SENZ'ACQUA NON C'È VITA TA T
PIANETA TERRA: PIANETA D'ACQUA
L'acqua è per noi sacra: molte religioni, dal cristianesimo al buddi-
smo, prevedono abluzioni rituali per la purificazione dell'anima. 
L'acqua è all'inizio della vita e della storia dell'uomo.
All'inizio del terzo millennio essa è più importante che mai poiché né il 
petrolio, né l'oro, né il dollaro sarà il bene più prezioso del
futuro quanto lo sarà l'acqua.
Sempre più uomini necessitano di sempre maggiori quantità di acqua, 
soprattutto di acqua potabile. Il suo valore aumenterà sempre e sarà 
oggetto di violente lotte. Nelle zone aride della terra già oggi si 
combattono delle guerre per l'acqua.
Dobbiamo proteggere oggi l'acqua per domani. Così nessuno dovrà 
conoscere la profonda verità di un antico proverbio ebraico: “nel 
deserto si riconosce il vero sapore dell'acqua”.
È un inganno che questo pianeta si chiami solo 'Terra'!                                                               
In realtà, i sette decimi della sua superficie sono coperti dall'ac-
qua.
Ed è l'acqua che determina in moto vincolante la nostra vita, o per 
lo meno che la consente. Senz'acqua il nostro corpo celeste diven-
terebbe incandescente di giorno e congelerebbe di notte. Senz'ac-
qua il nostro pianeta avrebbe oggi una temperatura superficiale 
dieci volte maggiore, la pressione dell'atmosfera 60 volte maggiore, 
la quantità di CO 3000 volte maggiore e solo tracce di ossigeno. La 
Terra sarebbe quindi invivibile come Venere.
Grazie all'acqua, più di tre miliardi di anni fa, cominciò sul nostro 
pianeta una storia senza fine: nell'acqua, protetti dai mortali raggi 
UV, si svilupparono i primi organismi e cominciò l'evoluzione della 
vita.
Anche per noi uomini, l'acqua è oggi l'alimento più importante. E 
questo nel vero senso della parola: il nostro corpo è formato, nei 
primi anni di vita, per il 70% d'acqua, un tributo alle nostre origini. 
Nei nostri tessuti circolano sostanze nutritive disciolte, sali e so-
stanze solide come il ferro, che è trasportato dai globuli rossi 
dell'emoglobina. E la pressione dell'acqua nel nostro corpo mantie-
ne le cellule in forma.Anche in età avanzata il nostro corpo è 
ancora per la metà fatto di acqua.
così come il nostro corpo, anche la terra è irrorata dall'acqua: 
attraverso innumerevoli vene superficiali e sotterrane sono colle-
gati monti e oceani, foreste e steppe, villaggi e città e tutte le na-
zioni.
E l'acqua dà forma al territorio: attraverso il ghiaccio rompe le 
rocce, attraverso il flusso che scorre scava valli profonde. L'ac-
qua livella i monti, altrove deposita argilla e granelli di sabbia. 
Così i ghiacciai scavano, modellano, creando immense morene e 
grandi gettate di detriti alluvionali che vanno a costituire le mag-
giori pianure, come quella del Po. 
Il ciclo mondiale dell'acqua e le stime di tempo residue 
delle risorse idriche
Tutto il bene viene dall’alto: sopra alle nostre teste si forma la 
sostanza da cui viene la vita. Quando piove, cadono miliardi di gocce 
d’acqua sulla terra, che nutrono ruscelli e fiumi, laghi e mari. 
Cadono sulla terra e fanno rigonfiare il terreno, penetrano nelle 
rocce, scorrono velocemente in profondità attraverso le fessure 
calcaree, filtrano attraverso i pori delle pietre arenarie, fino a 
quando raggiungono nel sottosuolo una corrente sotterranea.
Durante questo infiltrarsi e disperdersi, l’acqua scioglie i minerali 
delle rocce. Così arricchita, scorre come acqua sotterranea fino a   
Questo grafico mostra come 577.000 km cubi di acqua circolano nel 
corso di un anno.
