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Introduzione 
La voce è uno strumento malleabile che, come tutto ciò che riguarda il corpo, ci permette di 
entrare in contatto con il mondo. Con la voce veicoliamo significati sia linguistici che 
paralinguistici. Può essere modulata attivamente a seconda dell'umore, del contesto sociale, 
dell'ambiente fisico, delle caratteristiche della conversazione e dell'interlocutore.   
Attraverso la modifica della prosodia, del ritmo e dell'intensità della voce, offriamo ai nostri 
interlocutori la possibilità di percepire la vasta gamma di sfumature emotive che stiamo 
sperimentando. Ci dà modo, dunque, di farci conoscere e riconoscere (Azul & Zimman, 
2022). Inoltre, trasmette le nostre caratteristiche come l’età, il genere, l’identità geografica e 
lo stato di salute, ci caratterizza e ci rende riconoscibili, in quanto importante fattore 
identitario (Crow et al., 2021). Diversi fattori sovraindividuali e individuali influenzano non 
solo la voce, ma anche lo stile comunicativo e lo stato di benessere. La nostra voce è portata 
a adattarsi a fattori sovraindividuali come standard linguistici, norme di genere e prassi 
relazionali. Ad esempio, diminuiamo l’intensità della voce se ci stiamo confidando o, stando 
agli stereotipi di genere, ci si aspetta dagli uomini un volume della voce più alto rispetto a 
quello delle donne. La qualità vocale risulta poi influenzata da fattori individuali, come le 
caratteristiche anatomiche dell’apparato fonatorio oppure la somministrazione di alcuni 
ormoni. Ogni parlante ha quindi delle caratteristiche vocali specifiche, influenzate anche dal 
proprio stile di vita e dal susseguirsi di pensieri e emozioni. Inoltre, ogni ascoltatore 
percepisce e attribuisce significati alle voci altrui in maniera differente, basandosi sul 
proprio sistema di credenze (Azul et al., 2022).  
Alcune persone transgender e gender diverse esprimono un disagio legato 
all’interpretazione della propria voce e provano una sensazione di incongruenza tra la 
propria voce e il proprio senso di sé corporeo. Non è raro sentir riportare un forte senso di 
angoscia quando sanno di dover parlare: utilizzare dei modelli di comunicazione che non 
rispecchiano l’identità di genere, infatti, può comportare difficoltà di integrazione nella 
società (Haig, 2004). La paura di essere identificati nel genere in cui non ci si riconosce o 
l’inadeguatezza dettata dalla percezione di un’incongruenza tra la propria voce e il proprio 
aspetto fisico può portare all’evitamento di situazioni sociali, alla riduzione dell’utilizzo del
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telefono o anche al disinvestimento nelle relazioni sentimentali (King et al., 2012a).Tali 
difficoltà sono sperimentate maggiormente dalle donne transgender, in quanto, se 
intraprendono la terapia ormonale, questa non ha effetti sulla loro voce. Gli uomini 
transgender che intraprendono la terapia ormonale, invece, riportano una migliore qualità 
di vita legata alla voce (T’Sjoen et al., 2008). La terapia ormonale mascolinizzante con 
testosterone, infatti, provoca delle modifiche alla voce e deve essere portata avanti per 
almeno 6 mesi per raggiungere un cambio significativo della frequenza fondamentale (Gray 
& Courey, 2019). Dopo un anno di terapia ormonale mascolinizzante è possibile raggiungere 
una frequenza fondamentale con un valore <131 Hz, indicato come valore soglia per 
percepire una voce come maschile (Azul, 2015). Nonostante ciò, una percentuale 
significativa di uomini transgender in terapia ormonale (21%) continuano a sperimentare 
insoddisfazione riguardo la propria voce e il 46% sviluppa dei sintomi della disfonia come 
raucedine, affaticamento vocale, instabilità vocale, difficoltà di proiezione, peggioramenti 
nella voce cantata, diminuzione del tempo massimo di fonazione e riduzione dell’estensione 
vocale (Ziegler et al., 2018). 
Considerata la possibilità per le persone transgender e gender diverse di sperimentare 
disforia vocale, l’Associazione Mondiale per la salute Transgender (World Professional 
Association of Transgender Health, WPATH) ha raccomandato agli specialisti della voce e 
della comunicazione di valutare la funzione vocale-comunicativa attuale e desiderata e di 
sviluppare piani di intervento appropriati per coloro che sono insoddisfatti della propria 
voce (Coleman et al., 2022). Il ruolo del logopedista, pertanto, si esplica nel guidare le 
persone transgender e gender diverse nello sviluppo di una comunicazione congruente alla 
propria identità di genere e nell’informare sulle varie possibilità di fonochirurgia. La 
letteratura supporta infatti sia i percorsi di affermazione vocale sia la fonochirurgia, a 
seconda delle aspettative della persona e della tolleranza per i maggiori costi e per le 
potenziali complicazioni di quest’ultima. Infatti, ogni approccio chirurgico risulta associato 
a complicazioni, che includono delle modifiche indesiderate sulle qualità vocali, come 
diminuzione del tempo massimo di fonazione e del volume (Pasternak & Francis, 2019). Da 
una recente revisione sistematica si evince che le donne transgender si sottopongono a
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percorsi di affermazione vocale molto più frequentemente rispetto alla fonochirurgia, in 
quanto i risultati sulla voce sono giudicati come altamente soddisfacenti e non risulta un 
approccio invasivo (Nolan et al., 2019). 
