3
Il primo capitolo si pone come obiettivo quello di chiarire 
l’organizzazione della macchina scolastica francese, dalla scuola materna al 
livello dell’istruzione superiore, vale a dire l’università e gli istituti di alta 
formazione. Sempre in questo esordio è contenuta la storia 
dell’informatizzazione della scuola francese, partendo dagli anni 70 per 
arrivare ai programmi che hanno caratterizzato l’ultimo anno accademico. 
La conclusione di questa cronologia è dedicata a una ricerca sul campo, o 
meglio sulla rete, in quanto presento la riflessione e gli scambi di opinione 
avvenuti tramite posta elettronica con alcuni attori dell’innovazione 
didattica nei paesi della francofonia. 
Il secondo capitolo è dedicato alla rassegna dei siti istituzionali curati dal 
ministero dell’Educazione nazionale, della ricerca, della tecnologia, che per 
ragioni legate all’evoluzione della struttura web sono osservati in un 
determinato periodo di tempo, che è il primo trimestre del 2000. 
In queste pagine sono presentatati i cinque esempi più lampanti di cosa la 
rete  offra a chi si occupa d’insegnamento. Ad esempio,  dall’enorme mole 
del portale dedicato alla conoscenza di tutte le proposte istituzionali si 
passa all’archivio dei prodotti didattici multimediali disponibili. Internet 
diventa luogo di scambio di esperienze e motore per avviare la creatività 
propria delle scienze dell’educazione. 
 4
Il terzo capitolo apre la prospettiva verso il settore della pedagogia 
speciale, andando così a realizzare gli stimoli del mio indirizzo specifico del 
corso di studi: educatore professionale. 
Anche qui presento una panoramica dell’organizzazione statale; attraverso 
alcune parole chiave parlo dell’educazione speciale secondo l’orientamento 
d’oltralpe. Concludo con una navigazione nei siti ministeriali che offrono 
strumenti per affrontare la conoscenza della disabilità e dell’handicap. 
Il quarto capitolo, strettamente legato al terzo, è il diario di bordo della mia 
esperienza come educatore in un istituto per disabili mentali della 
Bretagna. 
Unendo le conoscenze informatiche con la provenienza straniera, sono 
stato chiamato dall’equipe del centro ad animare un laboratorio 
multimediale per alcuni adolescenti. Una valida situazione in cui stimolare 
la riflessione non solamente tramite la teoria ma con una forte e 
caratterizzante azione di prassi. Realizzare concretamente uno dei vari 
modi possibili di integrare il computer in una situazione  pedagogica, mi ha 
dimostrato come sia percorribile questo itinerario, anche in un ambiente 
che agisce verso un’integrazione sociale dei soggetti interessati.   A 
proposito cito le parole di Lucia  De Anna che indica con   precisione questo 
‘fare educativo’ francese dove “non basta acquisire delle abilità per riuscire 
pienamente nella società, è necessario costruire insieme agli altri il proprio 
 5
vivere sociale senza trascurare di raggiungere tutte le possibili 
autonomie personali”1. 
Il quinto capitolo è destinato a rappresentare una boccata di ossigeno, un 
interessante momento di analisi delle teorie e dei pensieri che hanno 
portato a dirigermi verso lo studio delle tecnologie abbinate all’educazione. 
Presento, seguendo un particolare ordine, gli autori e gli avvenimenti, 
prevalentemente di marca francese, che hanno costruito le basi per la 
riflessione.  
E’ significativo ossrevare come anche l’effetto di un film come The Matrix 
possa essere collegato agli sviluppi delle teorie di Pierre Lèvy, a sua volta 
debitore di un lungo cammino sul concetto di macchina, che solo nel secolo 
appena terminato ha visto una rapida accelerazione nelle applicazioni. 
Queste pagine conclusive sono quelle che più rendono l’idea della 
seduzione che i significati di cyberspace, virtualità, intelligenza artificiale 
attivano sulla mia persona. 
Ho scelto di uscire da questa dimensione telematica attraverso un racconto 
che in maniera forte esprime la paura che, per lo sviluppo dell’infanzia, 
l’informatica possa divenire non una risorsa ma uno strumento per 
l’insuccesso. In poche righe narro un contrasto educativo, di come un 
recente rapporto padre -  figlio introduca l’approccio verso il computer, tra 
il desiderio di perdersi con la tastiera e il joystick e l’angoscia adulta di 
 6
vietare ciò che non si conosce ma che allo stesso tempo attrae. 
Affronto il tema proposto da Maragliano nelle battute di un suo libro in cui 
afferma che “l’adulto sente un profondo senso di colpa, per aver chiamato 
il bambino ad un mondo entro il quale egli stesso, ‘da adulto’, non è più in 
grado di orientarsi e muoversi con sicurezza”2. 
Per ultima la bibliografia, con il riassunto di tutti i testi apparsi nelle note, 
preceduta dai riferimenti degli indirizzi del world wide web in cui sono 
approdato, definiti nel linguaggio del navigatore i segnalibri. 
 