Si stima che ogni anno circa 502.800 km cubi di acqua evapora da 
oceani e mari, il 90% di quest'acqua evaporata (458.000 km cubi) 
ritorna direttamente negli oceani attraverso precipitazioni mentre il 
restante (44.800 km cubi) cade sulla terra.
la tabella riporta le stime dei tempi di "residenza" delle risorse idri-
che nei diversi ambienti (biosfera, atmosfera, corsi d'acqua, paludi, 
laghi ed invasi artificiali, umidità del terreno, calotte glaciali e 
ghiacciai, mari ed oceani, acque sotterranee) 
Le culle della civiltà si trovavano sui grossi fiumi come il Tigri e l'Eu-
frate, il Nilo e il Tevere. L'uomo seguiva l'acqua prima di tutto, perché 
ne aveva bisogno per berla o per abbeverare i propri animali. Più tardi 
ha scoperto lungo i fiumi nuovi luoghi in cui stabilirsi, ha cominciato 
a commerciare e a conquistare il mondo.
da sempre l'acqua significa però anche lotta per la sopravvivenza: 
lotta per l'acqua, per vivere e nutrirsi, lotta con l'acqua, per sotto-
metterla e per utilizzare la sua forza per la nostra vita. E lotta 
contro l'acqua, per proteggerci dalla sua forza devastante.
L'acqua, infatti, è una forza elementare: da sempre ci ha impartito 
delle lezioni, attraverso i nubifragi e le inondazioni, le tormente di 
neve e le slavine, su come i nostri sistemi di protezione siano relativi 
e su come la nostra industria high tech, nonostante i continui pro-
gressi, non possa tenere tutto sotto controllo.
quando da qualche parte sgorga sotto forma di una sorgente o 
arriva ad un ruscello, quando non è già stata pompata in superficie 
da pozzi. Dopo finisce, utilizzata e sporcata, come acqua di scarico 
nelle fognature e viene depurata in impianti di depurazione. Da lì 
ritorna a fiumi e ruscelli.
In questo modo ogni goccia d’acqua, quando non è già evaporata, 
finisce in mare, alcune in pochi giorni, altre in un paio di migliaia di 
anni. Là, attraverso la forza riscaldante del sole, si alza in cielo 
come vapore acqueo. In un ciclo che continua dalle origini della vita.
DALL’ALTO DEI CIELI:
la breve storia di una goccia di pioggia
I segni dell'ultima glaciazione (il Würm, che si verificò tra 150.000 
e 10.000 anni fa) sono ancora ben visibili sulle vette piú elevate 
dell'Appennino emiliano.
1
Il Ciclo dell' Acqua
1
fonte: Unep, 2003
[1]
[2]
[3]
[4]
UN’ ABBONDANZA APPARENTE
ACQUA DOLCE E ACQUA SALATA 
Uno sguardo sul globo lo mostra chiaramente: due terzi della Terra sono blu, quindi coperti d'acqua. 
Tuttavia questa presunta abbondanza è ingannevole: non tutta l'acqua può essere utilizzata. Il tesoro 
d'acqua della terra è formato da 1,4 miliardi di metri cubi. Tuttavia solo il 2,5% delle acque sono acque 
dolci e solo lo 0,3% sono potabili. Ciò significa: se tutta l’acqua della terra riempisse una tanica da 5 
litri, l'acqua potabile riempirebbe solo un cucchiaino da caffè.
Del quantitativo di acqua dolce disponibile il 68,9% è sotto forma di ghiaccio e di neve permanente in re-
gioni di montagna, nelle regioni dell'Antartico e dell'Artico, il 30% è situato sottoterra (e questo quanti-
tativo costituisce a sua volta circa il 97% di tutta l'acqua dolce che potenzialmente può essere utilizzata 
dagli uomini) e lo 0,3% è contenuta nei fiumi e nei laghi. Inoltre si stima che il totale di acqua dolce 
disponibile per gli ecosistemi e per gli uomini sia di 200.000 Km cubi, che rappresenta l'1% di tutte le 
risorse d'acqua dolce e solo lo 0,01% di tutta l'acqua della terra.