Alla luce di quanto riportato, l’obiettivo dello studio è quello di determinare l’efficacia di un 
percorso di affermazione vocale e espressiva che integri tecniche vocali, teatrali, 
cinematografiche e peer education. I percorsi, individualizzati e basati sulla persona, sono 
volti a accompagnare l’utente nella conoscenza del proprio strumento espressivo, 
all’esplorazione della potenzialità della propria voce e del proprio corpo e alla decostruzione 
degli stereotipi di genere. Gli incontri sono stati condotti da settembre 2022 a maggio 2023 
presso il Gay Center di Roma dall’autore di questa tesi, in qualità di logopedista, affiancato 
da Nicola Sorrenti, attore di cinema e teatro, e dalla dott.ssa Asia Cione, specializzata in 
comunicazione e peer educator transgender. Gli Standards of Care – 8, la guida clinica agli 
operatori sanitari che assistono persone transgender e gender diverse, raccomandano ai 
professionisti di ricevere una formazione completa, ulteriore alla formazione di base, che li 
inviti a sviluppare consapevolezza di sé e reattività culturale per essere rispettosi e attenti 
alle diversità di genere. Quest’elaborato di tesi, pertanto, nella parte iniziale riporterà una 
panoramica della condizione transgender e gender diverse. Successivamente verrà descritto 
lo studio, che si prospetta come un outcome research preliminare. L’obiettivo è quello di 
evidenziare le criticità e le potenzialità dei percorsi di affermazione vocale e espressiva 
proposti, tramite un’analisi statistica degli outcome vocali e di autopercezione della voce da 
parte delle utenti.  
Verranno riportate le finalità e le modalità con le quali si è intervenuto durante i percorsi di 
affermazione vocale e espressiva e in particolare saranno approfondite:  
• le tecniche vocali e comunicative utilizzate durante gli incontri di logopedia. 
• gli esercizi e i metodi di affermazione espressiva ideati da Nicola Sorrenti. 
• le strategie di peer education utilizzate da Asia Cione.
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Inoltre, verrà riportata l’esperienza di integrazione tra le diverse tecniche impiegate dai 
professionisti, che rispecchia l’integrazione e le reciproche influenze che esistono tra voce, 
corpo e emozioni.
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1. La persona transgender o gender diverse 
Glossario 
Nel momento in cui si instaura una relazione terapeutica con una persona transgender, e in 
generale in ogni contesto, è opportuno discutere con lei il linguaggio e la terminologia che 
la persona preferisce sia usata per riferirsi a sé stessa. Pertanto, è importante chiedere alla 
persona o osservare come desidera essere identificata in termini di nome e di pronomi, come 
si auto-identifica nel proprio genere e se aderisce o meno al binarismo di genere. Questo 
momento risulta un importante momento di conoscenza. Porre queste poche domande e 
fare queste osservazioni, senza risultare invadenti, aiuta nella costruzione di un rapporto di 
fiducia e di alleanza terapeutica che è alla base del raggiungimento di qualsiasi obiettivo 
condiviso. Gli Standards of care – 8 specificano la terminologia più appropriata da utilizzare 
nei contesti di assistenza sanitaria e che verrà utilizzata in quest’elaborato di tesi. 
AFFERMAZIONE DI GENERE 
Si riferisce al riconoscersi e all’essere riconosciuti o affermati nella propria identità di 
genere. L’affermazione di genere si muove sul piano sociale, psicologico, medico e 
legale. Tale termine è usato al posto di transizione (come nel caso dell'affermazione 
di genere in ambito medico). 
BINARISMO DI GENERE 
Si riferisce all'idea che esistano soltanto due generi, maschile e femminile, e 
all'aspettativa che tutti debbano appartenere all'uno o all'altro. 
CISGENDER 
Si riferisce a persone la cui attuale identità di genere corrisponde al sesso che è stato 
assegnato loro alla nascita. 
DISFORIA DI GENERE  
Descrive uno stato di malessere che si può provare quando l'identità di genere di una 
persona differisce da quella fisicamente e/o socialmente attribuita al sesso assegnato 
alla nascita. Può essere l’effetto del mancato riconoscimento della propria identità. È 
anche un termine diagnostico: nel DSM-5 l’incongruenza tra il sesso assegnato alla