla capacità di attuazione e capacità di 
spesa dei fondi, nella quale l’Amministrazione Pubblica Italiana negli ultimi anni si è 
fatta notare per la sua cattiva gestione.  
Questo capitolo assume grande importanza nel mio giudizio, poiché non è trascurabile la 
grande disinformazione presente all’interno del nostro paese, nel quale la maggior parte 
delle persone non è a conoscenza delle tantissime possibilità di finanziamenti in tutti i 
campi. Inoltre, si accusa la mancanza di una figura professionale che faccia da mediatore 
tra l’Unione e l’utente che vuole intraprendere un cammino utilizzando i fondi europei.
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La seconda parte, che coincide con il quarto capitolo, invece presenta l’Europrogettazione 
nei suoi dettagli e come effettivamente avviene la richiesta dei fondi europei e quale sia 
l’iter burocratico da seguire. 
La figura professionale che si occupa della stesura dei progetti europei è quella 
dell’agente di progetto (project manager), che ormai si sta sempre più accreditando nel 
settore dei finanziamenti europei (figura scarsamente presente in Italia). L’agente di 
progetto ha il compito di predisporre ogni fase del progetto e di guidare e assistere il 
candidato che desidera ricevere i fondi. Questi progetti vedono inoltre la presenza al 
proprio interno varie figure che descriverò all’interno del capitolo che si occupano delle 
varie fasi da cui è costituito. Il progetto è costituito da un ciclo, chiamato Ciclo del 
Progetto, che a sua volta presenta sei fasi: la Programmazione, l’Identificazione, la 
Formulazione, il Finanziamento, la Realizzazione e la Valutazione.  
Ogni progetto deve attenersi ai caratteri e requisiti imposti dal bando. La fase finale di un 
progetto è composta da alcuni elementi considerati essenziali per potere attingere al fondo 
messo a disposizione. Gli strumenti che utilizza l’Unione per vigilare e accertarsi che 
tutto venga fatto seguendo le linee guida del progetto sono: Il Monitoraggio, La 
Valutazione e l’Audit.  
Un progetto possiamo definirlo, in linea di massima, come una serie di attività 
attentamente pianificate allo scopo di realizzare obiettivi chiaramente specificati 
all’interno di un definito periodo di tempo e con un budget definito.  
La struttura della tesi è articolata in due parti distinte ma comunque collegate tra loro. La 
prima parte che comprende i primi tre capitoli è orientata principalmente a far conoscere 
e a spiegare il funzionamento del Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione, 
Horizon 2020: spiegare il ruolo che ricopre la ricerca nell’Unione Europea, con dati 
statistici di ricerca, presentare l’utilizzo dei fondi strutturali e d’investimento orientati 
verso una politica di coesione; esporre il funzionamento dell’istituto dello “Spazio 
Europeo della Ricerca” e come sia d’aiuto nei Paesi membri, facilitando la mobilità dei 
ricercatori e la condivisione della nuove scoperte. La seconda parte, invece, composta dal 
quarto capitolo, vuole fornire nel concreto una conoscenza dettagliata della stesura di un 
progetto.
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L’elaborato nasce in parte dall’esperienza maturata nell’ambito di un ciclo di lezioni 
organizzato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca “L’Europa è gli altri” (CREA) con 
la collaborazione del CESTAS di Bologna, organizzazione che realizza progetti di 
cooperazione internazionale e un ente accreditato che svolge attività di alta formazione, 
presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Urbino “Carlo Bo”. Il corso 
aveva come obiettivo di introdurre all'uso dello schema adottato dagli enti internazionali, 
Organizzazioni non governative, Ministero degli Affari Esteri, Nazioni Unite, 
Commissione Europea, per concepire e scrivere un progetto di sviluppo. Dall’altra parte 
ciò che mi ha spinto ad elaborare una tesi incentrata sull’Unione Europea è soprattutto il 
percorso accademico che ho deciso di intraprendere continuando gli studi nell’ambito 
degli studi europei. L’altro motivo è sicuramente dato dall’aver usufruito durante il mio 
percorso della Laurea triennale in Scienze Politiche, Economiche e del Governo, della 
borsa di studio “Erasmus+”, programma che rientra anche nella “Strategia Europa 
2020”  per il settennio di programmazione 2014-2020, che mi ha permesso di 
intraprendere un semestre di studi presso l’Universidad Complutense de Madrid. Questa 
esperienza mi ha permesso di entrare in contatto con le diverse culture europee, 
combinandole tra loro. Ciò mi ha fornito motivazione e fermezza nel scegliere già 
l’argomento che avrei trattato nella tesi e dandomi una spinta importante per continuare 
gli studi specialistici nell’ambito delle Politiche Europee ed Internazionali.
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PRIMA PARTE 
CAPITOLO 1 
  
HORIZON 2020, IL PROGRAMMA QUADRO 
DI RICERCA E INNOVAZIONE. 
 