Acque sotterranee
L'Acqua sotterranea è di gran lunga la più abbondante e facilmente disponibile risorsa di 
acqua dolce, seguita dai laghi, dai serbatoi artificiali, dalle  terre umide e dai fiumi:
_ l'acqua sotterranea rappresenta più del 90% del totale dell'acqua dolce facilmente utiliz
  zabile. Circa un miliardo e mezzo di persone dipendono dall'acqua sotterranea per la 
  disponibilità di acqua potabile;
_ il totale delle acque sotterranee prelevate annualmente è stimato a 600-700 Km cubi, che  
  rappresenta circa il 20% del totale dell'acqua prelevata.  
Ghiacciai e calotte polari ricoprono circa il 
10% del suolo mondiale. Questi sono concen-
trati in Groenlandia ed in Antartico e contengo-
no il 70% dell'acqua dolce mondiale. Sfortuna-
tamente la maggior parte di queste risorse sono 
collocate lontano dalle insediazioni umane e 
non sono facilmente accessibili all'uso. Il 96% 
dell'acqua dolce ghiacciata si trova ai poli, con 
il restante 4% distribuito su oltre 550.000 Km2 
di ghiacciai.
un mondo di sale: le stime del rapporto 
tra acqua salata e acqua dolce sul 
nostro pianeta
_il volume totale d'acqua sulla terra è di 1.4 
  miliardi di Km    cubi;
_il volume delle risorse d'acqua dolce è di 35 
  milioni di Km3, o il 2,5% del totale;
_di queste risorse d'acqua dolce 24 milioni di Km  
  cubi o il 68,9% è sotto forma di ghiaccio e di 
  neve permanente in regioni di montagna, nelle 
  regioni dell'Antartico e dell'Artico;
_8 milioni di Km cubi o il 30% è situato sottoter
  ra. Questo costituisce circa il 97% di tutta 
  l'acqua dolce che potenzialmente può essere 
  utilizzata dagli uomini;
_L'acqua dolce contenuta nei fiumi e nei laghi è di 
 105.000 Km cubi o lo 0,3% del totale dell'ac
  qua dolce mondiale;
_Il totale dell'acqua dolce disponibile per gli 
  ecosistemi e per gli uomini è di 200.000 Km cubi 
  d'acqua, che è l'1% di tutte le risorse d'acqua 
  dolce e solo lo 0,01% di tutta l'acqua della 
  terra.
_I laghi: la maggior parte dei laghi d'acqua dolce sono situati ad alte latitudini, con quasi il 50% 
  dei laghi mondiali solo in Canada. Molti laghi, specialmente quelli nelle regioni aride, diventano 
  salati a causa dell'evaporazione. 
_ I serbatoi artificiali: sono laghi artificiali prodotti attraverso la costruzione di barriere lungo 
  il corso dei fiumi. Il volume d'acqua collocata nei serbatoi artificiali è stimato circa in 4.286 
  Km3.
_ Wetlands: includono le paludi, sabbie mobili, lagune e fanghi. Le più grande aree di wetlands 
  sono in: Siberia dell'est (780.000-1.000.000 km2), Rio delle Amazzoni (800.000 km2), Baia di 
  Hudson (200.000-320.000 km2).
RISORSE MONDIALI DI ACQUA DOLCE
DISTRIBUZIONE REGIONALE DELLA QUANTITÀ D'ACQUA DISPONIBILE
Zone umide, laghi riserve fiumi
Ghiacciai e calotte polari
[4]
[5]
Risorse idriche
2
fonte: unep, 2003
fonte: fao, 2009
fonte immagini: shi s.petersburg, unesco paris, 
                       wmo, icsu, wgms, usgs, philippe 
                       rekacewicz 2005.
I DIVERSI SETTORI DI UTILIZZO DELL’ACQUA
USO AGRICOLO, INDUSTRIALE E DOMESTICO 
È l’agricoltura ad assorbire la maggior parte delle risorse idriche del pia-
neta. Seguono poi le attività industriali, quindi l’utilizzo dell’acqua per usi 
domestici. Complessivamente, vengono prelevati e consumati circa 4.000 
Km3 di acqua dolce all’anno.
