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INTRODUZIONE 
 
Il presente lavoro nasce dal nostro interesse per la Lingua Inglese e in particolare 
per la Letteratura per l’Infanzia. L’obiettivo che ci siamo prefissate nella 
strutturazione di questo percorso è quello di promuovere l’insegnamento-
apprendimento della Lingua Inglese nell’ambito della Scuola Primaria attraverso 
un racconto per l’infanzia dello scrittore britannico Roald Dahl. La storia che 
abbiamo scelto per l’elaborazione del nostro progetto è The Twits, meglio 
conosciuta in Italia come Gli Sporcelli
1
. Essa fungerà da risorsa per la 
strutturazione di attività didattiche finalizzate all’apprendimento della lingua 
inglese e per stimolare un’educazione all’interculturalità. La scelta di utilizzare 
una storia di questo autore come strumento didattico, scaturisce da una ricerca e 
da uno studio di quello che è il contesto generale della Letteratura infantile 
britannica che viene illustrato all’interno del I capitolo. In tale parte della tesi, 
dopo aver dato una definizione di Letteratura per l’Infanzia, vengono esposte 
alcune osservazioni generali che giustificano l’insegnamento della lingua 
straniera, in particolare della lingua inglese, attraverso questo genere letterario. 
Nello specifico abbiamo sottolineato che la lettura ed il racconto di storie sono 
attività altamente motivanti e proficue per la stimolazione delle abilità linguistiche 
in quanto espongono i bambini a stimoli linguistici globali e li avvicinano alla 
lingua attraverso un tipo di testo che ha per loro una forte valenza affettiva. 
Successivamente si passa ad una breve descrizione dello sviluppo nel tempo della 
Letteratura per l’Infanzia inglese al fine di contestualizzare Roald Dahl, il nostro 
autore di riferimento, di cui si parla specificatamente nel II capitolo. Lo scopo di 
questa seconda parte dell’ elaborato è quello di fornire informazioni biografiche 
sull’autore, le tematiche sviluppate nelle sue opere, il suo stile linguistico e altre 
nozioni su Roald Dahl che permetteranno di comprendere al meglio il racconto 
oggetto del nostro lavoro, The Twits. Tale testo viene esaminato nell’ambito del 
                                                
1
 Traduzione italiana di Paola Forti,Gli sporcelli, Milano, Salani, 2010, (1° ed. 1988).
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III capitolo nel quale se ne descrive brevemente la trama, si analizzano la struttura 
narrativa e il valore delle illustrazioni di Quentin Blake che corredano il testo. In 
questo capitolo inoltre si è fatto un confronto fra l’opera originale in lingua 
inglese e la sua traduzione italiana al fine di verificare le strategie applicate 
durante la traduzione dall’inglese all’italiano. Le motivazioni che ci hanno 
condotto a svolgere tale verifica comparativa derivano dalla curiosità di conoscere 
come e quanto è stata “addomesticata” la storia originale per renderla più 
familiare e accessibile al piccolo lettore
2
. Avendo appurato che una delle strategie 
applicate è stata proprio quella di attenuare la “diversità culturale”, nel nostro 
progetto didattico abbiamo invece scelto di evidenziare gli elementi appartenenti 
alle specificità della cultura anglosassone come fonti per sviluppare attività 
didattiche volte ad educare i bambini ad implementare la loro immaginazione 
interculturale e ad identificarsi con culture diverse dalla propria. La motivazione 
di tale scelta deriva dalla consapevolezza che l’Italia, al pari di molti altri stati 
europei e mondiali, sta divenendo sempre più una nazione caratterizzata da un 
pluralismo linguistico e culturale poiché culture diverse, storicamente separate in 
passato, si trovano rapidamente e continuamente accostate. Pertanto riteniamo che 
sia molto importante al giorno d’oggi aiutare il bambino a sviluppare un 
atteggiamento di apertura che può essere solo il risultato di un percorso educativo 
finalizzato al riconoscimento e all’inclusione delle differenze. Così, utilizzando 
una storia per bambini in lingua inglese, ci è sembrato possibile non solo garantire 
agli alunni un apprendimento più naturale della lingua stessa, ma anche un 
contatto forse più diretto con una cultura diversa dalla propria. Nel IV ed ultimo 
capitolo, viene descritto il progetto da noi sviluppato che si basa appunto sulla 
realizzazione di siffatte attività che, predisposte secondo un approccio 
interdisciplinare, sono indirizzate verso l’ apprendimento della lingua inglese e 
un’educazione all’interculturalità. Ci è sembrato opportuno semplificare e ridurre 
la storia originale per adattarla ad una classe quarta o quinta affinché questa possa 
essere meglio compresa in lingua inglese. Essa è stata suddivisa in tre sezioni, 
ognuna delle quali presenta una serie di attività finalizzate rispettivamente alla 
                                                
