Introduzione
Oggi viviamo nella cosiddetta “società complessa”, ovvero società nella
quale l'idea di cambiamento e mutamento assumono un ruolo centrale: oggi tutto è
costantemente in rapida trasformazione, tutti i punti di riferimento (famiglia,
lavoro, legami personali ecc) un tempo stabili, oggi sembrano in piena
trasformazione. E' ciò che Z. Bauman chiama “modernità liquida”, una società
dove niente ha il tempo di solidificarsi: “la modernità odierna, come i liquidi, non
può assumere una forma per un lungo tempo”.
Il cambiamento diventa la norma, diventa addirittura auspicabile perché si
pensa che porti inevitabilmente ad un miglioramento, ad un progresso della
società; questo, in parte, è vero in quanto senza trasformazioni e innovazioni la
società non progredisce, tuttavia gestire una così rapida mutazione della realtà
sociale che ci circonda, molto spesso, può risultare difficile e complesso.
Fra tutti i cambiamenti che sono in atto nel mondo nessuno è più
importante di quelli che riguardano la nostra vita personale: sessualità, relazioni,
matrimonio e famiglia. E i giovani sono coloro che più di tutti risentono, in termini
negativi, delle recenti trasformazioni socio-culturali oltre che della crisi economica
internazionale. Coerentemente con le modifiche prodotte nella società, sta
avvenendo una frammentazione dell’identità degli adolescenti e giovani adulti per
adattarsi meglio alle mutate esigenze sociali. E' ciò che Bauman definisce
“adolescenza liquida”. Ma inevitabilmente, tutto ciò espone i giovani a nuove
forme di disagio.
Pertanto, conoscere e interpretare una realtà in rapido movimento come
quella in cui viviamo oggi non è una sfida facile, in particolar modo conoscere e
capire il mondo degli adolescenti, che è già di per se un mondo in continua
trasformazione, comporta coerenti mutamenti sul piano delle proposte e degli
interventi allo scopo di costruire ragionamenti e quindi ipotesi di miglioramento.
Le ricerche effettuate negli ultimi anni dall’Istituto IARD hanno segnalato
come alcune tra le tendenze emergenti nella società fossero anticipate dalle nuove
generazioni. La crescente importanza attribuita alla riflessione sui giovani e sulle
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politiche giovanili va pertanto letta come una scelta fondamentale per poter
comprendere come sarà la società del prossimo futuro.
Il mio interesse verso l'attuale condizione giovanile nasce principalmente
da un percorso di tirocinio svolto all'interno degli uffici di Servizi Sociali del
comune di Assisi, dove negli ultimi anni si registra un progressivo aumento di casi
di adolescenti che manifestano il proprio disagio attraverso comportamenti
antisociali. Questi coinvolgono e allarmano sempre di più i Servizi Sociali, i quali
si ritrovano molto spesso a dover affrontare situazioni nuove che riflettono il
cambiamento in corso della società senza però possedere le risorse adeguate per
affrontarli. Si tratta di ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 19 anni,
ognuno con situazioni problematiche specifiche e individualizzate, ma che
presentano diversi aspetti in comune: una diffusa difficoltà nel compiere scelte
impegnative sia sul versante affettivo che scolastico/lavorativo, mancanza di
impegno e totale disinteresse per lo studio/lavoro, assenza di prospettive o idee sul
futuro, difficoltà ad esprimere le proprie emozioni.
La devianza giovanile da qualche decennio è diventato un problema sociale
piuttosto rilevante: questi ultimi anni rappresentano una fase di evidente
trasformazione anche in questo ambito, una trasformazione che è caratterizzata
dall'incremento della delinquenza e violenza minorile, progressivo abbassamento
dell'età dei ragazzi e ragazze che commettono reati, aumento di fenomeni che li
coinvolgono. Oggi la cronaca italiana riporta notizie sempre più allarmanti sugli
adolescenti: casi di suicidio, violenze negli stadi, in famiglia e a scuola, uso
sempre più diffuso di sostanze stupefacenti e di alcolici, fughe da casa, bullismo,
risse, violenze sessuali, vandalismi sono solo alcune delle molteplici forme
attraverso cui si manifesta la devianza giovanile.