È quindi l’irrigazione dei terreni per uso agricolo la principale 
forma di consumo delle risorse idriche mondiali. 
L’abbondanza (anzi la sovrabbondanza) di tali apporti idrici è 
dovuta non solo alla maggiore necessità d’acqua nelle zone aride e 
semiaride (ne consegue quindi che la quantità d’acqua utilizzata nel 
settore dell’irrigazione è decisamente più elevata nei Paesi del Sud 
del mondo rispetto ai Paesi ricchi), ma anche al tipo di agricoltura 
che oggi si pratica nel mondo: quella di carattere intensivo. 
Questo sistema sfrutta al massimo la produttività dei terreni, ag-
giungendovi grandi quantità di fertilizzanti e antiparassitari. Così 
quando quest’acqua viene rimessa nel ciclo idrologico, è altamente 
inquinata da queste sostanze chimiche. 
Se poi viene utilizzata per approvvigionare serbatoi idrici o riciclata 
per irrigare altre colture, i veleni in essa presenti avranno come 
conseguenza ulteriori effetti negativi all’interno del sistema idrico 
inteso nella sua globalità e nell’inquinamento delle falde acquife-
re.
settore agricolo: prelievi di acqua dolce
settore industriale: prelievi di acqua dolce
settore domestico: prelievi di acqua dolce
Se i Paesi del Sud del mondo consumano grandi quantità d’acqua 
per l’agricoltura, nei Paesi ricchi del Nord del mondo il prelievo 
più consistente è dovuto all’uso industriale (47% della quantità 
consumata). Anche qui il problema principale è che la maggior 
parte di quest’ acqua viene reimmessa e riciclata,  all’interno del 
sistema idrologico, altamente inquinata perché carica di residui, 
di prodotti chimici e di metalli altamente rischiosi per la salute 
dell’uomo.
L’8% dell’acqua disponibile viene invece utilizzata per gli usi do-
mestici. Si tratta dell’utilizzo dell’acqua per bere, lavarsi, per 
la preparazione degli alimenti, pulire e le installazioni igieniche. 
La discrepanza dei consumi domestici tra il Nord e il Sud del 
Mondo in questo caso è notevole: 
i paesi del nord usano almeno il triplo dell’ acqua dei paesi del 
Sud.
In particolare per quanto riguarda il settore agricolo si è registrato negli 
ultimi 20 anni uno spostamento dei consumi dalle attività industriali alle 
attività agricole, oltre che al settore civile.
Negli Stati Uniti l’agricoltura utilizza oggi il 49% dell’acqua dolce com-
plessivamente consumata, di cui l’80% è impiegato per l’irrigazione. 
In Africa ed in Asia questa percentuale si porta all’85-90% .
Secondo le stime relative all’anno 2000, il settore agricolo ha utilizzato 
il 67% del totale dell’acqua dolce prelevata .
Le aree irrigate nel loro complesso dovrebbero passare da 290 milioni di 
ettari nel 2010 a 330 milioni di ettari nel 2025.
 
Altri “inconvenienti” collegati all’uso agricolo dell’acqua sono i 
seguenti:
• I processi di irrigazione causano la salinizzazione del suolo, cioè 
  provocano un progressivo aumento di sali che nel tempo impedi
  scono l’uso e distruggono le potenzialità produttive dei terreni.                                      
• Tali processi sprecano grandi quantità di acqua poiché, soprattut
  to nei Paesi poveri, circa la metà dell’acqua destinata 
  all’irrigazione evapora durante la fase di stoccaggio o di traspor
  to dalla fonte ai terreni in assenza di un adeguato sistema di ca
  nalizzazione.                
• Inoltre, svuotano eccessivamente fiumi, laghi e falde sotterranee 
causando un sovrasfruttamento idrico.