2
 Oittinen Riitta, Translating For Children, Garland, Inc., New York, 2000
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comprensione del testo, all’apprendimento di funzioni e strutture linguistiche e a 
un’ educazione all’interculturalità. Nella strutturazione delle diverse attività ci 
siamo attenuti a quelli che sono i traguardi per lo sviluppo delle competenze al 
termine della Scuola Primaria per la Lingua Straniera: 
 
 L’alunno riconosce se ha o meno capito messaggi verbali orali e 
semplici testi scritti, chiede spiegazioni, svolge i compiti secondo le 
indicazioni date in lingua straniera dall’insegnante, stabilisce relazioni 
tra elementi linguistico - comunicativi e culturali appartenenti alla 
lingua materna e alla lingua straniera.  
 Collabora attivamente con i compagni nella realizzazione di attività 
collettive o di gruppo, dimostrando interesse e fiducia verso l’altro; 
individua differenze culturali veicolate dalla lingua materna e dalla 
lingua straniera senza avere atteggiamenti di rifiuto. 
 Comprende frasi ed espressioni di uso frequente, relative ad ambiti 
familiari (ad esempio informazioni di base sulla persona e sulla 
famiglia, acquisti, geografia locale, lavoro).  
 Interagisce nel gioco e comunica in modo comprensibile e con 
espressioni e frasi memorizzate in scambi di informazioni semplici e di 
routine.  
 Descrive in termini semplici, aspetti del proprio vissuto e del proprio 
ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati. 
(Ministero dell’Istruzione; 2007) 
Seguendo tali indicazioni è stato così possibile elaborare un progetto didattico in 
linea con i criteri definiti nell’ambito delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo 
proposte dal Ministero dell’Istruzione nel 2007.
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CAPITOLO 1 
LA LETTERATURA PER L’INFANZIA: UN GENERE LETTERARIO DA 
UTILIZZARE COME STRUMENTO PER LA DIDATTICA DELL’INGLESE 
NELLA SCUOLA PRIMARIA. 
 
1.1 Una definizione. 
Con il termine “Letteratura per l’Infanzia” si intende un costrutto culturale che si 
evolve nel tempo. Essa corrisponde all’insieme di quei testi (narrativa, poesie, 
testi fantastici, leggende, miti, racconti popolari ecc…) che sono stati scritti e 
pubblicati appositamente per i bambini i quali solitamente non sono ancora 
interessati alla Letteratura per Adulti (più complessa nella struttura letteraria e nei 
contenuti) e potrebbero non possedere le abilità di lettura e di comprensione 
necessarie per una sua adeguata interpretazione
3
. Si tratta quindi di una 
definizione problematica in quanto il genere sembra essere definito più dai suoi 
destinatari piuttosto che da caratteristiche specifiche dei testi stessi. Basta 
considerare l’eterogeneità delle opere incluse in questa categoria, che comprende 
anche classici originariamente intesi per adulti, come Robinson Crusoe di Daniel 
Defoe, per rendersi conto della varietà di forme e temi. 
 
1.2 I destinatari della Letteratura per l’Infanzia. 
Altrettanto problematici sono i destinatari della Letteratura per l’Infanzia la quale 
è un prodotto ideato e sviluppato dagli adulti. Sono gli adulti che scelgono i temi e 
le forme letterarie di questa letteratura e sono sempre loro che pubblicano, 
vendono, consigliano e acquistano libri per bambini i quali sembrano non avere 
nessuna possibilità di partecipazione all’interno di questo complesso “processo”. I 
libri destinati ai bambini sono quindi fortemente influenzati dalle scelte degli 
                                                
