42 
3  L'Impatto del Terzo Settore nello sviluppo      
   economico e sociale.  
 
                                                                  "Se pensi di essere troppo piccolo per fare la 
                                                                        differenza, prova a dormire con una zanzara." 
                                                                                                                        – Dalai Lama 
 
 
3.1 Il contributo del non profit per l'economia sociale. 
 
L'interazione tra pubblico, privato e non profit e la volontà di lavorare 
sinergicamente ha permesso di generare un valore sociale retto dalla sostenibilità 
economica dei progetti e dall'innovazione relazionale che riporta al centro l'uomo 
e le sua dignità.  
Non a caso per valutare  il progresso di una società viene superato il "metodo del 
PIL". Dalla collaborazione dei rappresentanti dell'Istat, delle parti sociali e della 
società civile si sviluppa la proposta  di sfruttare un approccio multidimensionale 
che valuti il "benessere equo e sostenibile" (BES)  considerando non solo i 
parametri esclusivamente economici ma aggiungendo anche quelli sociali e 
ambientali. 
Dall'ultimo rapporto BES 2015 notiamo che sono dodici i settori presi in 
considerazione per valutare la multidimensionalità del benessere: salute, 
istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere 
economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, 
paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei 
servizi. Analizzando più da vicino i settori che maggiormente ci coinvolgono 
scopriamo che si ha un recupero della coesione sociale, con un aumento di fiducia 
negli altri, che accresce la rete di aiuto potenziale. Rispetto al passato, si dà più 
spesso sostegno economico ad associazioni e si partecipa a forme di volontariato
43 
con più frequenza. Precisamente cresce la fiducia negli altri di 2,3 punti 
percentuali segnando  il valore più alto registrato dal 2010,  stabilizzando 
l'indicatore relativo alla partecipazione sociale nel 2014 al 23,1%, dopo tre anni di 
crescita costante.   
Per quanto riguarda invece il numero concreto di risorse umane coinvolte 
all'interno del  mondo del non profit si parla di 5,7 milioni di persone con 68 mila 
associazioni no profit riconosciute, quasi il triplo non riconosciute, 11 mila 
cooperative sociali e 6 mila fondazioni. Grazie al censimento ISTAT, 2011 
possiamo avere un focus sulla reale presenza del non profit nella prestazione di 
servizi sociali. 
      
   Numero di unità attive per settore di attività.  
   Valori assoluti. Elaborazione ISFOL su dati ISTAT 2011. 
  Attività                                       
    
 
 
 
                                  
Cooperativa                      
Sociale  
 
  
 
Associazione     
riconosciuta  
 
 
 
Fondazione    
 
 
Associazione non 
riconosciuta 
 
 
 
Altra istituzione 
non profit * 
 
     
 
Totale                                                                  
       SANITA'                 559                162          236         334               103               1.394 
    Servizi per  
    lungodegenti             291                 83           213         130                98                   815 
 
    Servizi  
    psichiatrici                 268                 79           23           204                5                     579 
 
   ASSISTENZA           4.392           4.864      1.186        9.919          1.510               21.671 
     SOCIALE 
 
    Servizi di 
    ass. sociale                4.382           4.412       985           8.611          1.177               19.567 
 
    Erogazione di 
    contributi                       10              452       201          1.108             333                  2.104 
 
    Totale                         4.951          5.026       1.422       10.253          1.613             23.065 
*Altre istituzioni come enti ecclesiastici e società di muto soccorso.
44 
La varietà delle forme giuridiche per un medesimo servizio è giustificata dalle 
diverse necessità degli enti;  nelle associazioni riconosciute si ha il vantaggio di 
abbattere i costi gestionali a causa del limitato livello di strutturazione 
organizzativa. Le fondazioni si prestano ad intercettare e gestire congrui flussi 
finanziari e possono contare sulla semplificazione delle procedure di 
riconoscimento giuridico. Le cooperative sociali invece si caratterizzano per essere 
le forme giuridiche più strutturate a livello organizzativo e gestionale. 
I dati ci fanno comprendere l'importanza produttiva dell'economia sociale che 
viene equiparata a quella del pubblico e del profit in quanto la differenza non sta 
nel se e nel cosa si produce bensì nel come e soprattutto con chi e per chi produrre, 
infatti dal rapporto del 16 aprile 2014 che analizza i dati del Censimento ISTAT 
2011 si evince che il 6,4 % delle unità economiche attive in Italia è ad opera del non 
profit. Chiaro però è che il valore della produzione del Terzo Settore non può 
essere riferito alla massimizzazione del profitto, non essendo un fine riconosciuto 
dall'ambito di riferimento, pertanto il valore aggiunto è declinato in termini di 
produzione di beni relazionali , di creazione di capitale sociale, di diffusione di 
valori e nell'uso appropriato delle risorse finanziarie, umane e organizzative. Un 
valore aggiunto che è stato capace di mettere in atto circoli virtuosi che si sono 
posti come esempi da emulare anche in campo profit, tanto che ad oggi l’80% delle 
imprese italiane con oltre 80/100 dipendenti dichiara di impegnarsi in iniziative di 
CSR (Corporate Social Responsibility)
19
, per un investimento globale che ha 
raggiunto la cifra record di 1 miliardo e 122 milioni di euro nel 2015.
20
 Dalle 
interviste effettuate si può affermare che la CSR, da strumento accessorio e poco 
considerato, sia diventato un valore essenziale per le imprese; gli ambiti su cui le 
                                                 