 
1 L. De Anna Integrazione scolastica L’ED, Roma, 1992, p. 48 
2 R. Maragliano Essere multimediali La Nuova Italia, Firenze, 1996, p. 5 
 
 
 
 
 
 
  
 
 2
 
INTRODUZIONE 
 
Telecomunicazione e informatica sono i termini che danno vita alla 
telematica, strumento fondamentale dell’attuale società dell’informazione. 
Scopo di questo elaborato è la presentazione dei rapporti di questa 
disciplina tecnologica con il sistema educativo dello stato francese. 
Quale futuro si costruisce in un territorio dell’Unione Europea per 
permettere di sfruttare le innovazioni della rete telematica? 
Quale ruolo all’interno della scuola per i computer e le loro applicazioni? 
L’informatica può rappresentare una strada percorribile per la pedagogia 
speciale? 
Come affrontano, gli studiosi francesi, la progressione geometrica 
dell’elettronica che ha caratterizzato la recente fine di secolo? 
Queste sono alcune delle domande che rappresentano lo sfondo della 
ricerca e che hanno stimolato la mia disponibilità ad apprendere. 
Durante l’esperienza Erasmus presso un’università del nord ovest della 
Francia ho capito quanto sia importante una riflessione che segua da vicino 
l’integrazione informatica, sia nel campo scolastico che in quello 
dell’educazione professionale. 
 3
Il primo capitolo si pone come obiettivo quello di chiarire 
l’organizzazione della macchina scolastica francese, dalla scuola materna al 
livello dell’istruzione superiore, vale a dire l’università e gli istituti di alta 
formazione. Sempre in questo esordio è contenuta la storia 
dell’informatizzazione della scuola francese, partendo dagli anni 70 per 
arrivare ai programmi che hanno caratterizzato l’ultimo anno accademico. 
La conclusione di questa cronologia è dedicata a una ricerca sul campo, o 
meglio sulla rete, in quanto presento la riflessione e gli scambi di opinione 
avvenuti tramite posta elettronica con alcuni attori dell’innovazione 
didattica nei paesi della francofonia. 
Il secondo capitolo è dedicato alla rassegna dei siti istituzionali curati dal 
ministero dell’Educazione nazionale, della ricerca, della tecnologia, che per 
ragioni legate all’evoluzione della struttura web sono osservati in un 
determinato periodo di tempo, che è il primo trimestre del 2000. 
In queste pagine sono presentatati i cinque esempi più lampanti di cosa la 
rete  offra a chi si occupa d’insegnamento. Ad esempio,  dall’enorme mole 
del portale dedicato alla conoscenza di tutte le proposte istituzionali si 
passa all’archivio dei prodotti didattici multimediali disponibili. Internet 
diventa luogo di scambio di esperienze e motore per avviare la creatività 
propria delle scienze dell’educazione. 
 4
Il terzo capitolo apre la prospettiva verso il settore della pedagogia 
speciale, andando così a realizzare gli stimoli del mio indirizzo specifico del 
corso di studi: educatore professionale. 
Anche qui presento una panoramica dell’organizzazione statale; attraverso 
alcune parole chiave parlo dell’educazione speciale secondo l’orientamento 
d’oltralpe. Concludo con una navigazione nei siti ministeriali che offrono 