3
Risorse idriche
3
fonte: wri, washington dc, 2001
fonte: wri, washington dc, 2001
[7]
[8]
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[8]
Considerando a livello mondiale gli usi della risorsa idrica, si 
stima che nel 2025 il settore agricolo incrementerà la richiesta di 
acqua di 1,2 volte, il settore industriale di 1,5 volte ed il settore 
domestico di 1,8 volte.  [9]
Nel settore industriale, la maggior quantità d'acqua dolce viene 
immagazzinata in riserve e bacini per il consumo industriale e dome-
stico, la produzione di energia elettrica e l'irrigazione. Comunque, si 
calcola che il volume di acqua evaporato dalle riserve superi la 
somma dei consumi d'acqua per l'ambito industriale e domestico. 
Questo contribuisce di gran lunga alle perdite d'acqua nel mondo, 
sopratutto nelle regioni tropicali.  [UNESCO, 2000]
Gli utilizzi industriali ricoprono circa il 20% dell' emungimento di 
acqua dolce. Di questo, il 57-69% viene usato per produrre energia 
idroelettrica e nucleare, il 30-40% per processi industriali, e lo 
0.5-3% per la produzione di energia termica.  [Shiklomanov, 2000]
_L'agricoltura. Da sola l'agricoltura disperde oltre il 56% di 
tutta l'acqua dolce usata dall'uomo. Ed è pertanto responsabile 
del 98,2% della perdita antropica di acqua dolce.
_L'industria. L'industria utilizza il 20% delle acque dolci e ne 
perde solo il 5% in media, anche se spesso sporca il 95% dell'ac-
qua prelevata che poi restituisce. In totale, l' industria è responsa-
bile dell' 1,8% delle perdite di acqua dolce.
_L'uso domestico. Nel bilancio delle acque usate per uso domesti-
co (bere,lavarsi,cucinare) le perdite sono comprese tra il 5 e il 15% 
del totale. Lo spreco raggiunge il valore massimo, paradossalmen-
te, proprio nel sistema più moderno di distribuzione, quella rete 
idrica che porta nelle nostre case l'”acqua corrente”. Nel Terzo 
mondo e in molti altri paesi del Primo mondo, a causa di sprechi o di 
usi illeciti, queste perdite ammontano al 50% dell'acqua immessa in 
rete. Tuttavia i consumi complessivi di acqua per uso domestico non 
sono che il 5% dell'acqua dolce usata dall'uomo. E, pertanto, le 
dispersioni in questo settore,anche se imbarazzanti,non rappresen-
tano che lo 0,01% dell'acqua dolce che l'uomo spreca.
L'uso di acqua dolce nei continenti è in parte basato su importanti 
fattori di sviluppo socio-economici, che comprendono: la popolazio-
ne, le caratteristiche fisiche e quelle climatiche. 
Gli studi di analisi indicano che:
_L' emungimento globale annuale di acqua dolce è cresciuto dai     
  3.790 km3 (di cui Il consumo è pari a 2.070 km3 ovvero il 61%)   
  nel 1995, ai 4.430 km3 (di cui il consumo è pari a 2.304 km3 
  ovvero il 68%) nel 2000.
_Nel 2000, circa il 57% dell' emungimento di acqua dolce, e il 70%
  del suo consumo , ha avuto luogo in Asia, dove si ha la maggior
  parte delle terre irrigate a livello mondiale.
 _In futuro, è prevista una crescita dell 'emungimento globale  
  annua di acqua dolce pari al 10-12% nell'arco di 10 anni, rag
  giungendo approssimativamente i 5.240 km3 (pari ad un incremento 
  di 1.38 volte rispetto all'anno 1995) entro il 2025. 
  Rispetto a queste previsioni, si calcola che il consumo d' acqua 
  cresca in proporzione leggermente minore, pari a 1.33 volte.   
 _A conclusione del prossimo decennio, si prevede che ci sia un 
  intenso prelievo di acqua dolce in Africa e in Sud America 
  (aumentando di 1.5-1.6 volte rispetto ai riferimenti attuali), 
  mentre il minor prelievo è previsto in Europa e Nord America 
  (aumentando di 1.2 volte).