19
 L'Unione Europea definisce la CSR e cioè la responsabilità sociale d'impresa come la " La responsabilità 
delle imprese per il loro impatto sulla società" perciò si chiede di adottare un comportamento socialmente 
responsabile, monitorando e rispondendo alle aspettative economiche, ambientali, sociali di tutti i portatori di 
interesse, con l'obiettivo di cogliere anche un vantaggio competitivo e massimizzare gli utili di lungo periodo. 
20
 Rapporto del 22 giugno  presentato al Ministero dello Sviluppo Economico. VII Rapporto di indagine 
sull’impegno sociale delle aziende in Italia a cura dell’Osservatorio Socialis.
45 
aziende italiane si impegnano di più sono: coinvolgimento dei dipendenti, 
attenzione all’ambiente, lotta agli sprechi, ottimizzazione dei consumi energetici, 
ciclo dei rifiuti. Secondo il rapporto sono gli stessi consumatori a premiare  le 
aziende socialmente responsabili ed etiche, proprio in quanto hanno riscontrato 
una maggior soddisfazione da parte di quelle organizzazioni mosse da 
convinzioni che vanno al di la del valore economico, grazie a una maggiore 
vicinanza al territorio e alla domanda di cui è espressione. 
Anche a livello europeo  è stato riconosciuto il potenziale del Terzo settore, infatti 
l'UE  propone di rilanciare un'economia intelligente, sostenibile e solidale entro il 
2020 attraverso cinque obiettivi che trattano la materia dell' occupazione, 
dell'innovazione, dell'istruzione, dell'integrazione sociale e la materia climatica- 
energetica proponendo l'inserimento degli enti no profit nei sistemi di contabilità 
nazionali, motivando che il volontario contribuisce alla strategia in quanto aiuta le 
persone ad acquisire le competenze e le capacità di adattamento necessarie ai 
cambiamenti del mercato del lavoro. Così che l’ILO ( International Labour Office), 
in collaborazione con la John Hopkins University e sotto la direzione di Lester 
Salamon
21
, ha elaborato uno strumento utile per misurare il valore economico 
dell’attività volontaria noto come Manuale ILO. Le attività di volontariato sono 
state equiparate a professioni tecniche e ad attività riconducibili al settore del 
commercio e dei servizi. Nelle prime rientrano la quasi totalità dei volontari che 
svolge attività simili ai tecnici dei servizi sociali, la parte restante  invece svolge 
attività connesse alla cura dei bambini, degli anziani e degli ammalati ed attività 
tipiche della ristorazione.  
In Italia, uno strumento valido per poter analizzare la validità del volontariato è 
sicuramente il  Servizio Civile Nazionale. Nel 2015  ha visto coinvolti 67 Enti  per 
1,372 progetti da realizzarsi su 6,419 sedi per un numero complessivo di volontari 
pari a 18,747.  Oltre all'evidente coinvolgimento di giovani, compresi fra i 18 e i 29 
                                                 
