5
Nella prima fase del tirocinio il mio impegno è stato dedicato allo 
studio, all’approfondimento e alla ricerca di fonti sulla nascita e sulle 
finalità editoriali di Rai Educational. 
Nella seconda parte ho lavorato invece sugli aspetti tematici relativi 
alla creazione di Fuoriclasse come canale scuola - lavoro.  Un canale 
televisivo che nasce grazie alla convenzione tra il Ministero della 
Pubblica Istruzione e la Rai. 
In particolare sono stati analizzati i temi e i contenuti che hanno 
portato alla nascita dell’ idea di  programmazione dedicata ai giovani 
studenti delle scuole superiori e le loro esperienze di vita a scuola e 
durante un periodo di alternanza scuola-lavoro in azienda.  
La terza parte del periodo di tirocinio mi ha visto impegnato nella 
raccolta di documenti interni alla redazione di Fuoriclasse, canale che 
in questo periodo ha prodotto una trasmissione televisiva  in 48 
puntate  in una fase sperimentale . Tali documenti mi sono serviti per 
proporre all’interno di questo lavoro di tesi una descrizione concreta 
dell’aspetto meno conosciuto e trattato di tutta la realtà televisiva : la 
costruzione di un palinsesto, la sua logica, la sua forma ed il suo 
contenuto, insieme all’analisi delle tecniche  e delle strategie messe in 
atto per la sua stesura. Inoltre in questo ultimo periodo di formazione 
in Rai Educational ho potuto contribuire all’elaborazione di quattro 
puntate : Speciale Università Roma Tre, il liceo artistico Orneore 
Metelli, gli istituti professionali Galileo Galilei di Bolzano e  Miano di 
Napoli . Una collaborazione sul piano della costruzione di ogni 
puntata e la scelta del protagonista. 
 La puntata relativa all’Università di Roma Tre (la puntata non era 
prevista all’interno della programmazione del palinsesto) è stata da me 
 6
seguita sia nell’ideazione  dei contenuti da sviluppare successivamente 
in scaletta, che nella scelta del protagonista . 
 
 
La struttura della tesi è organizzata in tre capitoli. Nel primo capitolo 
viene descritto brevemente il contesto di riferimento di tutto il lavoro 
di tesi : la televisione educativa, rappresentata dai canali satellitari e 
dalla multicanalità del digitale terrestre della televisione pubblica, la 
Rai. Tale televisione vuole sviluppare un’educazione permanente 
attraverso la messa in onda di un palinsesto che incontra i gusti 
culturali della maggioranza dei telespettatori. 
In questa parte viene proposta una breve storia dei programmi 
educativi Rai  ed il forte potere di unione  che  hanno avuto nella 
lingua italiana . 
La parte fondamentale del capitolo è la descrizione 
dell’organizzazione della struttura televisiva di Rai Educational. 
Rai Educational  nasce come il marchio editoriale della Direzione 
teche e Servizi Tematici educativi, una struttura Rai venuta alla luce 
nel 1998 dall’attività della Direzione audiovideoteche ed Educational.  
Rai Educational ha rappresentato in questo periodo un’esperienza 
unica nel panorama delle televisioni Europee per la caratterizzazione 
delle sue linee editoriali che hanno seguito  due vie : una rivolta 
all’educazione permanente e l’altra alla formazione a distanza. 
L’educazione permanente è stata veicolata dai programmi satellitari di 
Rai Edu Cultura, mentre la formazione a distanza dal canale satellitare 
Rai Lab. 
Nel corso del testo vengono descritte inoltre alcune trasmissioni  
andate in onda su Rai Edu Cultura che hanno segnato la storia della 
 7
programmazione in Rai Educational: Mediamente, il Grillo, 
l’Ombelico del Mondo e  Un Mondo a Colori. 
Rai Lab è un canale gratuito per l’apprendimento a distanza che 
utilizza  un sistema “intermediale” valendosi di diversi media  
( internet, videocassette, libri , cd rom ). 
Nella tesi si parla anche di Verdincanto , un corso prodotto da Rai 
Lab. 
Il capitolo finisce con la trattazione della programmazione di Rai 
Educational nel periodo 2002-2005 e con la descrizione dei progetti in 
convenzione tra  Rai Educational e il Ministero dell’Istruzione e della 
Ricerca Scientifica ( Divertinglese, Diverti Pc, Esplora, Fuoriclasse). 
Nel secondo capitolo  si illustra un progetto di un canale dedicato alla 
scuola e al rapporto con il lavoro: Fuoriclasse. Si descrive come è 
nato il canale, quali tematiche formative affronta, a quale target è 
rivolto e quali contenuti lo legano con la “società della conoscenza”. 
Nel terzo capitolo viene esposta la fase sperimentale della messa in 
onda di 48 puntate di Fuoriclasse. Nello specifico  si analizzano gli 
elementi della costruzione del programma televisivo: il format, la 
redazione, la scaletta, la scenografia, il linguaggio usato e il sito 
internet.  
Il racconto di tre  puntate andate in onda conclude il capitolo: Speciale 
Università Roma Tre, il liceo artistico Orneore Metelli, l’istituto 
professionale Miano di Napoli. 
 