strumenti per affrontare la conoscenza della disabilità e dell’handicap. 
Il quarto capitolo, strettamente legato al terzo, è il diario di bordo della mia 
esperienza come educatore in un istituto per disabili mentali della 
Bretagna. 
Unendo le conoscenze informatiche con la provenienza straniera, sono 
stato chiamato dall’equipe del centro ad animare un laboratorio 
multimediale per alcuni adolescenti. Una valida situazione in cui stimolare 
la riflessione non solamente tramite la teoria ma con una forte e 
caratterizzante azione di prassi. Realizzare concretamente uno dei vari 
modi possibili di integrare il computer in una situazione  pedagogica, mi ha 
dimostrato come sia percorribile questo itinerario, anche in un ambiente 
che agisce verso un’integrazione sociale dei soggetti interessati.   A 
proposito cito le parole di Lucia  De Anna che indica con   precisione questo 
‘fare educativo’ francese dove “non basta acquisire delle abilità per riuscire 
pienamente nella società, è necessario costruire insieme agli altri il proprio 
 5
vivere sociale senza trascurare di raggiungere tutte le possibili 
autonomie personali”1. 
Il quinto capitolo è destinato a rappresentare una boccata di ossigeno, un 
interessante momento di analisi delle teorie e dei pensieri che hanno 
portato a dirigermi verso lo studio delle tecnologie abbinate all’educazione. 
Presento, seguendo un particolare ordine, gli autori e gli avvenimenti, 
prevalentemente di marca francese, che hanno costruito le basi per la 
riflessione.  
E’ significativo ossrevare come anche l’effetto di un film come The Matrix 
possa essere collegato agli sviluppi delle teorie di Pierre Lèvy, a sua volta 
debitore di un lungo cammino sul concetto di macchina, che solo nel secolo 
appena terminato ha visto una rapida accelerazione nelle applicazioni. 
Queste pagine conclusive sono quelle che più rendono l’idea della 
seduzione che i significati di cyberspace, virtualità, intelligenza artificiale 
attivano sulla mia persona. 
Ho scelto di uscire da questa dimensione telematica attraverso un racconto 
che in maniera forte esprime la paura che, per lo sviluppo dell’infanzia, 
l’informatica possa divenire non una risorsa ma uno strumento per 
l’insuccesso. In poche righe narro un contrasto educativo, di come un 
recente rapporto padre -  figlio introduca l’approccio verso il computer, tra 
il desiderio di perdersi con la tastiera e il joystick e l’angoscia adulta di 
 6
vietare ciò che non si conosce ma che allo stesso tempo attrae. 
Affronto il tema proposto da Maragliano nelle battute di un suo libro in cui 
afferma che “l’adulto sente un profondo senso di colpa, per aver chiamato 
il bambino ad un mondo entro il quale egli stesso, ‘da adulto’, non è più in 
grado di orientarsi e muoversi con sicurezza”2. 
Per ultima la bibliografia, con il riassunto di tutti i testi apparsi nelle note, 
preceduta dai riferimenti degli indirizzi del world wide web in cui sono 
approdato, definiti nel linguaggio del navigatore i segnalibri. 
 
 
1 L. De Anna Integrazione scolastica L’ED, Roma, 1992, p. 48 
2 R. Maragliano Essere multimediali La Nuova Italia, Firenze, 1996, p. 5 
 
 
 
 
 
 
  