3
 Fass Paula, Encyclopedia of Children and Childhood in History and Society, Gale Group, 
Michigan,  2004.
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adulti le quali vengono effettuate in base alle loro convinzioni circa quelli che 
sembrano essere i veri bisogni e desideri del bambino. Dal momento che la 
Letteratura per l’ Infanzia è commercializzata e acquistata da un pubblico 
“maturo”, può accadere che autori ed editori nel produrre testi per bambini, si 
rivolgano più a quelli che sono i desideri attuali dell’adulto piuttosto che a quelli 
del potenziale bambino lettore/destinatario. Questa presa di posizione da parte 
degli adulti è dovuta a diverse motivazioni. Una di queste riguarda la diffusa 
opinione che i bambini non siano pronti ad effettuare scelte di questo genere in 
quanto ancora immaturi e troppo inesperti per comprendere quello che è meglio o 
meno per loro
4
. In secondo luogo sono gli adulti a iniziare i bambini all’incontro 
con la “cultura del libro”
5
 in modo da educarli ad un autentico piacere di leggere 
che li accompagnerà per tutto il corso della vita. Per questo motivo educatori, 
genitori, ecc. sono solitamente portati ad avvicinare i più piccoli a testi ai quali 
loro stessi sono affezionati, che hanno accompagnato la loro crescita e che in loro 
hanno alimentato il piacere di leggere. La narrativa per l’infanzia quindi, prodotta, 
pubblicata e quasi sempre scelta da adulti, presenta due tipi diversi di pubblico 
che sono il lettore principale (il bambino) e la figura mediatrice di fondo 
(l’adulto).  
 
1.3 Sviluppo della Letteratura per l’Infanzia in Inghilterra. Da John Newbery a 
Roald Dahl. 
La concezione dell’infanzia e dei testi destinati a questo periodo della vita mutano 
in base alla cultura e al periodo storico di riferimento. Per questo motivo la storia 
e lo sviluppo della Letteratura per i più piccoli sono strettamente connessi alle 
varie concezioni dell’infanzia che si sono strutturate nel tempo e nello spazio e 
alla posizione che il bambino occupa in una specifica cultura e collettività. 
Affinché si possa parlare di Letteratura per l’Infanzia, definita come un corpus 
consistente di opere letterarie destinate alla fanciullezza, bisogna attendere 
                                                
4
 Hunt Peter, An Introduction to Children’s Literature, London – New York, OPUS, 2009. 
5
 Picherle Silvia Blezze, Leggere nella Scuola Materna,  Brescia, Editrice La Scuola, 1996.
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l’avvento di una società che si impegna nel riconoscere i bambini come 
un’importante e distintiva categoria di lettori con interessi propri ed esigenze 
distinte da quelle del pubblico adulto.  
Approssimativamente fino al XII secolo l’infanzia è stata considerata un mero 
periodo transitorio piuttosto che uno specifico periodo della vita caratterizzato da 
proprie tipicità e differenze. A causa di questa concezione i bambini, considerati 
quasi come degli adulti in miniatura, non hanno fruito di una lettura specializzata 
indirizzata direttamente a loro e che facesse leva sulle loro preferenze, necessità e 
bisogni. La concezione occidentale dell’infanzia ha invece cominciato a 
svilupparsi intorno al XVI secolo con l’affermarsi nella società della Classe 
Media e la crescente richiesta di un’adeguata educazione per i loro figli. Nei 
secoli successivi, a cavallo tra Diciassettesimo e Diciottesimo secolo, 
l’atteggiamento nei confronti dell’infanzia venne influenzato dalle filosofie di 
John Locke e di Jean Jacques Rousseau che fanno appello ai distintivi bisogni e 
piaceri del bambino il quale viene concepito come una persona che possiede 
precise peculiarità e necessità e non come un mero essere in divenire. Le ideologie 
dei due filosofi hanno condizionato fortemente la visione dell’infanzia del tempo, 
proponendo un approccio più umano nei confronti dei bambini e della loro 
educazione la quale, secondo i due pensatori, avrebbe dovuto realizzarsi attraverso 
esperienze piacevoli e divertenti. La convinzione di istruire divertendosi è stata a 
lungo concepita come l’intento primario della produzione per l’infanzia ed è 
proprio in Inghilterra che venne pubblicato il primo testo per l’infanzia con queste 
caratteristiche. Il primo produttore di libri finalizzati al raggiungimento di questo 
proposito fu infatti John Newbery, un editore-libraio di Londra che nel 1744 
pubblicò A Little Pretty Pocket Book (Un Bel Libriccino Tascabile), il primo di 
una serie di libri indirizzati ai bambini della Middle Class. Fortemente influenzato 
dall’ ideologia lockiana dell’educare divertendo, John Newbery inserì nel suo A 
Little Pretty Book, un gruppo di favole illustrate di Esopo, giochi, rime, un 
alfabeto illustrato e  una selezione di proverbi. Prima di Newbery, i bambini 
inglesi, non potendo disporre di opere a loro specificamente destinate, fecero 
tesoro di quelle per gli adulti e di quelle popolari della tradizione orale. Tali 
racconti popolari sono sopravvissuti nel tempo grazie anche ai cosiddetti