 
 
  
 
 8
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo I 
 
La televisione come media educativo:  
Rai Educational 
 9
 
1.1. Televisione ed educazione 
 
L’avvento della multimedialità
1
  ha portato ad un rapido mutamento 
delle forme del pensiero umano; in questo contesto la televisione 
esprime la sua influenza attraverso dei messaggi che incidono 
profondamente sulla struttura conoscitiva degli individui.  “I suoi tratti 
fisici e culturali diventano rapidamente ed efficacemente tratti mentali 
di chi, con pochissimo sforzo, ne è utente ”.
2
 
L’avvento delle nuove tecnologie telematiche, con la moltiplicazione 
degli usi possibili del televisore
3
 , ha realizzato una scissione della tv  
(sia sul livello di analisi che organizzativo) in tre televisioni:  
‹‹la televisione-cultura di massa, la televisione-giornalismo d’attualità, 
la televisione servizio››.
4
 
Oggi la televisione di servizio  è rappresentata dai  canali satellitari e 
dalla multicanalità del digitale terrestre
5
 della televisione pubblica (la 
Rai). 
                                                 
1
 Intesa come ‹‹ … una versione ‘ familiare’, ingegneristicamente non sofisticata, di 
multimedialità, quella che si concretizza nelle esperienze del giovane di oggi, figlio dei molti 
media ( e della multimedialità digitale) esattamente come chi l’ha preceduto era figlio della tv ››. 
R. Maragliano, nuovo manuale di didattica multimediale, Laterza, Bari, nuova ed. nov 2004, pag. 
18.      
2
 R. Maragliano o.p. citata pag. 151 
3
 Il televisore oltre che strumento prettamente informativo -comunicativo e di spettacolo, ha 
assunto altri usi. Ha contribuito allo sviluppo di una televisione che si occupa di istruzione a 
distanza  e di una televisione tematica che si occupa di educazione interagendo anche con internet . 
Inoltre, “la notizia televisiva”  viaggia ed è visibile anche sul web e tra poco tempo sui cellulari. 
L’immagine tv ci accompagnerà lungo tutto l’arco della giornata ampliando ancor più il potere del 
messaggio prodotto. 
4
 Giovanni Bechelloni, televisione come cultura , Liguori Editore, Ed. Napoli , 1995 pag. 57 
 10
È questa una televisione che ha come sua “mission” lo sviluppo di una 
educazione alle varie forme del sapere e della conoscenza, delle arti e 
della letteratura.  
 Il suo compito è offrire ad un pubblico più  limitato rispetto alle reti 
generaliste opportunità formative e culturali secondo una logica di 
“qualità del prodotto”.  
Questa è una “new television”  che porta allo sviluppo di una “rete” di 
nuovi contenuti e conoscenze  veicolate attraverso un’ interattività che 
contribuisce allo sviluppo di una democrazia dei media sempre più 
allargata. Un’interattività che si traduce in una più alta accessibilità e 
possibilità di scambio tra la persona e le macchine tecnologiche. 
                                                                                                                                     
5
 Il digitale terrestre (DDT) è una evoluzione dell’attuale sistema televisivo che porterà alla 
moltiplicazione del numero di canali (trasmessi attraverso le stesse frequenze) con un 
procedimento informatico di compressione dei dati numerici. 
 11
 