 
 7
CAPITOLO PRIMO 
 
Organizzazione scolastica e integrazione informatica 
 
 
    i principi generali 
In questo primo capitolo la ricerca si concentra sulla struttura della scuola in 
Francia, ricostruita principalmente con l’ausilio delle risorse in rete del 
ministero dell’Educazione nazionale, della ricerca, della tecnologia1. 
Esaminare in un primo tempo i momenti dell’insegnamento significa 
comprendere con più facilità successivamente l’entrata dell’informatica nei 
vari cicli. 
La scuola è gratuita e obbligatoria dai sei ai sedici anni e riguarda, 
confrontandola con l’organizzazione in corso in Italia, la scuola elementare e 
la media inferiore detta collège. L’età media alla quale gli allievi terminano il 
collège è quindici anni. In teoria per soddisfare l’obbligo scolastico gli allievi 
che sono in regola devono ancora seguire un insegnamento a tempo pieno 
durante almeno un anno sia in un liceo generale e tecnologico, sia in un 
liceo professionale. 
 8
La definizione e la messa in opera della politica educativa appartengono al 
Governo, nel quadro generale fissato dal legislatore che, in base alla 
Costituzione, fissa i principi generali applicabili al sistema d’insegnamento. 
All’interno del Governo il ministro dell’Educazione nazionale, della ricerca e 
della tecnologia è responsabile della politica educativa. E’ assistito da un 
ministro delegato incaricato dell’insegnamento scolastico. Invece il ministro 
dell’Agricoltura e della pesca è responsabile dell’insegnamento agricolo. Il 
ministro dell’Impiego e della solidarietà gioca un ruolo importante nella 
formazione professionale, il ministro della Gioventù e degli sport insieme a 
quello della Cultura contribuiscono all’organizzazione delle azioni educative al 
beneficio dei giovani. 
Il sistema educativo francese è per tradizione storica estremamente 
centralizzato con il rispetto, secondo Gianfranco Rescalli, delle virtù 
gerarchiche del modello napoleonico: il “risultato è l’omogeneizzazione totale 
degli atti e la stretta uniformità su scala nazionale delle attività”2. 
Dal 1982 un’importante azione di decentralizzazione ha modificato il campo 
delle attribuzioni rispettive delle amministrazioni pubbliche dello Stato e delle 
autonomie locali. Grazie a questa  decisione un certo numero di poteri e di 
responsabilità fino allora esercitate dallo Stato sono trasferite alle collettività 
 9
territoriali. Per quanto riguarda l’educazione i centri di riferimento regionali 
sono le accademie, che proprio nella dinamica dell’integrazione informatica 
svolgono un importante ruolo di traino delle singole realtà dipartimentali. 
In linea con i cambiamenti in corso nell’Europa anche la scuola francese si 
trova davanti le problematiche della dispersione scolastica e 
dell’improduttività del sistema. Secondo Rescalli questi elementi danno vita 
alla nuova frontiera del movimento riformatore d’oltralpe, insieme 
all’autonomia e alla formazione professionale, acceleratori della caduta delle 
vecchie strutture3. 
 
 i cicli scolastici 
L’insegnamento preelementare è gratuito e facoltativo e riguarda i bambini 
francesi e stranieri dai due ai sei anni.  
All’età dei tre anni tutti i bambini possono essere accolti in una scuola 
materna. 
L’insegnamento elementare è gratuito e obbligatorio per i bambini francesi e 
stranieri a partire dai sei anni. Il tutto dura in media cinque anni, fino all’età 
di undici anni. Può essere aumentato o diminuito di un anno in funzione 
delle conoscenze acquisite da alcuni allievi. 
 10
La scuola elementare comprende cinque classi ripartite in due cicli: il ciclo 
degli apprendimenti fondamentali, che comincia nella grande sezione della 
materna e prosegue durante i primi due anni della scuola elementare (corso 
preparatorio, corso elementare 1° anno); il ciclo degli approfondimenti che 
comprende i tre ultimi anni di scuola (corso elementare 2° anno, corso 
medio 1° anno, corso medio 2° anno) prima dell’entrata al collège. 
Dal primo gennaio 1992 la durata settimanale della scuola è fissata a ventisei 
ore. Le scuole fanno festa oltre il sabato pomeriggio e la domenica anche un 
altro giorno della settimana, per concedere alle famiglie di uno Stato laico il 
tempo dell’insegnamento religioso. 
La pratica di attività sportive, artistiche, culturali e complementari al di fuori 
delle ventisei ore di insegnamento è frequente. Queste attività 
parascolastiche sono prese in carico dalle collettività locali o dalle 
associazioni. 
Il collège è il livello scolastico che accoglie gli allievi all’uscita della scuola 
elementare, al più tardi nel loro dodicesimo anno. L’insegnamento dura 
quattro anni, corrispondente alle classi di 6°, 5°, 4°, 3°, in un ordine 
decrescente inverso a quello italiano.