Tuttavia è opportuno operare una distinzione tra le naturali difficoltà del
processo evolutivo che porta l'adolescente dall'infanzia all'età adulta, e
comportamenti più propriamente devianti che ostacolano lo sviluppo psico-
affettivo del ragazzo. Molto spesso le parole “disagio” e“devianza” vengono
usate come sinonimi, in realtà è importante sottolineare che il periodo
adolescenziale è già di per sé una fase critica della formazione dell'individuo, in
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cui determinate forme di disagio sembrano essere inevitabili. Ma il passaggio da
una situazione di disagio individuale ad una di devianza non è dunque così
automatico e scontato come potrebbe sembrare a prima vista. Per passare dallo
stato di disagio tipico della crisi adolescenziale al mettere in atto comportamenti
devianti c'è bisogno di tutta una serie di fattori di rischio che se sottovalutati
compromettono la riuscita dello sviluppo evolutivo del giovane portando alla
comparsa di comportamenti antisociali. La devianza, appare così come il prodotto
di un insieme complesso di cause, nessuna delle quali da sola sembra essere
sufficiente a produrla, ma la cui simultanea presenza eleva notevolmente la
probabilità che esso si manifesti nella vita del giovane. Tutti questi fattori possono
trovarsi in caratteristiche individuali della persona ma anche nel contesto
familiare, culturale e sociale in cui il ragazzo vive, è per questo che se si intende
studiare il fenomeno della devianza giovanile occorre avere un approccio olistico
che si ponga la necessità di comprendere i comportamenti analizzandoli e
trovandone le cause all'interno dei vari contesti di vita a cui gli individui
appartengono.
Pertanto, nel primo capitolo, dopo aver esaminato le principali teorie
sociologiche della devianza, il lavoro si focalizzerà su come la naturale condizione
di disagio che caratterizza l'età adolescenziale possa trasformarsi in vera e propria
devianza.
Si analizzerà, in un secondo momento, la condizione giovanile in Italia
nelle diverse fasi storiche dagli anni 50 fino ad oggi e di come questa sia
progressivamente mutata in relazione ai cambiamenti della società, delineando
alcune trasformazioni avvenuti nella nostra società a seguito della globalizzazione
e come tali cambiamenti abbiano influito nel processo di formazione dei giovani.
Nel secondo capitolo si analizzeranno i fattori di rischio che predispongono
alla devianza. Dal contesto familiare, a quello scolastico, al gruppo dei pari, alla
condizione dei giovani immigrati fino alla costante presenza delle nuove forme di
telecomunicazioni di massa. Tutti questi contesti possono essere dei fattori di
rischio rilevanti di predisposizione alla devianza ma allo stesso tempo questi stessi
ambienti di vita, se valorizzati e sostenuti attraverso un lavoro di rete possono
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diventare delle risorse preziose al fine di prevenire determinati comportamenti
Il terzo capitolo, infine, è dedicato ai possibili interventi da attuare per
contrastare o almeno affrontare la devianza giovanile attraverso un approccio
preventivo che valorizzi le risorse personali del soggetto e quelle presenti nei
contesti di vita in cui è inserito. A tal fine è necessario promuovere un lavoro di
rete che potenzi le risorse esistenti, soprattutto quelle delle cosiddette reti di
relazioni informali coinvolgendole attivamente nei programmi di intervento.
Per rendere più soddisfacenti gli esiti dei progetti di intervento
bisognerebbe pianificare e realizzare percorsi di aiuto più adeguati ai bisogni
emergenti dei ragazzi modificando e adeguando, di volta in volta, gli interventi
seguendo gli sviluppi e i cambiamenti della società e degli adolescenti, anche al
fine di sviluppare nuove forme di trattamento in grado di ridurre il conflitto
interno delle dinamiche sociali
Dopo aver definito il ruolo del Servizio Sociale Professionale nell'ambito
della devianza giovanile prenderemo in considerazione due progetti attuati nel
territorio di Perugia: il primo elaborato da un Protocollo di intesa della Prefettura
di Perugia, mirato a contrastare il sempre più diffuso fenomeno dell'assunzione di
alcool e sostanze psico-attive da parte dei giovani attraverso degli interventi che
vedono coinvolti diversi soggetti pubblici e che sono mirati all'assunzione di
consapevolezza del giovane e della sua condotta; il secondo è un progetto
dipartimentale dell' Usl Umbria 1, il Progetto Rainbow, mirato ad offrire ai
giovani la possibilità di esprimersi, confrontarsi, riconoscere le proprie emozioni
attraverso l'acquisizione di quelle competenze che attengono alla sfera psico-
sociale e che consentono di affrontare gli ostacoli e le difficoltà della vita
quotidiana, le cosiddette LifeSkills, allo scopo di sviluppare un processo ci
consapevolezza che gli consenta di riconoscere le proprie debolezze ma anche le
proprie virtù.
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