1.1.1.  La new television 
 
 
La democratizzazione e la nuova educazione della new television si 
mette in opera con lo sviluppo di una televisione multicanale e 
tematica che deve riprendere il concetto di  un’educazione 
permanente
6
 attraverso la messa in onda di un palinsesto che  incontra 
i gusti culturali della maggioranza dei telespettatori. 
Una educazione televisiva  democratica presuppone però almeno la 
realizzazione di due elementi fondamentali: 
1) lo sviluppo di una multicanalità, satellitare o digitale, in chiaro, 
con una visione gratuita per tutti .
7
 
2) La presenza, nei programmi che hanno un fine educativo 
dichiarato e destinati alle giovani generazioni, di Pedagogisti e di 
Formatori ( per i programmi di educazione permanente) all’interno 
delle strutture produttive televisive.   
Presenza che porta a una autoregolamentazione
8
 del messaggio  e a 
una percezione comune della televisione come  una  “forma” 
positiva di trasmissione del sapere. 
                                                 
6
 La moltiplicazione dei canali che produce la tecnologia del digitale terrestre rappresenta una 
sfida per la formazione e l’educazione durante tutta la vita dei cittadini. Ogni canale può 
sviluppare tematicamente  contenuti di una specifica area di saperi: un canale per l’educazione 
letteraria, filosofica, musicale, tecnica e scientifica. Si potrà quindi perseguire una formazione di 
tutti i cittadini-utenti nell’arco della loro vita .  
7
 Possiamo prendere come esempio Rai Educational, la struttura Rai , che solo con una piccola 
parte dei soldi del canone realizza programmi di  “alta qualità culturale”. 
8
 Una “autoregolamentazione” che si esprime grazie ad un monitoraggio  dei contenuti e una 
valutazione a priori(prima della messa in onda) dei messaggi che veicolerà il prodotto televisivo. 
Una valutazione che deve essere fatta dagli specialisti dell’educazione in collaborazione con gli 
autori del programma. 
 12
Tale presenza (soprattutto quella dei pedagogisti) è stata già 
sperimentata in programmi televisivi per bambini, sia in Italia che 
all’estero.  
In Italia ricordiamo L’albero azzurro del 1990.  L’albero Azzurro è 
una trasmissione televisiva rivolta ai bambini di 3 e 6 anni . Ogni 
puntata era un percorso di giochi e filastrocche tra i conduttori del 
programma e il pupazzo Dodo (uno strano uccello dal becco grande e 
curioso). Nei primi anni di vita la trasmissione si è avvalsa, per la 
definizione dei contenuti, della consulenza scientifica del dipartimento 
di Scienze dell’Educazione dell’università di Bologna.  
 Un esperimento del genere era stato già realizzato nel 1969 negli Stati 
Uniti  con Sesame Street
9
,  un programma di educazione per bambini 
dai 3 ai 6 anni (rivolto ad una infanzia socialmente svantaggiata). 
Nello sviluppo storico della televisione Americana, il 1969 coincide 
con un periodo di preoccupazioni che investono l’opinione pubblica 
circa l’uso diseducativo della televisione e dunque l’influenza 
negativa che poteva avere sui bambini. 
Sesame Street fu progettato dalla giornalista Joan Ganz Cooney , 
affiancata da un equipe psicopedagogica , presieduta da Gerald Lesser 
dell’univeristà di Harward. 
 L’equipe psicopedagogica   progettò il programma televisivo  con      
‹‹ l’intenzione ...  di ottenere una sintesi la più efficace possibile fra 
l’intrattenimento e l’educazione, tale per cui il bambino che guarda 
quel programma televisivo impara senza rendersene conto…››. 
 
                                                 
9
  Per un approfondimento cfr. R. Farnè, in “ Iconologia didattica (le immagini per l’educazione: 
dall’Orbis Pictus a Sesame Street)”, editore Zanichelli, dicembre 2002 pag. 398. 
 13
Protagonisti del programma furono attori adulti e bambini , e i   
famosi pupazzi “Muppet” (dotati di una grande forza espressiva) , che 
animavano il programma rappresentando un mondo fantastico e irreale 
(Oskar the Grouch, Cookie Monster, Kermit the Frog, Big Beard) . 
La figura del “formatore”, un esperto in andragogia
10
, deve essere 
invece presente in tutti quei programmi che si occupano di 
formazione, una formazione che si protrae durante l’intero arco della 
vita di una persona. 
Il formatore potrà in questo caso aiutare l’autore (potrebbe anche egli 
stesso ricoprire questo ruolo) ad ideare un programma che risulti allo 
stesso tempo gradevole e che veicoli in modo semplice “saperi” 
importanti.  Potrà inoltre avvalersi delle nuove tecnologie per 
sviluppare una “motivazione” all’apprendimento, attraverso una 
comunicazione interattiva e in tempo reale tra utente-telecomando e 
mezzo televisivo.
11
 