21
  Dottor LESTER M. SALAMON : Professore alla Johns Hopkins University e Ricercatore presso il Johns 
Hopkins SAIS Bologna Center. È stato Vicedirettore Associato dell’Ufficio per la Gestione e il Bilancio 
americano. Il Dottor Salamon è stato tra i primi promotori negli Stati Uniti e a livello mondiale dello studio 
empirico su settore no-profit e società civile.
46 
anni, che hanno voglia di fare una esperienza di impegno civico vi è un accertato 
ritorno economico per lo Stato;  per ogni euro investito dal soggetto pubblico in 
attività di SCN se ne generano 3,4. Ritorno misurato, per la maggior parte, in 
rapporto al controvalore economico delle attività dei volontari cui si aggiungono 
l’accumulazione di capitale umano e di capitale sociale. 
Non a caso la legge 106/ 2016 per la riforma del Terzo Settore all'art 8 ci parla di 
Servizio Civile Universale e cioè di permettere a tutti i giovani che esprimono la 
volontà di voler vivere questa esperienza, di poter effettuare il servizio civile. Si 
prevede la partecipazione di 100.000 giovani all'anno per i primi tre anni. Di 
contro le Regioni e le Province autonome si impegnano nella redazione della 
programmazione  triennale, nell’attività di controllo, di monitoraggio e di 
valutazione degli interventi e contribuiscono alla stesura delle norme 
sull’accreditamento. Si impegnano a stipulare accordi con le Associazioni di 
categorie degli imprenditori, delle Associazioni, delle Cooperative e del Terzo 
settore per facilitare l'ingresso sul mercato del lavoro dei volontari, si impegnano 
perciò a realizzare tirocini o corsi di formazione e a disciplinare ed organizzare le 
attività di tutoraggio dei volontari da parte degli enti di servizio civile.  
Provvedono inoltre: 
- alla certificazione delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio; 
- ad attuare i controlli sugli enti e sulle attività degli stessi; 
- a coordinare le attività di monitoraggio e di raccolta dei risultati degli interventi 
sul proprio territorio. 
Parte di merito dell'attenzione che il governo italiano concede al ruolo educativo 
del volontariato, si motiva con l'esperienze dirette degli interventi nelle scuole da 
parte delle stesse associazioni grazie ad appositi progetti  di ‘Scuola e 
Volontariato’ promossi e realizzati con il contributo dei Centri di Servizio, degli 
Uffici Regionali Scolastici e delle Organizzazioni di secondo e terzo livello.
47 
 
3.2 Bilancio sociale e relazione di missione 
Con la diffusione della responsabilità sociale d’impresa, molte organizzazioni non 
cercano solo la legittimazione attraverso l’attuazione al meglio di ciò che è in 
statuto, ma puntano anche ad un consenso generale. Ciò avviene non solo per 
esigenze di etica personale, ma anche perché consapevoli che una scarso 
riconoscimento sociale prima o poi si può tradurre in forme di rifiuto da parte 
dell’ambiente circostante, fino a mettere a rischio la stessa sopravvivenza 
dell’attività. Tale finalità è tradotta da due documenti:     
-la relazione di missione che è il documento attraverso il quale il non profit 
rendiconta sul perseguimento della propria missione istituzionale. 
-il bilancio sociale che estende l’ambito di analisi a tutti gli aspetti rilevanti per gli 
stakeholder
22
 interessati. Non limitandosi ai soli aspetti finanziari ma fornendo un 
resoconto anche degli "interessi sociali e ambientali". 
23
  
Il Bilancio Sociale e la relazione di missione sono dunque strumenti a favore degli 
stakeholder in quanto rappresentano una forma di certificazione  che legittima il 
ruolo di un soggetto non in termini strutturali ma  morali, agli occhi della 
comunità di riferimento. La mission , la vision aziendale e la sua condivisione 
sono elementi importanti per ottenere un consenso dall'opinione pubblica, che è 
ciò che mantiene di fatto in vita un'attività di servizio che deve sopravvivere alla 
competitività del mercato profit o non che sia.  Sono quindi due forme volontarie 
di trasparenza dell'operato, per  informare non solo chi usufruisce del servizio ma 
soprattutto per coloro che sostengono concretamente con tempo e denaro l'attività 
su come si è adempiuto alle responsabilità nei loro riguardi.     
 Queste due forme di bilancio servono a dimostrare attraverso la descrizione di atti 
e fatti se l'organizzazione presa in esame abbia svolto il suo operato coerentemente 
                                                 
22
 Portatori di interesse e cioè tutti coloro che, volenti o nolenti, sono collegati all’attività di 
un’organizzazione e che pertanto sono condizionati, direttamente o indirettamente, dalla sua attività ed a loro 
volta la condizionano. 
 
23
 Per alcune imprese la normativa lo rende obbligatorio. Art.10 D.lgs 155del 24 marzo 2006, Disciplina 
dell'impresa sociale, comma 2.