PERDITE D’ACQUA NEI DIVERSI SETTORI
DI UTILIZZO
RAPPRESENTAZIONE DEL CONSUMO E DEL PRELIEVO D’ACQUA
A LIVELLO MONDIALE 
4
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Risorse Idriche
4
fonte: Unep, 2003
PERDITA DI ACQUA DOLCE PER SETTORI DI UTILIZZO
Perdita rispetto all’acqua 
usata nel settore (%)
Perdita rispetto all’acqua
totale utilizzata (%)
Perdita sul totale dell’acqua 
perduta dall’uomo
Agricoltura                    75                                          56,3                                              98,2
Industria                           5                                            1,0                                                 1,8
Usi domestici               10                                             0,005                                            0,01
Totale                            90                                           57,3                                             100
fonte: shi, st. petersburg, unesco, paris, 2002
fonte: shi, st. petersburg, unesco, paris, 2002
fonte: shi, st. petersburg, unesco, paris, 2002
Le aree di scarsità d'acqua fisica ed
economica
l’acqua è tra le risorse distribuite nel mondo con maggiore dise-
guaglianza. Vi sono luoghi dove le condizioni climatiche portano 
sovrabbondanza e inondazioni e altre in cui regna la scarsità e 
la siccità; luoghi desertici e aridi e altri ricchissimi di vegetazio-
ne.
Il Medio Oriente è forse la regione del mondo che più delle 
altre soffre della mancanza strutturale di acqua, a cui si ag-
giungono dei periodi ricorrenti di siccità. Ciò rende difficile lo 
sviluppo economico e agricolo di molti di questi Paesi. Tra i Paesi 
maggiormente deficitari vi sono il Kuwait, il Qatar, il Bahrein, 
l’Arabia Saudita, Israele e la Giordania.
In molte regioni l’acqua pulita, come acqua potabile, è sempre più 
scarsa a causa del copioso utilizzo da parte delle industrie e 
dell’agricoltura. Il consumo crescente per l’irrigazione, la cre-
scita della popolazione e il connesso progressivo inquinamento 
delle acque portano a scenari drammatici. Dal 1950 l’uso di 
acqua sulla terra si è triplicato. Nel 1993 è arrivato 
all’incredibile quantità di 4.340 kmc. 
Oggi 26 paesi del mondo non possono più soddisfare da soli il 
loro bisogno d’acqua potabile, non solo paesi poveri come il Bu-
rundi e il Ruanda, ma anche paesi ricchi come i Paesi Bassi e Sin-
gapore.
DISTRIBUZIONE DELL' ACQUA NEL PIANETA
CONDIZIONE DI STRESS IDRICO
Indice di povertà d’acqua
L'indice di povertà idrica (WPI) è un indice aggregato, che descri-
ve la mancanza di acqua dolce. L'indice è calcolato sulla base di 
cinque componenti: le risorse, l'accesso, la capacità, l'uso, e 
l'ambiente, utilizzando indicatori appropriati. 
Oggi, la grande pressione sulle risorse idriche è 
accentuata dall' aumento della popolazione 
umana e, in particolare, dalle concentrazioni di 
coltivazione nelle aree urbane. 
Questo diagramma mostra l'impatto della 
crescita demografica prevista sul consumo 
d'acqua entro il 2025, basata sulla popolazio-
ne stimata dalle Nazioni Unite proiezione di fascia 
media. 
Esso utilizza l'attuale tasso di utilizzo di acqua 
a persona senza tener conto di eventuali aumenti 
di uso d' acqua dovuto alla crescita economica o 
possibili miglioramenti in termini di efficienza di 
utilizzo d' acqua. 
Le regioni più vulnerabili alla carenza di acqua 
per uso domestico sono quelle in cui l'accesso 
all'acqua è già limitato, la popolazione è in 
rapida crescita, i centri urbani si stanno diffon-
dendo, e l'economia è afflitta da problemi finan-
ziari. 
Anche se il mondo ha mantenuto il ritmo degli 
anni 1990 nello sviluppo di approvvigionamento 
idrico, ciò non è sufficiente a garantire che tutti 
abbiano accesso all'acqua potabile entro il 
2025. 