                                                 
10
 L’andragogia è  la scienza che si occupa dell’educazione degli adulti. 
11
 La televisione oggi è al centro di una vera rivoluzione tecnologica che modificherà di fatto 
l'attuale percezione della TV come semplice strumento di informazione. 
L’innovazione del  DTT risiede nella possibile interattività delle applicazioni trasmettibili sui 
canali digitali: utilizzando il canale di ritorno è possibile interagire con la sorgente informativa, 
personalizzando i contenuti in ingresso e interagendo con il programma in visione. 
 
 14
 
1.2. La Rai e i primi programmi educativi 
 
La Rai, fin dall’anno della sua nascita (il 1954) , si è preoccupata di 
dedicare una parte del proprio palinsesto a dei programmi che 
dovevano oltre che intrattenere educare e istruire. 
La necessità di una televisione educativa è stata determinata anche dai 
milioni di analfabeti che erano presenti nella società italiana del 
dopoguerra.  La tv educativa degli anni ‘50 e ‘60 ha avuto infatti una 
decisiva funzione di unione di moltissimi dialetti in un’ unica lingua 
Italiana nazionale. 
Ripercorrendo brevemente la storia dell’educazione in Rai dobbiamo 
ricordare alcuni programmi che hanno contribuito all’evoluzione 
culturale della società Italiana. 
Il 7 gennaio del 1954 andava in onda  la prima rubrica divulgativa dal  
titolo una risposta per voi , del professor Cutolo che rispondendo alle 
lettere dei telespettatori offriva momenti di formazione mista a 
intrattenimento.    
La prima trasmissione Rai  chiaramente “educativa” è Passaporto (un 
corso di lingua e cultura inglese), curata da Jole Giannini. Le 
ottocento puntate andate in onda  (dal 5 ottobre 1954) segnarono il 
successo di una  trasmissione che  rappresentava  un prodotto di una 
televisione destinata soprattutto ai ragazzi . 
 Nel 1958 nasce Telescuola il primo programma televisivo in Europa 
che ha fatto acquisire un titolo di studio (un diploma di scuola media 
professionale) seguendo dei corsi di “avviamento professionale” a 
distanza. 
 15
Nel 1958 però non tutti possiedono “la scatola magica” televisiva . 
Per ovviare al problema e creare un supporto alle videolezioni 
trasmesse vengono istituiti dei Pat ( posti di ascolto di Telescuola) 
dove un coordinatore guida i ragazzi durante l’apprendimento a 
distanza attraverso la tv. 
La trasmissione è stata  un utile strumento di formazione anche per 
quei ragazzi residenti in zone senza istituti di secondo grado; quindi la 
televisione si è incaricata di avviare in Italia la modernizzazione del 
paese dopo la grande guerra cercando di dare soluzione ad uno dei 
problemi più urgenti del paese: “l’analfabetismo”. 
Nel 1960 viene messo in onda  “Non è mai troppo tardi” del maestro 
Alberto Manzi,  un programma di scolarizzazione di massa che durò 
un decennio, fino al 1968. 
Con questa trasmissione la Rai e il Ministero della Pubblica 
Istruzione, istituzionalmente coinvolto, danno vita al primo corso 
televisivo per l’alfabetizzazione di base degli adulti analfabeti, 
offrendo loro la possibilità di ottenere la licenza elementare. Ancora 
una volta si cercò di combattere  quelle sacche di analfabetismo 
numericamente consistenti  presenti nel paese. 
In questo caso (come a Telescuola nel 1958) si pose il problema della 
larga diffusione del programma negli strati sociali della popolazione 
disagiata (contadini e operai) che non avevano ancora la televisione. 
La Rai allestì oltre duemila posti di ascolto che vennero occupati da 
persone che amavano il programma del Maestro Manzi che “sapeva 
 16
utilizzare tutte le risorse didattiche possibili, dalla vecchia lavagna e 
dai rituali gessetti agli sketch e ai filmati”.
12
 
Nel 1975 venne creato  il DSE (dipartimento scuola educazione) che 
fino al 1994  produsse trasmissioni educative per vari target.  
Successivamente, il DSE divenne Videosapere e alla fine degli anni 
novanta Rai Educational, un struttura televisiva che produce 
programmi che vanno in onda in chiaro e via satellite.  
A ottobre del 2001 è nato infine Rai Lab
13
 (un canale televisivo 
tematico in chiaro di Rai Educational) dedicato alla formazione a 
distanza. Rai Lab ha posto un’attenzione particolare per la formazione 
all’alfabetizzazione delle nuove tecnologie. 
 
