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INTRODUZIONE
Il presente lavoro si propone di studiare la responsabilità sociale d’impresa.
Sebbene si ritenga che i primi studi sul fenomeno risalgano agli anni’50, in
realtà, già dagli anni venti sono ravvisabili forme, seppur primordiali, di
responsabilità sociale con annessi contributi in materia. Tuttavia il tema
della corporate social responsibility ha assunto, col passare degli anni,
sempre più rilevanza divenendo ai giorni nostri un argomento di attualità in
costante evoluzione. La scelta di questo argomento si fonda esattamente su
quanto appena detto, in particolare, ho ritenuto fosse interessante fondare
un lavoro di tesi sulla CSR in ragione del fatto che, da fenomeno marginale
è divenuto, ai nostri giorni, una prerogativa imprescindibile per le imprese
desiderose di ottenere una legittimazione sociale nonché essere cittadine
del mondo. Il percorso attraverso cui viene studiato l’argomento è stato
opportunamente pensato al fine di rendere una completa visione del
fenomeno, partendo dalle teorie che hanno dato impulso alla nascita della
responsabilità sociale, passando per le varie definizioni e per un
inquadramento più concreto, culminando con un lavoro di ricerca che
potesse dare un’immediata idea di come la responsabilità sociale venga
implementata, gestita, comunicata dalle imprese, in particolare si è presa in
considerazione l’azienda svedese IKEA operante prevalentemente nel
campo dell’arredamento. Tuttavia, al fine di dare un più ampio respiro al
presente lavoro, ho scelto di basare la ricerca sul confronto dei report sulla
sostenibilità di IKEA, cercando occasioni di confronto tra le informative
nazionali e quelle aggregate, con l’intento di verificare la possibilità di
paragonare le diverse performance divisionali. Per fare ciò, ho richiesto la
collaborazione del dott. Roberto Rana, ricercatore confermato e titolare
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della cattedra di Gestione delle risorse ambientali, il quale, mi ha guidato
scientemente nel lavoro di ricerca avente una forte correlazione con la sua
materia, in quanto, all’interno dei report ambientali e dei codici di condotta
IKEA spesso e volentieri viene toccato l’argomento della sostenibilità
ambientale, dello sfruttamento delle risorse, del trattamento di rifiuti e delle
emissioni. Andando per ordine, nel primo capitolo si propone l’analisi
dell’intero sistema di stakeholder con cui l’impresa interagisce, seguendo il
filone di studi della stakeholder theory. In questo capitolo, si cerca quindi
di fornire un quadro generale all’interno del quale inquadrare la
responsabilità sociale d’impresa, ovvero quello della pluralità di interessi
presenti nell’impresa, avendo cura di indagare i vari strumenti e le varie
strategie che il management può adottare per gestire le relazioni con i
portatori di interesse. Nel secondo capitolo, si propone, in primo luogo un
iter storico dei contributi circa il fenomeno della responsabilità sociale
partendo dal periodo ante anni’50 e culminando con i contributi più recenti
dei nostri giorni. Successivamente, si è cercato di dare, alla luce dei
contributi precedenti, una definizione di corporate social responsibility.
Dopo aver inquadrato il contesto istituzionale europeo a sostegno della
CSR, si è cercato di dare una dimensione più pratica e fattuale
dell’argomento, cercando di descrivere come il fenomeno venga
implementato e gestito nelle imprese, attraverso quali strategie e quali
impatti sulla governance. Una analisi critica su vantaggi e rischi
nell’adozione di pratiche di responsabilità assieme ad una breve trattazione
di alcuni standard di certificazione chiudono il secondo capitolo. Nel terzo
capitolo, avente ad oggetto lo studio su IKEA, svolto in correlazione col
professor Roberto Rana, ho cercato di esprimere la responsabilità sociale di
IKEA partendo dal suo set di valori, ideologie, mission e vision aziendale.
Dopo aver fatto ciò, attraverso i documenti ufficiali di IKEA ho studiato la
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strategia sulla sostenibilità codificata nel documento “people, planet e
positive,” nonché i codici di condotta “IWAY” e “IWAY Forestry
Standard”. In ultima analisi, attraverso metodologie di ricerca concordate
con il professore, ho esposto quanto emerso in sede di ricerca, e, laddove
possibile ho proceduto ad una comparazione delle performance.
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CAPITOLO 1: Come nasce la responsabilità sociale d’impresa
1.1 Il sistema impresa
1.1.1 Il “sistema impresa” nell’odierno contesto economico-sociale
Il sistema economico-sociale definisce il luogo di incontro dei vari
partecipanti alla vita dell’impresa, costituendo l’ambiente dove essa agisce.