Gli impatti dei cambiamenti climatici - tra cui cam-
biamenti di temperatura, precipitazioni e del livel-
lo del mare - si prevede possano avere diverse 
conseguenze per la disponibilità di acqua dolce 
di tutto il mondo. 
_Ad esempio, cambiamenti di deflusso del fiume 
influirà sul rendimento dei fiumi e dei bacini e 
quindi sulla ricarica delle falde freatiche. 
_Un aumento del tasso di evaporazione avrà 
ripercussioni anche sui rifornimenti di acqua e 
sulla salinizzazione dei terreni agricoli irrigati. 
_L'innalzamento del livello dei mari potrebbe cau-
sare intrusione salina negli acquiferi costieri. 
Gli impatti dei cambiamenti climatici sono proietta-
ti a diventare sempre più forti nei decenni succes-
sivi al 2025.
Indicatore di stress idrico
Un uso eccessivo di acqua dolce tende a verificarsi in regioni 
fortemente dipendenti dall' agricoltura irrigua, come ad esem-
pio la pianura indo-gangetica nel sud Asia, la pianura del nord 
della Cina e degli altopiani del Nord America e in zone in fase 
di rapida urbanizzazione e sviluppo industriale. 
5
Crisi Globale
5
fonte: IWMI, 2007
fonte: wri, 2006
fonte: smakthin, revenga, dall, 2004
fonte: GEO, Unep, 2002
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oggi nel mondo 1 miliardo e 400 milioni di persone su 6 
miliardi di abitanti non ha accesso all’acqua potabile.
Popolazione totale: l'accesso ai servizi igienico-
sanitari  
Più preoccupante è la situazione igienico-sanitaria per quasi 
tutti i paesi in via di sviluppo, nel senso che l'accesso a servizi 
igienico-sanitari rimane inferiore alla media mondiale. Il pro-
gresso in questo campo è particolarmente importante per lo 
sviluppo, come è ben noto che una mancanza di servizi igienici 
adeguati è un fattore di diffusione delle malattie.  
Il rischio è che nell’anno 2025, quando la popolazione mondiale 
sarà di circa 8 miliardi di esseri umani, il numero delle persone 
senza accesso all’acqua potabile aumenti a più di 3 miliardi.
Manca l' accesso ad una fonte di acqua sicura e facilmente acces-
sibile, ad esempio un collegamento alla rete idrica o ad una rete 
ben protetta. Al contrario infatti, l'accesso all'acqua è limitato o 
disponibile attraverso fonti non protette. 
L'obiettivo, nell'ambito del Millennium Development Goals, è 
quello di dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone 
prive di accesso sostenibile all' acqua potabile e ai servizi 
igienico-sanitari.
ACQUA E RAGIONI IGIENICHE
ACCESSO ALL' ACQUA POTABILE
Popolazione totale: l'accesso ad una fonte di acqua 
potabile
L 'immagine globale dimostra che purtroppo la mancanza di ac-
cesso all'acqua potabile resta un onere per i paesi più poveri, 
impedendo loro di accelerare il proprio sviluppo. Il maggior  
handicap si manifesta nella parte sub-sahariana del continente 
africano. La mappa mostra alcune tendenze curiose, come la 
Romania, che resta molto indietro rispetto a tutti gli altri paesi 
europei. 
Guerre dell’acqua
Molti esperti di geopolitica mondiale ritengono che l’acqua sia una delle prin-
cipali cause di conflitti globali. Si ritiene che guerre apparentemente nate per 
motivi religiosi o di occupazione di territori, abbiano invece come causa princi-
pale l’ appropriazione di bacini d’acqua. Questi conflitti sono destinati ad au-
mentare negli anni a venire e si pensa che le guerre per il possesso dell’oro 
blu sostituiranno i conflitti per il possesso del petrolio verificatisi negli 
ultimi decenni del millennio appena terminato.
ACQUA E RAGIONI INTERNAZIONALI
6
Crisi Globale
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fonte: wri, 2004 fonte: wri, 2006
fonte: who, unicef, 2006
fonte: WWC, 2002 fonte: WWC , 2002
fonte: Fao, 2005
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