                                                 
12
 1960:‹‹NON E’Mai TROPPO TARDI››Educa L’ITALIA di Giovanni Antonucci su il “Giornale”  
di venerdì 5 agosto 2005. 
13
 Cfr.  1.4. della tesi. 
 17
 
 
 
 
 
1.3.  La nascita di un canale educativo: Rai Educational 
 
Rai Educational è nata come il marchio editoriale della Direzione 
Teche e Servizi Tematici educativi , una struttura Rai venuta alla luce 
nel 1998 dall’attività della Direzione audiovideoteche ed Educational. 
 Il modello organizzativo di Rai Edu
14
 (in particolare nel periodo 
temporale compreso tra il 1998 e il 2002), ha rappresentato 
un’esperienza unica nel panorama delle televisioni Europee per la 
caratterizzazione delle sue linee editoriali, che hanno seguito due 
linee; la prima rivolta all’educazione permanente e l’altra alla 
formazione a distanza. 
L’educazione permanente è stata veicolata dai programmi del canale 
satellitare Rai Edu Cultura che si caratterizza per essere un canale  
multidisciplinare: le materie che ha trattato sono state  la filosofia, la 
storia, la comunicazione, le scienze sociali, le scienze naturali, le 
scienze esatte, la letteratura, le arti visive , la musica e l’economia. 
I programmi andati in onda  che meglio hanno rappresentato, secondo 
il mio punto di vista, la vocazione culturale del canale sono stati:    
MediaMente,  il Grillo, l’Ombelico del mondo , un Mondo a Colori.
15
  
                                                 
14
  Nel corso del testo si userà anche questa abbreviazione per indicare Rai Educational. 
15
 Cfr.  1.3.1. della tesi. 
 18
Queste trasmissioni hanno perseguito lo scopo ‹‹di favorire la crescita 
culturale e la facoltà di giudizio, grazie ad un’esposizione critica e 
rigorosa dei contenuti››.
16
 
Per le attività di formazione a distanza è stato creato nel 2001 Rai Lab, 
un canale gratuito per l’ apprendimento a distanza  che utilizzava  un  
sistema “intermediale” che si avvaleva dell’aiuto ‹‹ … di quei mezzi  
di comunicazione che meglio si prestano all’apprendimento … ››
17
. 
Nell’ intermedialità i saperi venivano veicolati attraverso più media: il 
canale satellitare ( Rai Lab) , un sito internet , videocassette, libri, cd-
Rom, e una rete nazionale di 7000 Centri Pubblici d’ascolto (Cpa)  
presenti in settemila scuole pubbliche dotate di parabole digitali per la 
ricezione dei programmi satellitari di Rai Educational
18
.  
I Cpa si collegano all’idea di una formazione a distanza per tutti; i Cpa 
erano aperti non solo a studenti e insegnanti, ma anche a tutti i 
cittadini che non avevano un televisore digitale e un computer. Essi 
riprendevano l’idea dei centri sperimentati negli anni cinquanta con le 
trasmissioni di  Non è mai troppo tardi
19
 . 
Nel modello intermediale si inserisce  un progetto realizzato tra il 
1998 e il 2002: l’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche. 
                                                 
16
 R. Parascandalo, Rai Educational 1998-2002, Rai Educational editore, Roma 2002, pag. 3. 
17
 R. Parascandalo op. cit. pag. 4. 
18
 L’installazione delle parabole nelle scuole è iniziata nel 1999 con un progetto che prevedeva la 
dotazione di 5000  antenne gratuite per la ricezione satellitare. Il sistema tecnologico voleva 
favorire anche un proficuo rapporto tra la tv e internet; gli studenti e i docenti potevano guardare e 
commentare in classe i programmi educativi per poi interloquire con le redazioni degli stessi 
attraverso i siti internet correlati. 
19
 Cfr.   1.2. della tesi.