Lo stesso fornisce i mezzi con cui l’impresa soddisfa la domanda esistente,
costituisce il luogo dove allocare le forze produttive e generare
l’innovazione che contribuisce a creare nuovi bisogni. All’interno di tale
contesto agiscono forze endogene ed esogene che influiscono sulla capacità
dell’azienda di mantenere l’equilibrio nel lungo periodo
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. Equilibrio
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che
è tanto di natura reale, riferendosi alla produzione di beni e servizi oggetto
di consumo e scambio, quanto di natura finanziaria, costituito dai mercati
monetari e finanziari. Quello che ci interessa, è tracciare i tratti salienti
della moderna economia capitalistica che risulta contraddistinta dai
seguenti elementi:
Sviluppo di efficienti mercati finanziari
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, che includono, oltre alle
tradizionali borse valori anche lo sviluppo di nuove forme di
intermediazione e fenomeni di disintermediazione.
Presenza meno pressante dello stato e una diffusa politica liberista.
Dominio delle tecnologie produttive e informative che favoriscono
l’integrazione tra individui e mercati.
63
Sul concetto di equilibrio si veda F.H. KNIGHT, Rischio, incertezza e profitto, pag 16, pagg. 239-241 e
257-258.
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E’ l’impresa che nel suo operare permette a questi elementi dell’economia reale e finanziaria di non
essere dicotomici, ma integrati. Sugli aspetti dicotomici del sistema economico si veda: M.ARCELLI,
Economia e politica monetaria, Cedam, Padova, 1996, pagg. 166-167.
65
Si veda M.ONADO, Economia dei sistemi finanziari, Il Mulino, Bologna, 1992, pag 270
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Crescente attenzione a questioni di natura sociale, tanto come
espressione di valori di cui l’azienda si fa portatrice, quanto come
strumento di ricerca del consenso sui mercati.
Alla luce di ciò, l’impresa moderna si presenta come un complesso
produttivo suddivisibile nel suo capitale di proprietà, nei suoi obiettivi,
nelle sue strategie. L’impresa ricorre al mercato per reperire nuovi
finanziamenti sia tramite incrementi di capitale di conferimento che sotto
forma di capitale di debito. Per tendere verso alla sopravvivenza e alla
continuità l’impresa ricerca un equilibrio all’interno del contesto sovra
descritto, un equilibrio che passa attraverso il controllo e la gestione di una
serie di forze che sono esercitate dai vari attori aziendali. E’ pacifico
ritenere che spetti al top management cercare, attraverso il controllo
strategico d’impresa, di guidare l’azienda verso l’equilibrio. Tuttavia, non
sono trascurabili i vincoli entro cui tale controllo viene esercitato, vincoli
che derivano non solo dai mercati reali, ma, anche e soprattutto, dai mercati
finanziari, candidati sempre più ad esercitare un ruolo fondamentale nella
crescita dell’impresa. Da quanto detto sin ora, emerge già una flebile lettura
degli attori che, attraverso le forze esercitate, partecipano e condizionano la
vita dell’impresa. Tuttavia, sembra opportuno andare ad indagare nel
dettaglio quali sono le logiche, le priorità, gli interessi dei vari attori
aziendali.
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1.1.2 I principali attori aziendali.
Generalmente, possiamo qualificare come stakeholder
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, l’insieme dei
soggetti che partecipano, a vario titolo e con differenti interessi, alla vita
d’impresa.
Il professore Edward Freeman, nel suo libro “Strategic management .A
stakeholder approach”, si rifà alla definizione della SRI International
(Standford Research Institute) del 1963, affermando: «lo stakeholder di una
organizzazione è (per definizione) un gruppo o un individuo che può
influire o essere influenzato dal raggiungimento degli obiettivi
dell’impresa».
In una prima analisi essi possono essere ricondotti alle seguenti categorie:
azionisti (shareholder), manager, amministratori, investitori istituzionali,
creditori e dipendenti. Ma, come vedremo in seguito, tale classificazione
non risulterà esaustiva, in quanto appare corretto, includere, in virtù del
potere e dei condizionamenti che essi possono esercitare nella vita
d’impresa, anche clienti, fornitori nonché l’opinione pubblica in genere.
Il ruolo assunto da ogni tipologia di partecipante alle dinamiche strategiche
aziendali può variare principalmente in virtù di questi parametri:
Interessi perseguiti nell’attività d’impresa
Diversa incidenza di diritto e di fatto nelle decisioni d’impresa
Differente modalità di partecipazione alla vita d’impresa
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A proposito degli stakeholder; nell’ambito della bibliografia internazionale si segnala:
T.DONALDSON-L.E. PRESTON, The stakeholder theory of corporation: Concepts, evidence, and
implication, in «Academy of Management Review», Vol 20, 1995.; R.E. FREEMAN-W.M. EVAN,
Corporate Governance: A stakeholder interpretation, in «Journal of Behavioral Economics», n.19, 1990.