Nel primo capitolo andremo ad esaminare tutti gli aspetti dell’ottavo programma quadro 
denominato “Horizon 2020”, andremo a capire qual è la sua base giuridica e come viene 
recepito all’interno dei Paesi membri. Quali sono poi gli strumenti finanziari che 
vengono messi a disposizione per attuare tutte le novità del programma. Questo nuovo 
piano andrà a implementare la cooperazione tra i Paesi membri creando così una 
maggiore collaborazione tra tutti gli Stati. In Horizon 2020 è stato poi facilitato l’accesso 
ai finanziamenti dell’Unione, grazie all’Open Access. È stata inoltre resa obbligatoria la 
pubblicazione delle scoperte scientifiche raggiunte, creando così un costante scambio di 
informazioni tra tutti i ricercatori Europei e non.
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1.1 OBIETTIVI E STRUTTURA DI HORIZON 2020. 
 
“Orizzonte 2020” o “Horizon 2020” (da ora in poi “Horizon 2020”) è il programma 
quadro settennale, in vigore dal 2014, per la ricerca e l’innovazione dell’Unione Europea. 
Horizon mette a disposizione quasi 80 miliardi di euro a disposizione per 7 anni, dal 2014 
al 2020, oltre alle grandi somme d’investimenti privati che questi soldi attireranno 
promette anche più scoperte scientifiche a livello mondiale e movimentando in grande 
parte il mercato. 
Il Programma Quadro
4
 oggi vigente è denominato Horizon 2020, istituito dal 
Regolamento (UE) n. 1291/2013 del Parlamento e del Consiglio dell’11 dicembre 2013. 
Lo stanziamento complessivo è di 77.028,3 milioni di euro a prezzi correnti, di cui 74.316, 
9 milioni di euro destinati al titolo XIX TFUE “Ricerca, Sviluppo Tecnologico e Spazio”. 
La decisione si basa sulla Comunicazione “Verso uno spazio europeo della ricerca”. Le 
opportunità di finanziamento nell'ambito di Horizon 2020 sono definite nei programmi di 
lavoro pluriennali, che coprono la grande maggioranza del sostegno disponibile. I 
programmi di lavoro sono elaborati dalla Commissione europea nel quadro previsto dalla 
normativa Horizon 2020 e attraverso un processo di programmazione strategica che 
integra gli obiettivi prioritari nell’UE. Il sostegno dei leader europei e del parlamento 
europeo è stato fondamentale, poiché, tutti concordavano che l’investimento su campi 
come ricerca e innovazione sono temi essenziale per il futuro dell’Europa, e soprattutto 
per sopperire al gap presente in questi ambiti rispetto a paese come Giappone e Stati Uniti. 
Per questo motivo è stato messo al centro della strategia Europa 2020 restituendo grandi 
risultati su tre settori chiave come: eccellenza scientifica, leadership industriale e sfide 
per la società. 
Il finanziamento alla ricerca nei precedenti programmi ha già riunito scienziati e industrie, 
sia all’interno dell’UE che nel resto del mondo per trovare soluzioni alle grandi sfide 
                                                           
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 Il Programma Quadro entra in vigore il primo luglio 1987 con l’Atto Unico Europeo che assegnata una 
nuova base giuridica per la politica in materia di RTD (Research Technology Development) grazie 
all’inserimento del Titolo XVII “Ricerca e Sviluppo tecnologico” TFUE. Da quel momento con il 
Programma Quadro si fornisce uno strumento unico dell’azione comunitaria in materia di ricerca 
sostituendo la situazione frammentaria di quel momento, che consisteva nel finanziare programmi tra loro 
autonomi. I Programmi Quadro fino ad ora conclusi sono stati sette; al primo Programma Quadro (1984-
1987), ne seguirono altri sei: Secondo Programma Quadro (1987-1991); Terzo Programma Quadro (1990-
1994); Quarto Programma Quadro (1994-1998); Quinto Programma Quadro (1998-2002); Sesto 
Programma Quadro (2002-2006); Settimo Programma Quadro (2007-2013).